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Autore: _Shadow_96    16/05/2012    5 recensioni
È facile fingere di non vedere quello che in realtà sai.
E lei lo sapeva che quell’uomo le avrebbe fatto del male, che ne avrebbe fatto anche a sua madre, che non sempre le apparenze ingannavano.
Non si era mai sentita così fragile: solo una bambola di ceramica tra le mani di qualcuno che non aveva dato importanza al cartello “Attenzione, maneggiare con cura”.
Doveva fidarsi però dello spiraglio di luce che era riuscito a penetrare nell’oscurità e sperare di riuscire a risalirne.
Dal capitolo 3
“Oh si hai ragione, per me va bene sempre tu quando puoi?”
“In realtà io…perché non ce la studiamo ognuno per i fatti propri, no?? Non voglio farmi vedere in giro con te e rovinarmi la reputazione, non so se capisci” Eliana sentì il sangue ribollirgli nelle vene ma cercò di mantenere il controllo.
“Dovremmo vederci invece perché altrimenti non avremo sintonia”
“Oh piccola se vuoi un po’ di “Sintonia” io sono sempre disponibile”mormorò lui con voce roca.
“Vaffanculo, Russo Fai quello che ti pare”
Accidenti alla prof!!!Accidenti a Russo!! Accidenti a mamma e soprattutto, accidenti a Davide!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera stelline!!
Dopo quasi quattro mesi sono ritornata su efp con un nuovo capitolo di questa fan fiction. Non mi aspetto nulla, so che dopo tutto questo tempo senza postare avrò perso la maggior parte dei lettori ma spero tanto che mi perdoniate. Non sto neanche a raccontarvi quanti sono stati i giorni in cui sono rimasta con una pagina di Word aperta completamente bianca senza trovare nulla da scrivere, è stato terribilmente frustrante. Inoltre la scuola ha risucchiato tutto il mio tempo e a stento ho avuto il tempo per collegarmi qualche volta e leggere qualche storia e recensire. Mi è dispiaciuto molto non riuscire a postare prima, mi è dispiaciuto tantissimo. Vi avviso che non so di preciso quando potrò postare il prossimo capitolo ma spero di non metterci tutto il tempo che ho impiegato per pubblicare questo. Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la ff nelle preferite, seguite e ricordate e anche a chi non ha avuto la pazienza di aspettare che questa ritardataria pubblicasse e ha lasciato perdere questa ff. Non è un capitolo lungo e non è neanche niente di speciale ma spero di riuscire a riprendere presto la mano e potervi lasciare qualcosa di bello che vi faccia emozionare.

Ringrazio tantissimo chi ha recensito lo scorso capitolo: Kingsbridge, Hollie, Hidden Love, Gothic Snow White, LoveMelody, Kaori Morikawa, Marmaid, Mrs Lachowski e infine ultima ma non per importanza Hermione( alias DearJuliet, alias Marika) che scrive in modo favoloso e che spero mi perdoni per l'assenza sia nelle recensioni che nel pubblicare.


Ancora grazie a tutti per la pazienza!!

Un bacio Maddalena <3


Ps: se notate errori non fatevi alcun problema a segnalarmeli. Accetto anche le critiche :)


 

I ricordi a volte fanno male come un coltello conficcato nel cuore.

A volte lo scaldano con la loro dolcezza.


Silvana Stremiz


Capitolo 13

"Se ci sei posso farcela, sul serio."



Aveva continuato a rigirarsi inquieta tra le lenzuola cercando una posizione abbastanza comoda che non le provocasse un dolore lancinante e le permettesse di addormentarsi ma ciò aveva solo contribuire a ingarbugliare le lenzuola rendendo l’impresa ancora più ardua. Eliana sbuffando si mise a sedere al centro del letto e si scostò una ciocca di capelli dagli occhi, strizzandoli per mettere a fuoco le lancette dell’orologio sulla scrivania. Pensò che fosse mezzogiorno, anche perché il suo stomaco brontolava rumorosamente, ma quando riuscì a leggere l’ora si accorse che erano appena le dieci e trenta del mattino. Si guardò intorno per qualche minuto poi si fece coraggio e si alzò in piedi ignorando la fitta di dolore che la colpì appena prese un respiro profondo. Aveva appena raggiungo la porta quando il suo cellulare iniziò a trillare costringendola a tornare indietro.

“Merda..” imprecò e tenendosi una mano sul fianco raggiunse il telefono “Pronto”

“Ehi fatina sei sveglia” la voce di Federico fu come un balsamo e tutta la sua frustrazione e la stanchezza vennero spazzate via “Ho provato a chiamarti poco fa ma non hai risposto così ho aspettato che ti svegliassi” lo immaginò seduto all’ingresso della scuola, i capelli mossi dal vento, l’immancabile sigaretta tra le mani e quel meraviglioso sorriso che l’aveva stregata fin dall’inizio. Erano passati pochi giorni da quando si era trasferita a casa sua e né Beatrice né Federico l’avevano fatta sentire un peso estraneo anzi, erano sempre amorevoli e disponibili.

“Ehm, si, mi sono appena alzata, letteralmente, dal letto”
 
“Aham…non c’è niente che vorresti dirmi?” le domandò e Eliana era certa, anche se non poteva vederlo, che sul suo viso si era dipinta una deliziosa smorfia maliziosa.

“In questo momento non mi viene nulla. Cosa ti fa pensare che io abbia qualcosa da dirti?” stette al gioco rigirandosi una ciocca di capelli intorno a un dito. Aveva bisogno di un bel bagno caldo pieno di schiuma ma non potendo bagnare la fascia doveva resistere a quel desiderio.
 
“Mmh pensavo che mi avresti salutato con un mi manchi o cose così, non sei per niente romantica” Eliana rise per quanto il dolore le permetteva e la risata che  giunse dall’altro capo del telefono la mise di buon umore. Non ci aveva mai fatto caso prima di quei giorni passati costantemente insieme ma il suo umore rifletteva quello di Federico: se lui era arrabbiato col mondo lo era anche lei, se lui era triste anche la sua allegria scemava e se lui era felice, come in quel momento, lei si sentiva in paradiso per la gioia “Smettila di ridere, dovrò trovarmi un’altra ragazza se continui a trattarmi così male” quella frase riuscì a smorzare la sua risata e la catapultarono nella realtà. Era stanca di risultare pesante, noiosa,perennemente insicura di se stessa e dell’interesse di Federico e per una volta decise di non attaccarlo per quella frase scherzosa. Era stato tutto così idilliaco da quando si era trasferita in quella casa e lì come mai prima d’ora si era sentita a casa. Daniela andava a trovarla ogni pomeriggio lasciandosi andare ad una sequela di ti voglio bene e di imprecazioni contro Antonio che sembrava non accorgersi dell’interesse della sua migliore amica. Era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e lei si sentiva una pessima amica visto che non sapeva mai cosa consigliarle. Sentì la campanella in sottofondo e maledisse il bidello per la sua puntualità; non glielo aveva detto ma Federico le mancava già da impazzire.

“Ora devo andare è appena suonata la campanella. Non vedo l’ora che questa tortura finisca. E comunque tu mi manchi tanto” Come sempre lui sapeva trovare le parole giuste per farle tornare il sorriso ed era felice di non aver rovinato quei pochi minuti di conversazione lamentandosi e comportandosi come una bambinetta insicura.

“Anche tu mi manchi preparati perché quando rientrerai in casa ti ritroverai stritolato dalle mie braccia” lo avvisò pensando a cosa avrebbe potuto fare di carino per lui.
 
“D’accordo, un bacio, sta attenta e fa la brava” le ordinò, dolcemente.
 
“Come sempre no?” scherzò lei sorridendo.
 
“Certo certo. Ciao” fu lui a chiudere la telefonata ma Eliana non ci rimase male. Sapeva che Federico non era il tipo da “chiudi prima tu” e neanche a lei piacevano tante smancerie inutili. L’amore si dimostra con i piccoli gesti,no? Felice e irrimediabilmente cotta di lui raggiunse il piano di sotto e prese dalla dispensa una merendina masticandola piano. Beatrice rimproverava spesso Federico a causa di quelle brioches piene di cioccolato e additivi che però erano veramente una gioia per le papille. Troppo affaticata per raggiungere il piano di sopra decise di andare in bagno al piano di sotto evitando così le scale. Era molto più piccolo di quello del secondo piano ma era anche più in ordine. Federico era tremendamente disordinato e la sua camera era l’unica che si salvava, solo perché la madre lo costringeva a sistemarla almeno una volta alla settimana. Dopo essersi lavata e aver sistemato i capelli in una coda alta raggiunse la cucina. Pensò di preparare il pranzo ma cambiò idea quando lesse il post-it attaccato al frigo.
 
Tesoro oggi non torno per pranzo, dobbiamo fare l’inventario in negozio. Nel forno c’è il pasticcio dovete solo scaldarlo.
Un bacione
Beatrice                                                                                                                 
 
Zoppicò fino al salotto con un pacco di gocciole tra le mani e si sedette sul divano. Fece zapping per qualche minuto in cerca di qualcosa di interessante da guardare ma rinunciò subito e si accontentò di guardare QVC. Quei presentatori maledetti erano capaci di farle prudere le mani per la voglia di afferrare il cellulare e comprare i loro prodotti, le facevano il lavaggio del cervello. Mangiucchiò la gocciola osservando la presentatrice che mostrava al pubblico un kit per la ricostruzione delle unghie e instintivamente alzò la mano davanti al viso per controllare le unghie mangiucchiate “Ma chi se ne frega!” 
Dopo molti biscotti e qualche prodotto antirughe dopo Eliana si alzò dal divano profondamente annoiata. Fino a qualche giorno prima pensava di desiderare del tempo per starsene in casa tranquilla senza dover tremare di paura al minimo rumore  ma ora che questo tempo ce l’aveva non sapeva neanche come passarlo e voleva ardentemente uscire e farsi un giro in biblioteca. Indecisa sul da farsi decise di preparare una torta al cioccolato, una sorpresa al cioccolato per Federico. Impiegò due orette buone prima di ritenersi soddisfatta del risultato ed ebbe giusto il tempo di nascondere il dolce prima che il chiavistello della porta scattasse.

“Ehi, aspetto questo abbraccio io!!” la chiamò lui dall’ingresso e Eliana ridacchiando si affrettò a raggiungerlo. Non si era ancora tolto la giacca e la porta era ancora aperta; la stava aspettando. Il cuore le si strinse per l’emozione e quando finalmente si strinse a lui respirò a pieni polmoni il suo profumo “Dio quanto mi sei mancata”

“Anche tu” si baciarono, piano e dolcemente, e quel bacio sapeva del ritorno a casa, della mancanza e del bisogno di sentirsi dopo tante ore lontani.
 
“Sbaglio o c’è un odore di dolci appena sfornati?”

“Sbagli sbagli!!” scherzò lei mettendosi in punta di piedi cercando di distogliere la sua attenzione dalla “sorpresa” con un bacio . Funzionò e lui riprese a baciarla, a sorriderle, a premere le labbra sulle sue accarezzandole i capelli tenendola stretta; coccole che erano diventate abituali e che Eliana adorava. Restarono stretti a ristabilire il contatto tra di loro fin quando uno spiffero di aria fredda li colpì ricordandogli l’uscio aperto. Risero e mentre lei chiudeva la porta Federico si sfilò il giubbotto verde sistemandolo sull’appendiabiti.
 
“Che avete fatto oggi?”
 
“Solita noia. Daniela ti saluta, ha detto che oggi non può passare perché deve fare la baby-sitter”

“Oh d’accordo quindi siamo da soli” disse stringendo la mano di lui “Hai le mani freddissime potevi mettere dei guanti non siamo a giugno”
 
“Ho preso la moto ecco perché sono fredde e poi ci sei tu che me le scaldi, no?” mano nella mano raggiunsero la cucina dove Federico iniziò ad annusare l’aria come un segugio in cerca della preda strappandole un sorriso “Non mi sbaglio c’è odore di torta al cioccolato!! Sai che io lavoro in pasticceria quindi non tentare di negare ancora”
 
“D’accordo hai ragione però era una sorpresa e tu hai rovinato tutto!” brontolò Eliana prendendo posto a tavola mentre lui la seguiva con lo sguardo. Sembrava un cucciolo bastonato. “Ora per punizione il pasticcio lo scaldi tu” lui restò fermo davanti al forno per qualche minuto, gli occhi fissi nei suoi, poi senza dire una parola lo accese e iniziò ad apparecchiare.
 
*****

“Quasi dimenticavo!!” esclamò all’improvviso Federico agitando nell’aria la forchetta. Erano seduti sul divano, la torta ormai dimezzata abbandonata sul tavolo della cucina e un piatto vuoto tra le mani “Lo spettacolo è stato annullato. Niente Romeo e Giulietta”

“Oh no, come mai?” Federico sistemato il piatto nella lavastoviglie la mise in funzione e tornò a sedersi accanto a lei. La prese tra le braccia e la fece sedere sulle sue gambe iniziando a darle tanti baci sul collo e tra i capelli. Nelle ultime due settimane le aveva fatto scoprire la sua quotidianità e l’aveva aiutata in tutto senza lamentarsi donandole l’affetto che mai nessuno era riuscito a darle. Si erano baciati spesso sotto le coperte, al buio, le mani di lei fra i suoi capelli e le braccia di lui che la stringevano a tal punto che sembrava volesse imprimere sul suo corpo quello di Eliana.

“A me no” disse frettoloso e lei lo guardò curiosa “Senza la mia Giulietta che senso avrebbe avuto?” Eliana non resistette e gli colpì il braccio con un pugno. Ogni volta che si trovava in imbarazzo diventava rossa come un pomodoro e cominciava a dire numerose sciocchezze e compiere azioni stupide “Ehi io ti dico una cosa romantica e tu mi dai un pugno?!!” si lamentò lui sfregando il punto in cui lei l’aveva colpito.
 
“Non esagerare non ti ho neanche sfiorato, stupidotto”  lui la guardò, una scintilla brillava nei suoi occhi facendoli risplendere. Aveva in mente qualcosa di terribile…“Ora me la paghi” cominciò a farle il solletico togliendole il fiato e facendola contorcere mischiando il dolore alle risate.

“Basta basta!!” lui si fermò e entrambi dopo essersi guardati negli occhi iniziarono a ridere. Si sentiva serena e  provava un ottimismo e un’allegria che mai come in quei giorni erano state le sue peculiarità.
 
“Sei così bella quando ridi” le confessò lui e la risata di lei si trasformò in un rantolo rauco e sorpreso.
 
“G-grazie” borbottò sorridendogli improvvisamente a disagio. Federico le diceva spesso quanto la trovasse bella ma non riusciva a credergli, era più forte di lei.
 
“Ehi ti hanno mangiato la lingua?” le chiese lui dopo dieci minuti buoni di silenzio tombale uno di quei silenzi che non pesano, che rendono leggeri, uno di quei silenzi che vale più di mille parole “Ti ho imbarazzata?” Eliana si voltò a guardarlo sistemandosi un po’ meglio sulle sue gambe. Ancora una volta come ogni giorno da quando lo aveva conosciuto continuava a domandarsi come potesse un ragazzo come lui interessarsi a lei. Era così bello che solo guardarlo la faceva sentire in imbarazzo e non solo fisicamente ma anche la persona oltre il guscio di protezione, la persona dolce e tenera che la guardava attraverso due meravigliosi occhi che avevano il potere di farla sentire al sicuro e speciale.
 
“I-io, no è solo che non ci sono abituata” borbottò e si sottrasse dallo sguardo di lui poggiando il capo tra il collo e la spalla di lui. Lui la strinse più forte, deciso, come se volesse farle capire che la voleva lì con lui tanto quanto lei voleva essere tra le sue braccia.
 
“Ti faccio vedere una cosa. Aspetta qui” la sistemò sul divano e la coprì con una coperta “Torno subito” Eliana si rannicchiò sotto la coperta respirando il profumo di Federico, le sembrava di tenerlo ancora vicino, di essere tra le sue braccia. Sentì il raschiare delle pantofole al piano di sopra e poi il tonfo dei suoi passi lungo le scale “Ecco qui”
 
“Cosa volev..” si bloccò sorridendo e si sistemò meglio accanto a lui facendogli spazio sotto la coperta. Lui le passò l’album di foto e si sfregò le mani, come era solito fare quando era a disagio “è un album di foto”
 
“S-si. È molto tempo che non lo apro e vorrei…vorrei condividerlo con te” Eliana non riuscì a trattenere un sorriso e si sporse per stringerlo forte e sussurrargli un grazie che veniva dritto dal cuore. Aveva capito, fin dal momento in cui lui era comparso dalle scale, che quell’album era molto più che una raccolta di foto per Federico e che per lui era un prova di coraggio aprirsi a lei. Sembrava molto vecchio, i bordi delle pagine erano ingialliti dal tempo ma profumava di ricordi. Appena la prima foto fece capolino il corpo di lui si irrigidì al suo fianco e lei capì che era meglio lasciar perdere così richiuse il libro e sospirò “Perché l’hai chiuso?” Persino dalla voce si intuiva quanto fosse agitato all’idea di aprire gli argini alla marea dei ricordi e lei non se la sentì di far affondare la sua anima nel mare di dolore che contenevano quelle foto,

“Forse è meglio aspettare. Non voglio che tu faccia qualcosa che non sei pronto a fare” gli sorrise e alzò la mano per accarezzargli il viso “Io ti aspetto, se non te la senti io non ho fretta, ci scopriremo col tempo..”

“No, sono stanco di avere paura dei ricordi. Se ci sei posso farcela, sul serio” Eliana lo baciò accarezzandogli il viso e i capelli per trasmettergli la sua presenza e per sciogliere la tensione che gli attraversava il corpo. La prima foto era una polaroid un po’ ingiallita ma era chiaro come il sole che i due ragazzi abbracciati nella foto erano Beatrice e suo marito “ Si chiamava Andrea in questa foto si erano conosciuti da poco. Mia zia era una fan del gruppo  in cui suonava mio padre così una sera aveva convinto anche mia madre perché le facesse compagnia. Dicono che sia stato amore a prima vista” Federico allungò una mano, gli occhi persi in chissà quale racconto e tracciò il contorno del viso del padre.

“Ti somiglia molto” sussurrò lei, come se parlare ad alta voce potesse interrompere quel momento magico e doloroso.

“È buffo. Se me lo avessero detto un paio di anni fa sarei scoppiato a piangere, non volevo essere come lui ero uno stupido bambino viziato di 15 anni che aveva ancora molto da imparare della vita”

“Eri solo un bambino tuo padre sapeva che non pensavi davvero questo” Eliana voltò una pagina, poi due e ad ogni nuova foto Federico si perdeva a parlare dei suoi genitori, dell’affetto che nutrivano uno per l’altra, dell’amore e dei loro momenti  insieme “Come sei piccolo!” erano giunti a metà dell’album dove a caratteri cubitali capeggiava il nome FEDERICO e sotto vi era una foto di lui, neonato in braccio alla madre e al padre poco dopo la nascita.

“È stata una gravidanza difficile. Mia madre aveva provato più volte a restare incinta ma senza risultati così quando finalmente sono arrivato io i medici le hanno consigliato di non affaticarsi e di sospendere qualsiasi attività. Per lei è stato un enorme sacrificio lasciare il lavoro ma desideravano così tanto un figlio che niente li avrebbe fermati. Mio padre lavorava e si occupava di lei e della casa. Ancora oggi non capisco come abbia fatto a conciliare tutto senza impazzire” Eliana cercò di cancellare i brutti pensieri scherzando con lui su quanto fosse cicciotto e dolce da bambino e finalmente quando lo vide sorridere sereno capì che era riuscita ad aiutarlo; i ricordi non gli facevano più tanto male.
 
“Oh mio dio! Speravo di avere più tempo prima di vederti nudo!” esclamò coprendosi gli occhi ridendo per ciò che aveva appena visto: Federico all’età di 5 anni che faceva allegramente pipì in una fontana sorridendo all’obiettivo.

“Esagerata sono poco più che un bambino! E comunque sei molto più bella tu…” le sospirò sul collo accarezzandole la pancia “…completamente nuda” la sua voce era bassa e profonda, così sexy che Eliana pensò di cedere e fare l’amore con lui, lì sul divano, incurante del dolore alle costole.
 
“Smettila!” lui alzò le mani in segno di tregua e prese ad accarezzarle una ciocca di capelli sulla spalla sfiorando la pelle scoperta dalla maglietta larga “Uuuh devo dire che l’azzurro puffo ti dona” scherzò con lui fino all’ultima foto e quando ebbero finito Federico le fece un grande sorriso e la baciò facendo incendiare ogni centimetro della sua pelle.

“Grazie” lei gli sorrise e lo strinse forte con le lacrime agli occhi. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento di affrontare uno scheletro nell’armadio ancora più insidioso e spaventoso per Federico ma era già un grande passo avanti.
 
“Grazie a te, per avermi voluto accanto. Ci sarò lo sai vero? Quando ti andrà di parlare di ciò che è successo a tuo padre. Se vorrai, io ci sarò. Non ti lascio solo. Lo sai, vero?” lui annuì riempiendosi il polmoni del suo profumo e lei si innamorò ancora un po’.



Quando Beatrice tornò a casa li trovò rannicchiati sotto l’enorme coperta, al buio tranne che per la luce del televisore, con un enorme ciotola di pop corn e una bottiglia di coca cola finita ai piedi del divano.

“Buonasera!” salutò sfilandosi il cappotto e le scarpe “Avete cenato?”

“Si mamma. C’è la pizza di là, la tua preferita prendi il cartone e vieni a sederti. L’ho messa in forno così restava tiepida” Beatrice era sorpresa del tono dolce di Federico, della sua premura e della serenità che gli si leggeva negli occhi tanto che rimase interdetta e piacevolmente sorpresa.

“Oh grazie” quando si sedette sul divano e vide l’album capì tutto ma decise di non parlarne e si accomodò accanto al figlio che la coprì con il resto della coperta.
 
“Ti voglio bene mamma” le sussurrò baciandole la guancia e lei dovette ingoiare insieme alla pizza lacrime di gioia e speranza.  La vita aveva ancora molto da regalare a lei e a quei due ragazzi dai cuori fragili che si guardavano dolcemente; e lo capì in quel momento.

 
  
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