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Autore: Cimmino    18/05/2012    1 recensioni
Capitolo 13 modificato e terminato.
Salve salvino! Sto lavorando con un mio amico ad una sorta di crossover tra le vite dei nostri due PG di Skyrim. La storia ha luogo circa 15 anni prima degli eventi conosciuti. Per ora i capitoli sono poco più che brevi sommari delle vicende e col tempo li migliorerò.
Un assaggio:
In una notte buia, senza luna e senza stelle solo il tenue limpido di una candela posta fuori dalla cancellata illuminava i volti della due prigioniere.
Erano due donne, poco più che ragazze, una Bretone e un Elfo Alto. La prima armeggiava cautamente con un grimaldello. Erano entrambe molto belle, la Bretone aveva un viso affilato e si suoi occhi verdi erano seri e concentrati, illuminati dalla fioca luce dalla candela, i suoi capelli, una lunga chioma rossa come il fuoco cadevano morbidi sulle sue spalle mentre una ciocca sul viso scendeva descrivano dei dolci boccoli.
Questo è l'inizio del prologo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando l’uomo si fermò Yangin respirava affannosamente, i fluenti capelli rossi le rimanevano attaccati al viso sudato. La figura la guardò con sufficienza da sotto il cappuccio e disse:
<< Sei bravina se mi sei rimasta dietro. >> Questo complimento pieno di sarcasmo fece innervosire Yangin che però abituata a venire derisa mantenne la calma.
Il Ladro allora le fece attraversare la piazza del mercato e scendere delle scale che portavano al livello inferiore della città, al livello dell'acqua.
Dopo qualche minuto di corsa tra la muffa e le pozzanghere generate dall'altra marea e si fermò davanti ad un cancello mal messo.
Non appena furono dentro la figura nera si tolse il cappuccio e Yangin rimase senza fiato, davanti a lei si parò un uomo dallo sguardo fiero e virile con profondi occhi nocciola, il suo volto ostentava sicurezza, la barbetta incolta ed i capelli corvini arruffati gli incorniciavano il viso dandogli un aspetto misterioso. La bretone cercò di staccare gli occhi da quell’uomo che trovava così avvenente che disse:
<< Questo è il passaggio secondario per arrivare alla base della nostra Gilda, io sono Malo, incaricato soprattutto di furti, andando avanti è possibile che incontrerai persone armate con l’intento di farti del male. Bene, noi ci vediamo più tardi, ti presenterò agli altri e vedremmo che farne di te. >>
Malo si voltò e sparì velocemente lasciando Yangin imbambolata e confusa in quel cunicolo umido e ammuffito, delle voci losche la fecero tornare in sé e quando tre figure, più bestie che uomini, le si pararono davanti minacciandola ed imprecando. Quando questi misero mano ai pugnali Yangin non esitò e li incenerì con un incantesimo.
Sono in ballo! Pensò e si diresse a passo deciso nella profondità di quei cunicoli ammuffiti. Dopo quel che le sembrò un’infinità di tempo e di tunnel male illuminati arrivò davanti ad una porta, l’ennesima, che donava solo sul muro. Esasperata usò un potente incantesimo di distruzione contro la parete che per sua tristezza non sembrò risentirne. Stufa di tutti quei giri si fermò a riflettere: Per I Nove! Non è possibile, attaccata da uno sconosciuto, trascinata qua tra gli skeever ed i ragni solo per che cosa? Per uno stupidissimo affare di  mio padre! Sapeva benissimo che era stata lei a proporre quell’azzardo a Skyrim però in quel momento aveva semplicemente bisogno di sfogarsi. Esausta si addormentò. Passarono velocemente le ore senza che lei potesse saperlo assopita e nel profondo di un condotto fognario e quando finalmente si svegliò a Yangin parve di aver dormito per qualche minuto. Riposata si mise a camminare nuovamente in quel labirinto sotterraneo e con la mente libera pensò di tracciare col pugnale un solco sul muro affinché potesse trovare la strada.
In breve tempo raggiunse una nuova porte, questa a differenza delle precedenti era molto grande, di ferrò e ricca di borchie e di decori.
La ragazza con rinnovata determinazione la spalancò fregandosene della furtività che sarebbe consona ad un ladro. Quello che le si aprì dinnanzi fu sensazionale: un corso d’acqua scorreva limpido sotto i suoi piedi e al centro di questo una struttura luminosa sorreggeva una maestosa statua d’oro raffigurante una caraffa con sopra incise delle rune antiche. Tutto questo le appariva all’interno di una cupola sotto Riften illuminata a giorno con fiaccole e incantesimi. Attraversato un ponticello di pietra Yangin poté sfiorare l’ornamento in oro e arrivata su una piazzola si sentì improvvisamente osservata, dieci persone, tra le quali Malo la osservavano divertiti senza proferire parola. Dopo un silenzio che le parve lunghissimo una donna Nord dai tratti affilati iniziò a parlare: << E così saresti tu la famosa Yangin di cui ci ha tanto parlato il nostro amico Antram sù alla locanda, io sono Eluice e ti do il benvenuto alla Caraffa d’Oro,  la nostra base e la nostra casa, la casa della Gilda dei Ladri! >>
  
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