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Autore: Thiana    16/05/2012    3 recensioni
Una lettera da Daphne Greengrass a sua madre.
“Te perché mi spaventi. Mi fai sentire sola, sbagliata.”
Le paure e i desideri di una figlia.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daphne Greengrass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Cara mamma,
Sì, non ‘madre’ ma ‘mamma’. Questa lettera non è indirizzata a mia madre, ma alla mia mamma. Quella che quando credeva non la vedessi metteva un po’ di zucchero nella spremuta d’arancia e poi, burbera, mi diceva di non mettercene o non sarei stata magra, il giorno del mio matrimonio.
Ogni sera, quando sistemo le coperte pesanti del letto a baldacchino nella stanza che divido con le mie compagne, mi chiedo se la mia mamma tornerà mai o se resterà sempre dietro la faccia di mia madre.
Hai organizzato la mia vita, il mio futuro. Anche i miei sogni. Hai detto di essere ciò che mi serve, non ciò che voglio.
Eppure tutto quello che voglio, ora, è che la mia mamma mi chieda perché ho il cuore spezzato. Che mi chieda davvero se voglio sposare quell’uomo che neanche conosco. Vorrei poter parlare con te fino a notte inoltrata, con una tazza di tè bollente in mano e una coperta sulle gambe.
E ti direi il nome della mia migliore amica. Ti racconterei della prima volta che ho baciato un ragazzo. E di quando l’ho picchiato. Ti direi che ho paura perché la guerra sembra vicina. Ti direi che ho paura del buio e che un molliccio, davanti a me, diventa proprio te.
Te perché mi spaventi. Mi fai sentire sola, sbagliata.
Vorrei avere una mamma che mi abbracci e si preoccupi per me. Vorrei avere la mia mamma al mio fianco, il primo di Settembre o il giorno degli esami. O una sua lettera. Vorrei che mi dicessi che va bene, che non servono dieci G.U.F.O. per essere giusta. Vorrei che mi facessi forza, e non paura.
Vorrei amore, e non indifferenza.
Vorrei… vorrei-
 

Daphne si passò con forza il palmo della mano sulla guancia e si guardò intorno, nel dormitorio deserto.
Abbassò gli occhi sulla pergamena, poi li chiuse. Allungò la mano e, a tentoni, raggiunse la bacchetta. Fece cadere la piuma piena d’inchiostro che le sporcò la borsa a terra e strinse la presa sul bastoncino di legno.
«Lacarnum Inflamare» mormorò senza neppure aprire gli occhi.
Erano mesi che voleva scrivere a sua madre, ed erano mesi che continuava a vedere il rosso delle fiamme attraverso le palpebre serrate.
 
 






Non ho idea di come sia uscita questa. Però non credo che la vita dei purosangue sia tutta rose e fiori. Non ce lo vedo Draco a raccontare a Narcissa di Pansy, no?
Beh, una lettera ad una madre, o a una mamma.
   
 
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