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Autore: MadHatter96    16/05/2012    2 recensioni
"… sì, quello è un ragazzo! Avrà circa la mia età: è abbastanza alto, dei capelli biondi tagliati a caschetto irregolare gli ricadono sugli occhi color ghiaccio e un crocifisso gli ricade sul petto. Questa visione mi fa provare una sensazione di sollievo, supportata anche dalla tavoletta di cioccolato che sgranocchia: per me il cioccolato è sempre stato un simbolo di allegria..." (MelloxSayu)
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Sayu Yagami, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destino
 
Capitolo 11
 
Sono di nuovo davanti al palazzone scrostato di ieri sera. Sono indecisa se entrare o meno, ma il desiderio di vedere Mello mi spinge ad avanzare e oltrepassare la porta.
Salgo le scale fino ad arrivare alla porta scolorita e lì mi blocco: visto il lavoro che fa Mello, potrei agitarlo, e anche se non sono sicura che Matt sia come lui è comunque un suo amico e forse lo aiuta… anzi, ieri mi sembra di aver sentito la parola rapimento, anche se non sono sicura. Comunque in fondo posso sempre provargli di essere Sayu Yagami.
Alzo la mano per battere sulla porta quando questa si apre facendomi sussultare:
“Ehi Sayu! Però, sei carina anche in jeans e maglietta!” esclama Matt appena mi vede.
“Ciao Matt!” Rispondo sorridente… non si piò avere paura di questo ragazzo, è impossibile!
“Sei qui?” Il suono di questa voce mi fa mancare il respiro.
Guardo timidamente oltre le spalle di Matt e lo vedo: Mello è comodamente stravaccato sul divano con il solito cioccolato in mano. Gli occhi d’argento sono leggermente dilatati per la sorpresa.
“Sì… ciao.” Mormoro accennando un sorriso cercando di sfuggire al suo sguardo.
“Hai visto che è arrivata? Sai Sayu, Mello pensava lo avessi abbandonato!” dice Matt guardando con la coda dell’occhio l’amico che questa volta si limita a posare lo sguardo su qualcosa che non sia il rosso.
“Bene, mi spiace ma io ho qualche… ahm… commissione da fare. Vi lascio soli. Ci si vede Sayu!” Dice oltrepassandomi senza staccare lo sguardo da me e alzando la mano in segno di saluto. Continuo a fissarlo finché non sparisce all’esterno del palazzo.
“Hai intenzione di rimanere lì?” La voce di Mello mi riscuote.
Varco la soglia facendo chiudere la porta alle mie spalle per poi fermarmi.
Non so che fare. Mi sento a disagio… ma non per paura, è solo perché… Mello mi piace! Non so come ho fatto ad affezionarmi a lui… ma gli voglio bene.
“Se ti avvicini non ti mangio!” Sbotta lui infastidito dal mio comportamento, allora mi decido ad avvicinarmi e scivolo accanto a lui.
Lui si concentra sulla sua tavoletta di cioccolato mentre io lo fisso senza poter evitare di provare piacere e agitazione allo stesso tempo.
Ad un certo punto mi rivolge lo sguardo: “Ieri con Matt non ti facevi problemi però!”
Questa volta la sua voce irritata ha una sfumatura di… non so… gelosia?
“Sc-scusa…” Mormoro
“Tsk! Non pensare che mi interessi!” Esclama buttando indietro la testa.
Ah, non gli interessa? Perché questa cosa mi fa... leggermente arrabbiare?
“Allora perché l’hai chiesto?”
“Perché… non è stato lui a salvarti ieri sera!” Afferma deciso.
Io mi sento surriscaldare; balzo in piedi e punto i miei occhi nei suoi: “Ma non è stato nemmeno lui a rapirmi!”
Lui rimane lì, a fissarmi con gli occhi sgranati.
Rimaniamo lì così, in silenzio: io in piedi con i pugni stretti e lui a guardarmi.
Non so ancora bene cos’è successo, non so perché ho avuto questa reazione. I miei occhi puntati su di lui si abbassano in tempo per vedere la tavoletta di cioccolato cadere.
Non volevo arrabbiarmi così… tanto meno con lui, è solo che… certe volte penso che se non mi fossi fatta rapire per papà ci sarebbero state più possibilità di sopravvivere, ma forse è solo una mia impressione.
Mi lascio scivolare verso il pavimento, scioccata e spaventata. Mi adagio lì, davanti a lui… non so cosa stia pensando… forse lo diverte.
“Mi dispiace di averti fatto così male.” La sua voce rompe il silenzio dandomi il coraggio di alzare lo sguardo: Gli occhi quasi completamente coperti dalla frangia dorata sono puntati sulle proprie ginocchia e le braccia prima adagiate sullo schienale del divano ora sono stese lungo il corpo.
Mi sento in colpa… non pensavo ci fosse stato male. Anche se ha pronunciato poche parole, la sua voce sempre sicura ha tremato. Un tremore quasi impercettibile ma lo ha fatto. La sua voce sempre sicura questa volta ha lasciato trasparire i suoi sentimenti.
“Scusa… non  volevo…” cerco di chiarire ma lui mi blocca:
“Tsk! Non prendermi in giro! Credi che non sappia quello che pensi?! In fondo ti ho rapita no?! E sicuramente sarai convinta che io abbia ucciso tuo padre! Beh, non sono stato io, che tu ci creda o no! È inutile che giochi all’angioletto davanti a Matt solo per nascondere l’odio che hai verso di me…” Non so dove trovi il fiato di urlare tutte quelle cose in quella maniera. Mi sento trafiggere da qualcosa che non so spiegare. Mi fa male il pensiero che lui stia soffrendo, ma sono felice che a modo suo mi stia esternando i suoi sentimenti e poi… in fondo sta soffrendo per me. È una cosa orribile, eppure mi provoca una strana gioia che mi fa quasi sorridere, anche perché le sue paure sono assolutamente irreali.
“Non ti odio Mello.” Dico sedendomi accanto a lui
“Ti ho detto di non…!”
“Non ti sto prendendo in giro. Io non ho mai recitato. So che non hai ucciso mio padre… me lo hai detto tu. E io mi fido… mi sembrava di avertelo già detto ieri.”
“Come fai a fidarti della persona che ti ha rapita?” Chiede lui diffidente.
Io abbasso lo sguardo: “Non lo so… è una sensazione. Io sento che mi posso fidare, anzi, sentivo…”
Lui si volta allarmato: “Sentivi?”
Ok, lo ammetto: l’ho fatto apposta. Volevo vedere la sua reazione.
“Ora mi hai dato la prova che mi posso fidare. Sono stupida vero?”
Lo guardo sorridendo… ma lui no. Lui mi guarda e basta.
Mi fissa in silenzio… non capisco cosa prova, cosa pensa.
Improvvisamente, così, di punto in bianco le sue braccia mi circondano le spalle.
Rimango impietrita: ieri mi sentivo lusingata perché mi aveva sfiorato i capelli, invece adesso…
Arrossisco imbarazzata.
“Sì, stupida…” Mormora lui. Non posso vedere il suo viso ma sento il fiato sul mio collo, le sue braccia incrociate dietro la mia schiena mi stringono più forte a se. Le mie mani sono premute sul suo petto e posso percepire il ritmo del suo cuore; quel ritmo che ieri sera ha scandito il tempo e che ora inizia a scandire la mia stessa esistenza.
È giusto innamorarsi così velocemente?
Non importa. Faccio scivolare le mani fino alla sua pancia per poi passarle dietro la sua schiena e stringerlo come sta facendo lui.
Lui si irrigidisce colto di sorpresa, allora io affondo la testa nell’incavo del suo collo.
“Hai capito che non devi morire?”
 
 
 
  
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