Era estate. Una di quelle estati afose in cui il caldo prende alla gola e impedisce di respirare. Giulia aveva trovato riparo nel centro commerciale protetta dall’aria condizionata. Era seduta su una panchina nel corridoio, e guardava le persone andare o venire, parlare o stare zitte, guardare i negozi o camminare veloci verso chissà quale meta. Erano quasi le quattro e ogni minuto, ogni secondo che passava Giulia  era sempre più impaziente, più eccitata. Finalmente lo avrebbe incontrato. Per la prima volta avrebbe visto la faccia di quel ragazzo che per tanto tempo le aveva scritto in internet e sul cellulare. Cosi dolce, cosi sensibile. E ora finalmente avrebbe potuto parlare con lui. L’appuntamento era davanti alla gelateria al piano di sopra. Ormai era quasi ora. Si alzò lentamente. Avrebbe voluto correre, ma non le piaceva essere in anticipo. Si aggiusto il vestito nuovo,che aveva comprato apposta per quel giorno, e i lunghi capelli castani, che le arrivavano fino al fianco. Si avviò verso il punto d’incontro. Sali le scale senza accorgersene, troppo immersa nei suoi pensieri per badare al mondo esterno.  Pensava a lui e lo vedeva come il tipico ragazzo modello, come il principe azzurro delle fiabe, ma vestito meglio. Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti alla gelateria. La strada che aveva percorso era stata troppo corta, l’aveva fatta troppo velocemente, era arrivata troppo presto. Iniziò ad agitarsi non sapeva da che parte guardare ed era  sicura di avere una faccia stupida. Si sentiva di troppo. Non conosceva il viso del ragazzo, ma lei gli aveva inviato una foto, e cosi lui, in mezzo a quella folla inutile,  l‘avrebbe riconosciuta. Abbassò lo sguardo e iniziò a cercare il cellulare nella borsa per sapere che ora fosse, ma quando si cerca qualcosa non la si trova mai.
 –Giulia, sei tu?- si sentì chiamare e alzò immediatamente lo sguardo.
 Era lui? L’aveva trovata? L’aveva riconosciuta? Alzò lo sguardo e si trovò davanti un signore. I capelli bianchi tingevano prepotenti i suoi capelli neri e una leggera barba spuntava sul viso di quell’uomo che lei non riconosceva. La faccia le era sparita e gli era comparso un grosso punto di domanda. L’uomo se ne accorse.
 – sono io, Andrea, ci siamo conosciuti su internet e oggi avevamo appuntamento qua-.
 Sorrideva. Quell’uomo sorrideva. Invece Giulia non sapeva cosa fare. Era andata in panico. Il suo bel ragazzo, il ragazzo di cui si era innamorata era un vecchio ultra quarantenne  con i capelli bianchi e in giacca e cravatta che magari aveva pure famiglia. Non era possibile. C’era qualcosa che non andava, qualcosa di sbagliato. Non sapeva cosa dire. Sua nonna  da piccola le chiedeva sempre se il gatto le avesse mangiato la lingua. Forse questa volta era successo davvero.