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Autore: _Destiny1    17/05/2012    8 recensioni
“sei parcheggiato qui per impedire il passaggio?” sbottò qualcuno. Di malavoglia sfilai le cuffiette e riaprii gli occhi. Alzai lo sguardo percorrendo con gli occhi ogni centimetro del corpo di colei che avevo davanti. “non mi sembra che tu sia così grassa da non riuscire a passare di li!” gli indicai un piccolo spazio lasciato libero per i passanti. Lei roteo gli occhi azzurri. “lo so” disse lei semplicemente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ciao a tutti :D
allora questa è la mia nuova FF :) ho finito da poco quella precedente e ho voluto subito farne un'altra.
spero vi piaccia :) proverò  a renderla interessante e particolare :) spero di riuscirci :D
mi piacerebbe molto avere vostri consigli, o sapere le vostre opinioni :) 
per il prossimo capitolo vorrei almeno quattro recensioni :D 
un bacione a tutti :) fatemi sapere cosa ne pensate :)

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Solito giorno, solita routine, solita scuola, solite persone, soliti professori, solita noia.
Era un giorno come un altro è questo il problema.  Mi ero stancato, tutti i giorni la solita solfa. Sembra quasi uno spot pubblicitario per qualche brioches  ma non è così.  
 Sospirai annoiato al suono della sveglia che rimbombava continuamente nella mia camera. Con malavoglia mi alzai e mi chiusi in bagno. Mi lavai con gli stessi sciampi, gli stessi bagno schiumi mi vestii e scesi giù in cucina.
“ciao Niall come stai? ” mi domandò mia madre con voce squillante come era solita fare tutte le mattine.
“come al solito” dico sbuffando e raccogliendo  lo zaino da terra e avviandomi verso la porta per uscire e potermi dirigere a scuola come tutte le solite mattine. 
“ che ti succede?” chiese mia madre. Roteai gli occhi e sbuffai nuovamente. “nulla mamma è solo che la mia vita è monotona tutti i giorni sempre le solite cose!” sbottai io.  “cosa pretendi? Hai diciassette anni  cosa vorresti fare?” chiese lei con  un pizzico di ironia. “mamma ho diciassette anni e sono perennemente annoiato dalla mia vita! Ma tu non puoi capirmi giusto? D’altronde non lo fai mai! E ora vado. Ciao.” Dissi sbattendomi la porta alle mie spalle.  
Wow quella fu l’unica cosa diversa che successe che poi non lo era così tanto diversa visto che i litigi con mia madre erano molto frequenti.  
Non avevo un gran rapporto con lei, ci provavo ad andarci d’accordo ma davvero non ci riuscivo. Eravamo così diversi, io credevo nei sogni, lei mi diceva di aprire gli occhi e di darmi una svegliata, io odiavo la monotonia lei sembrava vivere grazie a quella, io amavo la musica lei la definiva un “rumoraccio”.
Ecco, eravamo totalmente diversi. 
Attraversai il grande cancello nero della mia scuola e come al solito vidi tutti gli alunni. Salutai con un cenno un paio di loro e poi mi recai dai miei amici. “ciao ragazzi” esclamai con tono piatto. “wow biondo! Cos’è tutta sta allegria?”  scherzò Louis. “ragazzi non siete stufi?” sbottai io sedendomi sul muretto.  Loro mi guardarono confusi. “di che parli?” mi domando Zayn gettando a terra il mozzicone di sigaretta.  “parlo del fatto che sono perennemente annoiato! Odio questa monotonia! Cazzo Zayn tu non sei stufo di buttare sempre lo stesso mozzicone di sigaretta nello stesso punto ogni mattina alla stessa ora?! Tu Louis non sei stufo di fare sempre le solite battutine alle solite persone?! Tu Harry non sei stufo di finire tutti i giorni dal preside? O di provarci spudoratamente con le stesse ragazze ogni giorno?! E tu Liam? Tu non ti sei stancato di fare sempre le solite cose? Sempre le stesse noiosissime cose?! Non so voi ma io mi sono rotto!” dissi con tono di voce abbastanza alto.  Loro mi guardarono un po’ spiazzati. “ok, qualcuno qui questa mattina ha messo troppo zucchero nei cereali?” disse preoccupato Liam. “sono serio!” sbottai portandomi le mani al petto.  “davvero ragazzi non ce la faccio più! Facciamo qualcosa che cambi la situazione!” proposi io. “ Niall ha ragione in fondo noi facciamo sempre le solite cose” mi appoggiò Zayn. Gli sorrisi e lui ricambiò. “le mie battute sono spassosissime” esclamò Louis fingendosi offeso. “però, ammetto che hai ragione” aggiunse poi. Harry si limitò ad annuire.  “allora pensiamo a qualcosa che possa stravolgere queste giornate!” dissi molto esaltato.  “si, pensateci  dopo. Ora entriamo se no non ci fanno entrare” disse Liam indicando il portone della scuola. 
 

“ci si vede a pranzo. “ esclamai entrando in classe.  Non avevo molti corsi in comune con i ragazzi però la nostra amicizia era fantastica.
  Mi sedetti in fondo in un ultimo banco.  Quando la prof entrò io non mi azzardai ad alzarmi al contrario di tutti i miei compagni che non appena la videro entrare sobbalzarono in piedi. “Horan l’educazione la ha lasciata a casa sotto le coperte del suo letto?” sbottò con voce irritante la vecchia . feci una smorfia di disgusto. “ no” sbottai semplicemente iniziando a giocare con la matita.  “signorino!”  gridò la vecchia cornacchia. “cosa vuole ora!” gridai alzando le mani. “come osa parlarmi così!” disse irata lei. “le parlo come voglio!”  dissi alzandomi in piedi. “lei mi deve portare rispetto!” urlò la professoressa dai capelli bianchi  tenuti in alto con qualche strano fermaglio.  “senta, perché non si da una calmata e non inizia a spiegare la sua noiosissima lezione illudendosi che qualcuno qui dentro la stia ascoltando?!” sbottai io risedendomi e ricominciando a giocare con la matita. La professoressa ,alle mie parole, sgranò gli occhi e spalancò la bocca. “FUORI DALLA MIA CLASSE! FILI DAL PRESIDE!” gridò lanciandomi il registro addosso. Scoppiai a ridere e raccogliendo le mie cose uscii da quell’aula. Non era la prima volta che discutevo con quella professoressa.  La odiavo e lei odiava me, era una cosa reciproca! Forse quella mattina esagerai un po’ ma cosa ci potevo fare? Ero annoiato! Ok, non era proprio una buona scusa ma era la verità.  Ovviamente non avevo davvero intenzione di andare dal preside, avrebbe passato a rimproverarmi  per il mio comportamento illudendosi che a me interessasse davvero la  sua noiosa predica. Mi sedetti con poca grazia sui gradini delle scale  che portavano ai piani superiori della scuola. Mi infilai le cuffie e mi abbandonai al magnifico mondo della musica.  “sei parcheggiato qui per impedire il passaggio?” sbotto qualcuno.  Di malavoglia sfilai le cuffiette e riaprii gli occhi. Alzai lo sguardo percorrendo  con gli occhi ogni centimetro  del corpo di colei che avevo davanti. “non mi sembra  che tu sia così grassa da  non riuscire a passare di li!” gli indicai un piccolo spazio  lasciato libero per i passanti.  Lei roteo gli occhi verdi. “lo so” disse lei semplicemente. La guardai confuso e incuriosito, era la prima cosa “fuori programma” che finora  era capitata, “e allora perché non sei passata senza scocciarmi?” sbottai acido.  “è semplice, speravo che dicendoti così avremmo iniziato a parlare, io sarei arrivata in ritardo in classe, la prof mi avrebbe sbattuta dal preside e io mi sarei giustificata dicendo  che un estraneo mi ha trattenuta sulle scale. Così non sarei entarta a fare lezione” Disse lei convinta spostandosi una ciocca di capelli  rossi che le era sfuggita dalla coda alta.  “mmm bella scusa. Piacere Niall” dissi porgendole la mano e sorridendo.  Lei mi ignorò completamente superandomi e salendo le scale. La guardai stupito e divertito allo stesso tempo.  “scusami sono in ritardo!”  gridò lei ridendo.  Scossi la testa  ridacchiando.
“signorino Horan!” ecco ci mancava la rompipalle della bidella. Roteai gli occhi e portai lo sguardo su quella donna bassa con i capelli neri raccolti in un muccio, i baffetti neri  molto calcati e  la verruca sul mento. Gia quella era davvero una strega, antipatica come la morte  e rompipalle come la febbre in un giorno d’estate.  “cosa ci fa qui?! Perché non è in classe!” grido con quel suo strano e irritante accento.  “la professoressa mi ha detto di, di stare fuori!” sbottai io. “a si?” domanda lei riducendo gli occhi a due fessure. Dio quanto la odiavo? Ma chi si credeva di essere? Un investigatore privato?! Annuii semplicemente. “non mi fido di te, signorino. Tu pensi che io lo abbia dimenticato?” disse con voce sibila avvicinando il suo volto al mio. Mi allontanai disgustato e la guardai confuso. “io ricordo tutto! Specialmente il disastro che  ha combinato nelle docce con i suoi amichetti!” sbraitò lei facendo ondeggiare la scopa che teneva in mano.  Ma che memoria aveva questa?!   A inizio anno della prima io e i ragazzi eravamo scappati dalle aule e  ci eravamo nascosti nei bagni degli spogliatoi e li, per un incidente causato dal sottoscritto, distruggemmo le docce causando  l’allegamento totale della palestra.  “ora andiamo dalla professoressa!” disse afferrandomi il braccio. Mi liberai dalla sua presa e scossi la testa rassegnato. “vado direttamente dal preside” dissi incamminandomi verso il piano superiore in cui si trovava il tanto temuto ufficio del preside.  
Ovviamente era temuto da tutti tranne che da me Zayn, Harry, Liam e Louis. Noi c’eravamo stati così tante volte che ormai potevo definirmi un grande amico del preside. 


 

  
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