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Autore: scheggia18    16/05/2012    3 recensioni
Pensieri di una ragazza distrutta dal dolore fisico e mentale.
Il tradimento del proprio fidanzato si può accettare, ma quando ti tradisce con la tua migliore amica sembra che il mondo ti crolli addosso. Ci accorgiamo di quanto è importante una persona solo quando l'abbiamo persa.
"[..] quando la vita decide che le cose devono andare in un modo, non c'è verso di impedirlo, bisogna solo accettarlo"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MONDO MORTO
 

Quel venerdì il cielo si era oscurato presto.
 Sembrava che capiva il mio stato d’animo e si era adattato. Nella mia vita ho sempre cercato di vedere le cose in maniera positiva ed ero la prima a pensare che prima o poi la ruota avrebbe girato.
Dopo tanti anni il mio cuore aveva trovato pace unendosi con un altro. Ma in realtà era stato ingannato, non aveva trovato pace ma si stava mettendo in pericolo.
Anche se me ne fossi accorta in tempo le cose non sarebbero cambiate.
“Al cuor non si comanda” dicono.
Non ne sono molto certa. Se solo hai un briciolo di amor proprio capiresti che è meglio soffrire un po’ all’inizio e non sentirsi morire dentro, dopo.
Non avevo mai pensato alla morte seriamente.. la vedevo una cosa lontana che non mi apparteneva.
Ma è anche vero che non avevo mai pensato all’amore prima d’ora.
Era grazie a lui che mi ero lasciata andare, che avevo scoperto delle qualità in me che prima ignoravo, grazie a lui se adesso stavo conoscendo un altro sentimento… quello della disperazione.
Non ho mai visto un film drammatico, lo definivo troppo triste. Insomma la vita ci riserva già fin troppe sofferenza, che non mi sembrava il caso di coltivarle guardando cose negative.
Sarah era lì, vicino a me. Non aveva il coraggio di toccarmi, né di dire un’altra parola. Non mi guardava neanche.
E io.. volevo piangere, strillare, lanciarmi addosso a lei e prenderla a schiaffi. A cosa sarebbe servito?
Le sua braccia che mi accoglievano e mi stringevano ogni volta che correvo da lei per dirgli che avevo litigato di nuovo con Brad.  Quelle stesse braccia accoglievano lui subito dopo.
Quella bocca che dava fiato a parole di conforto, mentre aveva assaporato quella che rappresentava il mio mondo, il mio mondo ormai morto.
Lei era la luna ed io il sole. Ci consideravamo così. Lei viveva di notte, girava per locali e si stendeva ogni giorno in un letto diverso con una persona diversa.
Io vivevo nel giorno, non mi mancava niente: avevo lei e avevo Brad.
Non sapendo che in realtà ero sola, non mi apparteneva nessuno dei due e forse non mi erano mai appartenuti.
Brad quella maledetta sera di venerdì 12 Aprile, aveva avuto il coraggio di dirmi la verità.
Mi disse che ero importante per lui, talmente tanto da meritarmi di meglio.
“Solita frase” pensai. “Scontata”. Mugugnai.
Ma non piansi, neanche una lacrima mi rigò il viso. Non potevo dargli questa soddisfazione.
L’ultima cosa che gli dissi prima di abbandonare quella stanza d’albergo fu: “Mi auguro che tu soffra per tutto il resto della tua vita, che i sensi di colpa ti divorino.. a te e quella schifosa che non vale un soldo”.
Lo dissi a mente lucida, lo dissi per ferirlo, lo dissi per sfogo e consapevole che lo avrebbe riferito a Sarah.
Presi la macchina e mi recai da lei. Fu così gentile da dirmi i particolari della loro storia.
Non si trattava di una notte, ma bensì di una vera e propria relazione.
Il cuore batteva all’impazzata e avevo dimenticato come si respirava. Ero immobile dinnanzi a lei e la fissavo negli occhi inutilmente.
Sua madre mi aveva fatta entrare nella sua stanza, la signora Miriam che mi considerava una figlia. Avrebbe permesso una mamma che sua figlia maggiore ferisse quella minore?
Non trovavo risposta, perché nulla aveva senso ormai.
Mi avvicinai a Sarah e afferrai il suo viso mettendolo vicino al mio.
I suoi occhi azzuri trovarono un profondo nero dove rispecchiarsi. Nero d’odio, nero d’ira.
“Mi dispiace” fu l’unica cosa che disse soffocata dal pianto.
“E’ tardi ormai, per me siete morti”.
Presi le mie cose e uscii da quella casa che non mi era più familiare come un tempo.
Non salutai neanche Miriam, non l’avrei mai più vista.
Mi avevano avvertita di stare lontana dall’amore. Ma non gli avevo dato retta. Volevo buttarmi di pancia in quella storia e si sa che quando ti butti nel mare di pancia è inevitabile il dolore.
Presi la macchina e mi immersi nella superstrada con lo stereo a tutto volume. Quella macchina in cui avevamo fatto l’amore la prima volta.
Mi salirono in mente quei pensieri. Il suo corpo nudo sopra il mio che mi avvolgeva. I miei sussurri e gridi di piacere che speravano rimanessero nostri per sempre.
Il suo corpo incontrava altri. Incontrava quello della mia migliore amica. Chissà se lei gli ha mai detto “Ti amo”, sussurrandoglielo nell’orecchio mentre si muoveva dentro di lei. A lui faceva impazzire.
Cacciai quel pensiero e le lacrime uscirono come cascate. La vista era offuscata da pensieri e lacrime.
“PERCHE’!!”
Urlai, senza ricevere risposta.
Fa male essere traditi dalle persone a cui hai dato te stessa.
Trovai l’acceleratore e misi il piede sopra, arrivando alla velocità di cento km/h, poi cento venti, cento trenta, salendo sempre di più.
Provai quel brivido della velocità che a lui tanto piaceva.
I ricordi riaffiorarono: lui che correva in macchina e io che mi stringevo forte al suo braccio pregandogli di rallentare. Chissà se lei glielo lasciava fare.
“BASTA BASTA! ESCI DAI MIEI PENSIERI”
Era un urlo rivolto a me stessa. Dovevo smetterla di pensare a cosa avrebbe fatto lei.
Sentii il volante tremare e risi, una risata isterica.
Tremava come me.
Squillò il telefono.. era lui. Lo presi ma le miei mani tremavano così tanto che mi cadde per terra.
Cercai di prenderlo il più velocemente possibile.. ma non fu abbastanza.
Persi il controllo dell’auto e mi scontrai contro un camion che veniva dall’altro verso. Volai fuori dall’auto scaraventandomi sull’asfalto ormai priva di sensi.
Passarono ore o minuti? Non so dirlo con precisione.
Arrivò la mia mamma, bella come il mare e mio padre, l’unico vero uomo della mia vita che la stringeva forte.
“Fate qualcosa!”
strillò.
“Mi dispiace signora è quasi irriconoscibile. E’ morta sul colpo. Se la può consolare, almeno non ha sofferto”
Mia madre si inginocchiò per terra e mio padre cercò di fare il forte per lei, ma sapevo bene che soffriva molto di più, la sua bambina.
In fine arrivarono anche loro. Si evitarono e l’unica volta in cui i loro sguardi si incrociarono furono per mandarsi segnali accusatori a vicenda.  Sarah abbracciò mia madre e cercò di spiegarle la situazione com’era andata…
Brad si avvicinò al mio corpo privo di vita e sussurrò.
“Ci sei riuscita.. mi sento la persona più orribile di questo modo”.
Mi afferrò e posò la mia testa sulle sue ginocchia.
“Mi auguro che tu soffra per tutto il resto della tua vita, che i sensi di colpa ti divorino.. a te e quella schifosa che non vale un soldo”
Quelle parole suonarono nella sua mente, come un tamburo.
“Che sciocca che sei. Io ti amo, ti amo più della mia stessa vita. Prenderei il posto tuo se solo potessi. Come faccio a vivere senza di te?”
Urlò tra lacrime e dolore.
Ma quando la vita decide che le cose devono andare in un modo, non c’è verso di impedirlo, bisogna solo accettarlo.

Note dell'autrice:
Ciao a tutti.
Ringrazio chi ha aperto questa storia e ha voluto leggerla ritrovandosi qui sotto.
Questa storia è nata ieri pomeriggio mentre parlavo con un'amica che mi ha raccontato di un incidente avvenuto ad una sua amica.
La ragazza fortunatamente sta bene e la probabile causa del suo incidente stradale è dovuta alla rottura con il suo ragazzo.
Da li è nata questa storia che ovviamente è inventata.
La protagonista (che volutamente non ha un nome, una propria identità) sconvolta dalla notizia della relazione tra le due persone più care delle sua vita decide di allontanarsi con la macchina.
Ma sappiamo bene poi come va a finire.
Alcuni possono pensare che la sua reazione nei confronti dell'amica o dell'ex ragazzo possa essere esagerata.
Sono consapevole che ha utilizzato paroli FORTI e DURE ma in un momento di delusione e rabbia si dicono cose che non si pensano.
Lei invece le dice consapevole di ferirli così come era stata ferita.
L'incidente non l'aveva programmato lei, ma come succede nella maggior parte delle volte, avviene a causa di una distrazione (riceve la chiamata proprio da Brad).
Nulla è lasciato al caso. In un certo senso la sua morte è servita a sentirsi dire per l'ultima volta che Brad l'amava.
In realtà per lei tutto girava intorno al suo ragazzo che non si trattava di un amore qualunque.
Brad l'ha tradita ed è una cosa da perdonare o meno ma non si può omettere che era davvero innamorato della sua ragazza.
Non volevo concludere questa breve "situazione" con una frase finale (come ho fatto), ma volevo aggiungere altri particolari per rendervi tutto più chiaro.
Vorrei sapere il vostro pensiero al riguardo, se vi va...
Baci scheggia.

 

   
 
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