mi scuso anticipatamente per gli eventuali errori, oggi non mi sento molto bene... buona lettura
Gabriele mi saluta con un ambiguo: “tornerò presto a controllarti”. Non capisco cosa voglia dire, mi stringo nelle spalle e raggiungo Dean nella camera.
La stanza adesso è illuminata dalla luce del mattino: ci sono foto dipinte sul muro – non appese, proprio disegnate- uno splendido letto a baldacchino, una scrivania con sopra un computer, una libreria (nei ripiani più bassi libri sul sovrannaturale, in quelli più alti armi) e un armadio molto grande. Mi avvicino al muro, la cosa che più mi interessa osservare sono le foto; ogni immagine mi riporta alla mente ricordi, sono investita da moltissime informazioni.
Le gambe non mi reggono più, inizia ad uscirmi sangue dal naso e dagli occhi.
«Dean, aiuto»
Cerco di usare un tono abbastanza alto da svegliarlo, ma non troppo da far spaventare i gemelli. Non c’è bisogno che mi ripeta, in meno di un secondo Dean si è svegliato e mi è venuto vicino.
«Dio…» Mi asciuga il sangue che ancora esce dai miei occhi. «Che diavolo è successo Jè?»
«Sono i ricordi, sono troppo intensi per lei»
Gabriele è apparso dal nulla, a due passi da noi.
«Che cosa vuol dire? I ricordi non possono mica uccidere»
«I suoi si. Come sai lei era molto potente, aveva una visione assoluta del mondo… un cervello normale non riesce a tollerare un simile sovraccarico»
«Fai qualcosa!»
Dean alza lo sguardo dal mio volto per fissare mio padre, ma appena inizio ad avere anche degli spasmi si concentra solo su di me.
«L’unica soluzione sarebbe quella di mettere un muro, ma…»
«No!»
Ritrovo l’energia per parlare, non posso permettere che Gabriele faccia quello che credo.
«Figlia mia, è l’unico modo per salvarti la vita… in questo momento hai un tumore al cervello, sarebbe inutile curartelo senza estirpare la fonte»
«Così non potrò mai più ricordare il mio passato»
Oltre al sangue iniziano a uscirmi lacrime dagli occhi. Dean mi accarezza i capelli e mi bacia la fronte.
«Almeno avrai un futuro»
Sussurra il cacciatore, con la voce impastata. Lo guardo negli occhi, non riesco a vederlo bene per colpa del sangue e dell’annebbiamento che comincio a provare, ma capisco che devo farlo per lui: non può assolutamente perdermi.
«Okay, fa…»
Non riesco a finire la frase, la voce mi si spezza.
«Non ti preoccupare, dopo potrai guardare tutte queste foto senza rischiare la vita. Dean, Io, Castiel e Sam ti racconteremo tutto quello che vorrai sapere. Ah, Jessica? Ti voglio bene, mi dispiace»
«Per cosa? Chi è Sam?»
Sono invasa da un dolore lancinante, mi toglie il fiato e perdo i sensi, non riesco nemmeno a sentire la risposta.
***
Punto di vista: Sam
Non è mai stata una persona facile mio fratello.
Quando è morta nostra madre, l’unica cosa che l’ha fatto andare avanti è stata la sua “missione”, cioè proteggere il suo fratellino. Quando è morto nostro padre ci ha messo del tempo a riprendersi, ma alla fine ci è riuscito. Il primo anno dell’apocalisse è arrivato il turno di Bobby, ma aveva messo un bavaglio ai suoi sentimenti dalla fuga di Jessica. Quando alla fine è morta anche lei, la sua dolce metà, sono stati Melissa, Ambra e Daniel a farlo andare avanti.
Non potevo vederlo così, ho provato a fargli affrontare il problema, ma ci ho guadagnato solo un naso rotto. Ho mollato, ho abbandonato mio fratello, ma dopo moltissimi tentativi mi sono arreso. Anch’io ho trovato l’amore, circa un anno dopo la morte di mia cognata (io la definisco così, non era ufficialmente sposata con mio fratello, ma l’amore non ha bisogno di vincoli) e questo è un’altra cosa che mi ha fatto allontanare da lui.
Vanessa Natasha (ma lei si fa chiamare solo Nesha) è una donna affascinante; i suoi occhi, scuri come il cielo notturno, mi hanno subito catturato e mai lasciato.
«Sam, tieni il cellulare. È tuo fratello»
«Grazie amore»
Le do un bacio e afferro il cellulare, è l’uomo all’altro lato del telefono a cominciare la discussione.
«Sam? Sono io, Dean…»
«Dean… era molto che non parlavamo…»
«Mi dispiace molto Sammy»
«Non preoccuparti… che succede? Stanno bene i miei nipotini, vero?»
«Si, stiamo tutti bene. Chiedono sempre di te…»
«Dean, perché mi hai chiamato?»
«Si tratta di Jessica, è tornata!»
Deglutisco rumorosamente.
«Dean lei è… » Guardo Nesha e mi blocco, e se fosse vero? La mia ragazza non sa ancora niente del sovrannatural. «Verremo dopo cena»
«Non sono pazzo né pericoloso, comunque anche lei vuole conoscerti»
«è?»
«Ha perso la memoria»
***
Punto di vista: Jessica
Siamo tutti riuniti a tavola.
«Allora Mely… come va la scuola?»
Cerco di rompere il silenzio assordante che si è creato.
«Mi annoio, poi non ho nemmeno i miei fratelli con cui giocare…»
Sono felice che mia figlia non abbia risposto con un apatico “bene”, ma sono molto triste che non si diverta.
«Ma ci sarà pur qualcuno di simpatico con cui giocare»
«Non piaccio alle persone»
«Melissa Jessica Winchester, non dire certe cose»
Interviene Dean, lasciandomi di stucco: le ha dato il mio nome. Gli sorrido e dopo una dozzina di secondi riprendo il discorso.
«Perché dici cosi Mely?»
«Nessuno vuole mai giocare con me…»
«Dean, cos’è questa storia?»
Mi rivolgo a Dean, con tono irritato.
«Le maestre dicono che ha un carattere… “particolare”»
«Le persone che non ci vogliono, non ci meritano. Tenetelo sempre presente»
Andiamo avanti a parlare del più e del meno, l’aria diventa più leggera e la cena si conclude tranquillamente. Guardiamo un po’ di tv – tutti insieme- Dean ed io leggiamo una favola della buona notte ai bambini e quando si sono addormentati, ci sediamo un po’ in giardino.
Ormai in cielo sono apparse molte stelle quando sentiamo un’auto parcheggiarsi vicino a casa. Mi offro di andare ad aprire, ma Dean mi dice che è meglio se aspetto qui.
Dopo poco tempo ritorna, seguito da un uomo molto alto e da una ragazza carina.
«Non ci credo»
è la prima cosa che mi dice l’uomo, appena mi riconosce.
*
«Ciao»
L’uomo alto mi abbraccia, molto forte. La ragazza che lo accompagna tira un colpetto di tosse per attirare l’attenzione del ragazzo, che si scioglie dal mio abbraccio.
«Io sono Vanessa Natasha, la ragazza dell’uomo che hai vicino»
«Piacere»
Le sorrido, ma lei non ricambia.
«Dean com’è possibile che sia qui?»
Sam si rivolge al fratello, al quale non sembra importare granché.
«Volete un caffè?»
Interloquisco io, cercando di essere gentile.
«No grazie, siamo solo di passaggio. Jessica, Dean, è stato un piacere vedervi»
Il suo tono di voce non sembra dire lo stesso. Prende Sam sotto braccio ed escono da casa nostra.
«Che cosa strana… ho fatto qualcosa di male Dean?»
«No, tu sei fantastica»
Mi abbraccia e mi bacia. Senza staccarci l’uno dall’altra arriviamo in camera da letto, smettendo di pensare a tutto il resto.