Film > Re Leone
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Autore: Miranh    19/05/2012    2 recensioni
Ciao! Eccomi qui, come promesso, a postare il secondo libro! Mi scuso per il tempo passato! Dunque, in questo seguito troverete tutti i protagonisti finalmente cresciuti e pronti ad affrontare ciò che il destino ha in serbo per loro. Spero vi piaccia! Un saluto a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. “ In un posto lontano... ”

 

 

 

 

….si dice che vi fossero immense giungle, ricche di alberi con liane e cespugli dalle enormi foglie. Limpidi corsi d'acqua attraversavano quelle terre, nutrendola; si aprivano in alte cascate, donando un meraviglioso fascino al paesaggio. E' proprio in questi luoghi che l'amore è solito sbocciare come un fiore, che apre i suoi petali, accogliendo nuove coppie di ogni specie di creatura. Ma è anche un luogo di riunioni fra amici e famiglie numerose. Si dice sempre che ogni creatura solitaria, passando per quelle parti, mai ne uscirà di nuovo sola.

 

 

Calpestando l'erba, smossa dal vento, il maestoso leone si allontanò dall'albero subito dopo l'alba, senza mai guardare indietro.

Camminò per giorni interi senza mai fermarsi, eccetto per la caccia.

Vagava da un posto all'altro in solitudine, dimentico dei traumi del passato; da più di un anno aveva errato da solo: non aveva né una casa, né una famiglia e né degli amici...

Ma un giorno la sua attenzione fu catturata da strani richiami: tese le orecchie ed annusò l'aria, per capire se ci fosse qualcuno nelle vicinanze. I richiami si fecero sempre più forti: c'era qualcuno che gridava disperatamente aiuto. Corse verso la provenienza della voce, che si rivelò appartenere ad una femmina. Avanzò ancora di più ed in lontananza riuscì a scorgere una leonessa, la quale era in preda al panico.

Lei si accorse di lui e gli corse incontro: << Oh, grazie al cielo! Vi prego, signore, dovete aiutarmi! >>

<< Che succede?? >> si preoccupò lui;

<< Mio figlio rischia di finire nelle rapide di un fiume! Ho provato ad allungargli la zampa ma non ci arrivo! Aiutaci! >>

<< Dove si trova?? >>

<< Venite, seguitemi! >> ed iniziò a correre; il leone la seguì, correndole dietro.

Arrivarono nei pressi di alto precipizio, sotto al quale scorrevano le violente rapide di un fiume. Più in basso, c'era un giovane leoncino dal manto marrone, che cercava di restare aggrappato con gli artigli sulla parete rocciosa e umida del burrone: bastava un singolo passo falso per precipitare giù.

La leonessa si affacciò: << Ehi, Rune, sono io! Ho portato un aiuto con me! >> e fece affacciare il leone dalla criniera nera;

<< Mamma! >> esclamò il piccolo << Su, presto, venite ad aiutarmi! >>

Il leone si calò un po' giù, facendo attenzione a non cadere, ed allungò una zampa al giovane inerme: << Prendimi la zampa >> gli disse.

Il piccolo, tenendosi aggrappato più forte con una zampa, lasciò andare l'altra e tentò di afferrare quella dello sconosciuto, ma non riuscì ad arrivarci. Nonostante il leone fosse più grande di dimensioni rispetto alla leonessa, la distanza rimaneva sempre, anche se diminuita: << Maledizione...per poco... >> disse il leone;

<< E adesso che facciamo?? >> si preoccupò la leonessa.

Il leone ci pensò per un istante, poi gli venne un'idea e corse in mezzo a degli alberi: << Ehi, ma dove va?? >> chiese Rune, agitato;

<< Non lo so! >> rispose lei; poi si tranquillizzò nel vederlo tornare con un robusto bastone in bocca:
<< E con quello che ci fate? >> gli chiese;

<< Lei stia tranquilla >> le rispose lui e si riaffacciò al burrone: << Ascolta, piccolo! Devi aggrapparti con i denti a questo bastone, che io ti porgerò, poi, senza assolutamente mollare la presa, dovrai cercare di tirarti un po' più su con le zampe ed io ti aiuterò a risalire! >>

<< Va bene! >> e si preparò.

Il leone prese il bastone in bocca e lo porse a Rune, il quale lo afferrò con i denti. Subito dopo cominciò a tirar su il bastone: Rune, aiutato dal tiraggio, riuscì a risalire la parete. La madre rimase a guardare impaurita.

Con i denti stretti, il leone continuò a tirare in alto. Infine la collaborazione vinse e riuscì a trarre in salvo il piccolo.

<< Oh, Rune! >> la madre corse ad abbracciarlo << Non farmi stare più in pena in questo modo! Promesso?? >>

<< Promesso... >> e ricambiò l'abbraccio della leonessa.

Il leone tirò un sospiro di sollievo nel vedere che le cose si erano sistemate e cominciò ad allontanarsi per tonare al suo vagabondaggio.

<< ASPETTI! >> gridò la leonessa e gli si avvicinò con il piccolo;

<< Senza di voi non ce l'avremmo mai fatta! Grazie infinite >> disse lei;

<< Siete una forza, signore! Grazie di cuore, le devo la vita >> esclamò Rune;

<< Non dovete ringraziarmi... Cerca solo di fare più attenzione la prossima volta, eh? Ci vediamo >>

<< Dove andate?? >> domandò il piccolo;

<< Dove mi pare >> e si allontanò;

<< Che tipo strano... vero? Però è forte >> disse Rune;

<< Già... Dobbiamo sdebitarci con lui in qualche modo...Perché non lo ospitiamo da noi per un po'? >>

<< Sì! >> e gli corsero dietro << Ehi, si fermi! >>

Il leone sospirò: << Che c'è ancora? >>

<< Sentite... >> disse la leonessa << Siamo in debito con voi.... Che ne dite se per ripagarvi vi ospitiamo da noi? >>

<< No, grazie: io sono un nomade >>

<< Ma solo per un po'... per favore >>

<< ...Sapete, tempo fa mi successe una cosa del genere... Salvai la vita ad una leoncina ed i suoi genitori mi ospitarono...Mi affezionai molto a lei... anche troppo....E la mia ultima felicità morì insieme a lei >>

<< Oh... >> si mortificarono i due;

<< Su, tornate a casa >>

<< Ma... >> disse Rune << Per favore ….venite da noi, almeno per oggi... Se siete un vagabondo va più che bene, no? Anche perché spesso molti di voi si fermano per diversi giorni in un posto... >>

<< Su, dai...venite >> disse la madre.

Il leone rimase un momento a pensarci, poi rispose: << ...E va bene >>

<< Sì! Evviva! >> si eccitò il piccolo;

<< Dove abitate? >> chiese il leone;

<< Non molto lontano da qui. Venite >> e si incamminarono;

<< Mi scusi, ancora non mi sono presentata... Il mio nome è Eva e lui è Rune. Qual'è il vostro nome, invece? >>;

<< Il mio nome è Ahadi >>

<< Che bel nome >> commentò lei;

<< ...... >> Ahadi ripensò a quando fu Uru a dirglielo per la prima volta.

<< Dunque voi viaggiate sempre? >> chiese Rune;

<< Sì >>

<< Che forte! Mi piacerebbe anche a me vedere posti nuovi... >> esclamò il piccolo, saltellando;

<< Un giorno li vedrai anche tu >> disse Ahadi;

<< Lo spero! Voglio vivere tante avventure! Viaggiare tanto... >>

<< Pensa a crescere forte e sano, prima di tutto. C'è ancora tempo per pensare a certe cose... >> gli disse Eva;

<< Uffa, mamma... Ma io non voglio aspettare! Voglio viaggiare! >>

<< E così ricadrai un'altra volta in un burrone... Se non fosse arrivato questo leone, non so che fine avresti fatto... >> commentò lei;

<< La prossima volta starò più attento! >>

<< Basta così e cammina! Tuo padre avrà un paio di cose da dirti stasera... Ci hai fatto preoccupare molto, sai? Non avresti dovuto allontanarti così, senza dirci niente... >>

<< Ma io... >>

Ahadi ascoltava la conversazione, senza intervenire. Continuava a guardare la leonessa con il suo piccolo. Gli tornò in mente la prima volta che fece preoccupare la propria madre a quel modo: si era allontanato mentre lei dormiva, per inseguire un piccolo topo, ma fini per incontrare una grossa iena affamata. Fortunatamente la madre intervenne in tempo e riuscì a scacciare la iena, salvandolo. E quando corse da lei per abbracciarla, gli mollò uno schiaffo con la zampa, rimproverandolo per l'imprudenza. In un primo momento rimase sconcertato, a causa di quel gesto inaspettato, ma subito dopo Neera lo abbracciò, piangendo...

 

<< Eccoci. Siamo arrivati >> disse Eva.

Il leone si ritirò dai propri ricordi e si guardò intorno: immense giungle circondavano vari corsi d'acqua, che si aprivano in altissime cascate sopra delle gradi alture, ricche anch'esse di flora, baciata dai raggi del Sole. Giù, nelle grandi valli, vi era invece fauna di ogni tipo, divisa in tante piccole mandrie, che si spostavano continuamente.

<< Dobbiamo scendere verso quelle valli laggiù: lì c'è il nostro branco >> spiegò lei.

Si inoltrarono in vasti sentieri in discesa. Attraversarono una prateria e giunsero in un'area circondata da alberi, dove, in fondo, vi era un gruppo di leoni e leonesse di tutte le età. Sembravano avere tutti un'aria preoccupata.

<< Mi raccomando, signore >> disse lei << non si avvicini troppo al branco: mio padre, il nonno di Rune, è il capo e diffida molto degli sconosciuti. Resterete in silenzio, finché non sarà lui stesso a farvi parlare. Mantenga un temperamento calmo, perché vi esaminerà dal naso alla punta della coda >>

<< E' davvero un tipo così...apprensivo? >> si sbigottì Ahadi;

<< Purtroppo sì... E' il capo branco, perciò è normale che faccia così, anche se esagera parecchio. Ma non preoccupatevi: avete salvato la vita al mio Rune e vi sarà riconoscente per questo gesto >> lo rassicurò.

...Che cosa assurda ” pensò lui.

Fece qualche altro passo avanti, quando si sentì trafitto da una moltitudine di sguardi. Alzò gli occhi: l'intero gruppo di leoni si era girato a guardarlo. Decise di fermarsi lì, mentre Eva e Rune andarono avanti.

Dal mezzo del branco, due dei leoni più grandi si fecero strada fra gli altri ed andarono incontro alla leonessa e al piccolo:

<< Rune! >> esclamò il leone più giovane;

<< Papà! >> il piccolo corse ad abbracciarlo;

<< Si può sapere dove ti eri cacciato?? Hai fatto stare tutti in pena! Ti abbiamo cercato dappertutto! >>

<< Mi dispiace... >> si mortificò lui.

Il padre sospirò << Beh....L'importante è che tu stia bene... >>

Il leone più anziano si unì alla conversazione senza staccare gli occhi dallo sconosciuto, che stava fermo in lontananza:
<< Eva, chi è quel leone? >> chiese;

<< Padre... >> rispose lei << Ti prego di essere gentile con lui. Ha salvato la vita a Rune >>

Ma l'anziano leone continuava a mantenere un'espressione seria e andò a d avvicinarsi allo sconosciuto, come previsto dalla leonessa.

Ahadi fu preso da un pizzico di timore e trattenne il fiato: si aspettava di vedere uno dei classici vecchi, gracili e brontoloni, ma non era affatto così. Era un leone molto maestoso, che, nonostante cominciasse a mostrare il peso degli anni, era dotato di un corpo molto robusto e potente, che portava segni evidenti di varie battaglie. Ahadi notò anche una certa somiglianza con Mohatu.

L'anziano leone lo scrutò da capo a zampe, girandogli attorno. Poi si fermò e lo fissò intensamente negli occhi:
<< Qual'è il tuo nome? >>

Il giovane riprese a respirare, cercando di mantenere la calma, evitando gli sguardi degli altri leoni:
<< Il...il mio nome è Ahadi, signore >>

<< Da dove vieni? >> continuava a guardarlo;

<< Nacqui nelle terre dell'Est... Ma ho sempre viaggiato e non mi sono mai fermato a lungo in nessun posto... >>

<< Hai mai avuto un branco? >>

<< No >>

<< Dunque vivi solo? >>

<< Sì... >>

L'anziano smise di domandare e continuò ad osservarlo per qualche altro istante. Poi gli si avvicinò di più e gli poggiò una zampa sulla spalla:

<< Ti sono grato per aver salvato mio nipote... Sii benvenuto. Resta pure quanto vuoi >> poi si girò e si allontanò.

Ahadi era rimasto inaspettatamente sorpreso dall'atteggiamento del capobranco. Prima che se ne accorgesse, Rune gli si era già avvicinato e gli saltellava intorno contento. Anche Eva e suo marito gli si avvicinarono con aria serena:

<< Possiamo darti del tu, vero? >> chiese lei;

<< Eh? C-certo... >>

<< Sai, sono proprio contenta che tu possa restare con noi >>

<< Anch'io! Anch'io! >> esclamò Rune;

Il marito si unì alla conversazione: << Il mio nome è Revu e sono il padre di Rune. Grazie per averlo salvato >>

<< S-si figuri... >>

<< Vieni. Ti presenteremo agli altri >> e lo invitò a seguirlo.

Dal branco si distaccarono un leone molto giovane e un'altra famiglia composta da moglie, marito e due piccoli figli maschi.

<< Salve! >> disse l'adolescente << Io sono Blumar, fratello minore di Revu. Piacere di conoscerti >>

<< Piacere mio... >> rispose Ahadi;

<< Sai, credo proprio che tu abbia un certo ascendente sul vecchio Kaius... Di solito non si mostra così premuroso con gli sconosciuti: li tempesta sempre di mille domande, prima di accertarli nel branco >> disse il giovane;

<< Si vede che gli sono simpatico...per fortuna >>

<< Eh, già. Toglimi una curiosità: ma tu vivi davvero solo? >>

<< Blumar... >> lo richiamò Revu;

<< Scusa? >> disse Ahadi;

<< Guarda che sei un tipo difficile da non notare! Le femmine ti staranno alle calcagna di sicuro! Beato te >>

<< Blumar! >> lo richiamò ancora;

<< Non vorrei deluderti, ma non ho mai avuto una femmina in vita mia >> disse Ahadi;

<< Eh? Non ci credo! Non mi dirai mica che sei ancora vergine, vero?! >>

<< Blumar!! Ora basta! Stai passando il tuo limite! >> lo rimproverò Revu;

<< Ma, Revu! Un leone come lui dovrebbe aver già... >>

<< Tappati quella boccaccia, che è meglio! >> esclamò dandogli un colpetto alla testa.

Ahadi rimase sbigottito da quei discorsi. Revu si rivolse a lui: << Devi scusarlo... Ha ancora le farfalle che gli volano in testa. Non sa portare rispetto agli altri >>

<< Non fa niente... >> rispose Ahadi.

<< Mamma, cosa vuol dire “essere vergine”? >> chiese il piccolo Rune; Eva si imbarazzò: << Ehm... Te lo dirò quando sarai più grande >>

<< Ma io voglio saperlo ora >>

<< Basta così. Quando arriverà il momento, lo saprai >>

<< Perché? >>

<< Basta, Rune >> disse Revu << Non dare ascolto a ciò che dice tuo zio. Lascia perdere >>

<< Uffa... >> si imbronciò.

Eva presentò gli altri ad Ahadi: << Lei è mia sorella Kaya e questo è suo marito Jani. Questi piccoli invece sono i miei nipoti Chaka e Zuri >>

<< Ciao! >> lo salutarono i piccoli;

<< Ciao... >> li ricambiò lui;

<< Lieti di fare la tua conoscenza, Ahadi >> disse Kaya << Parlaci un po' di te, di come hai salvato Rune. Sei diventato un eroe, sai? >>

 

Durante la conversazione, lunga diverse ore, Eva andò dal padre, il quale si era allontanato dal branco e continuava a guardare Ahadi in lontananza.

La figlia gli si avvicinò: << Tutti i membri del branco sono entusiasti dello straniero. Grazie per avergli permesso di restare... Però è strano, sai? A differenza degli altri vagabondi, lo hai trattato molto bene... Come mai? >>

Il vecchio restò qualche secondo in silenzio, poi parlò: << Bé, ha salvato la vita a Rune: devo essergli riconoscente >>

<< Ovvio, ma... Sono sicura che ci sia un'altra ragione... >>

<< Hm? >>

<< Andiamo, papà... si vede da come lo guardi... C'è un'altra ragione, vero? Se non ne vuoi parlare, non fa niente... >>

Il leone, sorpreso dall'accortezza della figlia, fu preso dall'indugio. Tuttavia, superato il timore iniziale, cominciò a parlare:

<< Lui... le somiglia... Ha i suoi stessi occhi >>

<< Di chi parli? >>

<< Di... >> si bloccò;

<< Papà? >>

<< ...Neera. Forse non ti ricordi di lei: eri ancora molto piccola >>

<< Neera? >> Eva cercò di ricordare << Sì... Me la ricordo! Era la leonessa con cui io e Kaya trascorrevamo il tempo quando eravamo due cucciole. Si prendeva cura di noi. Le volevamo molto bene. Me lo ricordo...Quanto era bella... >>

<< Già... >> affermò il leone;

<< Ora che ci penso è vero. Quel leone ha i suoi stessi occhi verdi e anche alcuni lineamenti del volto sono simili... Che sia una coincidenza? >>

<< Non lo so... >> lo sguardo di Kaius si fece triste;

<< Tutto bene, papà? >> si preoccupò Eva;

<< Sì... tranquilla >>

<< ..... >>

 

Intanto la conversazione fra Ahadi e i membri del branco continuava. Si fece l'ora del tramonto:

<< Saremmo felici, se tu restassi con noi per qualche giorno >> disse Revu;

<< Non voglio approfittare a lungo della vostra ospitalità >> disse Ahadi;

<< Non ci porti nessun disturbo. A noi fa piacere >>

Ahadi non voleva continuare a parlare: quella situazione faceva riaffiorare in lui lontani ricordi. Ed essi non potevano venir fuori, senza che il suo cuore ne soffrisse.

<< Noi di solito, col branco, andiamo a dormire dietro questi alberi. E' una zona abbastanza protetta. Se vuoi... >>

<< Grazie, ma preferisco dormire da solo >>

<< Oh... beh, d'accordo. Sei libero di fare quel che vuoi... >> disse Revu;

Ahdi si alzò in piedi: << E' stato un piacere conoscervi... buona notte >> e si allontanò in cerca di un posto dove passare la notte.

<< E' un tipo un po' insolito... non trovate? >> disse Kaya;

<< Già... Dopotutto è un vagabondo, perciò non dev'essere abituato alla compagnia. Ma vedo nei suoi occhi molta tristezza... >>

 

Ahadi trovò un'altura circondata da alberi, che si affacciava su delle piccole e magnifiche cascate, tinte di riflessi arancioni dai raggi del crepuscolo. Più in basso, vi si trovava il branco di leoni, che si preparava per la notte.

Il leone si sdraiò sull'altura a guardare il tramonto, perso nei propri ricordi, finché si addormentò.

  
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