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Autore: _LunaRossa_    17/05/2012    3 recensioni
Pensaci bene … Sì, tu! Parlo proprio con te! Ogni giorno incontri persone diverse, vedi volti nuovi, ognuno di loro ha una vita, degli amici, una famiglia, dei problemi, e magari quel momento sarà l’unico in cui le vostre vite si incroceranno. Nel corso della tua giornata passi di fianco a tante persone e neanche le saluti, non regali nemmeno un sorriso, pensi solo ai tuoi impegni. Ma invece di rimanere indifferente, hai mai provato a chiederti quale possa essere la loro storia?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Mi piace leggere le persone. Mi piace osservare gli atteggiamenti, notare i dettagli, i piccoli gesti inconsci e mettere insieme tutto quanto per ricostruire la personalità del singolo. E’ una cosa che faccio spesso quando mi annoio e ho tanta gente intorno. Molti, vedendomi scrutare attentamente ogni particolare, pensano che io sia impicciona, maleducata e infantile, ma lo faccio solo perché spesso mi spaventa non conoscere chi ho davanti. Pensaci bene … Sì, tu! Parlo proprio con te! Ogni giorno incontri persone diverse, vedi volti nuovi, ognuno di loro ha una vita, degli amici, una famiglia, dei problemi, e magari quel momento sarà l’unico in cui le vostre vite si incroceranno. Nel corso della tua giornata passi di fianco a tante persone e neanche le saluti, non regali nemmeno un sorriso, pensi solo ai tuoi impegni. Ma invece di rimanere indifferente, hai mai provato a chiederti quale possa essere la loro storia?
 

Sono seduta in metropolitana, tutte le persone intorno a me stanno leggendo, ascoltando la musica o sono impegnate al cellulare a fare chissà che cosa. Momento ideale per improvvisarsi psicologa.

La prima figura che mi capita sotto gli occhi è quella di una ragazza biondissima e magra. Porta delle zeppe alte, è vestita in modo elegante ma non troppo ricercato. Una ragazza normale, che sa di essere bella e si tratta di conseguenza. Ha gli occhi grandi, guarda tutti dal basso all'alto con aria da cane bastonato. Il trucco chiaro sugli occhi non è riuscito a nascondere le occhiaie scure che le segnano il viso. Probabilmente il suo ragazzo la picchiava o forse  la picchia tutt’ora. Lei lo ama ed è disposta a sopportare tutto pur di non doversi separare da lui. Vorrebbe fare la pittrice ma per ora è solo il passatempo di uno stronzo che la usa come accessorio da far vedere agli amici e da usare a letto. Lei lo sa, ma spesso la solitudine fa più paura delle botte.

I miei occhi si posano su un ragazzo. E’ piuttosto basso ma ben piazzato, va in palestra minimo due volte alla settimana. Indossa pantaloni larghi a vita bassa, anzi bassissima, maglietta grigia a maniche corte attillata per mettere in risalto i muscoli, un cappello blu da rapper con un paio di occhiali da sole appoggiati sopra. Vuole avere l’aria da duro, farsi rispettare e far vedere agli altri che sa badare a se stesso. In realtà è l’unico “uomo” della sua famiglia: suo padre ha lasciato la madre da sola, ora il ragazzo vive con lei e le sue sorelline, tutte e due piccole. La mamma può lavorare per poco tempo perché deve badare alle bambine e lui è impaziente di trovare un lavoro per dare una mano a mantenere la famiglia, vuole fare anche lui la sua parte. Si vede che sotto quell’aria da bullo si nasconde un cuore buono.

Guardo a destra: lontano da me siede una ragazza con il capo coperto da un velo, probabilmente è musulmana. Davanti a lei, seduto in un passeggino, c’è un bambino di un anno al massimo che continua a piangere. La povera mamma cerca di farlo stare calmo facendogli ascoltare della musica sul cellulare, ma non sembra funzionare. Lei è molto giovane, avrà qualche anno in più di me. Non credo abbia voluto quel bambino, probabilmente i suoi genitori l’hanno obbligata a sposare un uomo molto più grande di lei ed era scontato che prima o poi sarebbe rimasta incinta. Ovviamente sa che quel bambino non sarà l’unico. E, come si fa per le cose a che non si vuole, non mette molto impegno nel curarlo. Ha l’aria stanca e rassegnata. Spesso la vita ti propone delle sfide che non puoi rifiutare, devi solo accettare la realtà e andare avanti come puoi.

Mi guardo un po’ intorno. Noto due signore anziane sedute vicine che sembrano l’una l’opposto dell’altra: la prima indossa una gonna azzurra semplice, un golf di lana traforato e una giacca dello stesso colore della gonna. Sembra la classica nonna attaccata alle tradizioni che vuole far sempre tutto in modo impeccabile. L’altra è la tipica anziana che vuole, o meglio “cerca”, di stare al passo con i tempi: gonna rossa, giubbino di jeans e un paio di occhiali da sole enormi, del tutto fuori luogo. Prova ad essere alla moda solo perché non vuole sembrare vecchia anche dentro, visto che l’età del corpo non si può cambiare. Più in là ci sono dei ragazzi. Catturano la mia attenzione due ragazze: entrambe sono vestite eleganti ma apparentemente non per lo stesso motivo. La prima si sente bene solo se è “in tiro”, super accessoriata e provvista di tacco dodici, peggio di una barbie. La seconda sembra impacciata in quegli abiti che non sono i suoi: probabilmente avrebbe preferito indossare jeans, maglietta e un paio di comode scarpe da tennis, ma spesso il giudizio degli altri è più importante del nostro. Così, per non sembrare una sfigata e per essere accettata, si adegua allo stile del gruppo di amiche che probabilmente le vorrebbero bene anche se lei non avesse i tacchi e non indossasse vestiti firmati.

Il mio sguardo cade su una figura davanti a me. Chi è quella ragazza? Ah già, che stupida, sono io. Vediamo … capelli castani lunghi, niente trucco. Indosso la felpa anche se fuori ci sono venti gradi, sulle spalle ho la mia cartella con dieci chili di libri al suo interno. La classica ragazza che non vuole essere notata ma che è felice di quello che è. Ma tutti hanno i loro segreti.
Come ogni persona in quella carrozza della metropolitana ha la sua vita, anche io ho la mia. Nessuno lì dentro sa che a scuola sono la più brava della classe, che tutti mi considerano una secchiona, che in realtà muoio sui libri come tutti i comuni mortali e che sono una che, al posto di accontentarsi, chiede sempre il massimo da se stessa. Non sanno che ho un vuoto nel cuore che mi sta divorando giorno dopo giorno e che è stato causato dalle persone che, prima, credevo mi volessero bene e mi conoscessero più di chiunque altro. Non sanno che proprio in quel momento sto andando dalla mia fisioterapista per cambiare gli esercizi che, ogni due giorni, faccio per la mia schiena: sto lottando ormai da due anni e mezzo contro la scoliosi e ormai ogni sforzo che faccio mi sembra inutile. Sono migliorata tanto, è vero, ma mi aspettavo di meglio. Non sanno che tutti i giorni lotto contro me stessa: la schiena, il diabete, il mal di testa cronico, la gente stronza che non mi capisce e che neanche vuole capirmi, la ferita sul mio cuore che non penso si rimarginerà mai, il desiderio di uscire e mandare a quel paese tutto. Loro non sanno dell’inferno che ho dentro, vedono solo una ragazza semplice che tiene molto allo studio e che ha tante passioni.

E tu? Hai mai provato a leggere te stesso? A capire cosa la gente vede e cosa sei tu in realtà? Hai mai pensato che, forse, non sei l’unico che ha dei problemi? Che ci sono persone, là fuori, che lottano ogni giorno contro le peggiori disgrazie del mondo e che, quando le incontri per strada, non ti degni neanche di salutare? Ricordati che spesso anche un semplice sorriso riesce a farti sentire meglio. Forse dovremmo imparare a giudicare noi stessi prima di farlo con gli altri.

  
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