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Autore: amrty    16/05/2012    2 recensioni
E se Dean non fosse andato a Stanford per recuperare Sam quella volta ?
(Wincest)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Apro gli occhi e la luce mi abbaglia. Sono disorientato. Non capisco. Il demone mi aveva ucciso. Sam libero. Sam che mi diceva che gli ero mancato.

Beh ora che ci prestavo attenzione lì davanti a me c'è Sam. Che non si è accorto che sono sveglio e sta fissando qualcosa di indefinito nel mio petto e mi accarezza distrattamente.

 

“Ti prego Dean, ti prego non mi lasciare. Non posso farcela senza di te. Devo sapere che stai bene e sei vivo o io... io non vivo.”

“Sammy”. “Sammy, non vado da nessuna parte”

La voce mi esce come carta vetrata nella mia gola, e Sam fa un salto sorpreso dalla mia risposta.

Mi guarda sconvolto e poi scoppia a piangere senza ritegno. Mi abbraccia ancora troppo sconvolto e io cerco di ricambiare l'abbraccio ma sono troppo stanco e alla fine riesco solo a dargli una pacca sulla spalla. Ma sembra che per lui sia un miracolo in terra.

Finalmente riacquista un po' di sanità mentale mi da dell'acqua. Poi chiama dei medici, a quanto pare sono in ospedale, che mi controllano. Sono sano come un pesce.

Così mi cambio e, anche se volevano tenermi lì in osservazione, me ne vado. Con Sam, al motel. A quanto pare ha tenuto la mia stanza.

 

“Allora quanto sono stato in quello stato?
“Più o meno due settimane”

Settimane? A me son sembrati anni penso. Anni lunghissimi.

“Devi essere stremato...”

“Come mai... sei qui?”

Lo domando con un sussurro perché per me è davvero inspiegabile che lui sia qui.

“Mi hanno chiamato quelli dell'ospedale, hanno trovato nel tuo portafoglio il numero mio e di papà e visto che lui non rispondeva...”

 

 

“Papà è troppo preso a far altro” risponde atono, senza emozioni.

“Dean, ho capito dal giornale che stavi seguendo un Delog è esatto?”
“Tanti anni fuori dal giro e basta qualche giorno che il vecchio Sam è di nuovo in pista?

Lo dice ridendo e io sorrido, sollevato e grato che almeno questo non sia cambiato. È sempre Dean, lui e le sue battute.

Ma poi si fa serio e mi fa la domanda che più di tutte avevo temuto: “Ma Sam, dimmi, è bastata una telefonata da un ospedale a dodici ore di macchina da te per farti correre qui?”
“Beh, si. Sei la mia famiglia Dean. Cosa avrei dovuto fare?”
Mi squadra assorto, vedo passare nei suoi occhi una tristezza infinita.

“Non so, far finta di non conoscermi”

“Dean! Come puoi dire una cosa simile! Non lo farei mai! Sei mio fratello, sei... importante per me”

dico infine.

“Sono stanco, penso che me ne andrò a dormire.”

“Dean.... perché tenevi il mio numero di telefono nel portafoglio?”

“Non lo so, forse per lo stesso motivo per cui tu sei montato in macchina ti sei fatto 12 ore di corsa e poi per due settimane non hai schiodato il tuo culo da quella sedia in ospedale”

si butta a letto e si addormenta all'istante.

Io sono ancora lì imbambolato sorridente come un idiota. So che Dean ha detto quello che ha detto perchè era quasi nel mondo dei sogni. Ma sono felice. Felice di sapere che anche dopo tutto questo tempo, noi due siamo ancora legati con un doppio filo.

Crollo anch'io a letto e mi rendo conto di quanto sono stanco. Non dormo in un vero letto da, non ricordo neppure quando ormai.

 

Mi sveglia un urlo disperato. È Dean. È Dean che chiama il mio nome disperato.

Lo sveglio e mi guarda come se avesse visto un fantasma.

“Sam? Sam sei qui davvero? Sei ...vivo?”
“Dean era solo un incubo, va tutto bene. Sono qui e sono vivo. Calmati.”
Gli porto da bere e aspetto che si calmi.

“Dean, cosa vedevi? Cosa hai visto mentre eri in coma?”

è a disagio, lo leggo dai suoi movimenti così sovrappensiero gli prendo la mano, per infondergli coraggio. E sembra funzionare, perché non si scosta.

“Te, vedevo te. Ogni volta. Io lottavo, correvo. Combattevo. Ma niente. Arrivavo sempre troppo tardi Sammy. Ma giusto in tempo per vedere quelle creature ucciderti. Ogni volta.”

scoppia in lacrime e io mi siedo vicino a lui senza mai interrompere in nostro contatto

“Oh Sam, mi sentivo così impotente! Non riuscivo a salvarti! Non riuscivo neppure a toccarti, potevo solo vederti morire. Una volta dopo l'altra. Pensavo di impazzire.”
“Dean. Sono qui ora. Era solo il Delog è così che fanno. Ma dimmi come hai fatto a spezzare la cosa?”
“Mi sono offerto al tuo posto. Gli ho chiesto di lasciarti andare e di fare di me ciò che voleva. E mentre mi uccideva mi sono svegliato.”

“Daresti davvero la vita per me Dean?”

solleva il mento e mi guarda, mi guarda con quegli occhi verdi splendenti in cui potrei perdermi per sempre.... “Sammy, io darei qualsiasi cosa, la mia vita stessa, per te. Ora. Sempre.”

 

E poi si avvicina timoroso e mi da un lieve bacio. Poi mi guarda come a chiedere il permesso e sono io allora ad annullare le distanze. Le nostre labbra si ritrovano dopo tanto tempo ed sono esattamente come le ricordavo: dolci, morbide, calde. Sanno da Dean.

 

E poi ci corichiamo a letto, entrambi troppo stanchi e troppo sconvolti dagli accadimenti. Ma è bello ed è come ritornare a casa dopo tanto tempo, tornare a dormire abbracciato a Dean. Ed è solo in quel momento che capisco che non potrò più lasciare quelle braccia, non di nuovo.

 

“Dean, io.....” vorrei dire mille cose: scusa per essermene andato, per averti lasciato! Ti prego prendimi con te che senza di te io non valgo nulla. Ti prego non stacchiamoci più.

Ma le parole mi muoiono in bocca, ma Dean deve aver capito perché mi sussurra all'orecchio

“Va tutto bene Sammy, ora siamo insieme. Di nuovo.”

  
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