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Autore: Lynx__    18/05/2012    3 recensioni
Nella notte di capodanno Isabel, il personaggio creato da me,trova in un cratere un riccio nero molto misterioso. Chi è? E da dove viene? Non avrebbe mai potuto immaginare che quel riccio l'avrebbe aiutata a scoprire il suo destino...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il respiro caldo di Psycho mi accarezzava il viso ogni volta che il riccio accennava a muovere un passo. Mi dondolava monotonamente, prima verso sinistra e poi verso destra, tenendomi come se fossi stata una bambola. Mi aveva afferrata saldamente per la schiena e per le gambe esercitando una pressione notevole e impedendo buona parte dei miei movimenti.
Anche se mi fossi ribellata, non avrei mai avuto la possibilità di liberarmi dalle sue braccia.
Sembrava quasi volesse trattenermi dall’impulso di scappare e correre via.
Che stupidaggine pensai.
Non ero così tonta da rifiutare un servizio taxi, soprattutto quando avevo la possibilità di far rosicare un po’ Shadow.
Effettivamente il pensiero che aveva attraversato la mia mente durante quel piccolo lasso di tempo non era stato scappare da Psycho, bensì Shadow. Camminava tranquillamente accanto a noi, lanciandoci ogni tanto occhiate furtive e tenendo le braccia conserte. Io naturalmente non gli tolsi gli occhi di dosso per tutto il viaggio.
Finalmente arrivammo all’entrata della caverna, dove Psycho fu costretto a mettermi a terra. La sensazione della neve sotto le mie scarpe era bellissima, sopratutto dopo tutto quel dondolio. Mi stiracchiai e feci una giravolta, facendo ondeggiare le braccia seguendo l’andamento del vento. Mi sentivo felice. Felice perché Shadow era lì con me. Felice perché avevo la convinzione che non se ne sarebbe più andato.
“Shadow, Isabel, posso parlarvi in privato?” chiese Kora, battendo un piede sulla neve e interrompendo con la sua voce decisa il mio momento di felicità.
Osservai attentamente il suo sguardo. Era palesemente chiaro quanto fosse determinata ad ottenere delle informazioni. Le iridi sembravano essere circondate da anelli di fuoco color ametista e gli occhi si andavano stringendo, fino a formare due fessure.
Guardai Psycho, pregandolo silenziosamente di non offendersi o quantomeno di restare in disparte. Lui capì e decise di andarsene, dopo aver messo le mani in tasca.
“Dicci tutto” dissi, portando le mani ai fianchi, non appena Psycho sparì dietro una parete rocciosa.
Non ero sicura che se ne fosse andato veramente, comunque.
Lei si sedette su un masso e accavallò le gambe, preparando attentamente le parole da usare. Lo si poteva intuire dall’accortezza con cui faceva qualsiasi movimento: dall’aggiustarsi le pieghe del cappotto a posare le mani sulle ginocchia.
“Shadow, cosa ci faceva lì quel robot?” chiese.
Lui fece spallucce, mantenendo la sua posizione a braccia conserte.
“Non lo so”
Kora sembrò indispettirsi e strinse ancora di più gli occhi.
“Dimmi la verità, davvero non sai nulla su quel robot?”
“Ripeto: non ho la minima idea di cosa ci facesse lì” disse lui, guardando Kora con aria truce.
Osservavo i loro battibecchi, stando in disparte nel mio “angolino”. Se fossi intervenuta, probabilmente avrei causato solo danni.
“Lo avrà mandato Eggman per osservarvi. Ho visto il suo marchio”
“Allora c’è qualcosa che sai!”
Shadow emise una sottospecie di ringhio. Mi faceva un po’ di paura, dovevo ammetterlo.
“Ti ho detto che non so nulla. La mia era solo una supposizione”
“Spiegaci perché sei tornato allora. Questo dovresti saperlo”fece Kora, lanciando un’occhiata anche a me.
Shadow abbassò lo sguardo e notai che aveva stretto i pugni.
“Non sono tenuto a rispondere. Non a te, almeno”
Kora spostò lo sguardo su di me, alzandosi dalla sua seduta.
“Tu non hai niente da chiedergli?”
“No” dissi, senza pensarci.
“Per ora non ho niente da domandargli”
Il solo fatto che fosse tornato aveva cancellato tutto il rancore che avevo serbato nei suoi confronti. L’abbraccio, poi, mi aveva resa ancora più felice di prima. Forse ero stata ingenua, stupida e che so io, ma non mi importava. Finché potevo stare con Shadow, tutto il resto passava in secondo piano.
“Va bene… Fai come vuoi…” disse guardando il sentiero, coperto completamente dalla neve, che portava a valle.
“Sembra che abbiamo visite”
Voltai anche io lo sguardo e vidi due inconfondibili figure che avanzavano verso la caverna, una sulle spalle dell’altro. Camminavano lentamente (insomma, una camminava e l’altra no) e sembravano intrattenere una discussione piuttosto animata. Solo quando si fecero abbastanza vicine mi fu possibile udire i loro discorsi.
“Spiegami ancora una volta perché devo portarti sulle spalle” disse Knuckles, stringendo la presa sulle ginocchia di Rouge.
“Perché tra i due sono io quella che sta portando questo bel pacchetto, dolcezza, quindi mi stancherei troppo a camminare” disse lei, poggiando l’indice sulla fronte dell’echidna e facendolo irritare ancora di più.
“Si, ma tu hai le ali!” puntualizzò l’altro, scacciando il dito del pipistrello scuotendo la testa.
Rouge sbuffò.
“Come sei noioso! Ammettilo che ti fa piacere portarmi in spalla”
“Non mi piace per niente. Hai parlato per tutto il tragitto di come userai gli smeraldi per farne una collana, del Master Emerald che è rimasto solo soletto, di come sia stato freddo Shadow e che non vedevi l’ora che arrivassimo perché ti annoi. Le mie orecchie chiedono disperatamente silenzio e sei pesante”
Rouge strinse gli occhi e diede un forte ceffone alla testa dell’echidna. Non era la prima volta che succedeva, era chiaro.
“Stai dicendo che sono grassa, per caso?”
“Cavolo, Rouge, mi hai fatto male!” disse lui, massaggiandosi il punto dolorante.
Rouge alzò lo sguardo, ancora irritata, ma sorrise quando i suoi occhi incontrarono i miei.
“Isabel!” disse, sbracciandosi e facendo perdere l’equilibrio a Knuckles, che cadde rovinosamente nella neve, mentre lei usava le ali per mettersi in salvo e avvicinarsi a me.
“Rouge, come sono contenta di vederti!” dissi, allargando le braccia.
“Idem per me, zuccherino. Ho qualcosa da consegnarti” disse, porgendomi il pacco che portava tra le mani.
“Cos’è?”
“Te lo manda Tails. Dice che potrebbero esserti utili nella lotta contro Darkness”
Tolsi velocemente la carta che ricopriva la scatola e la aprii. All’interno c’erano un paio di stivali e dei vestiti di ricambio. Gli stivali erano fatti interamente in camoscio color cioccolato con un risvolto che li percorreva fino al tacco, per poi culminare con una fibbia nera. Era un modello piuttosto comune, ne avevo altri come quelli. Osservandoli bene, però, mi accorsi che non erano semplici scarpe. La suola a carro armato presentava dei buchi piuttosto larghi ed insoliti.
“Sono scarpe aeree” disse Shadow, avvicinandosi e prendendo lo stivale destro tra le mani.
“Come lo sai?” chiesi, piuttosto sorpresa che lui ne avesse riconosciuto il tipo.
“Sono come quelle che porto ai piedi”
“Quindi se indosso questa scarpe sarò in grado di pattinare come fai tu? Non ho bisogno di qualche potere speciale?”
“No, non hai bisogno di niente. Queste scarpe sono state ideate per correre su un cuscino d’aria, che isola dal terreno e permette di spostarsi con quel movimento fluido che si avvicina molto al pattinaggio…” disse, indicandomi quegli stessi buchi che io avevo notato, posti strategicamente sotto la suola.
“Sai pattinare, vero?”
Abbassai lo sguardo, poggiando la punta dell’indice della mano destra su quella della mano sinistra.
“Ehmm… No”
Shadow sospirò.
“ Devi risolvere questo problema, altrimenti questi stivali saranno inutili”
Annuii e spostai la mia attenzione su Knuckles, che arrivava a passi lenti.
“Era chiedere troppo che tu mi aspettassi?” chiese, rivolto a Rouge.
“Pensavo stessi facendo un sonnellino..” disse con aria tutt’altro che innocente lei.
“Un sonnellino?! Ma ti sembro così idiota da farmi un sonnellino nel bel mezzo della foresta e per giunta coperto dalla neve?!”
“Non penso che tu lo voglia sapere..” disse Rouge, non più  offesa. Knuckles sospirò, ancora più irritato di prima. Il pipistrello e l’echidna erano proprio come cane e gatto: litigavano sempre e per i motivi più sciocchi. Anche un cieco però avrebbe capito che c’era del feeling tra i due, che andava oltre l’attrazione fisica.
“Ah, a proposito. Sonic e Tails vogliono che tu dia loro delle informazioni su Darkness” disse Rouge, rivolta a Kora.
“Che tipo di informazioni?”
“Vogliono mostrarti del materiale che hanno trovato sull’incidente di quindici anni fa e vogliono un tuo parere. Hanno detto che serve che tu scenda a valle”.
“Ma Isabel non può interrompere l’allenamento. Lo sanno, vero?”
“Beh, c’è sempre Shadow. Lui è bravissimo a combattere”
Kora guardò con sospetto il riccio nero, per poi tornare a rivolgersi a Rouge.
“Non lo so… Non penso che lui possa allenarla come si deve”
“Kora, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Non possiamo preparare una difesa se non sappiamo niente sul nemico che dovremo fronteggiare” disse Knuckles.
Lei rifletté per qualche minuto, in silenzio. Alla fine, però, sospirò e decise di seguire Rouge e Knuckles a valle, per aiutare i miei amici. Raccolse la sua roba in pochi minuti e, messo lo zaino in spalla, seguì a passi lenti la strana coppia.
Capii di essere tesa solo quando finalmente riuscii a rilassare le spalle. Anche Shadow l’aveva notato e infatti continuava a fissarmi insistentemente. Anche io lo guardai, fino a che il suo sguardo non divenne troppo pesante da sopportare. Sentivo una scarica di adrenalina fortissima ogni volta che potevo guardarlo negli occhi.
“Mettiti gli stivali” disse, voltandomi le spalle.
Il tono della sua voce fu così deciso che non ebbi il coraggio di domandargli il perché. Intuii che volesse iniziare delle lezioni di pattinaggio. Indossai velocemente gli stivali e mi misi davanti a lui, con le braccia conserte. Mi prese delicatamente le mani ed iniziò a pattinare all’indietro, per permettermi di avanzare. Le scarpe si attivarono senza che me ne accorgessi e iniziai a scivolare sul cuscino d’aria, dando spinte incerte con le gambe.
“Tieni la schiena leggermente piegata in avanti, così non rischi di cadere all’indietro” disse, lasciando momentaneamente la mia mano sinistra per poggiare la sua sulla mia schiena.
Mi irrigidii e questo non sfuggì agli occhi di Shadow, il quale riportò subito la sua mano alla mia. Abbassai lo sguardo e lasciai che lui mi conducesse, muovendomi ancora con incertezza. Sembrava stessimo ballando sulle note di una melodia che solo noi conoscevamo, una melodia suonata ad un volume talmente basso da essere impercettibile.
“Dovresti guardare me, non i tuoi piedi” disse, in un sussurro.
Alzai lo sguardo e incontrai il suo. Sembrava quasi impossibile come potessi essere così attratta da quel rosso così intenso, che sembrava oscillare tra il sangue e il rubino. In quel momento, però, ero troppo su di giri per riuscire a capire quale gradazione avessero in quel momento i suoi occhi.
Quando finalmente acquistai sicurezza Shadow mi lasciò le mani e con un movimento velocissimo si allontanò di qualche decina di metri.
“Adesso cerca di venire verso di me. Mi raccomando, mantieniti a una velocità bassa e non perdere la concentrazione” disse, intimandomi con le mani di raggiungerlo.
Sorrisi e iniziai a pattinare. Non era così difficile. Avevo già imparato a muovermi con una certa scioltezza e sapevo anche muovermi in diverse direzioni, oltre che in linea retta,  ma non avevo ancora idea di come fermare la mia corsa. Impaurita da questa mia incapacità, chiusi gli occhi e iniziai a sventolare le braccia di qua e di là, mentre mi avvicinavo a velocità sempre crescente al riccio nero. Avevo completamente perso la concentrazione.
“Shadow ti prego fermami!” iniziai a urlare, in preda al terrore, dirigendomi forse verso Shadow, forse verso una roccia spigolosa.
Sentii di essere andata a sbattere contro qualcosa di morbido e dal fresco profumo di abete. Anche senza aprire gli occhi capii che si trattava di Shadow: sentivo battere il suo cuore e la sua mano era dolcemente posata sulla mia schiena, accogliendomi in una caldo abbraccio. Strinsi il suo pelo, assaporando quel momento che probabilmente non sarebbe durato molto. Era strano che l’avesse fatto così, di sua spontanea volontà. Da quanto mi era riuscito capire Shadow non era il tipo da dimostrare apertamente le proprie emozioni. Era troppo concentrato a nasconderle dietro una maschera, quella maschera con cui mi si era presentato la prima volta, fredda e apatica. Ero grata che fosse riuscito ad aprirsi con me, soprattutto perché anche io ero riuscita a farlo, nonostante la timidezza e la paura che provavo. Non ero mai stata molto fortunata in amore, anzi diciamo che l’amore scappava non appena mi vedeva arrivare, ma con Shadow era diverso. L’amore che provavo per lui non era semplicemente ammirazione o desiderio di farmi notare. Era qualcosa di più profondo: sentivo di doverlo aiutare, di doverlo sostenere, nonostante sapessi benissimo che lui era in grado di difendersi da solo. 
Sentii un fruscio e uno spostamento d’aria dietro di me (decisamente troppo poco potente perché fosse Sonic) ma decisi di non voltarmi. Era il momento più bello di tutta la mia vita e non me lo sarei fatto rovinare da…
“Insomma, piccioncini, avete finito o devo denunciarvi per atti osceni in luogo pubblico?” disse una voce che ormai conoscevo troppo bene.
Shadow si allontanò e dedicò a Psycho sguardi di completa indifferenza. Io, contrariamente a lui, desideravo ardentemente schiaffeggiarlo.
Ci volle tutto l’autocontrollo di cui ero stata dotata per impedirmi di avventarmi su di lui e strozzarlo con le mie stesse mani.
Mi voltai lentamente mostrando un sorriso estremamente finto.
“Che c’è, tesoro, non sei contenta di vedermi?” chiese, avvicinandosi e allargando le braccia.
“Dipende. Porti buone notizie o sei solo venuto a interrompere la mia sessione di pattinaggio?” dissi, indicando con l’indice destro gli stivali.
Lui fece un fischio, avvicinando il volto alle mie gambe.
“Sono proprio carini. Comunque sono venuto per proporti di venire a stare a casa mia” disse, tornando alla sua posizione originale.
“Cosa?”
“Si, hai capito bene. Quella caverna è troppo scomoda per te, ti rovinerai le ossa a dormire là, al freddo e al gelo”
Portai una mano al mento, iniziando a riflettere. La proposta era piuttosto allettante. La mia schiena reclama un letto caldo e Psycho mi stava praticamente offrendo un riparo dotato di bagno e elettricità su un piatto d’argento.
“Va bene, ma sono ad una condizione” dissi, sollevando un indice.
“Tutto quello che vuoi, dolcezza”
Ghignai e mi voltai per indicare Shadow.
“Verrà anche lui”
Psycho sussultò.
“Cosa?”
“Si, hai capito bene” dissi, imitando il tono di voce con cui si era rivolto a me poco tempo prima. “Shadow verrà con noi”
Gli occhi color ghiaccio di Psycho si strinsero, spiazzandomi un po’. Mi prese per il gomito, in modo rude e iniziò a trascinarmi.
“Cosa diavolo stai facendo?!”
“Non preoccuparti, dolcezza, ti sto solo mostrando la strada” disse, per poi voltarsi verso Shadow. “Ehi, bella statuina, ci muoviamo o dobbiamo aspettare che sua tenebrosità abbia terminato il suo sonnellino all’in piedi?”
Lui si voltò lentamente, mostrando la più totale apatia, e iniziò a camminare lentamente verso di noi, mentre Psycho mi strattonava giù per un sentiero innevato.





Pensavate davvero che li avrei lasciati da soli? Muahahahahah. Vi sbagliavate u.u Sono buona, ma fino a un certo punto é.é
Certo però che dopo un mese che non aggiorno è vergognoso presentarsi con una schifezza del genere… ç_ç sono pessima.
Spero comunque che vi sia piaciuto abbastanza da non venire a strozzarmi xD
Un bacio
  
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