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Autore: Cimmino    18/05/2012    1 recensioni
Capitolo 13 modificato e terminato.
Salve salvino! Sto lavorando con un mio amico ad una sorta di crossover tra le vite dei nostri due PG di Skyrim. La storia ha luogo circa 15 anni prima degli eventi conosciuti. Per ora i capitoli sono poco più che brevi sommari delle vicende e col tempo li migliorerò.
Un assaggio:
In una notte buia, senza luna e senza stelle solo il tenue limpido di una candela posta fuori dalla cancellata illuminava i volti della due prigioniere.
Erano due donne, poco più che ragazze, una Bretone e un Elfo Alto. La prima armeggiava cautamente con un grimaldello. Erano entrambe molto belle, la Bretone aveva un viso affilato e si suoi occhi verdi erano seri e concentrati, illuminati dalla fioca luce dalla candela, i suoi capelli, una lunga chioma rossa come il fuoco cadevano morbidi sulle sue spalle mentre una ciocca sul viso scendeva descrivano dei dolci boccoli.
Questo è l'inizio del prologo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Yangin si svegliò era distesa su una morbida pelliccia d’orso, al caldo dentro una tenda di pelle. La testa le faceva male e provava un forte senso di nausea sia nei suoi stessi confronti sia per tutto l’alcol ingerito.
Analizzò la tenda con le poche forze che aveva in corpo, riconobbe l’attrezzatura da campo come sua ma non ricordava di aver abbandonato la città. Un soffio di vento gelido entrò debole nella tenda facendo tremolare il pallido fuoco di un tripode nell’angolo e spalancando le pelli che componevano l’ingresso della tenda. Yangin venne sorpresa da quell’aria gelida e osservando la luce che entrava dallo spiraglio aperto dal vento poté dedurre che fosse mattina inoltrata. Maledizione che mal di testa… Ma che diavolo è successo ieri notte? Dove sono tutti?
Chiamò ad alta voce più e più volte il nome di Antram ma ottenne solo il flebile eco della sua voce trasportato dal vento. Allora uscì dalla tenda e venne punta dall’aria gelida di Skyrim, si guardò intorno e vide solo cime di montagne, evidentemente doveva trovarsi in un avvallamento. Rimase all’aperto per parecchi minuti, l’aria fresca la stava svegliando ed il contatto delle piante dei piedi con l’erba umida di rugiada la rilassava. Queste montagne sono il paradiso. Vi è una pace ai loro piedi in grado di calmare il più irrequieto tra gli uomini. Pensò Yangin che si era seduta a gambe incrociate su di una pietra scaldata dal sole. Ma senti che persona profonda sto diventando! Mi faccio quasi paura. Disse la ragazza tra sé e sé sorridendo e sollevando lo sguardo verso le cime delle montagne, dove dalle aquile descrivevano larghi cerchi.
Quando però pensò che era sola e non ricordava nulla della notte appena passata Yangin si levò da terra legandosi i capelli rosso fuoco in una lunga treccia. Si diresse a grandi passi verso la tenda ed entrandoci provò un gran sollievo dovuto alla temperatura più confortevole, finì di vestirsi, infilò gli stivali in camoscio scuro e uscì nuovamente dalla tenda. S’incamminò verso una macchia di alberi poco più in basso dove trovò il carro: il carico era intatto ma lo stesso non si poteva dire del mezzo, le ruote erano tutte e quattro rotte, si vede che il tragitto era stato difficile e veloce. Sembra che almeno non si sia perso tutto, ma dove sono gli altri? Per i Nove, che diavolo è successo l’altra notte, ammesso che abbia dormito solo un giorno. Antram dove sei? Pensò Yangin che però, visto che il carico era integro, si sentì almeno in parte sollevata e tornò alla tenda con calma, cercando di ricordare qualcosa del soggiorno a Ponte di Drago. Trovò Alik che, visibilmente preoccupato, cucinava due conigli.
La ragazza si gettò verso il pasto senza neanche salutare colui che, a sua insaputa, le aveva salvato la vita e, mossa da una fame animalesca, strappò un pezzo di carne dal gustoso roditore. L’uomo dalla pelle scura fu sollevato nel vederla sana e sveglia, scherzò con la ragazza e le raccontò di come era scivolato in una pozza di fango pur di prendere quei conigli, ma improvvisamente si fece serio e raccontò di tutti gli avvenimenti della scorsa notte: Alik avendo notato che la situazione stava scappando di mano provò calmare i suoi nuovi compagni ma vedendo che non ci riusciva prese di forza Yangin, la quale lo graffiò e lo morse ripetutamente, e si allontanò da Ponte di Drago prima che potesse essere riconosciuto come uno del gruppo arrivato la mattina prima.
Yangin ascoltò con molta attenzione sunto dell’uomo sentendo sempre più che poteva fidasi di lui ed alla sua domanda “cosa si fa ora?” rispose a pieni polmoni: «Si va a Riften!»
  
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