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Autore: Cimmino    18/05/2012    2 recensioni
Capitolo 13 modificato e terminato.
Salve salvino! Sto lavorando con un mio amico ad una sorta di crossover tra le vite dei nostri due PG di Skyrim. La storia ha luogo circa 15 anni prima degli eventi conosciuti. Per ora i capitoli sono poco più che brevi sommari delle vicende e col tempo li migliorerò.
Un assaggio:
In una notte buia, senza luna e senza stelle solo il tenue limpido di una candela posta fuori dalla cancellata illuminava i volti della due prigioniere.
Erano due donne, poco più che ragazze, una Bretone e un Elfo Alto. La prima armeggiava cautamente con un grimaldello. Erano entrambe molto belle, la Bretone aveva un viso affilato e si suoi occhi verdi erano seri e concentrati, illuminati dalla fioca luce dalla candela, i suoi capelli, una lunga chioma rossa come il fuoco cadevano morbidi sulle sue spalle mentre una ciocca sul viso scendeva descrivano dei dolci boccoli.
Questo è l'inizio del prologo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«NO! NO e poi NO! Non ho intenzione di venderti la statua di Meridia a soli 20 septim!»
Urlò furente il padre di Yangin, Edmuhund,  un abile commerciante bretone di cianfrusaglie. Stranamente alto per le sue origini aveva il volto rigato da cicatrici verticali dovute ad un incontro da bambino con un lupo. Portava i capelli rasati ma aveva una folta barba rossiccia acconciata con i più disparati ornamenti sacri ed i suoi stanchi ma attenti occhi verdi riuscivano ad individuare un affare a leghe di distanza, questa naturale capacità gli permise nel corso degli anni di arricchirsi e di farsi un nome come piccolo mercante.
Vendeva e comprava di tutto, più per gusto che per guadagno, per i  prezzi che praticava era quasi un truffatore, ma in tutta Highrock non c’era un singolo uomo così ben fornito.
Da quando era tornato dalla Grande Guerra però era ossessionato da un prodotto conosciuto sotto le armi e che desiderava commerciare: la Skooma, la droga più potente e più pericolosa di tutto l’impero, prodotta dallo zucchero lunare  khajiti si presentava come un liquido di un blu molto intenso e dall’odore fruttato che provocava allucinazioni ed euforia.
In passato fu la causa di un’intera rivolta di minatori che in preda agli effetti della bevanda attaccarono un accampamento militare causando ingenti perdite. Da quel momento la Skooma divenne illegale e tutti i commercianti e produttori vennero o imprigionati o giustiziati.
Fu Yangin, poco più che una bambina, a convincere il padre ad aprire e gestire un retrobottega mentre lei lavorava nell’attività di facciata ingannando sempre meglio clienti su clienti con i suoi magnifici occhi verdi.
In pochi mesi Edmuhund riuscì a guadagnare abbastanza septim da aprire dei retrobotteghe per tutta la provincia imperiale di Highrock e poco dopo possedeva una casa-forte tutta per lui e la sua tenera figlioletta.
Massiccia e fredda fuori, le sue mura in massiccia pietra squadrata erano ciò che rimaneva di un antico castello avvolto nella leggenda. Si sussurava che, decenni prima, il forte fosse abitato da individui dotati di incredibili poteri magici e che durante un loro esperimento rimasero intrappolati nelle fredde e nude rocce delle mura. Il castello era tuttavia caldo e accogliente al suo interno, il legno grezzo che formava pavimenti e soppalchi rendeva la pietra meno opprimente e gelida mentre molti camini riscaldavano l’ambiente.
Quella rocca fu per la ragazza il luogo più accogliente in cui visse, vicino ai rigogliosi boschi da caccia dell’Imperatore, Yangin crebbe sana e forte allenandosi in varie arti criminali, combattimento col pugnale, furto e inganno, tutto quello che si prefissava lo otteneva o con la forza o con l’inganno facendo solo ciò che riteneva proficuo ma soprattutto divertente. Gestire la bottega del padre e vivere agiatamente mentre lui metteva da parte ricchezze sempre maggiori la entusiasmava e quando scoprì di avere un talento per le arti Arcane la sua vita divenne da bella ad eccezionale. Da quel momento le sue giornate divennero enormemente piene, Yangin infatti si destreggiava tra l’allenamento fisico, lo studio della magia e la bottega senza però trascurare i suoi amici che vivano nel piccolo villaggio ai piedi del castello. La ragazza si divertiva molto a mettersi in mostra con in suoi coetanei evocando deboli fiammelle e piccole figure eteree e con il tempo la sua abilita crebbe sempre più grazie anche ai vari scambi fatti da Edmuhund che avevano permesso di creare una fornita biblioteca formata prevalentemente da tomi magici. Col passare dei mesi Yangin iniziò a dedicarsi a tempo pieno allo studio fino a quando riuscì a controllare il livello base di tutte le tipologie di incantesimo mostrando però particolare affinità per gli incantesimi di fuoco rispettando appieno il nome donatole dal padre che, nella lingua degli antichi, significava Fuoco.
Il tempo scorse felice tra i passatempi di Yangin e l’abilita del padre negli affari fece in modo che la piccola attività di famiglia diventasse famosa e temuta in tutta Tamriel.
Vani furono gli svariati tentativi della legione imperiale di smascherare Edmuhund e la figlia. Un giorno di Primo Seme una pattuglia venne inviata perfino sino al loro castello dove Yangin stava leggendo al caldo del camino con le gambe incrociate sui braccioli della poltrona in velluto rosso fuoco. Il comandante bussò forte sulla porta borchiata con un inquietante battente rappresentante il principe daedrico Namira che di avvolgeva sul ferro battuto. «Per Tamriel aprite questa porta o saremo costretti ad usare la forza!» Yangin non si scompose e continuò tranquillamente a leggere il suo libro sulle leggende dei licantropi.
Il rumore dei pugni sul legno massiccio si fece sempre più insistente fino a quando la ragazza, spazientita per essere disturbata per tale un’inezia, spalancò con forza la porta. L’ultima cosa che il capitano vide fu il ghigno truce di Namira per poi ritrovarsi riverso nel fango.
All’ingresso Yangin si gustava la scena con il sorriso stampato sulle labbra mentre i soldati stupiti portavano lentamente la mano alla spada. La reazione di Yangin fu al contrario rapida e decisa, con un sorriso maligno coinvogliò le fiamme del camino verso gli imperiali uccidendoli provocando loro attimi di pura agonia. Ecco. Mi faccio sempre prendere dalla foga del momento. E questi dove li metto adesso? Forse è il caso di aspettare Papà, saprà cosa fare. Si disse Yangin che lasciando il portone aperto rientrò in casa e riprese la lettura.
Grazie ad accordi e tangenti nessuno seppe mai di questo e di altri avvenimenti e così il piccolo impero del male si espanse in tutto l’impero. Le botteghe spuntavano come funghi e risalire al loro fornitore sarebbe stato impossibile, troppe persone e scambi si incrociavano in modo da rendere le indagini inutili e senza sbocchi.
A Skyrim però Edmuhund incontrò non poche difficoltà, in quel luogo la gente viveva in modo semplice e la vita era troppo dura per far baldoria così i Nord, i suoi abitanti, vedevano di malo modo questo famoso ricavato bluastro che prendeva il nome di Skooma. L’unico metodo per  espandersi in quella regione sarebbe stato un matrimonio combinato tra sua figlia, neanche quindicenne, ed un ricco mercante viscido e ingannevole nell’aspetto come nel nome Sheivash.
Yangin non ne volle sapere e si impuntò come non mai.
«Non esiste che quel “coso” mi tocchi. Poi tu! Tu che sei sempre stato geloso di me e non mi hai mai quasi lasciata entrare in contatto con dei ragazzi ora mi useresti per i tuoi traffici? Non esiste al mondo una cosa simile.»
«Io sono il Capo, io ho creato tutto questo ed io comando!» La zittì con forza. «Poi mi è sempre sembrato che fossi disposta a qualsiasi cosa pur di espanderci in Skyrim.»
«Non intendevo mica darmi come merce al primo uomo che passa. In più prima affermi che sia tutto merito tuo poi appena ti servo mi includi nei tuoi calcoli, non è così che funziona. Ti propongo di darmi carta bianca e stare a vedere e se in un mese il mio lavoro non darà progressi sarai libero di farmi fare tutto quello che vuoi.» Concluse Yangin e senza lasciare tempo al padre di replicare si voltò e si diresse in biblioteca.
Le abilità della ragazza nell’ingannare, grazie alla sua intelligenza e bellezza, furono tali da dare i frutti sperati nel mese di tempo e in nel giro di un anno tali da rimpiazzare il padre e consentirle di organizzare poco a poco “l’invasione”di Skyrim.
Il suo piano era semplice ma congeniale: entrare in contatto e stringere accordi con la famosa Gilda dei Ladri di Riften che era l’associazione più legata ai khajiti di Skyrim, commercianti girovaghi che non temevano l’Impero. Umanoidi dall’aspetto felino maestri nei furti e abilissimi mercanti nomadi provenienti dalla calda regione di Elswyr.
Passarono due anni e finalmente i tempi erano maturi. Yangin aveva organizzato tutto nei minimi particolari e la partenza era prossima.
  
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