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Autore: Kosoala    16/05/2012    3 recensioni
Questa è la storia di una ragazza... dopo la sua morte.
è un Cross-Over ma si può leggere tranquillamente senza aver visto/letto i suddetti anime/manga. Il titolo... non vuol dire niente! O meglio... è solo la sigla di tutti gli anime che ho utilizzato. :D
Lo so, è da pazzi psicopatici! :)
-Air Gear (anche se nel titolo non c'è, perché non mi piace come suona dopo... non che così sia meglio! O.O)
-Ao no Exorcist
-Black Lagoon
-Bleach
-Shugo Chara
-Soul Eater
-Vampire Knight
Come ho già detto si può leggere senza conoscere neanche di cosa trattano questi anime/manga! :D
Che altro dire... se qualche anima che ha deciso di suicidarsi ha intenzione di leggere questa storia si faccia avanti! Anche se credo che ci sarà solo una lettrice che conosco fin troppo bene...
Spero che vi divertiate! :P
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sarebbe meglio dimenticare il passato

 

Mi siedo accanto a Rin, una parte di me vuole sentire la storia ma... ho paura, mi sento un'ansia addosso che non riesco a togliermi. Come una voce che non riesco a zittire.

Sospira.

« Allora, ti ricordi la tua vita prima di venire qui? »

« Poco o niente. »

Rispondo titubante.

Dovrei?

« Ci sono persone che, invece, si ricordano tutto. Vedi, ti ho detto che le anime vivono solo un tot di anni, giusto? »

Annuisco.

« Ci sono persone che riacquistano i ricordi poco a poco. Di solito però, avendo un periodo di “vita” limitato non riescono a rievocare tutto. Mi segui fin qui? »

Annuisco di nuovo. Ho l'impressione che sarà una conversazione e senso unico.

« Amaimon si ricorda tutto. Rammenta ogni minimo particolare della sua vita potremmo dire “precedente”. Ikuto no. Sta riacquistando i ricordi piano piano. Infatti ancora non sa perché sta antipatico ad Amaimon, alla fine ci ha fatto l'abitudine e ricambia. »

Sorride. Probabilmente gli è venuto in mente qualche episodio dove i due si stavano picchiando o qualcosa del genere...

« Ok, ma... cos'è successo esattamente? Nello specifico! »

« Prima di raccontartelo... me l'ha detto Amaimon quindi non so quanto sia attendibile! Più che altro non so... insomma, probabilmente lui si fa apparire come il “povero eroe maltrattato” invece... »

« Ho capito ho capito! Adesso racconta! »

Accidenti quanto la tira per le lunghe!

« Ok ok! »

Alza le mani in segno di resa.

« Amaimon e Ikuto andavano nella stessa scuola...

 

« Ikuto! Ikuto! Guarda un po'! »

Un ragazzo dall'aria annoiata e un po' strafottente si girò verso uno stravagante individuo.

« Cosa c'è Amaimon?»

Quest'ultimo sfoderò un sorriso a trentadue denti e abbracciò il ragazzo.

« Ehi! Lasciami! Non è che per caso...? »

« Esatto! Mi ha risposto! »

Il ragazzo dai capelli blu assunse un'espressione interrogativa.

« Chi? Cosa? Io mi chiedevo solo se avessi cambiato gusti... sai, mi stai stritolando! »

« Idiota! »

Disse lasciandolo andare.

« Dicevo, mi ha risposto! »

« Chi? »

« Come sarebbe “chi”? »

Un'espressione finto-arrabbiata gli si dipinse sul volto.

« Ume! Ha risposto alla lettera! »

 

« Ume? »

Chiedo. Non mi ricordo di aver mai senti questo nome.

« Sì, una ragazza che piaceva ad Amaimon. Lunghi capelli scuri, occhi viola. Piuttosto piatta. »

E questo che c'entra? Pervertito!

« Era più piccola di lui di un anno. Amaimon le aveva lasciato una lettera sotto al banco chiedendole di uscire con lui. Lo so, è da bambini. Che ci vuoi fare? È fatto così! »

Devo dire che fatico parecchio ad immaginarmi Amaimon innamorato! Sembra così... strambo!

« In realtà però era una presa in giro. Ikuto conosceva Ume ed ha voluto fare uno scherzo innocente... che si è tramutato in tragedia...

 

« Che ti ha detto? »

Amaimon aprì la lettera e si mise a leggere.

« “Amaimon, finalmente! Pensavo che questo giorno non sarebbe più arrivato! Ti va bene sabato alle sei e mezza al solito bar? Rispondi con la lettera, è divertente!” »

Ikuto sorrise.

Era un suo amico, era il suo migliore amico! Però si divertiva tantissimo a prenderlo in giro.

« Sono contento per te! »

Gli disse mollandogli una pacca sulla spalla.

In realtà la lettera l'avevano scritta lui e Ume, avevano scoperto che quel sabato, alle sei e mezza, al bar si sarebbe svolta una manifestazione. Volevano semplicemente farlo girare un po' dicendo “sono di qua!” oppure “mi sono persa! C'è troppa gente!”.

Alla fine, dopo alcune vicissitudini, si sarebbero incontrati. Era uno scherzo un po' stronzo ma innocente.

Arrivò il sabato, Amaimon trepidava d'eccitazione.

A casa non riuscì quasi a stare fermo, saltellava dappertutto. Alla fine era pronto un'ora prima dell'appuntamento.

Per ingannare l'attesa giochicchiò un po' al computer mentre Ikuto e Ume si mettevano d'accordo sul da farsi.

Alla fine decisero di “giocare” con Amaimon per una mezz'ora.

Ikuto sarebbe stato lì come spettatore per vedere la sua faccia.

Le 6.

Amaimon era già al bar, si dondolava sui piedi impaziente.

C'era una marea di gente.

Lo spintonavano facendolo barcollare.

Il ragazzo si chiedeva se avrebbe riconosciuto Ume in tutta quella confusione.

Le 6 e mezza.

Si guardava intorno sempre più nervosamente.

Niente.

Non vedeva nessuno.

Si disse che, forse, era un po' in ritardo.

Si disse che, probabilmente, aveva avuto dei contrattempi.

Si disse che, sicuramente, non voleva uscire con lui ed era tutto uno scherzo.

 

This is my last call to you

Then I'll give up everything

That we had, that we'd do

And you'll never hear me sing

All this songs about you

So just take this time and think

Just take this time and think

 

La suoneria del cellulare.

Si mise a cercare quel “dannatissimo affare” in tutte le sue tasche, ed erano tante.

Alla fine riuscì a trovarlo.

« Pronto? »

« Amaimon! Sono Ume, non riesco ad arrivare! C'è tantissima gente! »

Il ragazzo si guardò intorno.

« Dove sei? »

« Sono dall'altra parte della strada! »

Amaimon si inoltrò nella folla cercando di arrivare dall'altra parte.

« Non ti vedo! »

« Aspetta, Amaimon... ti vedo! Eccoti! »

« Dove sei? »

« Resta fermo! Arrivo! »

Ume chiuse la chiamata iniziando a ridere a crepapelle.

Ikuto si tratteneva a stento.

Erano sul tetto del bar, vedevano bene tutta la scena. Lo sguardo di Amaimon era veramente comico!

« Adesso vado. »

Disse poco dopo Ume.

« Ma... come? Non vuoi ridere ancora un po'? »

Disse Ikuto cercando di trattenerla.

« Mi sono fatta quattro risate però... a me Amaimon piace! So che è strano e imprevedibile però sto bene con lui. Quindi, adesso, vado al mio appuntamento! »

« Aspe... »

Un momento. Tutto si è svolto in un momento.

Ume si alzò in piedi e si diresse verso le scalette che portavano a terra.

Ikuto si sporse in avanti per afferrarla e farla rimanere lì.

Le toccò il vestito e una gamba persa nella stoffa, Ume mise male il piede su una tegola, scivolò, batté la testa e rotolò giù dal tetto.

« Ume! UME! »

Ikuto si sporse dal bordo, intorno al corpo di Ume si era formata una piccola folla.

Amaimon accorse a vedere cosa stava succedendo, si fece strada a gomitate.

« U...me... »

Cadde in ginocchio davanti alla ragazza.

« UME! UMEEEEEE! »

Dolorose lacrime gli scendevano lungo le guance mentre prendeva in braccio il corpo della ragazza.

Il vociare attorno a lui si fece sempre più flebile fino a sparire del tutto.

Stringeva il corpo esile della ragazza tra le sue braccia, poggiò la testa sul suo petto...

BUM!

Sgranò gli occhi.

« Chiamate un'ambulanza! »

Era viva.

Era ancora viva.

L'ambulanza arrivò dopo pochi minuti, caricarono Ume e Amaimon la seguì.

Mentre saliva sul mezzo vide, solo per un secondo, il suo amico Ikuto.

Era in piedi in mezzo alla folla e lo guardava come se supplicasse di perdonarlo.

In quel momento non capì cosa fosse successo.

Perché Ikuto aveva quell'espressione? E che ci faceva lì?

Arrivarono all'ospedale e Ume venne ricoverata immediatamente.

Mentre Amaimon aspettava fuori dalla sala operatoria gli si avvicinò una figura.

« Ikuto? »

« Mi dispiace... »

« Cosa stai...? »

« È colpa mia. È tutta colpa mia! Doveva essere uno scherzo invece... »

Ikuto gli raccontò l'accaduto, lo scherzo, la lettera, Ume che volava giù dal tetto per poi finire a terra in un mare di sangue...

Amaimon si alzò di scatto e gli mollò un pugno che lo mandò lungo disteso a terra.

« M-mi dispiace... »

Disse prima di andarsene.

Il ragazzo dai capelli verdi crollò nuovamente in ginocchio lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.

Aspettò.

Aspettò delle ore, non pensava a niente.

Sperava solo che Ume si salvasse. Voleva solo questo, avrebbe fatto un patto con la Morte per far sì che questo accadesse.

E lo fece.

Pochi minuti dopo aver espresso questo desiderio la stanza d'aspetto si fece buia e più fredda di quanto lo era prima.

« Vorresti fare un patto con me? »

« C-chi sei tu? »

Una figura alta, imponente. Il volto celato dall'ombra del cappuccio appartenente al lungo mantello nero.

« Hai detto di voler fare un patto con la Morte, ragazzo. Eccomi. Cosa vuoi? Cosa vuoi che succeda? »

Amaimon era terrorizzato. Non riusciva a muovere una muscolo.

La figura incappucciata era in piedi, immobile e paziente.

« Cosa vuoi? Vuoi che salvi quella ragazza? Si può fare... ma tu, tu devi darmi la tua anima in cambio! Se vuoi che io la salvi dalla Morte, da me... devi darmi la tua anima. Devi MORIRE! »

Silenzio, il ragazzo continuava a tremare.

« Allora, accetti? »

« S-sì. »

Probabilmente non sapeva cosa fare. Pensava che facesse tutto parte si un'illusione.

« Bene. Lei avrebbe dovuto essere morta tra una settimana. Avrai anche tu sette giorni di vita, usali bene perché... alla fine di questi sette giorni morirai in una maniera atroce! »

Puf!

Sparita.

La stanza era tornata normale e non c'era traccia del passaggio di quella cupa figura.

Amaimon sudava freddo e ansimava.

Un dottore uscì dalla stanza, il camice sporco di sangue e il viso stanco.

« Sta bene. Non è in pericolo di vita, dovrà rimanere in ospedale per una settimana. Hai già contattato i suoi genitori? »

Amaimon scosse la testa.

« Non ne ha. Vive da sola. »

« Capisco. In ogni caso, non puoi entrare. »

Il ragazzo lo guardò negli occhi, non potevano vietargli di vederla... anche solo per un po'.

« Ma puoi dare una sbirciatina. »

Detto questo si allontanò con un sorriso sornione sulle labbra.

Amaimon lo ringraziò mentalmente e si avviò a cuor leggero verso la stanza.

Mentre camminava una fitta lancinante alla testa lo costrinse a terra.

Io l'ho salvata, ora tu devi rispettare il patto! Alla prossima...

Si rialzò ansimando. Non poteva essere vero! Queste cose non posso succedere!

Si avviò titubante verso la stanza.

Aprì la porta.

Ume dormiva tranquilla, sembrava un angelo.

Pensare che non avrebbe più potuto vederla...

Uscì correndo dalla stanza.

Doveva prendere una boccata d'aria.

 

« Che successe dopo? »

Rin si è fermato per riprendere fiato, io sono totalmente presa dalla storia. È triste. Incredibilmente triste.

« Lui andò a trovare Ume tutti i giorni finché non arrivò il settimo...

 

Amaimon si avviò verso l'ospedale con la morte nel cuore.

Aveva paura.

Paura che non avrebbe più rivisto Ume.

Era andato a prenderla, l'avrebbe accompagnata a casa e poi avrebbero passato un po' di tempo insieme.

Entrò dentro l'ospedale.

Lei era già lì, ad aspettarlo.

Era felice, un grande sorriso stampato in faccia.

Anche Amaimon non riuscì a fare a meno di sorridere.

« Andiamo? »

Disse porgendole la mano, si incamminarono fuori.

Era maggio, il Sole splendeva nel cielo e le vie erano piene di persona che si recavano a lavoro, tornavano a casa o, semplicemente, uscivano per godersi quella giornata splendida.

C'era gente.

Tanta gente.

Troppa gente.

I due ignari ragazzi non si accorsero di niente.

Una pallottola vagante.

Amaimon crollò a terra, premeva le braccia sul petto dove si stava allargando lentamente una macchia rossa.

« Amaimon! »

La voce di Ume risuonò lontana.

La vista gli si offuscò.

Una figura incappucciata con il mantello nero dai bordi bianchi e una falce in mano lo prese e lo portò via dalle esili braccia della ragazza... per non rivederla mai più.

 

« Eri tu? »

Annuisce.

« Ma... Ume sta bene! Amaimon ormai dovrebbe aver perdonato Ikuto! »

Scuote la testa.

Perché?

« Amaimon ha rivisto Ume qui qualche tempo fa. Lei non si ricorda di lui, è stata investita da una macchina due anni dopo la morte di Amaimon. »

« Ma la Morte... »

« Non poteva salvarla per sempre. Tutti muoiono, senza eccezioni. »

Annuisco.

« E Ikuto? Com'è morto? »

Sospira sonoramente.

« Cancro. »

Risponde solo.

Alla sua età... ma che sto dicendo? Io sono anche più piccola di lui! E sono morta anch'io! Perché ancora non riesco a crederlo?

« Amu? »

« Amu è stata uccisa, faceva parte di una banda di teppistelli che amavano un po' troppo i coltelli. Amu ha prelevato me, io Amaimon e te. Ikuto è stato preso da qualcun altro che non ricordo. »

Annuisco.

Guardo fuori dalla finestra.

È buio.

« Domani Ikuto ci spiegherà cosa gli è successo in tutto questo tempo. Sarà meglio che vai a dormire... ho l'impressione che sarà qualcosa di lungo. »

Annuisco ed esco.

Amaimon ed Amu sono vicini ai propri motorini.

La rosa mi vede e mi saluta sorridendo.

Anche io accenno un sorriso e mi dirigo verso Amaimon.

« Mi potresti portare tu? »

Lui non risponde e mi fa cenno di salire.

Appena mette in moto lo stringo forte.

Sento come di essergli vicina.

« Mi dispiace. »

Sussurro.

Probabilmente non mi ha sentita ma va bene così... sarebbe troppo lungo da spiegare!

Alzo lo sguardo verso il cielo, anche qui c'è la Luna.

Una bellissima Luna calante, domani sarà Luna nera.

Quant'è bella.

Da un senso di solitudine e malinconia.

Dopo il racconto di oggi direi che è appropriata.

E io? Cosa mi è successo nei sedici anni che ho vissuto sulla Terra?

Forse è meglio non saperlo.


Angolo equazioni

Mylla: *depressa*
Grimmjow: ?
Nalini: ?
Rin: ?
Ikuto: ?
Amu: ?
Ulquiorra: *indifferente*
Amaimon: *gioca con una farfalla (?)*
Grimmjow: Ma che ha?
Il cervello di Mylla (abbreviato in B'sM, prima o poi spiegherò perché): Oggi ha avuto la verifica di matematica...
Nalini: E allora?
Grimmjow: Fammi indovinare... è andata male!
Mylla: *piange*
B'sM: Già.
Grimmjow: Io lo sapevo, sei una pippa in matematica!
Mylla: Non è vero! *tira su col naso* Ho preso 9+ nell'ultima verifica che ci ha consegnato!
Tutti: *si allontanano* Che secchiona! O.O
Mylla: *prende Bazooka* Ringrazio... SNIF... quelli che seguono/recensiscono/hanno tra i preferiti la storia! SNIF... Alla prossima! *si soffia il naso*

   
 
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