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Autore: FallingInLove    17/05/2012    4 recensioni
Due città, due regioni, tre amiche speciali, un cuore duramente provato, una scelta da prendere.
In tutto questo quel bacio sembrava solo un gioco, una cosa insignificante.. o almeno, così pensava Lally. Perché Dann ce la metterà tutta per farsi spazio, per farle capire quanto quei 400 Km siano una sciocchezza paragonati a ciò che prova per lei: sarà il suo migliore amico, soffrendo in silenzio, perché questo è ciò di cui lei ha bisogno.
Ma quella scelta, quella dannata scelta! Forse sbagliando, forse illudendosi, Lally troverà il coraggio di decidere la meta finale del suo continuo viaggiare (avanti e indietro, avanti e indietro..). Ma scegliendo, dovrà necessariamente rinunciare a qualcosa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Too Far Away'
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CAPITOLO 3. Aria di cambiamenti


Mi sedetti sull'autobus, più che stravolta: sei ore e dico, sei ore china a scrivere su quel cavolo di foglio, ed era stata soltanto una simulazione.. di questo passo sarei arrivata alla maturità in tanti piccoli pezzettini.
Mi massaggiai le tempie, pregustando il bagno lungo e bollente che avevo deciso di concedermi una volta tornata a casa.
Se fossi andata con la macchina avrei fatto sicuramente prima, ma la domanda era: quanti pedoni avrei ucciso guidando in quello stato? Appoggiai la testa sul finestrino e chiusi gli occhi, decisa a tenerli così per un po', tanto ce n'era di tempo prima della mia fermata.
DRIIIIIIIIIN!
Saltai sul sedile colta di sorpresa dal suono del mio cellulare; una signora si girò a guardarmi male.
Chi era che mi rompeva le scatole a quell'ora? Estrassi il cellulare dalla tasca, senza neanche guardare il numero
-Pronto?
-Lally!
Oh cavolo, me ne ero quasi dimenticata!
-Mamma
-Ti avevo detto di chiamarmi finita la simulazione
-Lo so, me ne sono dimenticata
-Ma dove hai la testa, mi chiedo sempre? -commentò, più con se stessa che con me -Be', come è andata?
Sospirai -Sono esausta, mi sembra di aver scritto col sangue
Mia madre fece uno sbuffo comprensivo -Riposati a casa -sempre premurosa
-Certo. Comunque, ti volevo chiamare anche per sapere se Robe' era passato da te
Roberto, detto Robe', era il mio insegnante di guida a Viareggio: mi ero messa in testa di voler prendere anche la patente A, dato che le moto mi piacevano tantissimo, ma di esercitarmi nel caos di Roma non avevo il coraggio.
-Sì, è passato e ti ha fissato l'esame per la prossima settimana
Quindi fra una settimana mi sarei rimessa in moto per Viareggio. Wow, con la maturità alle porte che mi prosciugava, questo su e giù continuo era proprio quello che ci voleva!
D'altronde però, mi sarei levata subito questo dente: ero bravina, ma l'ansia che avevo addosso non me la levava nessuno!
Salutai mia madre, ancora tutta presa da questa storia dell'esame ma, tempo neanche un minuto, il cellulare suonò di nuovo.
-Che c'è ancora? -risposi, non troppo garbatamente; povera mamma.
Già.. solo che la voce che mi rispose non apparteneva certo a mia madre.
-Sei già sul piede di guerra prima ancora che ti abbia salutata?
Scattai in piedi un'altra volta e la signora di prima si girò di nuovo, stavolta con disappunto. Staccai il telefono dall'orecchio e guardai il numero sul display: non era memorizzato, ma le mie orecchie sapevano già chi fosse.
-Ci sei? -mi chiese la voce nel telefono
Mi rimisi lentamente a sedere, schiarendomi la voce.
-Dann.. -non c'era dubbio che fosse lui, ma volevo esserne sicura -mi hai chiamata sul serio
-Sembri stupita
E lo ero, infatti! Ma lui sembrava fin troppo compiaciuto di questa mia reazione -No, è solo che.. perché mi hai chiamata?
Non aveva ancora realizzato che ero tornata nella capitale?
-Così -rispose, leggero -per sapere com'è l'aria lì a Roma
Quindi erano due chiacchiere tranquille.. ok, si poteva fare.
-Sozza, come al solito -risposi e sentii uno sbuffo simile a una risata dall'altra parte
A quel punto mi accorsi di essere arrivata e presi al volo la borsa scendendo; sentii un rumore strano e all'inizio pensavo provenisse dalla strada, ma poi mi accorsi che si trattava del telefono
-Dove sei? -gli chiesi allora -c'è un rumore strano
-Sono a Pisa -rispose, e a quel punto capii che quel rumore era in realtà un vociare -Ho lezione tra un po'
Avevo già intuito che Dann fosse più grande di me, e questo me lo confermò: evidentemente era uno studente universitario.
-Quindi fino ad ora sei stato a casa a poltrire!
-Non esattamente -rispose, senza però aggiungere nient' altro -Tu invece hai faticato?
-Sei ore di analisi del testo -risposi mentre arrivavo davanti al portone di casa -roba da farti venir voglia di uccidere Dante, se non fosse già morto!
Dann rise -Quando ho fatto la maturità io è uscito proprio l'Alighieri
-E cos'hai fatto?
-Ho ripiegato sul saggio breve -rispose -Poveri piccoli liceali, l'ultimo anno vi torturano, eh?
Strinsi gli occhi mentre entravo in casa lasciando cadere la borsa per terra -Lo dici con il tono di un sadico
-Be' diciamo che non tornerei fra quei banchi neanche mi pagassero
-Io non vedo l'ora di uscirne -concordai poi, accanto al costume posato sul letto che mi ero portata da Viareggio, vidi qualcosa di giallo..
-Oh cavolo! -esclamai
-Cosa?
Sollevai quel tessuto, e mi accorsi che era proprio ciò che credevo.
-Ho ancora il tuo mantello!
Chissà se si ricordava di avermelo dato quella sera, mentre pioveva, per coprire la trasparenza del mio vestito.
-Ah.. -fece, e il suo tono d'un tratto soddisfatto, come se avesse trovato finalmente un appiglio, non prometteva niente di buono -Quindi dovremo rivederci
Ecco, appunto.
-Dann..
-Rilassati -mi bloccò -sarà solo per ridarmi il mantello: un principe che si rispetti non può non avere un mantello
Certo che sarebbe stato solo per quello, neanche a discuterne! -Torno fra una settimana -lo informai allora -devo fare l'esame per la patente
-Ahia -commentò -Ti hanno beccata che uscivi sempre senza pagare a Civitavecchia e te l'hanno ritirata
-No -risposi sorridendo -è per la moto
-Sul serio? Ti piacciono le moto? -domandò con vivo interesse
-Da morire
-Io ho ne ho una
-Davvero? -chiesi, subito interessata
-Potrai farmi vedere come guidi
-Ok -accettai -è il riscatto in cambio del mantello
-Allora pagherò
Mentre chiacchieravamo, sentii il suono rauco e sgradevole del mio citofono
-Devo andare, suonano alla porta -annunciai
-Tratta bene il tuo ostaggio -mi salutò
-Contaci. Se rispetterai i patti, non si farà male nessuno -conclusi artisticamente.
Mentre andavo verso la porta, mi chiesi chi potesse essere a quell'ora.
-Lally! -appena aprii la porta, Jo mi salutò con un bacio sulla guancia.
Jo! Questo davvero non me lo sarei mai aspettata.
-Hey -lo accolsi con un sorriso schiarendomi la voce -come mai qui?
Dio, come sei bello..
Jo era arrivato nella mia classe quest'anno, dopo essere stato bocciato alla maturità dell'anno scorso; era il classico 20enne a cui non importa molto dello studio, quando al contrario metteva in gioco animo e corpo per il suo gruppo musicale, di cui mi aveva parlato qualche volta.
Mi ero già accorta da un po' che sembrava essere interessato a me, anche per via del fatto che trovasse sempre una scusa anche casuale per parlarmi, avvicinarmi, ma non me ne ero mai curata troppo; almeno, non fino a quel giorno quando me lo ritrovai in casa, in tutto il suo splendore.
-Mi sono perso la simulazione -spiegò -volevo chiederti che cosa c'era, sai non ci tengo a ripetere il quinto di nuovo -Certo, la simulazione, pensai scettica -Che ne dici di andare a mangiare una pizza mentre ne parliamo?
Quindi aveva già pianificato tutto; il mio stomaco brontolava, ma Jo non era proprio la mia massima aspirazione di compagnia..
-Sempre che tu non abbia già mangiato -aggiunse visto che tardavo a rispondere
-Va bene -accettai alla fine -prendo la giacca
Mi godetti il sorriso mozzafiato che mi riservò.

°°°

La conversazione con Jo era piacevole e scorreva fluida, senza silenzi imbarazzanti, ma nemmeno significativi.
Molte persone odiano il silenzio, sopratutto per una coppia; io invece avevo l'impressione che fosse sottovalutato. A volte è bello restare zitti, magari anche un po' impacciati le prime volte, e guardarsi negli occhi così, senza dire niente. Gli occhi di una persona, ciò che ognuno di noi è capace di dire con lo sguardo: questo secondo me è ciò che conta davvero, il mezzo di comunicazione più schietto e diretto che si possa avere. Con gli occhi non si può mentire, e uno sguardo caldo e sincero a volte dice più di cento parole.
Non che volessi una dichiarazione d'amore o uno sguardo platonico, assolutamente no: avevo già troppi grilli per la testa in quel periodo.
Con la mente, infatti, continuavo a tornare all'esame imminente. Non hai motivo di preoccuparti così, direte voi, ma certi esaminatori sapevano essere veramente terribili; lo so per certo, dato che ero stata bocciata la prima volta all'esame per la B perché non avevo dato la precedenza a una macchina distante almeno 100 metri.
-..Lally?
Mi riscossi dai miei pensieri, accorgendomi troppo tardi che Jo mi scrutava interrogativo
-Sì?
Lui mi sorrise, accorgendosi che non lo avevo ascoltato per niente ma senza prendersela -Ho parlato solo io. Tu che mi racconti? -poi decise di farmi una domanda più specifica appoggiandosi allo schienale della sedia- Per esempio, a cosa pensavi?
-Niente, sono solo un po' agitata: fra una settimana devo tornare su -spiegai -ho l'esame per la patente A
-Wow, quindi ti vedremo girare in moto!
Feci le corna sotto il tavolo -Se passo sì, ma solo a Viareggio
Mi chiese allora di Viareggio che non aveva mai sentito nominare, se non da me. Ma possibile? Uno dei carnevali più famosi del mondo, accidenti!
Comunque, almeno non dovevo più stare solamente a sentirlo.

°°°Dann °°°

Misi il cellulare in tasca e sollevai la schiena dal muro dove mi ero appoggiato. Era piacevole parlare con Lally, e pensai che mi ci sarei potuto abituare molto facilmente.. sempre che lei me lo avesse permesso; e qui stava il nodo.
Devo confessare che non era la prima volta che durante un rione mi comportavo in questo modo con una ragazza.. ma di certo non mi era mai successo prima di sentire il desiderio di rimanere in contatto con una di loro, di rivederla.
Perché proprio Lally? Non lo so sinceramente. Roma era lontana, parecchio lontana ma nonostante ciò, pur avendo colto subito il suo accento strascicato e “caciarone” che non la raccontava giusta, avevo avvertito che quella ragazza meritava più di una notte fra birra e canzoni.
Di certo non era una ragazza facile, questo lo avevo capito: dietro il suo atteggiamento frivolo di quella sera si nascondeva molto di più. E forse, ripensandoci, era stato proprio questo il motivo che mi aveva spinto a voler sapere di più di lei, a volerla conoscere; questa sua personalità che sembrava essere così sfaccettata e complessa mi intrigava parecchio. Poi chissà, se amicizia, se semplice conoscenza o se qualcosa di più: qualunque cosa ne fosse scaturita fuori, per il momento mi faceva piacere parlare con questa ragazza un po' matta e misteriosa.



°°°°°°°°°°°°°°°°

Ve lo giuro, nel prossimo capitolo si incontreranno di nuovo, pazientate ancora un po'! XD
Spero che abbiate gradito questa intrusione finale nella mente di Dann, che ho voluto aggiungere per farvi capire le sue intenzioni, del tutto innocue.. per ora ;)
Qualcosa mi dice che questo Jo vi sia già antipatico.. comunque, non dimenticatevi di lui perché certamente lo rivedremo!
Eccolo qua:



Le grandi assenti di questo capitolo sono Kath e Lisa, me ne rendo conto, ed è anche vero che questo capitolo è più corto rispetto ai primi due... spero di farmi perdonare per tutto questo con il quarto, in cui (piccola anticipazione!) conosceremo meglio Andrea alias “Il Vampiro”!
Ringrazio chi sta seguendo questa storia, anche in silezio e vi mando un grosso bacio anche da parte di Dann ;)
Grazie veramente, a presto!
  
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