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Autore: Princess_Klebitz    18/05/2012    1 recensioni
Ok... Mi sono appena iscritta e questa è la mia prima F.F.
Abituata com'ero, nell'epoca che fu, a scrivere romanzi, risulterà lunghetta...
Vorrei ringraziare CrystalDrop, poichè grazie a lei, oggi mi sono iscritta, ho dato le mie prime recensioni, e a tutti\e voi perchè leggendo in questo sito, durante la mia malattia, mi sono innamorata della vostra passione e spero di resuscirare la mia (in caso ne esca come La Mummia, vi permetto di spalarmi badilate di letame!)!! Questa è una Loki in veste totalmente inedita...o forse no. E un tributo alla musica rock, di cui potrebbe essere un eccellente esponente negli anni 'maledetti'!, ciò dato dalla frase 'Chi, il rockettaro molto arrendevole??' data da Tony Stark (che penso solo io ho trovato esilarante, eh??). Bene, basta deliri di onnipotenza (o psicotici...tanto qua siamo allo stesso livello...) e pubblico... PIETà DI ME!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Loki riuscì ad uscire tranquillamente dalla base con il suo ostaggio, un passo alla volta. 
Katryn era dura pietra, all'inizio, ma poi si convinse a camminare, anche se i colpi infertigli dalla sorella non erano stati certo gentili; al suo confronto, Loki che la tirava indietro, o che la strattonava per cambiare direzione, era un cicisbeo del '700, con i suoi modi. 
Un momento, mentre si nascondevano in un angolo cieco, al passaggio di truppe dello S.H.I.E.L.D, le aveva anche parlato.
'Dopo dobbiamo fare un discorso, amore mio', le aveva sussurrato, beffardo e malizioso. E l'aveva baciata sul collo, facendola irrigidire contro la lama, e anche un po' tremare.
'Sempre che ci sia un dopo, ovviamente.', ringhiò, riprendendo a trascinarla.
'Loki...', tentò lei, ma venne zittita dalla pressione della lama.
'Stai...zitta. Hai parlato anche troppo.', ansimò l'asgardiano. 
Continuarono così finchè non uscirono sul ponte, e gli occhi feriti di entrambi li fecero caracollare per un attimo, ma Loki vide prima di lei apparire qualcosa tra loro e il jet. 
'Togliti, Thor!', intimò, furioso. Quell' imbecille doveva essere sempre tra i piedi! Ma stavolta non avrebbe vinto... lui amava i midgardiani, e non avrebbe permesso che ne uccidesse una.
('Come se avesse potuto', pensò una parte irrazionale della sua mente.)
'Loki, fratello...', iniziò Thor, alzando le mani in segno di resa. 
'Lascia lei e prendi me, ti prego.', tentò, sapendo che il fratello non avrebbe mai accettato. 
Qualcosa lo legava alla ragazza; non era solo amore, era anche rivalsa. Con lei nelle sue mani, si sentiva già sicuro del suo trionfo. 
'NON CHIAMARMI MAI PIù FRATELLO!!',e la lama nelle sue mani tremò visibilmente vicina alla vena della ragazza, che lo guardava con occhi sbarrati.
Thor si tolse da parte, ma continuò a guardarli, mentre venivano presi in carico dai soldati alleati di Loki, e i portelloni del jet si chiudevano, pronto a partire. 
'Fratello, dovresti guardarla. Bene. Guardare come lei guardava me, e desidereresti essere visto anche tu così, da lei... Come il suo salvatore, non come il suo assassino.', mormorò Thor. 
Il jet decollò e lasciò il disastro a bordo dell'Elivelivolo.
Banner\Hulk era scomparso, ma in compenso avevano recuperato Clint Burton, e Capitan America e Tony Stark avevano rimesso in funzione il mezzo. 
La Vedova Nera stava in uno stato assoluto di mutismo, occupandosi della ripresa del compagno da parte del condizionamento mentale di Loki, peraltro rapida. 
Gli agenti tentavano di rimettere in funzione il loro equipaggiamento, distrutto da poche granate, una freccia, e un dio norreno incazzato. 
Stark, non appena saputo della fuga del 'rockettaro arrendevole', e delle modalità, aveva preso con sè Rogers e si erano lanciati all'inseguimento, ma con troppo ritardo, e ora girava intorno al tavolo delle riunioni, cupo e senza battute da dire. 
Quando iniziava a fare parte dei loro, l'avevano persa. 
Questo non era il genere di sconfitte che amava subire. 
E il conto aperto con Loki, nella mente dei presenti, si allungò ulteriormente. 
-
Katryn, ripresa del tutto coscienza, venne medicata dai tagli e con ghiaccio secco sui lividi, benissimo si fosse fatta sfuggire un lamento per i colpi ricevuti allo stomaco. 
Poi le vennero incatenati i polsi e costretta da una cintura di sicurezza inespugnabile, su un seggiolino.
Dopo ore o minuti in silenzio e al buio, dove la sua coscienza andava e veniva in nebbia rosata, sentì una mano sulla testa. 
'Questi capelli finti...sono veramente ammirabili.', disse la voce di Loki, e le strappo una ciocca arancio-rosata ormai intrecciata ad altre, dal sudore e da giorni di non cura. 
Con la sua forza aveva strappato anche le radici della sottostante, ma nonostante il dolore, Katryn strinse i denti.
Loki le si mise di fronte accosciato, mentre una fievole luce si accendeva, ad un suo gesto. Anzi, la stava tenendo in mano. 
Era verde, come i suoi occhi. 
Katryn ne rimase affascinata, ma non era certo quello l'intento di Loki.
'Come ci si sente ad essere prigionieri, dopo essere stati carcerieri?', chiese.
Katryn sospirò. 
Era una domanda perfettamente logica, per lui. 
'Abbattuti. Fiaccati. Umiliati....',e alzò lo sguardo su di lui. 'Bisognosi.'
Lui sorrise, non del tutto amichevolmente.
'Bisognosi...',soppesò, pensierosamente. 'Anche sperduti, no? Tu non hai un esercito che venga a prenderti, nei tuoi piani...'
'Non l'ho mai avuto.', mormorò Katryn, non sapendo che alla base Stark stava battendo i pugni quasi contro Fury per andarla a riprenderla, e sua sorella, la sua incrollabile sorella, stava piangendo, nonostante avesse ritrovato il suo compagno. 
Lei era sola, come lo era sempre stata. 
Alzò gli occhi su Loki, pensando che... sì, era sola. Poi li abbassò e completò la sua resa.
'Ci si sente dipendenti.', mormorò.
'Dipendenti?',sorrise lui, beffardo. 
'Non pensavo che tu potessi dipendere da qualcosa, agente...'
'Smettila di chiamarmi agente, io non sono una spia.', sospirò Katryn.
'Non so neanche cosa avrei dovuto fare. Forse farti parlare. Ma non sapevo neppure come.',ed ecco, il nervo, messo a nudo. 'Sono solo la sorella della Vedova Nera.', e lacrime le corsero per la faccia, insospettendo ma anche stupendo Loki, che si chinò ad asciugarle con la sua veste. Non sapeva perchè.
Katryn, continuando a piangere, come fossero un'infinità acccumulatasi, lo guardò, mentre le ripuliva il viso con tanta cura. 
'Un onore così grande cosa significa? Dovrò assistere al sacrificio di tutta l'umanità o potrò essere la prima?', chiese, quasi supplicando, eppure con un fondo derisorio. 
'Sarebbe così facile...',si sorprese a morrmorare Loki.
'Cosa?'
'La tua...liberazione. La fine di ogni pena. Basterebbe che tu...mi amassi.', quasi sputò, ma in modo dolce. 
Non era la prima volta che lo sentiva esprimersi con quel tono,  ma usare quelle parole...non era da lui. 
Katryn scosse la testa, e abbassò la testa, come dovesse rivelare un segreto vergognoso.
'Ma io ti amo.'
Un silenzio carico di sottintesi cadde su di loro, mentre il jet turbinava nell'aria.
Poi Katryn rialzò la testa. 
'Ti amo da quando ti ho visto, praticamente. Solo che...certe cose...'
'...Sono difficili da dire.', finì per lei Loki. 
Katryn sorrise amaramente. 
'Specie quando chi ami non è proprio una dama di carità... Non che io lo sia...Ma il mondo...non ci avevo mai pensato, lo ammetto.'
Loki non capiva, ma lasciò stare. 
Aveva ammesso che lo amava! 
LEI lo amava, non una persona qualsiasi. Non assoggettata con l'odio. 
Anzi...che le aveva riversato addosso odio, e dolore, e che lei comunque amava. 
Non che lei fosse stata da meno, illudendolo e poi salvandolo. 
Loki tremò, quasi, mentre si sporse a baciarla. 
Un bacio vero. Dove poter affondare le mani in quei capelli che l'affascinavano, e dove anche Katryn, caduti i ceppi, poteva toccare lui, anche stringerlo a sua volta sè, troppo, troppo forte, in minuti che colavano in secondi, secondi troppo corti e minuti che tornavano secondi, niente che andasse troppo piano... Finchè Loki sentì il sapore del sangue in bocca e, senza gesti bruschi, la respinse. 
Katryn sembrava spiaciuta, mentre si toglieva uno sbaffo di sangue dalle labbra; Loki ne era più che sorpreso.
'Scusa.', mormorò lei, tamponandogli la piccola ferita con le sue labbra, stavolta solo leggermente. 
'Temo sia una brutta abitudine.', ammise.
'Dovrò dunque domarti, mia principessa?', mormorò Loki, osservando il sangue, dopo aver toccato la ferita.
'Più di così?', chiese Karyn, con una punta di malizia.
Loki si sporse per baciarla ancora, lievemente, come per scusarla. Poi la tenne stretta a sè, con il capo appoggiato al petto. Katryn si lasciò scivolare nel grembo di lui, al sicuro come mai da anni.
Il casino sull'Elivelivolo era successo secoli fa, per loro due...
Ora li aspettava... 
Cosa li aspettava?
'Dove stiamo andando?', chiese, piano.
Loki non rispose, e Katryn si allarmò. 
'Non stiamo andando a New York! Avremmo già dovuto esserci!,dove...'
Loki si alzò, e lei rimase a guardarlo da terra, con una muta domanda negli occhi sgranati. 
Occhi così simili ai suoi, se non per il colore. 
Sembrava di antica stirpe asgardiana...quello che lui non era.
'Andiamo...in una città.', le rispose, girando lo sguardo verso la cabina di pilotaggio. 
'DOVE STIAMO ANDANDO?!?'
Ora Katryn era in piedi e ricordava le promesse di Loki di sottomettere l'umanità. Ma New York era la scelta più logica, non inseguire altri...luoghi...memorie..
Loki la fissò, stavolta più gelido, ma anche malinconico, mentre le catene le si riavvolgevano ai polsi. Questo ebbe un effetto negativo su entrambi, su di lei, ancora tradita, e su di lui, che si sentiva in dovere di trattenerla per la sua sicurezza.
'Prometti di amarti?', le chiese, più dolce, come gli riusciva bene con lei.
'Lo sai, Loki,io...sì. Ti amo. Ma non a queste condizioni.', e sollevò i polsi. 
'Questo non è amore. Lo confondi per qualcos'altro.', e alzò un po' la voce. Ciò irritò Loki, che quasi urlò la sua richiesta.
'Non chiedo che amore, tu invece continui a confondere le acque!! Ora te lo chiedo di nuovo...'
Si abbassò su un ginocchio, e con una mano portò la fronte di Katryn contro la sua, occhi negli occhi, nello stesso respiro caldo, nonostante la sua pelle fosse freddissima, specialmente al contatto con quella di lei, che sembrava bruciare di qualche febbre. 
'Mi amerai?', sussurrò.
'Sì, lo sai.'
'Sempre?'
'Sì...',ammise Katryn, chiudendo gli occhi e cercando le sue labbra e trovandole, un fresco rifugio per quello che la stava bruciando. 
'A qualunque costo?',chiese tra il bacio, Loki.
'In ogni...',e Katryn spalancò gli occhi, respingendolo. 
Loki finì a terra, irritato, stupito ma non troppo.
'Lo sapevo!', esclamarono all'unisono.
A Loki affiorarono le lacrime. Non l'avrebbe capito finchè non avesse visto. Una gli scappò, prima che riuscisse a fermarla, e si girò, infuriato.
'Loki, mi spiace...', sussurrò Katryn, lottando contro le sue lacrime. Sarebbe stato così facile dire di sì...ma... non poteva...
'Non posso, come vorresti tu... Ti amo, ma tu vuoi...'
'BASTA!!',la interruppe Loki, ormai prossimo alle lacrime. 
Si girò, gli occhi pieni di lacrime. 
'Sei soddisfatta, traditrice...SPIA!, carpire la mia fiducia, persino il...il...il MIO AMORE!,e tentare di convincermi!??'
'Loki, tu non vuoi amore, se vuoi questo, vuoi sottomermi!', tentò Katryn disperata, sulle lacrime anch'essa.
'PERCHè DEVI ESSERE COSì TESTARDO?!?',urlò, piangendo, e Loki si ammutolì, incenerendola con lo sguardo,
Katryn si lasciò andare alle lacrime, e si appoggiò allo schienale. 
('E' TUTTO PERDUTO...')
E mentre il suo amore combatteva con il suo orgoglio, conscia, come lui, di non poter cedere, in nome di qualcosa più grande di loro, forse persino del loro amore, Loki si girò verso la cabina di pilotaggio.
Un agente apparve dal nulla, ossequioso e con lo sguardo da zombie. 
'Signore...?'
'Confermo la rotta.',e si girò verso Katryn, che iniziava a capire, ma era troppo inorridita per reagire.
'BERLINO.', scandì il dio degli inganni.
Katryn non trovò voce per quasi un minuto, mentre Loki recuperava la sua armatura, grazie al suo scettro. Lo battè a terra, assumendo un aspetto innegabilmente malvagio.
Lei si nascose la faccia tra le mani, piangendo. 
Quando gli parlò, lo fece con voce soffocata, e tra le dita.
'Ti odio... ti odio...per quello che fai...'
Loki appoggiò la mano fresca su una guancia accaldata e piena di lacrime, e la accarezzò, inginocchiandosi di fronte a lei, con il suo scettro in una mano.
'Io invece ti amo', sussurrò, come se ormai non sapesse dire altro.
'E a Berlino, tu imparerai ad amarmi.'
Sbattè un'altra volta lo scettro a terra, e gli occhi gli si illuminarono di vendetta.
'E dovrai farlo. Te l'assicuro.'
 
 
Uaaaah che fatica!!! Insomma, Loki è un po' IC, un po' OCC... Chissà se Berlino resisterà meglio di New York nel film... 
Ora veramente...notte, bambole!!
   
 
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