- Ultimo capitolo -
La pace dei cuori
Quella notte la Capsule Coorporation
era un tripudio di risate e chiacchiere, accompagnate dal continuo picchiettio delle
forchette sui piatti. Crilin pensò di non aver mai visto così tanto cibo in vita
sua, mentre si serviva di un po' di tutto. C18 si era voluta sedere al suo
fianco, evidentemente intimorita dal fatto di trovarsi lì, in mezzo a tutte
quelle persone che fino a poco tempo fa aveva considerato suoi nemici. Ed ora,
invece, ecco che veniva trattata come se il passato non fosse mai esistito, come
se Lei fosse una di loro...
"C18, mi passi il sale per favore?"
"C18, vuoi altro arrosto? Non fare complimenti!"
"C18, hai un abito stupendo, ti sta proprio bene!"
La ragazza si sentiva smarrita, eppure incredibilmente felice, e sapeva bene che doveva tutto questo a Crilin, e non riusciva a liberarsi dal timore che il
sogno finisse rapidamente, così com'era cominciato.
Intanto, un ubriaco maestro Muten aveva cominciato a cantare a squarciagola una filastrocca giapponese,
suscitando le risate incessanti dei presenti.
"Oh, Muten! Insomma! Smettila di bere! Ragazzi, toglietegli la bottiglia dalle
mani!" ordinò Bulma, e Oolong obbedì subito tentando di allontanare il maestro
dal vino.
"Guai a te! Non mi allontanerete mai da questo piacere, è il più buono del moooondo...
Ne vuoi un po', Vegeta?" il vecchietto si allungò a versare del vino nel
bicchiere di Vegeta, che non lo degnò di uno sguardo.
Il saiyan era visibilmente
arrabbiato per tutto quel trambusto, ma anche piacevolmente sazio dopo tutto
quel che aveva mangiato. Senza pensarci troppo, buttò giù il vino in un sorso
solo. Fu sorpreso nel sentire una sensazione intensa, calda e dolce pervadere
tutto il suo corpo. Lanciò un'occhiata furtiva a Bulma: quella sera indossava un
elegante vestito di seta rosa, i capelli azzurri erano acconciati in morbidi
riccioli e due pendenti di diamanti le ornavano le orecchie. Vegeta non aveva
mai visto nulla di così meraviglioso in vita sua, era come una visione.
"Ehy, ragazzi! Vedo che vi state divertendo!"
Una voce, tanto familiare quanto cara, raggiunse i presenti che immediatamente
tacquero e smisero di mangiare.
Chichi balzò in piedi, rovesciando la sedia per
terra. "GOKU! Sei tu?"
"Sì, tesoro. Sono proprio io. Sto comunicando con voi grazie a Re Kaioh... Ci
tenevo ad essere con voi in questa serata di festa!" rispose la voce
dall'aldilà.
"Ciao, papà!" disse Gohan, emozionato e felice. Anche gli altri lo
salutarono e gli parlarono. Solo Vegeta se ne rimase zitto ed imbronciato,
bevendo un altro bicchiere di vino.
"Io... è la prima volta che ti sento, Goku. La prima, da quando te ne sei
andato..." si lamentò Chichi, sforzandosi di suonare arrabbiata con lui.
"Mi dispiace. Hai perfettamente ragione, ma vedi... non è una cosa normale poter
parlare con i vivi. Io devo ringraziare Re Kaioh che ogni tanto me ne da la
possibilità, ma in teoria non dovrei farlo. Mi capisci?"
Chichi non rispose, e Gohan andò a prenderle la mano, gentilmente.
"Ad ogni modo, non essere triste. Presto avrai una piccola copia di me in casa,
e non sentirai più di tanto la mia mancanza... Ho ragione?" fece enigmatico Goku.
"Cosa... cosa stai dicendo?" domandò Yamcha, confuso.
"Hai ragione, amore mio..." disse Chichi, sorridendo e accarezzandosi il ventre.
"Allora... arrivederci, amici miei! E Buon Natale!"
D'improvviso calò il silenzio, e tutti fissarono Chichi interrogativi. Lei
guardò tutti, uno per uno, soffermandosi infine sul piccolo Gohan.
"Ve l'avrei detto a momenti. Sono stata dal dottore ieri mattina e... mi ha
detto che aspetto un bambino. Un altro maschietto"
Tutti corsero ad abbracciarla e a congratularsi con lei, eccetto Vegeta che a
momenti si strozzava, e Gohan che rimase immobile, con la mascella a toccare terra.
"Su, dai! Basta mangiare! Dobbiamo scartare i regali..." fece Bulma,
alzandosi da tavola ed avviandosi verso l'enorme albero di Natale circondato da
centinaia di pacchetti regalo. Gli altri la seguirono di corsa, ridendo
eccitati... Tutti tranne
C18 che rimase seduta sul suo posto, con un'espressione infelice in volto. Crilin se ne accorse e timidamente le domandò "Non vieni?"
"Perchè dovrei?! Dovete scambiarvi i regali che vi siete fatti, no?" bofonchiò
lei, distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
"Certo, ma... devi venire anche tu. Ci sono dei regali anche per te!" spiegò
Crilin, come se ciò fosse la cosa più normale del mondo. C18 rimase a bocca
aperta, e si alzò lentamente dalla sua sedia. "Mi prendi in giro?"
"Certo che no!" si affrettò a dire Crilin. "Ti abbiamo davvero comprato dei
regali! E comunque... Oh!" Il ragazzo alzò la testa e si rese conto che c'era un
ramoscello di vischio sopra le loro teste. Riabbassò il capo e guardò C18 negli occhi:
non erano più duri e sospettosi, ma caldi e languidi. Lei
gli strinse forte la mano, poi si sporse in avanti e lo baciò sulla guancia,
vicinissimo alla bocca.
Durò poco, ma abbastanza da fargli assaporare il suo
profumo delicato e la morbidezza delle sue labbra...
"Andiamo, piccoletto. Spero tu mi abbia comprato qualcosa di veramente costoso!"
A fine serata, dopo numerosi saluti e convenevoli, Bulma era esausta ma decise
che avrebbe messo un po' di ordine in casa prima di scivolare nel letto. Stava
andando in cucina quando si accorse che Vegeta
era sdraiato nel divano, con gli occhi leggermente socchiusi come se fosse sul
punto di addormentarsi. Si fermò ad osservarlo: era estremamente affascinante in
quella posa rilassata, con la camicia aperta a scoprire i muscoli abbronzati ed il viso lievemente arrossato per la piccola sbronza di quella sera.
"Sei arrabbiata con me?" disse lui all'improvviso, facendola
sobbalzare.
Lei si portò una mano al cuore, spaventata... aveva creduto davvero che stesse
dormendo!
"Mi stai lasciando sola, un'altra volta! Certo che sono arrabbiata!"
esplose lei, frustrata,
evitando il suo sguardo. "Tu e il tuo maledetto ego!" aggiunse poi,
facendo per allontanarsi.
"Io non sono l'uomo giusto per te" mormorò poi Vegeta, con una calma che non gli
apparteneva.
"Sei ubriaco. Non sai quello che dici..." rispose Bulma, quasi più per
convincere sé stessa che non lui. Ma Vegeta scosse il capo, socchiudendo
nuovamente gli occhi.
"Tu hai tanto da dare,
ed io non ho nulla da offrirti in cambio. Tutto quello che ho è un passato
oscuro e devastato da dolore e morte... Quello che non sai di me potrebbe
riempire questa stanza".
"Non me ne importa, Vegeta! Non mi importa di nulla!" ribatté lei, ostinata,
quasi sul
punto di mettersi a piangere.
"Trova qualcun altro di cui innamorarti, Bulma. Qualcuno che possa prendersi
cura di te e del moccioso..." continuò Vegeta, con lo stesso tono serio e
rassegnato.
"Qualcuno come Yamcha?" fece lei, sorpresa per quello che lui le stava
dicendo.
Vegeta storse il naso sentendo quel nome odiato. "Devono pur esserci degli altri
pretendenti!"
"Oh, accidenti a te, Vegeta!" brontolò Bulma, chinandosi su di lui. Affondò le mani fra i suoi
capelli corvini e lo baciò.
"No!" si oppose lui afferrandole il
polso. "Basta così" le mormorò.
Bulma lo fissò stupita e nei suoi occhi lesse un dolore che la ferì. "Perchè?"
gli chiese a testa alta.
"Perchè meriti di meglio" Aveva pronunciato quelle parole odiandole, odiando la
verità.
"Non c'è nessuno migliore di te!" replicò Bulma, convinta. Lo sguardo nei suoi
occhi azzurri era forte e profondo come il mare e Vegeta abbassò le palpebre per
cancellare quello che vi aveva letto.
Ed infine abbandonò la sua lotta. Tutti i sentimenti che si era sforzato di
soffocare in quelle settimane esplosero al tocco delle sue labbra con
appassionante intensità. Premette la sua bocca contro la sua sapendo che, per
quanto avesse vissuto, non ne avrebbe mai avuto abbastanza di lei.
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Armès decise che per oggi aveva visto abbastanza. Mentre svuotava il calderone
d'acqua, la strega sentì il portone di casa sbattere, e forti risate riecheggiarono per il castello.
"ARMES! SEI SEMPRE LA SOLITA RITARDATARIA!"
"LA FESTA DI NATALE STA PER COMINCIARE, SBRIGATI!"
Armès si affrettò a raggiungere le sue amiche streghe nell'atrio, e le vide
tutte vestite a festa e sorridenti. Loro la presero a braccetto trascinandola
all'esterno ove lievi fiocchi di neve avevano cominciato a scendere dolcemente
dal cielo notturno.
"Potevi darti una passata di trucco... Ti si vedono tutte le tue brutte
rugherugose!" la schernì la strega Michelle.
"Povera Armès, hai una faccia! Chissà che vita noiosa, sempre sola soletta
in quel tuo oscuro castello..." disse un'altra
strega, chiamata Isabelle.
Armès sogghignò sotto i baffi. Negli ultimi giorni aveva salvato un amore, fatto
nascere una nuova coppia, e ridato la voglia di vivere ad una giovane vedova.
"Eh, sì! Proprio una grande, grande noia!"
- THE END -
Buone feste a tutti, spero
che possiate passare un Natale splendido come quello dei personaggi della mia
fanfic, e come quello che passerò io accanto alle persone che amo.
Alla prossima!!