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Autore: VioletBow    18/05/2012    1 recensioni
Una raccolta di sette Laven incentrate sui vizi capitali.
Lavi è assolutamente OOC in ogni shot perché ho voluto giocare sul fatto che egli possiede diverse identità e quindi diversi caratteri - motivo per cui, anche se l'ho inserito tra gli avvertimenti, non lo reputo tale.
So di non essere una gran scrittrice ma voglio dedicare queste sette shot alla mia dolce Wikiki che ama la Laven quasi quanto ama me e che al termine di questa settimana compirà 17 anni.
Inoltre vorrei ringraziare Audrey_24th che, nonostante abbia dovuto avere a che fare con esami e febbre, è riuscita a trovare il tempo di farmi da beta.
[Presenza di Lavi/Kanda nella terza shot.]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi | Coppie: Rabi/Allen, Rabi/Kanda
Note: AU, Lime, OOC, Raccolta | Avvertimenti: PWP
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Gola: abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola.

Inclinò la testa da un lato, grattandosi dietro l'orecchio con l'aria di chi è in procinto di prendere una decisione di vitale importanza.
Al suo fianco, il cuoco del quartier generale dell'Ordine Oscuro osservava il medesimo oggetto con un'espressione soddisfatta dipinta sul volto.
La torta che aveva cucinato era riuscita assolutamente perfetta, anche se aveva dovuto prepararla fin dalla sera prima per essere sicuro che fosse pronta in tempo... Lavi, che gliel'aveva chiesta, non avrebbe avuto nulla di cui lamentarsi, ne era certo.
Non riusciva ancora a capire il motivo per cui il Bookman gli avesse domandato di fare una torta a parte, dal momento che avevano già organizzato una festa in onore dell'anniversario dell'arrivo di Allen nell'Ordine, ma, da bravo cuoco, si era limitato ad accontentare quella richiesta senza fare troppe domande.
Il ragazzo portò via il dolce, abbandonando la cucina accompagnato da un "non farlo mangiare troppo" da parte di Jerry, preoccupato che il festeggiato non potesse poi gustarsi le altre prelibatezze.
- Entra pure. - fu l'energica risposta di Allen, quando ebbe bussato alla porta della sua camera, seguita dal tonfo sordo di qualcosa che cadeva.
Come ogni mattina, l'esorcista si era svegliato presto ed aveva incominciato a fare i suoi soliti esercizi in bilico sullo schienale della sedia.
Si sistemò la maglia, scomposta per la posizione verticale che assumeva durante i suoi allentamenti mattutini, mentre l'altro si affrettava a chiudersi la porta alle spalle.
- Buon anniversario.
Un bisbiglio lo sorprese. Un sussurro a fior di labbra, quasi a voler celare - senza successo - la voglia che spingeva l'uno verso le labbra dell'altro.
Il braccio esile ma innegabilmente forte di Lavi gli cinse la vita, mentre la torta già giaceva dimenticata sulla sedia che fino a poco prima era in precario equilibrio su un unico piede.
Si morse il labbro inferiore, con gli occhi socchiusi puntati su di lui, in attesa che il compagno si decidesse a fare la prima mossa che - lo sapevano entrambi - lui non avrebbe avuto il coraggio di fare.
Si lasciò spingere docilmente sul letto, parte del misero arredamento della stanza, ma un lieve sussulto contrariato scappò dalla sua gola quando lo vide allontanarsi da sé.
Lo osservò sospettoso mentre separava una fetta di torta - già tagliata a spicchi - dalle altre e gliela porgeva sorridente: non aveva mai avuto la pazienza di preoccuparsi di certe gentilezze... Anche perché sapeva che a lui quelle attenzioni davano tutt'altro che fastidio, benché faticasse ad ammetterlo persino a se stesso.
Il dolce era ricoperto interamente di panna, con delle fragole intere ad abbellirlo, ma la base di biscotti sbriciolati lo rendeva abbastanza solido da poter essere mangiato senza bisogno di un piatto; e, mentre Allen affondava estasiato i denti nella crema alla fragola con cui era farcito, Lavi rincorreva una linea immaginaria che scivolava morbida lungo i tratti del ragazzo seduto di fronte a lui, con la ben nascosta attenzione che solo un Bookman può avere.
Il segno particolare su un lato del volto; la fronte finalmente spianata, senza nessuna preoccupazione a deformarne il contorno delimitato dai capelli candidi; le ciglia troppo lunghe per essere quelle di un ragazzo; le labbra sottili ma ben delineate, in cui il labbro inferiore sporgeva leggermente rispetto a quello superiore; il mento fine; le spalle minute che sostenevano braccia all'apparenza ugualmente fragili; il busto, solcato dai muscoli accennati e già marcato da diverse ferite; le cosce robuste.
Fu richiamato dal suo viaggio mentale lungo quel corpo che lo attirava tanto dal ragazzo stesso che, tra un morso e l'altro, aveva biascicato un "tu non vuoi un po' di torta?".
Una scintilla baluginò sul fondo del suo occhio verde: per tutto quel tempo si era trattenuto a stento e non riusciva neanche a capacitarsi di come quella piccola impresa fosse stata tanto ardua.
Con una mano sul suo petto, lo accompagnò fino a farlo sdraiare sulle coperte dal tessuto scadente mentre Allen scioglieva le gambe, che aveva tenuto incrociate per permettergli di posizionarsi sopra di sé.
La mano di Lavi scivolò fino al ventre piatto con una lentezza quasi esasperante, liberando con minuzia ogni bottone dalla propria asola finché la camicia non fu completamente aperta.
- Preferisco mangiare te. - vibrò, a poca distanza dal suo orecchio, con tono basso, scatenando un brivido lungo la spina dorsale del festeggiato che lo costrinse ad inarcare la schiena. Con un sorriso malizioso, il rosso afferrò un pezzo di torta - sicuro di riuscire a trovarlo senza neanche guardare grazie alla sua strabiliante memoria - e la utilizzò per ricoprire parte del torace dell'esorcista, trattenendo con le dita la fragola che si trovava sulla sommità e che posò sull'ombelico dopo aver tracciato con la crema un sentiero che, dagli addominali modesti, giungeva al bordo dei pantaloni.
Leccò via ogni traccia, quasi con ingordigia ma con estrema accuratezza, imperlando la pelle di Allen con un'impercettibile striscia di saliva, segnandola nei punti più sensibili con segni rossi in netto contrasto con la sua carnagione chiara e saziando il proprio udito vorace con i gemiti che il giovane non si sforzava neanche di trattenere.
La fragola matura riversò parte del suo succo sul ragazzo fremente che le faceva da appoggio quando, con gola, il Bookman ne morse via la metà.
Togliendo anche ogni traccia del frutto, liberò il compagno dei pantaloni - sentendolo reagire con un sospiro sollevato - e continuò a scendere, saggiando ogni centimetro del corpo che sovrastava.
Dovette rinunciare ai morsi ma non fermò le proprie labbra calde né le mani vogliose.
Per i corridoi iniziava ad esserci un gran trambusto, lo sentiva: non poteva più permettersi di godersi con calma quel momento.
In un certo senso, però, si sentiva pieno... E se avesse lasciato il suo caro Allen non soddisfatto?
Ghignò quasi malignamente a quel pensiero, portando il volto alla stessa altezza del suo e poggiandogli un bacio delicato sulla fronte mentre egli emetteva un suono gutturale - come di tormento.
Gli scompigliò i capelli, ridendo di quella flebile protesta, e fece per andarsene.
- Credo che gli altri ti stiano aspettando. - disse, con un'ultima fugace occhiata al giovane ancora nudo disteso sul letto, prima di chiudere la porta dietro di sé e lasciarlo profondamente deluso, in compagnia di qualche rimasuglio di crema.
  
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