16/05/2012
3 recensioni
Eccomi di nuovo qui a tormentarvi! Bwahahaha! Non ho resistito! “Violet” è finita in un modo così triste e malinconico (nonostante la nascita di Violet jr che porta così tanta speranza …) che ho voluto sdrammatizzare. Spero vi piaccia. Le date sono un po’ sfasate rispetto alla realtà ma ho voluto adattarle all’anno di nascita di Sherlock (1976, lo stessa di Benedict).
Violet Holmes (Venezia, 2011), scrittrice e sceneggiatrice inglese. Si è laureata a pieni voti all’Università di Londra in lettere moderne e ha raccolto il talento ereditato dallo zio, John Watson, per la scrittura.
Ha pubblicato diversi libri di poesie, romanzi e raccolte di fiabe per bambini e libri gialli Tra i titoli più famosi ricordiamo La luna blu, L’ombrello magico, Storie più che fantastiche, Il giardino delle mimose e Fuochi di ghiaccio, Il caso della fenice rubata, La collana di smeraldi, Il libro degli indizi.
Questa è la sua autobiografia.
Introduzione
So benissimo che tu, lettore, sei come me. Ti capisco, ti comprendo! Anch’io, quando compro un libro, solitamente l’introduzione la salto a piè pari. Tranne che in un caso. Quando è scritta dall’autore.
Ecco. Questa introduzione l’ho scritta io, Violet Holmes, l’autrice del libro.
Per questo dovrete beccarvela. Eh già! Non potete esimervi dal leggerla. Non preoccupatevi, però. Dura poco. Giusto una premessa a questo libro delirante.
Prima di tutto voglio cominciare con lo spiegare perché ho voluto scrivere questo libro e perché proprio adesso.
Anche se una signora non dovrebbe mai rivelare la sua età (mi do della cretina mentalmente, visto che in ogni caso il mio anno di nascita è scritto nel retro di copertina) da qualche giorno ho compiuto 35 anni.
E allora? Direte voi.
35 anni è l’età che aveva mio padre quando sono nata.
Già! Mio padre. L’uomo più importante della mia vita. Quello a cui posso sempre fare affidamento.
Non è stato facile per lui tirarmi su da solo né e stato facile per me crescere con uno come lui.
Chi ha letto i miei libri conosce il mio stile. Sono molto romantica, a tratti drammatica. Mi piace scrivere libri gialli (con la professione di mio padre, che altri libri potevo scrivere?), ma anche avventure e storie di vita vissuta. Mi sono spesso chiesta se la mia vita sia in realtà un libro pensato da chissà quale scrittore pazzo. È così assurda che qualche volta qualcuno mi domanda se mi invento le cose. Magari! Purtroppo, o per fortuna, è tutto vero.
La mia è una vita intensa, piena, pericolosa a tratti ma sempre felice. Grazie a mio padre ho imparato a trovare il lato comico in ogni situazione.
Parlandone così può sembrare che io abbia avuto, fino ad ora, una vita come tutte le altre. Sbagliato!
Come si può pretendere di avere una vita normale con un padre che è l’unico consulente detective al mondo? Non è una vita facile. È carica di tensione, di pericolo e di drammaticità.
Per questo ho deciso che era giunto il momento di sdrammatizzare, di buttare un po’ di sana ironia sulla mia vita.
Infine, prima di lasciarvi ai racconti dell’assurdo, come direbbe mio padre:
Dopo aver eliminatol'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve esserela verità.
VH