Posò la valigia.
Pesante.
Non aveva più
l'età.
Era tornato dopo
chissà quanti anni.
Era tutto uguale,
eppure era tutto
così diverso.
Casa sua era sempre lì,
mai venduta,
le intemperie l'avevano
conciata maluccio,
ma c'era sempre.
Entrare fu una doccia
fredda,
quanti ricordi affiorarono,
taglienti come lame.
Il suo sguardo cadde
sul muro dei ricordi,
immagini di persone che
il tempo e la vita
avevano portato chissà dove.
Eccoli lì, i suoi amici,
sembra quasi di rivederli,
nel viale lungo la strada,
a giocare con loro a calcio
e a sudare come matti,
sembra quasi di risentirli.
Toccare ogni cosa, in quella casa,
ogni mattonella, ogni asse
di legno marcio faceva rifiorire
l'anima di quella casa, e l'uomo
la sentiva, eccome se la sentiva,
si vede lontano un miglio che
non se n'era mai veramente andato
da qui.
Poi trovò quell'immagine,
la foto di lei, impolverata,
e gli venne un crampo al cuore.
Era tornato il buon sangue,
si era dimenticato quanto fosse
bella, il tempo fa brutti scherzi,
e un oceano di sentimenti e
ricordi gli affioravano la mente.
Le sue labbra, il sapore del primo amore,
il suo odore, i suoi capelli biondo cenere,
i suoi occhi, dio.. quegli occhi,
avrebbe fatto follie per quelli,
e anche adesso le farebbe.
Chissà dove sei, ora,
chissà quale infame gioco il
destino ti ha servato, o se è stato
gentile con una signora come te.
Da troppo tempo ti ho abbandonata,
chi lo sa se hai ricordi di me, io spero
di si, ricordi buoni però.
I ricordi sono fatti per chi si fa cullare
dalla vita, dicevi tu, e io non ho tempo
di farmi cullare, io voglio vivere.
Sei sempre stata più di me, in tutto.
E non ho mai smesso di amarti un solo istante,
ovunque tu sia, voglio che tu lo sappia.
Poi, ormai vecchio,
trovò una bottiglia di vino di ottima annata,
si mise comodo, e fronte al sole,
sotto al cielo ,e nel vento,
cominciò a bere.
I ricordi finiscono ciò che la
gioventù ha iniziato.