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Autore: Miss Kon    16/05/2012    4 recensioni
La precedente one-shot dedicata a Karin e Suigetsu è stato un lavoro di cui mi son sentita soddisfatta e sono riuscita anche ad aggiudicarmi una buna dose di recensioni positive che (lo ammetto) mi hanno lusingato.
Ma non è per gioa personale che mi ritrovo qui.
É che volevo ringraziare davvero chi ha recensito la storiella SuiKa precedente intitolata "Ti odio", e credo che per farlo non ci sia nulla di meglio che provare a fare un altro lavoro vagamente degno di nota.
Quindi un'altra one-shot AU SuiKa, perchè questa coppia è fantastica ♥
Suigetsu non era tipo da "Ti amo".
Non lo era mai stato e probabilmente non lo sarebbe mai divenuto.
Questo era risaputo, da tutti.
Anche da Karin. Forse sopratutto da Karin.
La quale, oltretutto, ora stava aprendo e chiudendo la bocca a più riprese, come un pesce in cerca di ossigeno. Paragone poi inerente, visto che la ragazza stava disperatamente cercando l'aria con cui esternare le sue parole.
Parole qualsiasi, visto che lo shock momentaneao le aveva mandato in tilt pure la sua inattaccabile saccenza e acidità.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Karin, Suigetsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ringrazio di cuore vale _hina, zombiecch, _sweetygirl_, AliH, ryanforever, _Hiria_ e Watashiwa. Le vostre recensioni mi hanno davvero resa felice.

Oh, andiamo, Suigetsu ama quella vecchia racchia. E Karin ama la sogliola-denti-aguzzi.
E: oh, sì Suigetsu se le cerca di cuore ♥





Ti amo.



Suigetsu non era tipo da "Ti amo".
Non lo era mai stato e probabilmente non lo sarebbe mai divenuto.
Questo era risaputo, da tutti.
Anche da Karin. Forse sopratutto da Karin.
La quale, oltretutto, ora stava aprendo e chiudendo la bocca a più riprese, come un pesce in cerca di ossigeno. Paragone poi inerente, visto che la ragazza stava disperatamente cercando l'aria con cui esternare le sue parole.
Parole qualsiasi, visto che lo shock momentaneao le aveva mandato in tilt pure la sua inattaccabile saccenza e acidità.
"Eh?" riuscì, in fine, ad esalare con un mezzo urlo.
Suigestu in risposta gongolò un poco, sorridendo come sempre con fare sornione.
"Ti" esordì, con tutta tranquillità "Amo" proseguì, scandendo con una certa enfasi quelle due piccole parole.
Karin apprì nuovamente la bocca ma, esattamente come prima, la richiuse senza dire nulla.
Ripetè il gesto un'altra volta mentre un certo fastidio accompagnava l'inconfondibile certezza che qualcosa non stesse quadrando. O dentro o fuori dalla sua testa, non importava, fatto stava che qualcosa non quadrava.
A prescindere.
E se la rossa non fosse stata troppo sconvolta anche solo per parlare di certo avrebbe notato che quel qualcosa che non quadrava si stava esplicando a dieci metri esatti da lei.
Nascosti in parte dalla porta semi aperta della classe, Kiba e Kankuro se ne stavano piegati in due, uno con il volto paonazzo e le lacrime agli occhi, l'altro con i crampi all'addome per il ridere.
Fu solo quando Kiba, ormai anche incapace di riprendere fiato, rotolò rovinosamente sopra il banco e finì a terra con un tonfo sordo che il cervello della ragazza ebbe un lampo.
Si voltò isintivamente a destra e i suoi occhi, dietro le lenti degli occhiali, colsero con un lampo d'ira l'Inuzuka impegnato a ridere come un emerito imbecille.
Una piccola vocina dentro la testa di Karin, con fare mellifluo, stuzzicò il suo istinto omicida.
Stringendo il povero succo che aveva tra le mani la rossa tornò a voltarsi verso il fantomatico spasimante.
"Hozuki" scandì con voce rabbiosa, mentre il volto acquistava una tonalità di rosso abbastanza acceso da rivaleggaire con la tinta dei capelli.
Se c'era qualcosa che Suigetsu sapeva bene era che se Karin lo chiamava per cognome, anzichè per nome, stava rischiando l'integrità di qualche osso. Magari, specificatamente, di una costola, di nuovo.
"Sei.Morto" ringhiò, mentre la scatolina di succo le esplodeva in mano a causa della troppa pressione.
Alcuni schizzi, profumanti di pesca, macchiarono le lenti, il volto e la maglia della rossa.
Una goccia andò anche a schiantarsi sulla guancia del ragazzo.
Allargando il suo sorriso sornione, coscente che così a rischiare sarebbero state probabilmente due costole, il ragazzo schizzò via dando sfoggio del perchè nei centro metri veniva battuto solo da Rock Lee.
Nè Karin nè Suigetsu ne erano coscienti, ma quel giorno a sentirli fu tutta la scuola.
  
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