Ore 7.05, lunedì 10 gennaio.
Suona la sveglia.
Mi sveglio di soprassalto, sfioro appena la sveglia appoggiata sul comodino e quest’ultima si rovescia a terra. Inciampo nel lenzuolo scivolato a terra, sbatto la faccia contro al muro e cado a terra.
Mmm, come inizio scuola dopo le vacanze estive, non c’è male!
Guardo i numeri lampeggianti su quell’orribile aggeggio che tutte le mattine mi porta via dal mio amato letto.
CAZZO, TRA DIECI MINUTI ARRIVA IL PULLMAN!
Ok, dovete sapere che abito in un paesino già sperduto di suo, poi io mi trovo nel punto più isolato di questo paesino. Quindi, per raggiungere la fermata del pullman più vicina, mi tocca partire da casa circa un quarto d’ora prima che arrivi il pullman. No, sono sicura di non farcela, stamattina. Corro per la casa in cerca dei libri di scuola, mi metto un filo di trucco (tanto da essere presentabile), mi vesto come capita e esco di casa.
Cazzo, le chiavi!
Rientro in casa, prendo le chiavi e esco di nuovo dal cancello.
Quando una giornata inizia male, può finire anche peggio, questo è il mio motto.
Guardo il mio cellulare, segna le 7.10.
Bene, inizia la sfida contro il tempo.
Mi metto a correre più veloce che posso, fortunatamente ho ottenuto buoni risultati in ginnastica sullo scatto. Non posso dire lo stesso della resistenza, infatti dopo due secondi cedo alla stanchezza e ricomincio a camminare, col fiato corto.
Guardo l’ora, 7.12.
Cazzo, tra tre minuti passa e io sono solo a metà strada!
Mi metto di nuovo a correre, più lentamente e ormai rassegnata a perdere il pullman.
Vedo una figura in bicicletta alla fine della via.
Merda, quello è Zayn!
Comincio a gridare il suo nome, e dopo un paio di ‘ZAAAAAAAAAYN, CAZZO!’ si gira, mi vede e mi saluta felicemente con la mano.
“Cazzo ti saluti?”, penso.
Comincio a correre, vedendo che lui si è fermato ad aspettarmi.
Arrivo, ormai sfinita, mi sorprende vederlo felicemente rilassato, dato che anche lui prende il mio stesso pullman.
“Tu sai che ore sono, vero, Malik?” “Mmm, sono le 7.16, Carter. Hai perso il pullman ahahah”
“Ma ci sei o ci fai, Malik? L’hai perso anche tu, bello mio.” “Che presa male, mamma mia. Secondo te, perché sono in bicicletta?” “Fammi capire, tu vorresti andare a scuola in bicicletta?” “Ci sarebbe qualcosa di male?” “NO, NON CI SAREBBE NULLA DI MALE, MA SI DA IL CASO CHE ABITIAMO A CIRCA UN’ORA DI DISTANZA DALLA SCUOLA!” “Ho i miei segreti. Non sai quante scorciatoie, conosco.”
Lo guardo interrogativa.
“Beh, se preferisci restare qua a consumarti di rabbia per non esserti svegliata in tempo, io ti lascio e me ne vado è.” “Mmm.”
Lo guardo rassegnata, e salgo dietro di lui.
“Ti fidi di me, Elle?” “Sì, mi fido di te, Zayn”
Sì, mi fido davvero di lui. È il mio migliore amico da quando avevamo cinque anni, e siamo praticamente cresciuti assieme. Insieme ridiamo, piangiamo, facciamo cazzate, ci ingozziamo di Mars, ascoltiamo musica. È l’unico che sa tutto di me, che mi conosce davvero in tutto per tutto. E io sono l’unica che lo conosce davvero per quello che è. Con gli altri non è così. Neanche con i suoi amici si esprime così bene come con me. Non so cosa sia, ma forse c’è qualcosa in me che lo rende sicuro. Di certo, io con lui sto bene, mi sento protetta. Siamo come fratelli.
Ore 7.56.
Ebbene sì, Zayn conosce un sacco di scorciatoie. Siamo già qui davanti a scuola. Prima di entrare a scuola, andiamo al ‘Frenzy’, il bar meno popolato della città. è lì che ci aspettano i suoi amici, che da 4 anni sono diventati anche miei amici. Quei quattro ragazzi sono adorabili, davvero.
Oddio, hanno anche loro i momenti-no, ma amo quelle volte in cui mi trattano da principessa.
Entriamo nel bar, ci accoglie il tizio al bancone con un “Ciao, belli. Volete il solito?”
Annuiamo entrambi, e cerchiamo di adocchiare i nostri quattro amici.
Sento due braccia calorose spuntare da dietro che mi stringono in un abbraccio altrettanto caloroso. Mi giro, e mi trovo davanti quel brutto muso di Tomlinson. Lo abbraccio e gli do un bacio sulla guancia, lui ricambia e intanto si mette a cantare “WE ARE GONNA DANCIN’ INTO THE SEA, ALL I WANNA IS YOU, YOU’RE MA CHERIE!” Scoppio in una risata, vedendo le altre persone sedute al tavolo che lo guardano malissimo.
Lo porto via dal bar, e uscendo vedo che Malik e Payne stanno confabulando tra di loro fumandosi una sigaretta. Styles mi saluta con uno scappellotto, mentre Niall, dolce come il suo solito, mi chiama per nome e mi da un bacio sulla fronte. Sì, lui è l’unico che mi chiama sempre per nome. Solo quando è incazzato con me, si mette ad inserire il mio cognome in ogni frase. Io che tengo per mano Louis, che imperterrito continua a cantare “MA CHERIE”, Zayn che continua a parlottare in gran segreto (che mai c’avranno da dire quei due, di così tanto segreto?) con Payne, Niall che continua a ridere con Harry per quello che canta Louis, ci incamminiamo a scuola.