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Autore: Angela83    17/05/2012    1 recensioni
Era tutto surreale. Pensare di dover scrivere una storia per una ragazza che a ventisette anni crede ancora nelle favole, nella magia e nell'amore infinito, fosse una cosa da niente. E se le favole si avverassero? Sopratutto " le mie favole". Spero che vi piaccia e che vi faccia emozionare, perchè adesso Twilight è diventato tutto il mio mondo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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E’ cominciato tutto così. Un libro, una storia, per me la storia d’amore più bella che avessi mai letto. Era solo fantascienza, solo ed esclusivamente una storia fantastica “Twilight” così era intitolato il primo libro, uno dei quattro volumi scritti dalla grande Stephanie Mayer. Ero così presa da quei libri, da quei personaggi, da tutto quel mondo incantato, ma soprattutto dalla storia d’amore che c’era tra Edward e Bella. So solo che m'innamorai di quei vampiri. Immaginavo il mio “Edward” come sarebbe stato e se mi avesse coinvolto così. Il mio fidanzato ormai mi dava per pazza. Mi rimproverava dicendomi che alla mia età credevo ancora alle favole e che fosse stupido fissarsi su di una cosa che nemmeno esistesse. Forse un po’ aveva ragione, a ventisette anni credere ancora alle favole, alla magia ma soprattutto ai vampiri era sì forse un po’ ridicolo. Solo che non mi sentivo così, in questa cosa ci credevo, avevo come una fitta al cuore. Quella mattina ero così stanca di andare a lavoro per il sonno agitato della sera, ma ero anche molto emozionata perché quella sera la mia amica Alessia dava una festa in maschera nella sua villa. Non conoscevo molto bene Alessia perché il nostro è stato un incontro un po’ particolare, ci siamo conosciute per chat tramite una ragazza che su face book ha creato una pagina chiamata ApplesandStars. Ci siamo subito affezionate e ci siamo scambiate i numeri di telefono chiamandoci quasi tutti i giorni, così dopo la nostra ultima chiamata lei mi dice che stava organizzando una festa in maschera proprio sulla mia isola e che mi sarebbero arrivati a breve gli inviti per me e il mio fidanzato. Ero così tesa che non mi sarei mai aspettata una cosa del genere e poi sulla mia Isola. Pensavo di conoscere la maggior parte delle persone qui a Ischia essendo un’isola piccola ci conosciamo tutti, ma non pensavo che lei avesse comprato proprio una villa a Zaro. Zaro è uno dei posti più nascosti dell’isola e affaccia proprio sul mare lì ci sono le persone che possiedono soldi e ville immense, ma non ci sono quasi mai perché vengono solo d’estate, e nel periodo di Gennaio non c’è mai nessuno a parte i guardiani delle ville. Fatto sta che lei sarebbe venuta qua e l’avrei rivista molto più spesso adesso. Avevo anche già scelto il mio vestito. Era avorio e dorato, il corpetto era stretto in vita molto semplice e mi lasciava le spalle scoperte poi scendeva morbido fino ai piedi. La maschera era dello stesso colore del vestito aveva i contorni bianchi e una piuma dorata al lato destro dell’occhio. Era proprio bello e sembravo davvero una principessa. La giornata finì molto presto per mia fortuna, forse ero eccitata per la serata. Solo che una volta arrivata a casa, mi buttai sul letto e stanca com’ero stavo quasi rinunciando ad andare alla festa, d’altronde quel pomeriggio Miki mi aveva chiamato dicendomi che era di turno e non sarebbe venuto con me, così ho chiesto alla mia amica Mary di accompagnarmi. Il mio vestito era lì appeso all’anta dell’armadio e aspettava solo che lo indossassi. “ Sì, chi se ne frega domani è Domenica e potrò dormire un po’ in più”. Così mi andai a fare una doccia bollente e rilassante. Dopo essere uscita dalla doccia la prima cosa che feci fu asciugarmi bene i capelli, arricciarli e raccoglierli all’insù lasciando scivolare qualche ciocca. Poi sistemai bene a incastro la coroncina fissandola con qualche forcina nei lati e infine indossai il vestito. Era proprio come avevo sempre sognato, essere vestita come una principessa delle favole, vivere in un’altra epoca come quando da piccola guardavo quei film dove le principesse indossavano quei bellissimi vestiti lunghi tutti addobbati e dove c’erano quei principi belli e maestosi. Li guardavo innamorarsi e vivere per sempre felici e contenti. E intanto io rannicchiata nel mio letto pensavo al mio principe azzurro e mi chiedevo come sarebbe stato incontrarlo, magari non so, come se un fulmine mi prendesse in pieno e mi aprisse il cuore facendolo battere all’impazzata e che ogni volta che lo avessi toccato quella scarica ricominciasse di nuovo. Innamorarmi per me non è stato così. Ho incontrato Miki a una festa e il mio amore è cresciuto per lui pian piano. Sì, ero innamorata ma sapevo che non era lui l’amore della mia vita e crescendo ho capito che l’amore quello vero esiste solo nelle favole. Mentre fantasticavo tutto questo, squillò il telefono. Era Mary che mi aspettava giù al viale di casa. Così presi maschera e biglietti e scesi giù per il bosco. Era molto difficile scendere con quel vestito lungo e le scarpe alte, la discesa era molto ripida e per non cadere e sporcarmi ci ho messo un po’ ad arrivare all’auto. << Questo vestito ti sta d’incanto>>. Disse Mary <>. Lei alzò gli occhi al cielo e non disse nulla. Entrai in macchina e ci avviammo. Anche il suo vestito era molto bello anche se era completamente diverso dal mio. Era di un rosso accesso, il corpetto era sorretto da due bretelle sottili la gonna era un po’ arricciata con una grande rosa nel lato e nei capelli aveva una piuma rossa. Mary amava quel genere di cose, io no. Avevamo gusti completamente diversi. Arrivammo. Il cancello era aperto ed entrammo e mentre l’auto avanzava, rimasi incantata, Il viale era circondato da alberi, fiori e piante che per l’occasione erano illuminati da piccole lucine che cambiavano colore. La facciata della villa era bellissima, un colore rosa antico con tante finestre e all’entrata c’era un enorme scala con sopra un arco. Mary si fermò quasi vicino all’entrata, dove ad attenderci c’era un parcheggiatore. <>. Mi disse distraendomi dai miei pensieri. <>. <>. Gli dissi. <>. Sapevo che cosa avevo e perché ero così distratta. Lì era tutto un incanto non avevo mai visto niente del genere solo nei film. Salimmo le scale e quando arrivammo al portone, c’era un uomo che ci chiese gli inviti, glie li porgemmo e mi disse: <>. Poi rivolgendosi a Mary gli disse: <>. Ci guardammo per un secondo e poi io annuì. <>. Disse Mary. <>. L’uomo di prima mi fece entrare per un altro lato e quando entrai nella stanza e vidi Alessia le corsi incontro e la abbracciai, provai un'emozione fortissima nel vederla tanto che cominciai a piangere senza rendermene conto. <>. Mi disse. <>. <>. Mi spostai per vederla meglio, il suo vestito era rosa confetto con tanti veli e punti luce, aveva una cinta in seta dello stesso colore che divideva la gonna un po’ rigonfia dal corpetto e dopo averci fatto i complimenti, ci incamminammo. <>. Mi disse. Scendemmo su di una rampa di scale che dava diretta nella sala e rimasi incantata di forte a tanta bellezza. Uomini e donne con vestiti bellissimi che volteggiavano al centro di questa enorme sala, i miei occhi balzarono subito in alto sul lampadario tutto di cristallo, enorme regnava assoluto al suo centro ed emanava piccoli bagliori di luce che riflettevano sugli abiti colorati delle donne. Non avevo mai visto niente di simile sembrava che fosse un’altra epoca. Era la cosa più bella che avessi mai visto. Cercai di scorgere la mia amica Mary ma non la vedevo, poi la vidi con il suo abito inconfondibile, Alessia ed io ci avvicinammo a lei e glie la presentai. Dopo un po’ lei mi disse che doveva andare a cercare il suo fidanzato, altrimenti la dava per scomparsa, ed io e Mary rimanemmo da sole. Non per poco però. Un uomo si avvicina a Mary e le chiede di ballare, lei mi guarda cercando la mia approvazione, forse non voleva lasciarmi da sola, ma quando capì dal mio sguardTutti ballavano, era bello guardarli volteggiare, ma per me non era così essenziale farlo visto che non sono così brava. Mi riprometto sempre di prendere lezioni, ma non lo faccio mai. Rimasta sola decisi di andare un po’ fuori in giardino, guardarlo così da vicino era ancora più bello, faccio per uscire dalla veranda che dava nella sala e rimango incantata dalla fontana che c’era al centro di esso, mi chiedo se stessi sognando oppure no. Così rimasi lì vicino alla veranda ad ammirare quel bellissimo giardino. Successe tutto troppo in fretta perché potessi capire cosa stava accadendo in quel momento. Il mio vestito si mosse con una folata di vento e un brivido percorse lungo la mia schiena costringendomi a voltarmi. Guardai nella sala per vedere se fosse tutto apposto e voltandomi vidi che all’ingresso c’erano un ragazzo e una ragazza che parlavano con Alessia, ammiravo i loro vestiti splendidi, fino a quando i miei occhi non incontrarono quelli del ragazzo e ad un tratto come se qualcosa mi avesse colpito al cuore, un emozione forte in contrasto con i miei pensieri. Non riuscivo ad abbassare lo sguardo era come se fossi ipnotizzata, e nemmeno lui lo fece continuava a guardarmi benché non fosse solo era come se in quel momento la mia anima mi stesse abbandonando. Un capogiro così forte mi fece distogliere lo sguardo da quegli occhi stupendi, e se al mio fianco non ci fosse stato un piccolo tavolino sul quale poggiarmi, sarei caduta. Alessia e Mary mi videro e mi corsero subito incontro spaventate. Anche lui sembrava volesse farlo. <>. Disse Mary. E intanto io non facevo caso a quello che mi dicevano, perché cercavo ancora i suoi occhi. <>. La ragazza che le era accanto si spostò da lui, era molto balla non c’era bisogno di toglierle la maschera per capirlo. I lineamenti del suo viso erano perfetti, e gli occhi, i suoi occhi erano dello stesso colore di lui un verde molto chiaro. Non sembrava che a lui importasse tanto di lei, visto che non distolse neanche di un secondo lo sguardo da me. Continuava a fissarmi. Più lo guardavo, più il mio cuore impazziva. Avevo bisogno di aria. <>. <>. <>. Le do un bacio sulla guancia ed esco in giardino. o che ero contenta accettò. Camminai a lungo per arrivare al muro di confine. La villa poggiava su di uno strapiombo che dava diritto al mare. Alzai lo sguardo al cielo per ammirare la luna e pensavo a quanto fossi stupida, sì stupida, ma cosa mi stava succedendo e chi era quel ragazzo. Ad un tratto di nuovo quel brivido, pensavo fosse il freddo, ma mi senti poggiare una giacca sulle spalle e quando mi voltai lui era lì, a pochi passi da me. <>. Mi disse. Ero senza parole, troppo incantata dai suoi occhi per poter parlare e tantomeno muovermi. <>. La sua voce, una melodia inaudita. Che suono dolce e soave usciva da quelle dolci labbra. Doveva sapere che il mio malumore era stato il suo contatto visivo con il mio, cosa avrebbe pensato. Sicuramente che sono una stupida. Rimasi imbambolata, non sapevo che cosa dire. Poi pian piano lo vidi avvicinarsi a me, mi tolse il bicchiere dalle mani. <>. <>. <>. Mi prese tra le sue braccia, il contatto con la sua pelle un po’ fredda mi diede i brividi, ma non ci feci caso perché assaporavo con tutta me stessa il suo odore. Iniziammo a volteggiare e i miei occhi erano di nuovo nei suoi, verdi e penetranti, non riuscivo a smettere di guardarlo, non esisteva nessuno in quel momento, il mondo intero era scomparso lasciandomi in balia di qualcosa di molto più potente. La serata trascorse così, senza che nessuno dei due dicesse una sola parola. Senza mai staccare gli occhi l’uno dall’altra. Mi fermai solo quando mi resi conto che la musica aveva smesso di suonare. << Ti chiamano>>. Disse. Chi era? Chi si permetteva di spezzare quell’incanto. Poi sentì una mano sulla mia spalla. <>. Mi disse Mery. <>. Poi mi voltai verso di lui e gli restituì la giacca. <>. Consapevole che avrei dovuto abbassare lo sguardo mentre lo dicevo, per paura di incontrare i suoi occhi. <>. Non avevo nessuna voglia di andarmene e solo quando Alessia mi venne incontro per salutarmi che ripresi un po’ di concentrazione. Uscì da quella villa correndo. Mery quasi mi ammazzava, parlava, parlava, ma io non stavo ascoltando nemmeno una parola di quello che stava dicendo. Pensavo a lui, pensavo che non lo avrei mai più rivisto. Ma mai e poi mai mi sarei dimenticata di quello sguardo.
  
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