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Autore: Titinina    18/05/2012    4 recensioni
Eccoci qui! So che non mi sopportate più!
"Remind Me" è una fanfiction dai toni più cupi rispetto alle precedenti, è stato faticoso scriverla, ma mi ha dato la soddisfazione con la S maiuscola. Forse perché c'è tantissimo di me qui dentro! Spero davvero che vi piaccia!
La storia si svolge a conclusione del manga, ma vedremo che un episodio davvero tristissimo sconvolge la vita dei nostri eroi. p.s. Per chi ha visto il drama coreano basato su City Hunter noterete che ho utilizzato alcune location e nomi riferiti proprio al drama, erano lì ed era impossibile non sfruttarlo! A prestissimo! Titinina ^__________^
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Il fango gli arrivava fino alle ginocchia, sporco e sudato non smetteva di correre. La corsa era talmente forte che l’aria bruciava nei suoi polmoni di bambino, il respiro affannato, il cuore tamburellante, ma niente lo avrebbe fermato. Andava avanti, doveva perseguire il suo obiettivo, non poteva fermarsi anche se il fiato gli mancava, anche se le gambe gli facevano male. Ma improvvisamente la sua corsa fu fermata, il suo avversario riuscì comunque a metterlo a terra.
Il sapore della sconfitta gli passò sulla lingua, ed era un sapore amaro. Col viso sporco in quella zolla di terra fangosa, i suoi occhi si assottigliarono chiusi, le sue labbra si corrucciarono, il suo pensiero più imminente fu la paura di essere rifiutato perché erano riuscito a buttarlo giù a terra per di più nel fango e nello sporco. Non lo avrebbero più accettato per questo?

Improvvisamente una mano fece capolino davanti ai suoi occhi per aiutarlo a rialzarsi, poteva fidarsi di quella mano? Di certo era abituato a cavarsela da solo, quella mano poteva essere infida, poteva ingannarlo, ecco a cosa pensava Poo Chai.

Poi si voltò e incontrò due occhi blu, quegli occhi erano caldi, emanavano affetto e implicitamente gli dicevano di fidarsi, allora Poo Chai, seguendo il messaggio degli occhi blu, decise di afferrare quella mano che lo aiutò a tirarsi su da terra. Miki vedendo la scena sorrise, esultando dentro di sé. Di rimando Poo Chai mostrò un sorriso bucato, il suo incisivo da latte era caduto due settimane fa, e presto sarebbe arrivato un nuovo dente, ed era comunque il sorriso più dolce che avesse mai visto in tutta la sua vita.

Poo Chai si pulì il viso sporco con la manica della maglietta blu, senza in effetti riuscirci appieno perché anche la maglia era sporca, ma nei suoi otto anni di bambino andava bene lo stesso. Riprese a correre nel campo da calcio della scuola correndo dietro al pallone.

Flashback

Pioveva a dirotto fuori quella sera, Miki stava finendo di pulire il locale, improvvisamente sentì suonare il campanello d’entrata del bar, si voltò e vide suo marito, Ryo e Kaori zuppi d’acqua. Erano da due settimane nella giungla thailandese e finalmente erano rientrati dalla loro missione, quei due anni di tempesta, lo sapeva bene Miki, si erano finalmente conclusi. I loro visi erano stanchi e tirati ma sereni.

Poi guardò meglio e vide tra le braccia di Umibozu una massa informe, nascosta da una coperta. Da quella coperta un paio di occhi scuri fecero capolino. Incrociandosi per la prima volta, gli occhi castani e gli occhi blu, si studiarono, lei da dietro il bancone e lui dalla sua coperta che lo riparava dalle intemperie. Un tuono fece scuotere il corpo di Poo Chai che si aggrappò con una mano alla sua coperta e l’altra alla giacca di Umibozu che si era fatto rosso in viso, il buon gigante, però, ruppe la sua timidezza e posò cautamente la sua grossa mano sulla testa del piccolo che ospitava tra le sue braccia.

- E’ solo un tuono, non devi aver paura.

Miki andò direttamente vicino a suo marito, sorridendo caldamente a quella scena che poteva rappresentare il suo futuro, infatti una strana sensazione invase tutte le sue membra, dandole una calorosa gioia.
Si avvicinò a quel bambino cercando di scoprirne almeno il viso.

- Che ne dici di un buon latte caldo e di qualche biscotto? Vedrai, ti riscalderai immediatamente.

Poo Chai sentì il calore delle dita di Miki sulla sua guancia un po’ scarnita, e, timidamente, scosse la testa in maniera positiva, quella risposta lo ripagò di un sorriso luminoso, solcato da una lacrima che scese dagli occhi blu della ex mercenaria. Quello che lei non si aspettava e che avrebbe ricevuto una carezza, Poo Chai, vedendo quella lacrima scendere dagli occhi della donna, allungo le sue dita raccogliendole dal suo viso.

- Perché piangi? Sei triste?
- No, sono molto felice.

Miki capì immediatamente che quella fu la prima lacrima di gioia che versava da madre.


Poo Chai diede la mano a Miki e camminarono verso il Cat’s Eye, chiacchierando delle piccole cose, i compagni di classe, il pallone che gli piaceva tantissimo, le future partite.

- Verrai anche alle altre partire?
- Certo Poo Chai! Verrò a fare il tifo per te sempre!
- Ma anche lui?
- Sì, certo che verrà Falcon! Questa volta non ha potuto perché il bar era aperto e Kasumi è in ferie, ma dalla prossima volta senz’altro! E ovviamente hanno detto che vogliono venire anche Kaori, Ryo e gli altri! Avrai un tifo sfegatato!

Poo Chai guardò Miki pensieroso, tutti sarebbero venuti a vederlo e qualcosa gli frullo nella testa.

- E se perdiamo come oggi?

Miki si inginocchio all’altezza di Poo Chai per guardarlo meglio negli occhi, capendo che il bambino aveva paura di deluderli.

- Non importa, noi siamo fieri di te!

Poo Chai scosse la testa positivamente e, senza lasciare la mano di Miki, entrò al Cat’s Eye.

- Siamo tornati, Falcon!
- Ben rientrati! Come è andata?

Miki cominciò entusiasta a raccontare tutta la partita senza lasciare il minimo particolare, esultava e mimava le prodezze di Poo Chai.

- Peccato che abbiano perso, ma sono stati fantastici!

Poo Chai si sedette al bancone, arrossendo anche un po’ sommerso da tutti quei complimenti, aspettò che Umibozu finì di preparare la sua merenda, versando del latte nel suo bicchiere. Umibozu glielo porse e poi gli diede dei biscotti.

- Allora bevi tutto il tuo latte, così crescerai forte, campione!

Accompagnò quella frase scompigliando il capo del suo ometto, Miki li guardò e il suo cuore si riempì di allegria e felicità, corse incontro ai suoi due uomini, stringendoli a sé e dando baci a chi gli capitasse a tiro tra i due, questo portò Umibozu a diventare rosso scarlatto e suscitò le risa di sua moglie e di Poo Chai.

- Mamma, papà è sempre più rosso!
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Gli spari riecheggiavano nel poligono, uno dopo l’altro, forti, assordanti.
Si sciolse i nervi del collo toccandoli con la mano per distendersi, lui si alzò prontamente e si piantò dietro le sue spalle, le sue dita si mossero caute per aiutarla a scioglierle i nervi. Kaori sobbalzò al contatto, non si era minimamente accorta dell’arrivo di Ryo, concentrata come era a sparare.

- Scusami, ti ho spaventata.
- Non preoccuparti, è tutto apposto.

Ryo accosto le labbra alla spalla nuda di Kaori, lasciandole un bacio.

- Non è tutto apposto, sei tesa. E’ per ieri?

Kaori strinse le labbra fino a farle diventare una linea sottile, si era tesa per quello che era successo il giorno precedente. L’ombra dell’ansia che le sovrastava lo stomaco non si era minimamente calmata, anzi le dava anche un pizzico di nausea.

- E’ andato tutto bene Sugar. Cerca di rilassarti.
- E che, non lo so, se tu non fossi stato lì, credo che le cose sarebbero andate diversamente, come se.. come se insomma si sia modificato il mio destino.

Guardò verso il basso, con aria pensierosa.
Ripensò a quel momento.
Una bambina che attraversa la strada e il furgoncino non riesce a frenare, lei che lascia l’ombrello e che corre per spingere via la bambina. La luce dei fari che la sovrasta, la sensazione che la sua vita stia per terminare travolta, il suo cuore che smette di battere, che il mondo si stia per fermare definitivamente.
Che non vedrà mai più Ryo. Ed è questo che le fa più paura.

Improvvisamente un cambio di marcia, come se qualcuno avesse cancellato ciò che le sarebbe potuto succedere e lo avesse riscritto.
Uno sparo, lo stridere del furgone e il botto.
Kaori per terra. Viva.

Ryo era con lei mentre erano andati a ritirare gli abiti per il loro matrimonio, aveva deciso di accompagnarla perché pioveva a dirotto e non gli andava per nulla di lasciarla sola, visto il temporale.
Aveva gettato immediatamente l’abito a terra e aveva sparato seguendo il suo istinto primordiale di proteggerla. E quando aveva visto che lei era ancora distesa a terra, era corso da lei con la paura dell’inevitabile, urlando il suo nome. La prese immediatamente tra le braccia, mentre la pioggia cadeva fitta.

- Stai bene, vero?
- Sì, credo di sì.

Ryo la strinse ancora di più, si sentì improvvisamente più sollevato. Averla così vicino, mentre si bagnavano a causa della pioggia, ma le sorrideva, fu la migliore medicina per farlo riprendere dallo spavento.

- Mi spiace per il tuo abito, ma si potrà rimediare.

Gli occhi di Kaori non riuscirono a trattenere una lacrima.

- Non importa del vestito, mi basta essere viva e stare accanto a te.


Ryo la vide perso nei suoi pensieri, così decise di prenderla di petto. Anche lui si era sentito strano, ma la dea fortuna o chi li proteggeva, aveva fatto in modo che lui fosse nel posto giusto al momento giusto. Questo contava, non aveva spazio per i sé e per i ma, non dopo tutto quello che avevano superato. Ed era ben deciso a farlo capire anche a lei. La voltò prendendole il viso tra le mani.

- Io non permetterò che ti succeda qualcosa, mai. Tu devi vivere, per me, con me, Kaori. Il nostro destino è questo e se qualcuno si permetterà solo a modificarlo dovrà vedersela con me.

Nel ventre di Kaori, mentre lo guardava negli occhi, si mosse qualcosa che la fece trasalire, il cuore si mise a battere forte, perdendosi negli occhi scuri di Ryo, dove scintillava il suo amore per lei.

Nessuno poteva mettersi tra loro, mai.

Finalmente la tensione svanì, ringraziò chi la proteggeva di avergli permesso di condividere la sua vita con Ryo, allora lo abbracciò affondando nel suo petto.

- Non è che stai facendo tutte queste storie perché non vuoi più sposarmi domani?!
- Cosa?
- No, Kaori, se è così dimmelo, lì fuori c’è uno sciame di donne che non vedono l’ora che io ritorni in azione!

Ryo accompagnò la sua frase puntando il dito versa la porta sorridendo in modalità pervertito.

- Imbecille! Ti consiglio di presentarti domani all’altare se no ti inseguirò per mezzo mondo e ti assicuro che non avrai scampo.
- Prima devi riuscire a prendermi.

Ryo si staccò dalle braccia di Kaori e cominciò a correre sulla rampa di scale che portavano al loro appartamento. Kaori lo seguì correndo fino a raggiungerlo nell’appartamento e cercò di braccarlo saltandogli addosso, ruzzolarono per terra ridendo l’uno tra le braccia dell’altro.

- Preso, sweeper!
- Non ho scampo, e poi devo darti ancora una cosa perciò non posso tirarmi indietro.
- Cosa mi devi dare?
- Domani!
- Dimmelo! Dai!
- Curiosona lo saprai domani!

Ryo si portò la mano sul petto, sentendo la catenina che custodiva l’anello. Quell’anello lo aveva scelto per lei prima di partire per la Thailandia, lo aveva portato con sé come amuleto, per ricordargli chi l’aspettava a casa, sapendo che con quell’anello l’avrebbe sposata e avrebbe dichiarato al mondo che lei era l’amore della sua vita.
Mentre continuavano a rimanere per terra avvinghiati, come se quello fosse il posto più comodo del mondo, un nuovo brivido scosse Kaori che le partì dalla pancia, come quello di prima, e non si spiegò il perché ma la rendeva felice, quello strano calore sembrava rigenerarla, sembrava confortarla. E chiuse gli occhi respirando l’odore di Ryo, fonte vitale.

Shan In

Come un soffio leggero, un piccola brezza estiva, quel nome riecheggiò in un sussurro. Ryo e Kaori si guardarono all’unisono, sgranando gli occhi, eppure lo avevano sentito entrambi, non era stato un sogno.
Ryo guardò Kaori, accarezzandole i capelli dolcemente, allungando la mano sul suo ventre, in qualche modo, una parte di lui, ora sapeva.

- Shan In.

Sussurrò quel nome anche lui, sapendo che avrebbe ricordato quel nome per sempre.


FINE
__________________________________________

Eccoci qui. E’ finita! E mi dispiace…
Remind Me nasce frutto di un pensiero notturno, all’inizio era una storia che nasceva tristemente e tristemente doveva finire. Avevo pensato a miliardi di finali tristi, ma ad ogni capitolo che scrivevo sentivo come se Kaori mi prendesse a martellate e mi dicesse di non pensarci nemmeno a scrivere qualcosa di triste. Ryo e Kaori in ogni parola che scrivevo si sono rincorsi e volevano riavvicinarsi il più in fretta possibile e io ho lottato con le unghie e con i denti per andare avanti almeno con la storia o molto probabilmente ormai la psichiatria è sempre più vicina!
Il rovesciamento del finale, in un finale bello e felice, è stato a dir poco istintivo, e visto che il finale era buono ho deciso di riscrivere quel brutto inizio di Angel Heart e cambiarlo a mio piacere, come se avessi preso io a martellate Hojo per farglielo sistemare, lasciando comunque che Shan In entrasse nel modo più bello possibile, trovo Shan In un personaggio molto affascinante, nonostante la situazione, è figlia di Ryo e Kaori, senza alcuna ombra di dubbio.
E poi avevo ancora in ballo Poo Chai! No, proprio lasciare Poo Chai in difficoltà non si poteva fare. Per chi non lo sa Poo Chai è tratto dal drama City Hunter, ricordo che Lee Yoon Sung dice al padre che lui voleva una vita normale, non voleva essere ciò che era ora, lasciarlo a Ryo e Kaori significava farlo comunque interagire con City Hunter, non vedo Ryo e Kaori lontano dal mestiere di sweeper, e non corrispondeva al desiderio di Poo Chai bambino dal mio punto di vista. Miki e Umi mi sono sembrati più idonei, il cat’s eye, le cure di Miki, che lo capisce meglio di chiunque altro in quanto anche lei cresciuta nella guerriglia, e Umibozu che lo proteggerà da qualsiasi cosa dandogli comunque quell’affetto che solo Umi-chan sa dare, erano perfetti ai miei occhi!
Ryo e Kaori sarebbero stati allo stesso modo giusti per lui, però era giusto toglierlo in qualche modo da City Hunter e lasciargli creare una sua nuova storia.

Ho avuto paura che la storia non piacesse, che avessi scritto qualcosa di improbabile e forse fuori dai canoni. Per essere giunta alla fine devo immensamente ringraziarvi, per tutti i commenti, per aver sentito le emozioni di questa storia. Mi sento lusingata e onorata! Perciò grazie grazie grazie, siete state il supporto e la spinta di questa avventura!

Poi vorrei anche dirvi……
Trascinata per un braccio, Titinina viene portata via.
- Ma hai finito di rompere???? Come sei pesante…. Sempre a fare BLA BLA BLA…
- Ryoooooooo! Ogni volta non mi lasci finire!
- No, tu te la stai menando e annoi la gente! Smettila di fare l’autrice pazza e datti all’ippica!

Titinina tira un pestone sul piede di Ryo, mentre il suddetto frigna come una femminuccia!

- Ormai mi hai trascinato via almeno offrimi una sigaretta.
- Anche? Dopo che mi hai fatto perdere la memoria e tutto quel tràn tràn devo anche offrirti da fumare?
- Certo! Hai visto che ti ho fatto fare? E come eri figo? Soprattutto quando camminavi a Shibuya…
- Si, certo intanto pensavi a quello lì! A Cha Seung Won!
- Ops….
(E’ vero per descrivere Ryo in Shibuya ho pensato al mio fidanzato immaginario, Cha Seung Won , attore coreano, di cui sono follemente innamorata :Q__ cercatelo in google immagini e vedete che pezzo d’uomo è!)
- Tsk
- Ammettilo, sei geloso!
- Io?! Di quello là poi??? Puah figuriamoci!
- Che poi tu hai Kaori!
- Ecco dalla padella alla brace…. Il mezz’uomo…
- Ma falla finita, sempre a lamentarti….

Ryo si gratta il mento e guarda Shinjuku, lo sa benissimo anche lui, senza Kaori non ci sa stare….

- E poi devo dirti una cosa all’orecchio vieni vieni

Titinina tira Ryo verso il basso e gli parla all’orecchio, facendolo diventare tutto rosso!

Niente di preoccupante… Gli ho solo detto che…….
Forse ve lo dirò nella prossima ff!!!! ^___________^ Titinina
   
 
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