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Autore: ___MyKryptonite    19/05/2012    0 recensioni
Appena avevo messo piede sul suolo londinese avevo capito che questa città fosse un po’ come la mia madrepatria, finalmente avevo trovato un luogo in cui potermi sentire libera, viva e soprattutto me stessa!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stessa routine, Stessa Storia. Sono ormai 7 mesi che mi manca Londra, mi manca tutto di quella città, i negozi, i ragazzi con quell’adorabile accento per non parlare di tutte quelle attrazioni e musei che c’erano, non che io fossi una persona fissata perennemente sullo studio e basta, mi piaceva divertirmi, e poi chi non amava i musei londinesi, London Eye, Piccadilly Circus e il Big Ben. Come al solito ogni giorno devo andare in quella scuola che per me è simile all’inferno. Non che non mi piacesse e non andassi bene, anzi, si poteva dire che i miei voti erano quasi perfetti senza che io mi impegnassi troppo nello studio, ma il pensiero di svegliarmi presto la mattina per raggiungere quel posto per stare seduta 5 ore o più,me la faceva odiare letteralmente. Sveglia alle 7, lavarsi e vestirsi e poi dritti a scuola. Colazione in questa casa, in questa famiglia vi starete chiedendo, bhè niente di più che un bicchiere di latte o a volte neanche quello, vivere in una famiglia costantemente a “dieta” e fissata con la linea, è una tragedia; non che io fossi in carne, ma non avevo neanche un fisico da modella, una 40 di taglia ed un 1.70 non mi sembra tanto male, invece la mia famiglia sbraita ogni volta che tocco un pezzetto di cioccolata per 2 giorni di fila. Sì, Abbastanza stressante. Ero stata a Londra ad Ottobre ed appena avevo messo piede sul suolo londinese avevo capito che questa città fosse un po’ come la mia madrepatria, finalmente avevo trovato un luogo in cui potermi sentire libera, viva e soprattutto me stessa! 7 mesi, 7 mesi erano passata ed ogni giorno chiedevo costantemente di andare di nuovo a Londra, ma questa volta definitivamente, volevo andare a vivere, è sempre stato il mio sogno ma i miei genitori ovviamente pensavano che scherzassi ogni volta che dicevo: voglio andare a finire i miei studi a Londra. Fin quando, un bellissimo giorno di giungo i miei genitori ritornando mi hanno fatto trovare una bella sorpresa. Come al solito arrivo a casa in ritardo, con una fame esagerata e non appena apro la porta i miei genitori mi chiamano. < Becca, vieni un attimo dobbiamo parlarti di una cosa importante >, ecco qua chissà che vogliono ‘sti rompipalle, sicuramente mi mettono in punizione, ROMPIPALLE! L’unica cosa che mi conforta è che oggi è stato il mio ultimo giorno di scuola. < Ditemi, sono tutta orecch i> < Becca, noi ci abbiamo pensato a quello che tu ci stai chiedendo da ormai più di 7 mesi… > < E.. ?> incitandoli a continuare < Tra una settima partirai per Londra, andrai lì a studiare, andrai là prima così già puoi fare amicizia prima che inizino le lezioni tra 3 mesi > disse con una nota di dispiacere, anche se erano dei “bacchettoni” mi volevano bene, sia a me che mia sorella più grande. < No, davvero, non ci credo, ditemi che non sto sognando, vi prego > < Becca… > < Se è un sogno non svegliatemi > ormai ero partita per la tangente. < Becca, ti dobbiamo dire anche un’altra cose > con un sorriso sulle labbra, lievemente più felice. < E cioè…? > < Rose, verrà a studiare con te, a Londra, starete nella stessa camera al college > emisi un urlo talmente forte che i vicini imprecarono in più lingue. < Cosa!? Davvero!? Rose, la mia Rose, verrà con me!? > un altro urlo. < Si, pensiamo che siamo una buona opportunità per migliorare il vostro inglese, visto che già siete abbastanza brave > Rose, è la mia migliore amica, una sorella per me. Alta quanto me e anche lei con una 40, però al contrario di me aveva i capelli marrone scurissimo, nel nero e anche gli occhi erano dello stesso colore. Mentre io, Rebecca, capelli biondo cenere e grandi occhioni verdi che cambiavano colore, con sfumature marroni chiaro, entrambe diciassettenni. Non ci credevo, il sogno di una vita, finalmente si stava realizzando.
  
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