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Autore: Yuki Delleran    08/12/2006    5 recensioni
Il Faraone Athem se n'è andato lasciando dietro di sè una grande tristezza negli animi degli amici, ma Yugi non riesce ad accettare questa separazione arrivando a sentire la voce dell'amico nei suoi sogni. Ma si tratta davvero solo di sogni, di semplici suggestioni? O è una vera richiesta d'aiuto? Esisterà davvero la possibilità di rivedere Athem? Nota: accenni YamixYugi aperti a libera interpretazione... Spoiler sulla fine della serie animata e sul film.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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L'altra metà dell'anima 6 Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a © Kazuki Takahashi
La canzone "Shadow games" fa parte della © Yu-Gi-Oh! The movie soundtrak
La canzone "Bring me to life" è degli © Evanescence
L'ALTRA META' DELL'ANIMA

di Yuki Delleran


Shadow games

La fine del viaggio

“Long ago, in the ancient past
I remember a life when we first met
In a dark shadow realm under a big full moon
There and then, I could tell
You'd try to break my will

But now, watch as I rise to a whole new height
And our mad battle cry will be heard all night

You keep on playin'
Those dark shadow games, and
No, I won't be beat again
You keep on playin'
Those dark shadow games, and
Oh, this time I'll claim my fame.”


***


«Noooo! Maledetto! Non puoi farlo! Fatti vedere e affrontami lealmente! Lui non c’entra niente! Devi lasciarlo! Yugi! YUGI!! »
Il giovane si accasciò ansimando. Aveva urlato con tutto il fiato che aveva in corpo ma le tenebre attorno a lui erano rimaste sorde e insensibili alla sua rabbia.
«Non è giusto! Non è giusto! » mormorò picchiando a terra i pugni mentre lacrime brucianti premevano per uscire. «Me la pagherai! Non importa come, troverò il modo! Non permetterò che ti prendi Yugi! »
«Il ragazzo ha ragione. E’ ora di porre fine a questo Gioco delle Ombre. »
Quella che aveva parlato era una voce femminile dolce e musicale, ma allo stesso tempo decisa. Le tenebre vennero spazzate via da un’accecante luce dorata e solo quando si affievolì leggermente Athem poté scorgere al suo interno due figure. Spostando lo sguardo si rese conto che quello che gli era apparso come uno spazio di tenebre infinite, in realtà era solo la sala principale del tempio. Da un angolo, ormai impossibilitato a celarsi nell’ombra, emerse il grande cane nero personificazione di Anubis.
«Mia signora, » ringhiò. «siete dunque venuta ad esigere questa anima? La condanna verrà eseguita immediatamente se lo comandate. »
A quelle parole Athem non poté fare a meno di ritrarsi leggermente. Un’altra divinità esigeva la sua anima? Era dunque giunta l’ora del castigo? Se così fosse stato, non avrebbe avuto la possibilità di trarre in salvo Yugi! Com’era possibile che permettessero una tale ingiustizia? Nonostante l’ansia, il suo spirito combattivo si ribellò a quell’idea: non si sarebbe arreso senza lottare!
«Il mio consorte e fratello, signore del mondo sotterraneo, comanda che venga immediatamente sospesa la pena che gli stai infliggendo, poiché non equa ma nata unicamente da un tuo desiderio di vendetta. »
Anche la seconda figura luminosa prese la parola, con una voce maschile e giovanile.
«Egli è un Faraone e come tale la mia incarnazione sulla terra. Se questo non fosse sufficiente, ha più volte salvato l’umanità da chi la minacciava, te compreso. Non merita un simile trattamento, così come non lo merita l’anima pura che hai imprigionato con l’inganno. »
Il cane ringhiò nuovamente e Athem rimase sbalordito da quelle parole. “Consorte e fratello, signore del mondo sotterraneo”, “la mia incarnazione sulla terra”… Quelli erano niente meno che Iside e Horus, la dea madre e regina e il signore del cielo. Che si fosse sbagliato e in realtà fossero giunti in suo soccorso?
«Riassumi la tua forma originaria, Anubis. » ordinò Horus. «Siamo a conoscenza di ciò che è accaduto ma ti è data comunque la possibilità di parlare. »
Alle spalle di Athem si erse di nuovo l’uomo dalla testa di sciacallo che reggeva i capi delle sue catene. Ora che il mantello nero non lo copriva più e poteva vederlo chiaramente, il giovane ne era ancora più inorridito. Il fatto che una creatura simile tenesse la sua esistenza delle proprie mani lo riempiva di repulsione.
Iside ammantata di luce sollevò una mano.
«Quelle non sono necessarie. »
A quelle parole le catene ai polsi di Athem, fredde e pesanti, si dissolsero come neve al sole lasciandolo finalmente libero.
«Mia signora, esigo che mi sia dato ciò che mi spetta! » tuonò Anubis e la sua ira fece tremare l’intero tempio. «Costui ha osato sconfiggermi e umiliarmi ben due volte. Nella notte dei tempi quando era Faraone d’Egitto e in questa orribile epoca moderna con l’aiuto del suo giovane compagno. Quando finalmente dopo tremila anni la sua anima si è trovata in mano mia, ho potuto riscuotere il tributo che mi doveva. »
«E immagino che questo tributo includesse anche l’attirare qui il suo compagno e sfidarlo ad un ingannevole Gioco delle Ombre con il solo scopo di impossessarti di un’anima pura e innegabilmente potente. » disse Horus. «Ovviamente aver costretto il mio protetto ad assistere alle sofferenze del suo amico e non aver informato quest’ultimo che comunque si fossero svolte le prove la posta in gioco era anche la sua anima, sono dettagli insignificanti, vero? »
Anubis non rispose, limitandosi a guardare le due figure splendenti con astio. Athem tentò di rivolgere loro lo sguardo a sua volta ma emanavano un fulgore troppo intenso per essere sopportato dai suoi occhi.
Iside parlò di nuovo.
«Maat, dea della giustizia lo impone. Affrontatevi lealmente oppure ritirati, signore delle anime perse. »
Per un attimo Athem credette di sentire una leggera vena ironica nella sua voce, ma l’impressione scomparve subito non appena la dea continuò.
«Alzati, Athem, Faraone d’Egitto e Re dei Giochi. La tua fama ti reclama. Dopo millenni dal vostro primo incontro sotto lo splendore di un’antica luna, è giunto il tempo di riprendere possesso del tuo destino. »
Il giovane si fece forza. Finalmente si trovava ad armi pari davanti al suo nemico, nessuna catena lo bloccava, nessuna minaccia di ritorsione l’avrebbe fermato. Anubis aveva detto bene, era tempo di pagare. Sì, tempo di pagare per tutto il male che aveva fatto a Yugi. Avrebbe scontato la pena più severa per il dolore che aveva inflitto al suo innocente amico, la cui unica colpa era quella era stata quella di avere un’anima troppo pura per essere ignorata da chi se ne cibava.
Sentiva il potere scorrere di nuovo dentro di lui, era una luce che nasceva dall’interno, una forza che solo ora, dopo la perdita dell’altra metà della sua anima, era riuscito a sprigionare. Non sarebbe stato battuto nuovamente! Non ora che doveva raggiungere uno scopo che andava ben oltre la sua salvezza personale.
Inaspettatamente vide Anubis chinarsi su sé stesso, esplodere in un grido di rabbia e dileguarsi come un’ombra oscura.
«Uno dei contendenti ha rinunciato al duello. » declamò Horus. «La giustizia di Maat è compiuta. Ti sei conquistato il diritto di decidere del tuo destino, mio protetto.»
Athem, rendendosi conto a malapena di quello che era successo, si rivolse alle divinità splendenti.
«Cosa ne è stato di Yugi? » esclamò ansiosamente.
«Non devi preoccupartene, è al sicuro. Ora è giunto il momento di esaudire il tuo desiderio, figliolo.»
La voce di Iside si era fatta dolce e carezzevole, come se cercasse di rassicurarlo.
«Sai di cosa parlo, vero? »
Athem annuì.
«Sì, ma si tratta di un desiderio egoistico che non merita di essere realizzato perché dettato da un sentimento sbagliato.»
Athem sospirò con espressione affranta. Avrebbe voluto realizzare quel desiderio con tutto sé stesso, ma si rendeva conto che non era giusto.
«Provare affetto non è una cosa negativa. Perché la ritieni tale? »
«Perché… bhè… il mio tempo si è concluso. So di averlo fatto soffrire quando me ne sono andato e sarebbe una crudeltà giocare ancora con i suoi sentimenti. »
«Però vorresti stare con lui, vero? Quanto a lui, mi sembra si sia espresso piuttosto chiaramente. »
L’immagine di Yugi che gridava: «Se questa è la mia libertà, allora non la voglio! NON LA VOGLIO SENZA DI TE!! » tornò prepotentemente alla mente di Athem. Gli sembrò che Iside stesse sorridendo. Come poteva spiegare quello che stava provando? Era complicato anche per lui capirlo, l’unica cosa che sapeva era che non poteva pensare solo a sé stesso.
«Sì, è vero. Vorrei… voglio stare con lui, perché gli voglio bene, voglio bene a tutti loro, ma non posso! Non è giusto! »
«Ora calmati e ascoltami bene. L’amore si manifesta sotto varie forme, sia esso amore per la famiglia, per i propri amici, per una donna o per l’umanità intera. Tu che l’hai salvata più di una volta dovresti sapere di cosa parlo. Non esiste un amore giusto e un amore sbagliato. L’amore è solo amore e come tale deve essere accettato. Semplicemente. Lo farai? »
Athem sentì gli occhi inumidirsi. Sembrava tutto così semplice. Se fosse stato davvero possibile…
«Sì, mia signora. » mormorò.
«Senza sacrificio però non si può ottenere nulla. » disse la voce di Horus. «Sei disposto a dare qualcosa di te per realizzare questo desiderio? »
«Qualunque cosa! » esclamò Athem d’impulso.
«Si tratta di un prezzo molto alto. Quando verrà il momento, la tua anima dovrà ricominciare da capo il suo percorso di formazione. E’ lo scotto da pagare per la possibilità che ti è concessa. Lo accetti? »
Era davvero un prezzo molto alto, ma niente gli sembrava troppo per avere finalmente una possibilità vera.
«Sì, lo accetto. »
«Allora chiamalo. » disse Iside con voce carezzevole. «Chiamalo, figlio mio. La sua voce che pronuncerà il tuo nome ti guiderà oltre le porte. »
Appena pronunciate quelle parole, la luce abbagliante che circondava le due divinità venne meno e Athem sprofondò di nuovo nelle tenebre. Per un attimo si sentì prendere dal panico all’idea di trovarsi nuovamente circondato da quel nulla freddo e oscuro, ma questa volta la speranza che aveva dentro di sé era reale. Chiuse gli occhi e indirizzò i suoi pensieri verso l’unica persona importante per lui.
«Yugi… Yugi, io… non so se puoi sentirmi, ma spero con tutto il cuore che tu stia bene. Yugi, tu sei l’unico che possa aiutarmi. Sei la persona più cara che abbia mai avuto, l’unico capace di leggere dentro di me con una sola occhiata. Abbiamo condiviso tutto, corpo, mente e moltissime avventure. Ti ho messo in pericolo tante, troppe volte, eppure tu non mi hai mai voltato le spalle. Sei sempre stato al mio fianco a sostenermi, a incoraggiarmi, a spronarmi ad andare avanti anche se questo ti faceva soffrire. Sei corso in mio aiuto mettendo a repentaglio la tua stessa vita. Ora che mi trovo in questa fredda oscurità, sei l’unico che mi possa aiutare. Yugi… riesci a sentirmi? Ti prego, chiama il mio nome. Solo tu puoi farlo… chiama il mio nome! »

***

“How can you see into my eyes
like open doors.
Leading you down into my core
where I've become so numb.
Without a soul
my spirit's sleeping somewhere cold
until you find it there and lead it back home.

Wake me up.
Wake me up inside.
I can't wake up.
Wake me up inside.
Save me.
Call my name and save me from the dark.
Wake me up.
Bid my blood to run.
I can't wake up.
Before I come undone.
Save me.
Save me from the nothing I've become.
Bring me to life.”


***


«ATHEM! »
Yugi balzò a sedere si scatto ma subito un violento capogiro lo costrinse a ricadere sul cuscino.
Tre volti preoccupati si affacciarono nel suo campo visivo e il ragazzino li fissò confuso.
«Cosa succede? Stai male? » esclamò Tea concitata.
«Accidenti, mi hai fatto prendere un colpo! »
«Che spavento! Tutto bene, amico? »
Accano a lei Joey e Tristan lo fissavano preoccupati.
Yugi si guardò attorno spaesato. Si trovava in quella che sembrava un’ampia tenda e tutto era innaturalmente bianco. Faceva quasi male agli occhi dopo tutto quel buio. Buio? I ricordi gli tornarono prepotentemente alla memoria. Yami. Le prove. E… aveva fallito. Avrebbe potuto salvarlo e non ne era stato capace. L’aveva perso per la seconda volta.
Chiuse gli occhi e li coprì con un braccio mentre un immenso senso di vuoto lo invadeva, e grosse gocce lucenti scivolarono sulle sue guance.
«Yugi! Cosa c’è? »
Tea ora sembrava spaventata.
«Ya… mi… non sono… riuscito…»
La sua voce usciva roca e strozzata a causa del nodo in gola. Se avesse parlato ancora sarebbe scoppiato in un pianto dirotto.
In quel momento la tenda che copriva l’ingresso venne scostata bruscamente e Seto Kaiba irruppe nella stanza. I suoi occhi di ghiaccio la percorsero velocemente per poi fissarsi su Yugi che si era leggermente alzato aiutato da Tea. Le sue sopracciglia si aggrottarono, la linea delle labbra si assottigliò, poi esplose.
«Tu, pezzo di idiota! Che non ti salti mai più in mente di violare la mia proprietà! »
Detto questo, girò sui tacchi e se ne andò lasciando dietro di sé quattro espressioni sconvolte. Yugi era rimasto talmente shockato da quell’aggressione ingiustificata che aveva smesso di piangere. Joey andò su tutte le furie cominciando a strillare: «Ehi, tu! Ti sembra il modo di rivolgersi a un convalescente? Torna qui che ti insegno l’educazione! »
Così dicendo si precipitò fuori dalla tenda seguito a ruota da Tristan che tentava invano di fermarlo dicendogli di lasciar perdere.
Yugi rivolse a Tea uno sguardo totalmente confuso.
«Ehm… non prendertela. » disse la ragazza. «Avresti dovuto vedere in che stato era quando ti ha portato qui. L’infermiera ha detto che era pallido come un lenzuolo e gli tremavano le mani. Ti ha trovato due giorni fa all’alba, svenuto davanti all’ingresso delle rovine del tempio e ti ha portato in braccio fino al campo. »
«Al campo? Quindi siamo ancora in Egitto. » disse Yugi che piano piano stava riuscendo a fare mente locale. «Ma… un attimo. Hai detto due giorni fa? E voi cosa ci fate qui? »
Tea sorrise.
«Sì, siamo in Egitto, questa è l’infermeria del campo della Kaiba Corporation. Hai dormito per due giorni filati e non riuscivamo a capire cosa ti fosse successo. L’infermiera ha detto che quella notte la temperatura si è abbassata parecchio e per questo hai rischiato molto ma non al punto da non reagire alle cure. Ci siamo spaventati. Seto è rimasto seduto su quella sedia laggiù per tutto il tempo e non ha voluto saperne di andarsene finché questa mattina il direttore degli scavi non l’ha praticamente portato via di peso. »
«Stai cercando di dirmi che Seto era preoccupato… per me? »
«Sembra strano ma credo proprio di sì. Inizio a credere che anche lui in fondo in fondo sia un essere umano… Quanto a noi, siamo qui praticamente per lo stesso motivo. Devo ammettere che ero scettica sui tuoi sogni, ma allo stesso tempo temevo che facessi qualche sciocchezza. Joey poi non la finiva più di dire che eravamo dei pessimi amici se ti lasciavamo in balia di gente come Seto e Marik, così abbiamo preso l’aereo ed eccoci qui. A proposito di Marik, è passato un paio di volte a vedere come stavi ma Seto l’ha sempre mandato via. Sarà il caso di fargli sapere che ti sei ripreso. »
Yugi, che si era alzato a sedere, ora stava tentando di appoggiare i piedi sul pavimento. Quel movimento fece scivolare la maglietta troppo grande che indossava, scoprendo la spalla sinistra e la macchia rossa che vi spiccava.
«Santo cielo, cos’hai fatto? » esclamò Tea indicandola.
Yugi rimase a fissare incredulo la pelle arrossata. Sembrava una scottatura. Quello era il punto esatto in cui si era posata la mano gelida di Yami. Scendendo dal letto abbassò lo sguardo per evitare di incrociare quello di Tea.
«Questo è… il marchio della sconfitta. »
Mentre ancora la ragazza tentava di raccapezzarsi sul significato di quelle parole, Yugi si avvicinò all’ingresso e scostò la tenda.
«Parla tu con Marik, per favore. Digli che sto bene, che lo ringrazio per essersi preoccupato per me e mi scuso per i fastidi che gli ho arrecato. Io adesso devo fare una cosa. »
«Aspetta, Yugi, ti sei appena ripreso. » tentò di fermarlo Tea, ma il ragazzino era già uscito.
Camminò attraverso il campo fino a giungere davanti alla tenda di Seto, all’esterno della quale erano seduti Joey e Tristan con espressioni imbronciate.
«Ehi, già in piedi? » esclamò Joey non appena lo vide. «Significa che ti senti meglio. Per fortuna, adesso sto meglio anch’io. »
«Se sei venuto anche tu a cantarle a Seto, ti consiglio di lasciar perdere. E’ una partita persa. » interloquì Tristan.
Yugi sospirò. Probabilmente quel gesto sarebbe parso incomprensibile a tutti ma in quel momento proprio non se la sentiva di dare spiegazioni.
«Grazie, ragazzi, siete gentili a preoccuparvi per me ma non ho intenzione di litigare con nessuno. Ho solo bisogno di parlare un attimo con Seto. Perché intanto voi non accompagnate Tea da Marik?»
Quando i due amici si furono allontanati, Yugi si avvicinò all’ingresso della tenda. Dall’interno proveniva la voce di Seto che discuteva dettagli tecnici relativi agli scavi.
«Seto…» chiamò esitando solo un attimo. «Posso entrare? »
Scostò la tenda e avanzò di qualche passo. Seduto a un tavolo con il direttore degli scavi, Seto dava le spalle all’ingresso.
«Cosa vuoi, Yugi? » chiese seccamente senza voltarsi. «Non ho tempo per altre stupidaggini, ho un progetto da portare avanti. »
«Lo so, quindi cercherò di essere breve. » mormorò Yugi. «Volevo solo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me. Mi hai portato qui anche contro la tua volontà e mi hai salvato due volte. Prima con questa carta magia e poi venendomi a cercare e riportandomi al campo. »
Posò la carta Ragnarok su un piano accanto a sé.
«Te la restituisco. E’ stata determinante anche per questa vittoria ma è giusto che torni al suo proprietario. Grazie anche di esserti preoccupato per me e scusami. Tornerò subito a Domino, non ti devi preoccupare, non ti disturberò più. »
Si voltò e fece per uscire dalla tenda ma un attimo prima si fermò con il telo già in mano.
«Tu dicevi che non ero degno del titolo di Re dei Giochi. » mormorò. «Bhè… avevi ragione. »
Yugi uscì lasciandosi alle spalle il silenzio. Seto non aveva detto una parola per tutto il tempo, ma ora si sentì un colpo improvviso provenire dall’interno, come se qualcuno avesse picchiato con rabbia un pugno sul tavolo.
«Fermate i lavori al tempio! »
«Ma… ma signor Kaiba, quello è uno dei siti di maggior interesse! » protestò il direttore. «Anche lei ha detto che…»
«Ho cambiato idea. Non toccate quella zona. E’ un ordine. »
Yugi avrebbe voluto sorridere mentre si allontanava, ma tutto quello che ne ricavò fu una smorfia di dolore.


CONTINUA...



NOTICINA DI YUKI:
Siamo praticamente alla fine! In questo capitolo sono apparse addirittura altre due divinità, avrò esagerato? Comunque le scene che preferisco di questa fic sono quelle con Seto, non so perchè visto che non è il mio personaggio preferito, ma mi piace trattare il suo modo di dire e non dire le cose. ^_^ Una piccola nota sulle canzoni di questo capitolo: quanto è bella la colonna sonora del film?! Mi piace tantissimo e mi sono innamorata di "Shadow games", che è diventata anche la suoneria del mio cell! "Bring me to life" invece sembra scritta apposta per essere il tema di Yu-Gi-Oh! Ogni volta che la sento mi viengono in mente Yami e Yugi!
Con lo scorso capitolo ho superato il mio record personale di recensioni, GRAZIE A TUTTI!!!
Carlos Olivera: Grazie come sempre per i complimenti! Ho scaricato un paio di capitoli della tua fanfic, appena avrò il tempo di leggerli, ti farò sapere cosa ne penso. ^_^ Dove ho imparato a scrivere così? Ehm... totalmente autodidatta, tanta voglia di trasmettere emozioni e tanti ma veramente tanti libri letti. Una volta ho provato a vedere com'era un corso di scrittura, ma non appena hanno comincaito a parlare di schemi, sono scappata. Forse non è giusto da dire, ma non riesco a scrivere in modo "ingabbiato", ho l'impressione che la storia perda di "calore", devo lasciare le idee libere di seguire il loro corso o va a finire che mi annoio e non riesco a portare avanti la trama.
Lunachan62: Ecco l'aggiornamento! Pensa che io avevo voglia di piangere quando ho visto la fine della serie animata! Io questi due li adoro! Quanto al finale della fic, porta pazienza solo qualche giorno e potrai leggere l'epilogo, allora saprai che fine fa Yami. ^_^
Scintilla: Oddio, ho ri-contagiato un'altra persona... Ho l'impressione che noi due andremmo molto d'accordo! ^_^ Ehm... mi sa che lo sviluppo di questo capitolo avrà un po' deluso le tue aspettative. Infatti lo Yami incontrato da Yugi era davvero un falso anche se studiato per assomigliare all'originale ed è Anubis a portarsi via la sua anima (è sua l'ultima frase dello scorso capitolo). Cavoli, però la tua ipotesi mi è piaciuta un sacco! Sarebbe stata una svolta molto interessante! E se ci pensassi...? Magari riuscirei a farne una shottina. Posso? Anch'io non sopportavo Yugi all'inizio, non vedevo mai l'ora che uscisse Yami. Adesso invece non riesco a vederlo senza uscirmene con un "Tesoro, ma che dolce!", così come non riesco a vedere Yami senza un "Ma da 1 a 10 quanto sei figo?! 25?" Sembrerà un controsenso ma li adoro tutti e due! ^_^
VampiraSix: MENZIONE D'ONORE!!! Sappiate che se questa storia esiste, in gran parte è merito (o colpa :-p) di questa donna! Grazie per i preziosi suggerimenti e la pazienza infinita perchè quando mi ci metto sono davvero pesante... Forza, diamoci dentro con Sugar&Spice! E poi abbiamo ancora 220 puntate da guardare ^________________^...
=Hermione=: Grazie mille per i complimenti! Non preoccuparti, la storia non scappa quindi se ti va di recensire, fai pure con calma! ^_-
Akemichan: Mi piace mettere in risalto questo dualismo di Yami, in fondo non si sa bene come sia stato in realtà all'epoca in cui era Faraone. Anche nella saga delle Memorie abbiamo un Athem "filtrato" dalla personalità di Yami. Sono contenta che ti sia piaciuta la scena! Per il duello... ehm, lo so. Non avendo mai giocato, mi sono barcamenata come potevo.

Siccome l'epilogo è molto più corto rispetto a un capitolo normale, lo posterò dopodomani. Yugi e Yami si ritroveranno? Lo saprete presto!

Ora una piccola richiesta: qualcuno sa suggerirmi una canzone che possa fare da sottofondo a una SetoxKisara (attenzione, Seto non Seth!)? La sto cercando da un po' ma non riesco a trovarne nessuna che si adatti all'idea che ho di questi due... Grazie in anticipo a chi avesse qualche idea!
YUKI-CHAN



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(«Apri gli occhi... Aibou... »)
   
 
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