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Autore: blazethecat31    18/05/2012    4 recensioni
Scusatemi per il pessimo titolo, ma non sapevo proprio come chiamarla questa storia.
In ogni caso mi tocca introdurla:
Eggman ed Eggman Nega sono tornati all'attacco, ma questa volta le cose non andranno al solito modo, inoltre c'è un'altro nemico dietro le quinte che muove i fili della situazione, così vicino a uno dei protagonisti eppure così lontano. [Fanfiction collegata a "Blaze The Cat's story"e a "Come la storia ebbe inizio]
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A.: E dopo non so quanto tempo ecco il sesto capitolo. Questo sarà più corto degli altri perché non avevo un emerito niente da scrivere, però ci tengo a finire questa serie per quanto possa apparire lunga e inutile.

Grazie per l’enorme pazienza.

 

 

Tailsina sognò di nuovo quella notte, stava passeggiando tranquillamente quando si ritrovò improvvisamente dentro un castello immenso, il salone era addobbato con le migliori decorazioni natalizie, e al centro c’era un grandissimo albero tutto da riempire con palle di vetro, neve artificiale e una stella in cima. C’era anche qualcuno: la prima era una piccola gattina che stava decorando l’albero, una più grande portava degli scatoloni e in fondo alla stanza c’era un felino dall’aria cupa e crudele che guardava le altre, quasi con disprezzo.
-Mamma, questo sarà un bellissimo Natale, sono sicura che quest’anno verranno tutti i poveri del regno a festeggiare con noi e riceveranno regali e cibo! Sarà il migliore di tutti!!- Sorrideva la piccola nel mentre si apprestava a mettere sull’abete di plastica una piccola decorazione fatta da lei rappresentante tanti piccoli pacchi-regalo ammucchiati.
-Hai ragione Blaze…questo Natale sarà diverso da tutti gli altri.-
Aveva pienamente ragione.
-Elizabeth, vieni qui.- Disse all’improvviso la figura messa all’angolo.
-Ehi papà, perché non vieni ad aiutarci?- Continuava la micetta messa dietro l’albero impegnata ad addobbare cercando più attenzione da parte dei genitori.
Ma non furono parole quelle che le diedero una risposta.  Sentì sbattere qualcosa contro il muro candido, così violentemente che buona parte delle decorazioni cadde e si ruppe, tra cui il lavoretto della piccola Blaze.
-Ma cosa…papà, cosa stai facendo?!?!- La scena era orribile. Calamity aveva preso la moglie per le spalle, spingendola ferocemente contro il muro, per poi iniziare a picchiarla con qualsiasi cosa gli capitasse fra le mani.
-I poveri non devono festeggiare con noi!! Sono ladri, sporchi, analfabeti, non hanno il diritto di entrare qui e non dovrebbero nemmeno guardarci in faccia!!!-  Prese Elizabeth per il collo lasciandole appena uno spiraglio per respirare, si avviò verso la porta d’ingresso e la buttò fuori, tutta dolorante.
Blaze era rimasta impietrita, voleva fare qualcosa, ma il timore di suo padre si fece avanti proprio in quel momento, spesso gli capitava di imprecare, buttare i piatti di porcellana pe terra, arrabbiarsi con i servitori perché il cibo non era buono, ma mai si era spinto fino a questo punto. In preda alla disperazione si rinchiuse nella sua cameretta piena di bambole e peluche di ogni genere e si rintanò sotto le coperte, con il terrore e la consapevolezza che la sua piccola famiglia non sarebbe più stata la stessa.
Quel Natale fu veramente diverso.  Calamity finì in esilio per  due anni nella Terra Dei Monsoni, Elizabeth rimase in ospedale per tutta la durata delle feste, mentre Blaze scappò di casa con uno zainetto pieno di cibo e regali, ma non erano per lei. Aveva solo sei anni, povera gattina.
E infine, la tragedia di due anni dopo.
L’incubo che aveva vissuto, il suo odio nei confronti del padre, ora Tailsina aveva finalmente le idee chiare. Non era un sogno qualsiasi, ma una confessione di Blaze; che fu costretta a rivivere quell’esperienza pur di mettere i loro amici in guardia, fargli comprendere fino a che punto sarebbe arrivato Calamity pur di raggiungere i suoi scopi. E appena Tailsina si svegliò radunò tutti –esclusi i nuovi arrivati- e li informò del fatto.
-Un morivo in più per fare giustizia…-Pensò ad alta voce Sonic digrignando i denti.
-Non mi sarei mai potuta immaginare niente del genere…-Aggiunse Amy con le guance visibilmente bagnate.
-Se solo ce lo avesse detto prima… avremmo potuto sventare questa nuova minaccia alla radice.- Disse Tails, ancora sdraiato sul letto.
-E’ incredibile come sia riuscita a tenersi tutto dentro per tutti questi anni, quella gatta non finisce mai di stupirmi.- Concluse Tailsina apparentemente tranquilla ma decisamente segnata da quel sogno.
-Ora però bisogna riprendere in mano la situazione. Per prima cosa bisogna andare a cercare Calamity e mettere fine ai suoi sogni di gloria, dopo faremo tornare in vita Blaze.-
-Ragazzi, cosa state combinando?-Si udì una vocina attutita da dietro la porta: era Sonikkina impaziente di fare colazione.
-Non essere impaziente e vai a sederti in cucina!- La rimproverò il suo amico.-
-Alex mi sembra un po’ troppo severo…non trovate?- Fece notare Tailsina a tutto il gruppo accennando una risata.
-Che strano…dopo tutto quello che è successo sta sorridendo…chissà cosa le è preso.- Pensò sospettoso Sonic.

  
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