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Autore: Cimmino    18/05/2012    1 recensioni
Capitolo 13 modificato e terminato.
Salve salvino! Sto lavorando con un mio amico ad una sorta di crossover tra le vite dei nostri due PG di Skyrim. La storia ha luogo circa 15 anni prima degli eventi conosciuti. Per ora i capitoli sono poco più che brevi sommari delle vicende e col tempo li migliorerò.
Un assaggio:
In una notte buia, senza luna e senza stelle solo il tenue limpido di una candela posta fuori dalla cancellata illuminava i volti della due prigioniere.
Erano due donne, poco più che ragazze, una Bretone e un Elfo Alto. La prima armeggiava cautamente con un grimaldello. Erano entrambe molto belle, la Bretone aveva un viso affilato e si suoi occhi verdi erano seri e concentrati, illuminati dalla fioca luce dalla candela, i suoi capelli, una lunga chioma rossa come il fuoco cadevano morbidi sulle sue spalle mentre una ciocca sul viso scendeva descrivano dei dolci boccoli.
Questo è l'inizio del prologo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrata in città Yangin rimase stupida dalla tristezza che permeava l’aria. La povertà era palpabile nonostante ai vagabondi fosse impedito l’ingresso. 
Il suo piano prevedeva già i contatti con la fantomatica Gilda dei Ladri, ma ora non aveva idea di come fare per trovarli.  
Poco male… pensò la ragazza. Innanzitutto andrò a trovare Antram per dargli una lezione, poi penserò al da farsi.
Non appena iniziò ad avvicinarsi alla piazza centrale, sentì voci e grida provenire dal sito e vi si diresse. Era il giorno del mercato e commercianti di tutte le razze esponevano i loro prodotti sui banchi. Alla vista di una bancarella esponente del cibo, lo stomaco di Yangin brontolò rumorosamente. Erano tre giorni che non mangiava altro che coniglio mal cotto, così decise di prendersi un dolce e si avvicinò al banco di un Khajiti poco in forma e dalla circonferenza visibilmente generosa.
«Quanto costa quella torta di mele?»  Chiese con gentilezza al felino.
«12 septim»  rispose in maniera secca il venditore.
12 septim?!? E’una pazzia, per una torta sola! Pensò allibita. Essia, muoio di fame e non posso fare altrimenti che pagare questo gattaccio.
Quando Yangin introdusse la mano nella borsa in cui riponeva il denaro però, la attese una bella sorpresa:  era completamente vuota, nemmeno mezzo septim. Impietrita da tale scoperta, la ragazza preparò la sua faccia più dolce.
«M-mi scusi… Ho dimenticato i soldi a casa, non è che magari...»
«Non se ne parla neanche!» La interruppe brusco il Khajiti che la allontanò dalla bancarella urlando e gesticolando.
Yangin imprecò. Se voglio combinare qualcosa devo prima trovare del denaro.
Yangin notò tra la folla un giovane ragazzo bello e forte, ma con l’aria ingenua, che contrattava animosamente con un mercante sventolandogli il suo oro sotto il naso. 
Pessima tattica! non riuscirà mai a scendere a compromessi con il mercante mostrandogli il suo oro, però forse riesco a sfruttare la sua ingenuità a mio vantaggio. Osservò la ragazza tra sé e sé, dopodichè si sistemò i capelli rossi e fluenti e si diresse a grandi passi  verso la fontana per sciacquarsi il viso. Fatto ciò si avvicinò al ragazzo, lo cinse con un braccio alla vita e iniziò a corteggiarlo. Come previsto l’uomo cadde nella trappola, era completamente in balia della giovane fanciulla dai capelli rossi.
Yangin lo fece entrare nella locanda e lo convinse ad affittare una stanza, ma non si accorse di essere osservata da occhi attenti. 
Giunti al piano superiore, la bretone aspettò che il compagno chiudesse la porta, dopodichè  iniziò a svestirlo e al momento giusto lo paralizzo con un incantesimo. 
Sapendo che la paralisi non sarebbe durata molto Yangin lo avvolse nelle coperte, lo imbavagliò e lo legò sotto il letto. Soddisfatta prese la borsa e i gioielli dell’uomo ed uscì dalla finestra.
Per i nove! Non me ne va bene una oggi, pensavo avesse molto più che 50 Septim, mi toccherà borseggiare qualcun altro.
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dal rumore leggero di passi alle sue spalle, si voltò di scatto appena in tempo per bloccare il pugnale che un uomo ammantato di nero le stava puntando addosso, dopodichè estrasse il suo e ferì il suo avversario alla spalla. 
L’uomo indietreggio di qualche passo con una mano sulla spalla ferita, dopodichè inizio a ridere.
«Sappiamo che sei qui da poco e che hai già derubato un nostro bersaglio, abbiamo anche notato la presenza di un certo ragazzo bretone che si fa chiamare Antram, ti dice nulla?» disse la figura nera mentre il sangue gli disegnava una lunga linea rossa sulla manica che gocciolava a terra raccogliendosi in una pozza che aumentava vistosamente. 
L’uomo non sembrò curarsene. Si avvicinò pericolosamente a Yangin e la schiacciò contro il muro con forza premendole una lama alla gola.
«Sono rimasto impressionato dalla tua abilità ad ingannare, si vede che ci sei abituata. Inoltre la tua prontezza di riflessi sarebbe da encomiare.» 
«Presumo tu sia della gilda.»  ribattè Yangin seccata.
«Ohhh sei anche perspicace.» Ironizzò l’uomo.
«Il tuo amico Antram non è molto affidabile: neanche ci conosceva e dopo un giro di idromele sapevamo già tutta la sua vita ed anche il motivo per cui Tu sei qui. Ora vorrei che tu mi seguissi.»
Detto ciò l’uomo si girò ed iniziò a correre lasciandosi dietro una scia vermiglia.
Fantastico! Così non devo neanche impegnarmi per cercarla questa Gilda dei Ladri! Pensò la ragazza che, raccolta la borsa di monete, si mise a correre dietro quell’ombra misteriosa.
 
  
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