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Autore: MusicAddicted    17/05/2012    12 recensioni
Completa!!!
E se Loki avesse scoperto la verità sulle sue origini quando aveva solo sei anni?
AVVISO: All'inizio del primo capitolo trovate quella MERAVIGLIA di banner/illustrazione della super-brava MERAVIGLIOSA Eternal ... che non ringrazierò mai abbastanza!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'My little giant'
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Waaaaaaaaaaaahhhh!
Ma che bella accoglienza, grazie a tutte, siete splendide!!
Sapete, sono un’eterna insicura, specie quando si tratta di muovere i primi passi in un altro fandom..
Allora non è stato poi così disastroso come esordio *sospira sollevata*
E grazie anche a chi segue questa FF in silenzio, felice di aver catturato il vostro interesse, per un motivo o per l’altro ;)
Bando alle ciance, si prosegue:

 
II.
 
“E’ lo scrigno degli Antichi Inverni, quello della storia che ci racconta sempre padre!” commentò Thor, decidendo che aveva rimirato abbastanza  il leggendario martello per quel giorno.

“Io lo posso sollevare!” affermò Loki, come se fosse in una sorta di trance.

“No, padre non vuole! Non bisogna toccare niente qui!” lo ammonì Thor, avvicinandosi di qualche passo.

Loki distolse temporaneamente lo sguardo dallo scrigno per affrontare il fratello.

“Ma io ci voglio provare, per farti vedere che anch’io sono coraggioso e forte come te!” insistette il più piccolo.

“Fratellino, tu non mi devi dimostrare proprio niente!” gli sorrise dolcemente il biondo.

“Invece sì; e non ho paura di farlo!”

Dicendo quelle parole, Loki afferrò le maniglie dello scrigno, nel tentativo di sollevarlo; ma anche senza il bisogno di compiere quello sforzo accadde qualcosa di inaspettato e sconcertante.

Le sue mani dal loro bel rosa pallido si erano tinte di blu e la cosa non era certo sfuggita allo sguardo di entrambi.

“Questa magia non l’avevi mai fatta, ma non mi piace!” borbottò nervosamente Thor.

“Non è una magia!” rispose Loki, spaventato. “Non sono io a farlo!” spiegò, continuando a impugnare quello scrigno.

Era come se una misteriosa forza incontrollabile gli impedisse di mollare la presa, mentre sentiva un tremendo gelo impadronirsi del suo corpo sempre più, a ogni secondo che passava.

E con la sensazione di gelo aumentava in proporzione anche la superficie di pelle blu, che ormai si era estesa all’intera lunghezza delle ossute braccia.

Thor indietreggiò, ancora più agitato.

“Dai, Loki, mandalo via, non mi piace tutto quel blu!” lo pregò disperatamente.

“Non ci riesco!” gridò Loki spazientito e attanagliato dal gelo, cercando di trovare la forza di volontà sufficiente per staccarsi da lì.

Thor trattenne un urlo, sussultando quando vide i suoi begli occhi verdi diventare due minacciose fessure di un cupo rosso scuro.

“Perché fai così?” gli domandò Loki, scoppiando a piangere, non capendo che cosa stesse succedendo.

“I – i tuoi.. occhi..” balbettò Thor, indietreggiando ancora di più.

“I miei occhi cosa?”

“Tu sei un mostro!” gli gridò sprezzante Thor, prima che fossero investiti da un fortissimo fascio di luce.

Quando la luce intensa si dissolse, Frigga, la moglie di Odino, stava tenendo fra le braccia Thor che era sotto shock e scosso dai fremiti; mai come lo era Loki, ora tornato al suo aspetto normale, stretto fra le forti braccia di Odino, che lo aveva allontanato subito dallo scrigno con uno strattone.

“Siamo arrivati troppo tardi!” borbottò Odino, scambiandosi uno sguardo colpevole con la consorte, che si limitò a reclinare il capo con fare sommesso, mentre era intenta ad accarezzare le ciocche dorate del figlio.

Con un’ultima serie di sussulti e singhiozzi, Loki rialzò la testa.

“Che-che cos’era , padre? Che cos’ero?” domandò, con la voce spezzata e gli occhioni, nuovamente verdi, colmi di lacrime, leggermente arrossati dal pianto.

Odino sospirò pesantemente, preferendo non rispondergli, ma continuando ad accarezzargli i neri capelli, in un gesto di conforto.

Nel frattempo si era ripreso anche Thor, che aveva nuovamente rivolto lo sguardo verso Loki, sollevato nel rivederlo con le sembianze di sempre.

“Volevamo solo venir qui per gioco, ma poi Loki ha toccato quel coso,” raccontò alla madre, indicando frettolosamente lo scrigno con l’indice. “E allora lui è cambiato tutto ed io mi sono spaventato! Ma un futuro re non dovrebbe mai spaventarsi!” aggiunse, rimproverando se stesso.

“No, Thor!” ribatté Loki, guardandolo truce . “E’ un fratello buono e gentile che non dovrebbe mai spaventarsi!” gli rinfacciò, profondamente ferito.

Thor sembrò voler replicare, ma poi preferì il silenzio.

Odino strinse Loki ancora più forte a sé e questo riportò l’attenzione del bambino sul sovrano incontrastato del regno.

“Si trattava di una magia involontaria, padre? Era qualcosa che non riesco ancora a controllare?”gli chiese con una debole, debolissima speranza,  perché dentro di sé aveva già insito il timore che non fosse così.
 
“Bambini miei, in queste spiacevoli circostanze non mi è più permesso celarvi ulteriormente la verità.” sospirò il re.

“E quale sarebbe la verità?” lo interrogò Loki, serio come non mai.

“Tutto ebbe inizio con la guerra a Jotunheim,” si decise a narrare il re, cercando di prendere tempo.


- Ha soltanto sei anni, non può essere già in grado di sopportare che il re Laufey lo abbia ripudiato e lasciato a morire perché indegno della sua stirpe!- rifletté il saggio e giusto padre degli dei, leggendo lo stesso dubbio anche negli occhi della sua amata consorte.


I due bambini lo ascoltavano in rispettoso silenzio.

“Voglio dire, ancora prima che la battaglia iniziasse, qualcuno dal regno di Jotunheim riuscì ad arrivare alle nostre terre, non so in che modo, lasciando all’ingresso della reggia una culla, con dentro un bambino di soli pochi giorni,” proseguì Odino.

Loki sussultò a quella notizia, staccandosi dall’abbraccio dell’uomo.

“Ero io quel bambino!” intuì da sé il più piccolo, così istintivamente che la sua non era nemmeno una domanda, ma una vera e propria affermazione.
Thor si limitò a trattenere un grido di stupore.

Con un fugace sguardo e un sorriso riconoscente, Frigga fece capire al suo amato sposo quanto stesse apprezzando quella versione dei fatti resa molto meno indolore.

“Sì, Loki, trovai quella culla con dentro un biglietto dove i tuoi genitori, facendo appello alla mia indole magnanima, mi chiedevano di badare a te; perché a causa della tua statura ,troppo piccola per essere quella di un gigante, nel loro regno non saresti stato al sicuro, senza contare il pericolo della guerra imminente.” spiegò il re, mettendogli una mano sulla spalla. “I tuoi genitori hanno fatto quel sacrificio, si sono privati di te con gran rammarico, affinché tu potessi essere felice, sereno e al sicuro, con noi, nella mia famiglia, amato come un figlio, come mio figlio, agli occhi di tutto il regno!” concluse.

Con un gesto di stizza, Loki tolse la mano di Odino.

“Io non sono degno del tuo tocco, non sono degno di questa famiglia. Sono figlio dei vostri più odiati nemici, ci deve essere qualcosa di orribile anche in me!” sibilò Loki, scosso da fremiti di rabbia.

“Loki, no, non dire così!” lo interruppe Thor, alzandosi per andare verso di lui, ma Loki indietreggiò, in direzione dell’uscita.

“Sta’ zitto! Tu non capisci, nessuno lo può capire cos’ho dentro!” gridò fra le lacrime il più piccolo, lanciandosi fra i corridoi.



Thor non perse tempo e lo rincorse.

Frigga stava per andare presso di loro, ma Odino la fermò.

“No, Frigga, non dobbiamo interferire ora!”

La donna rivolse un’occhiata raggelante al marito, che ne fu leggermente intimidito.

“Mio figlio sta attraversando il momento più difficile della sua vita, non ha più certezze, non ha più un punto di riferimento. Non puoi chiedermi di non interferire!” affrontò il suo re, caparbia e austera, per poi andarsene.

 
Mentre gli adulti discutevano, Loki stava già attraversando i corridoi correndo ,deciso a far ritorno nella sua stanza, ma Thor era sempre stato più veloce di lui.

“Loki…” mormorò, prendendolo per un avambraccio, prima che arrivasse a destinazione.

“Lasciami!” sbraitò il moro.

“No, sei mio fratello e…”

Ecco. L’aveva detta. Quella parola tanto cara al bambino più piccolo che in quel momento però era diventata dolorosa come una lama tagliente che gli affondava inesorabile nel cuore.
Sì voltò verso il biondo, con le sue gemme di smeraldo ridotte a due fessure glaciali, mentre tremava, non riuscendo più a frenare la valanga di emozioni contrastanti che lo sovrastava.

Loki aveva definitivamente perso il controllo.

“Io non ce l’ho un fratello!”  gridò con tutte le sue forze, emettendo una potente ondata di energia che spazzò via Thor, mandandolo a sbattere contro una parete, dove perse i sensi.

“Thor?” lo chiamò incerto Loki, con gli occhi ricolmi di lacrime; scrollandolo leggermente, sollevato quando lo vide riaprire gli occhi.

Del resto, Thor era dotato di una forza e una resistenza fuori dall’ordinario e quel colpo l’aveva solo tramortito leggermente.

Tuttavia, prima che il biondo potesse riprendersi del tutto, Loki era già scomparso, chiudendosi dentro la sua stanza.




Soltanto pochi minuti prima gli era sembrata una prigione opprimente che lo teneva lontano dai divertimenti, ma in quel momento era diventato il suo rifugio, il luogo dove poteva starsene da solo con i suoi pensieri.

Già, ma Loki era terrorizzato dai suoi stessi pensieri. Il solo ricordare quello che aveva appena causato al fratello lo faceva rabbrividire.

- Abbiamo giocato alla lotta tante volte, ma stavolta era diverso. Non era un gioco... e io non ero più io!
 
Un leggero bussare alla sua porta lo distolse dalle sue riflessioni.

“Lasciatemi solo!” urlò a chiunque ci fosse dall’altra parte.

“Tesoro, sono io, lasciami entrare,” lo esortò la voce dolce e confortante  della madre.

- No, non madre. Frigga, la regina di questo regno… che non è il mio!- si ammonì il bambino, ma non poteva dimenticare tutte le volte che quelle calde braccia lo avevano stretto e consolato nei momenti più difficili, così come  non poteva negare a se stesso quanto in quel momento avesse un bisogno disperato di quell’abbraccio.

Per questo girò la chiave nella serratura e le permise l’accesso alla sua stanza.

“Oh, Loki, bambino mio!” lo strinse al petto la donna, accarezzandogli i capelli corvini.

“No, non è vero, non sono tuo! Non sono di nessuno!” ribatté acido, separandosi, ma Frigga lo prese per mano e lo condusse al suo letto, dove si sedettero.

“Lo so cosa stai facendo adesso. Stai ascoltando la tua testa, stai facendo prevalere la razionalità che ti dice solo che non abbiamo lo stesso sangue che ci scorre nelle vene,” commentò lei.

“E non è forse così?” la interruppe lui.

“Sì, è così, non lo possiamo negare; ma tu credi davvero che sia il sangue a formare una famiglia? Che sia un vero genitore solo chi ti mette al mondo e non chi ti cresce con amore indiscriminato, restando al tuo fianco in ogni momento, ridendo con te in quelli belli e confortandoti in quelli brutti?” gli domandò lei, posandogli una mano aperta sul petto.

Il bambino sgranò i suoi occhioni, incapace di proferire parola.

“E’ il tuo cuore che devi ascoltare, Loki, è lui che ti darà la risposta.” gli sorrise la donna.


E Loki seguì quel consiglio, provò ad ascoltare il suo cuore, poi asciugò le lacrime e ricambiò quel sorriso.
 
“Madre?” tentennò, stringendole in un pugno chiuso un lembo delle sue sontuose vesti regali.

“Sì, mio dolce bimbo, è quello che sono e quello che sarò sempre!” gli accarezzò il viso lei. “Così come Odino è tuo padre, perché ti vuole bene come un figlio, perché tu sei nostro figlio, il resto non ha alcuna importanza!” lo rincuorò lei. “La vuoi sapere una cosa? Quando tuo padre e io ti abbiamo visto per la prima volta, eri tutto blu, ma piccolo come un qualsiasi bambino normale.”

“Davvero?” domandò lui incuriosito.

 “Sì, ma non appena lui ti ha preso fra le sue braccia hai mutato il colorito e sei diventato un bellissimo bambino Asgardiano, non che non fossi già bello prima! Loki, tu eri destinato a noi, tu fai parte della nostra famiglia!” gli diede l’ennesima conferma Frigga.

 
“Come sta Thor?” chiese il bambino, dopo qualche istante di esitazione.

“Non preoccuparti, sta bene, l’ho visto correre nella sua stanza!” rispose Frigga.

“Madre, io non volevo farlo, è solo che…” si agitò lui.

La donna lo abbracciò nuovamente.

“Lo so, ti abbiamo sentito tutti gridare, ma tu eri talmente sotto shock , è normale … e sono certa che l’abbia capito anche Thor.  Tuo fratello ti vuole bene,”

“Ma lui non è davvero mio…” cercò di ribattere Loki, ma Frigga lo mise a tacere, posandogli un indice sulle labbra.

“Non  lo devi mai dire. E poi in fondo sai che non è così. Ricordalo sempre, Loki, tu hai una madre, un padre e soprattutto un fratello che ti vogliono un bene infinito!” ribadì lei, lasciando la stanza, mentre il bambino si struggeva, con una dolorosa consapevolezza nella sua mente, a cui però ne conseguiva un ottimo proposito.


- Sono stato orribile con Thor. Devo fare pace con lui!-


 
************************ (Contemporaneamente)
 

- Sono stato orribile con Loki. Devo fare pace con lui!-

Questo era stato il primo pensiero del principino Asgardiano più grande, non appena aveva ripreso coscienza, vedendo l’altro principino allontanarsi.

- Devo farmi perdonare e forse so come fare! – decise, folgorato da un’idea brillante.

Per questo si precipitò nella sua stanza, ma incrociò la strada con la madre, alla quale spiegò brevemente che cos’era successo.

Una volta nella sua stanza aprì un grosso baule, dove fra giocattoli e cianfrusaglie varie trovò quello che faceva al caso suo.

Si mise subito al lavoro, ma dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta, per poi entrare senza troppi convenevoli.

“Figliuolo, Sif e gli altri ti aspettano per l’allenamento!” lo avvisò il padre.

“Non ci vado all’allenamento!” ribatté sprezzante Thor, per poi voltarsi in direzione del re. “Come sta Loki?” domandò, in tono più apprensivo.

“Non temere; tua madre gli sta parlando. E’ stato un grande shock per lui, ma forse è meglio che abbia scoperto ora la verità.” commentò il padre degli dei, per poi scrutare a fondo il figlio. “Per te questo ha cambiato qualcosa?”

Fu felice di vedere Thor scuotere la testa.

“Blu, verde, giallo, rosso, viola… io a Loki vorrò sempre tantissimo bene!” assicurò.

“Le tue parole mi allietano assai. Adesso vai all’allenamento, sai che è molto importante forgiare la tempra e fortificare il fisico!” lo esortò Odino.

“Lo so, ma ho qualcosa di più importante da fare!” insistette il bambino, puntando i piedi.

“E posso sapere di cosa si tratta?” lo interrogò il padre, dandosi un’occhiata attorno e vedendo sulla scrivania un progetto ancora indefinito.

“Qualcosa che mi aiuterà a fare pace con mio fratello!” annunciò Thor, determinato.

Il re sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.

“Figlio mio, questa mi sembra una motivazione più che valida!” disse, allontanandosi inorgoglito.

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All’incirca mezz’ora più tardi, dopo aver fatto prove su prove, trovando così le giuste frasi da dire, qualcun altro bussò alla stanza di Thor.

Thor sbuffò scocciato. Era quasi a metà del suo lavoro, non voleva interromperlo proprio in quel momento.

“Madre, non puoi tornare dopo? Ti assicuro che sto bene, l’hai visto anche tu!” asserì  ad alta voce, senza muoversi dalla scrivania.

“Thor,sono io!”schiamazzò in risposta un vocino più che familiare a Thor.

Era felice che lui gli volesse ancora rivolgere la parola.

- Ma adesso è troppo presto, non ho ancora finito il suo regalo. Ed io gli voglio fare una grandiosa sorpresa! – pensò, alzandosi momentaneamente dalla sedia e andando verso la porta per aprirla, giusto un piccolo spiraglio che non facesse intravvedere nulla all’altro.

“Loki, ora non è il momento, lasciami solo!”mormorò il biondo.

“Ma…” protestò il moro.

“Va’ via, Loki!”lo allontanò il più grande, chiudendo la porta a chiave.

 
- Forse sono stato un po’ brusco, ma quando vedrà la mia sorpresa, capirà!- si disse Thor, tornando al lavoro con ancora più entusiasmo.



 
Purtroppo era un altro il messaggio che era arrivato a Loki, che fissava desolato quella porta chiusa.

- Non mi vuole vedere, è arrabbiato con me! Non mi considera più suo fratello… perché è vero, io non lo sono!- si disse, tornando alla sua stanza.

Era bastata quella brusca interazione con Thor perché tutte le sue ritrovate sicurezze, che Frigga si era premurata pazientemente di ripristinare nel suo figlio minore, venissero spazzate via come foglie in un turbinio di vento.

Un vento gelido, che stava nuovamente intrappolando il cuore del bambino nella sua morsa impietosa.

- E tutto il discorso che mi ha fatto prima madre-no-Frigga… erano soltanto un mucchio di bugie! Un tentativo di ingannarmi, di convincermi di qualcosa che non è vero. La verità è che io sono solo al mondo, a nessuno importa davvero di me, posso solo contare su me stesso! – proseguì le sue distorte riflessioni, afferrando una sacca e riempiendola con una copertina ripiegata, un cambio dei vestiti, qualche panino che gli era avanzato dalla merenda e un paio dei libri che tanto adorava, nonostante avesse imparato da poco a leggere.

- Thor mi ha detto di andare via ed è quello che farò!-

Si avvicinò alla finestra e la riaprì per la seconda volta nel corso di quella giornata, dopodiché si caricò la sacca sulle spalle  e si arrampicò sul davanzale.

Guardò terrorizzato la distanza che c’era fra il robusto ramo dell’albero e il davanzale, sentendosi girare la testa.

Per un attimo fu tentato di ritornare indietro, ma poi tornò a fargli visita quella fredda razionalità che stava diventando sua usuale compagna.

- No, al nuovo Loki non è permesso di avere paura!- si impose, compiendo con determinazione quel salto e atterrando sul ramo.

Molto faticosamente riuscì a scendere dal tronco e sentendosi più sicuro, con i piedi che finalmente toccavano il suolo; cominciò a correre, aiutato dal buio invernale che lo nascondeva più facilmente alla vista altrui.
 



All’ora di cena, come di consueto, Frigga andò a chiamarlo, ma quando aprì la porta vide un piccolo cumulo sotto le coperte.

Sorrise, sedendosi sul letto.

“Figlio mio, hai avuto una giornata piena di emozioni intense, è normale che tu ora ne sia sfinito!” mormorò, tirando leggermente indietro le coperte, nel tentativo di rimboccargliele con maggior cura.

Fu lì che si accorse del piccolo inganno.

Sotto non c’era altro che pupazzi e giocattoli accatastati.


***************************

Thor era pienamente soddisfatto.

Aveva impiegato parecchio tempo, ma ora poteva ammirare estasiato il risultato delle sue fatiche, che gli era riuscito davvero bene.

- A Loki piacerà tantissimo! –  trepidò, con un sorrisetto compiaciuto al solo pensiero, afferrando il suo regalo per  il fratello e uscendo dalla stanza, impaziente di consegnarglielo, ma un urlo gli gelò il sangue nelle vene.

Era l’urlo di sua madre.

“Loki è scappato!” pianse disperata la regina e un istante dopo Odino apparve al suo fianco, cingendola fra le forti braccia.

Mentre, addolorato come lei, il re la consolava, asciugava le sue lacrime  e si faceva raccontare la loro chiacchierata di poche ore prima, Thor stava ancora cercando di elaborare quella terribile notizia, perché non gli sembrava possibile, non voleva crederci.

- Se Loki è davvero fuggito, la colpa è soltanto mia- si rimproverò.


Odino e Frigga si incamminarono nella stanza del loro primogenito per comunicargli la triste notizia, ma non trovarono altro che la finestra aperta, con il vento gelido che sferzava i loro volti regali e l’ansia che divorava i loro cuori.

 
TBC
 

 
Un bel casino, eh?
Ad ogni modo, re, regine, dei, praticanti di magia e via dicendo, credo che per qualsiasi genitore sia un dramma ogni volta che il figlio fugge di casa… figuriamoci quando i figli sono due!
Spero che questa storia continui a catturare il vostro interesse e sentitevi liberi di fare qualsiasi domanda… non è detto che però io vi risponda! *sorride perfidamente e batte il cinque con Loki Senior*
Appuntamento al prossimo capitolo… che credo anche sarà l’ultimo.
 

   
 
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