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Autore: SpitFireScar    19/05/2012    0 recensioni
Il racconto dello sterminio dei Licantropi per mano di Caius e della Guardia.
Di come la sua sete di potere lo spinge a sterminare un'intera razza.
Protagonisti l'ultimo licantropo e Caius.
Comparse di Demetri, Santiago, Felix e Afton.
Genere: Azione, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caius, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Precedente alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'I Regnanti e la Guardia di Volterra'
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L'ULTIMO FIGLIO DELLA LUNA

L’ULTIMO FIGLIO DELLA LUNA



Non capiva come era potuto succedere, in poco tempo da dominatori dell’intera Asa, si erano dovuti nascondere in caverne come dei topi, la loro razza in origine era nata nelle steppe del nord del vasto continente per facilitare la loro sopravvivenza dal freddo e dalla fame, si erano spinti a sud, fino a raggiungere le terre torride e desertiche del Pakstan, ma dopo secoli di potere indiscusso si erano ritirati dai loro amati confini a causa dei bevitori di sangue.
Lui aveva avuto l’onore di vedere gli Unni guidati dal Flagellum Dei, alcuni membri della loro specie lo avevano seguito nel penetrare il grande Impero degli uomini dell’occidente, nelle terre dove il sole moriva, in quelle lande floride la loro razza si era espansa a macchia d’olio, i vari gruppi rimasero uniti con le comunicazioni e il vagabondaggio, anche con i clan che avevano oltrepassato il Reno.
Ricevettero la notizia della caduta del Impero nemico del grande Attila, ma con lo scorrere degli anni da quei confini a loro ignoti le notizie smisero di giungere.
Poco tempo dopo arrivarono i bevitori di sangue, giunsero dal mare, non erano molti in confronto con i loro numerosi gruppi, pensavano di riuscire a respingere i nuovi venuti facilmente, ma presto caddero i loro primi fratelli, i loro nuovi nemici erano vestiti con lunghe tuniche nere, realizzate con la seta più rara e pregiata, erano guidati da un vampiro dai lunghi capelli bianchi, candidi come la neve e con occhi rossi, come il sangue di cui si nutriva, ma era l’odio che trasmetteva  ad intimidire i nemici, lo stesso che lo spingeva in quella campagna sanguinosa, il grande re degli Unni era considerato un demone dai propri nemici, ma paragonato a quell’essere non era nulla, la sete di potere e distruzione era smisurata e impagabile in lui.
Erano immortali potenti, dalla forza smisurata, soprattutto due vampiri dalla dimensioni  mastodontiche, addestrati a combattere sia da soli che insieme, ma non erano questi dettagli che li rendevano superiori, erano i loro poteri o doni come li chiamava il loro condottiero.
Dopo le prime sconfitte avevano ideato di nascondersi e attaccarli di sorpresa, ma uno di loro, un maschio, dalle movenze simili a quelle di una scimitarra, veloce e letale, silenzioso come il miglior predatore, guidava i vampiri, riuscendo sempre a trovarli ed eliminarli, maschi  e femmine, giovani e vecchi.
Quando le loro perdite erano aumentate e nessuno dei loro nemici era caduto, tutti i clan si erano uniti sotto un'unica guida e insieme studiarono di attaccarli come un unico grande branco, come quando il grande Attila attaccava i nemici dell’Ovest, sicuri che questa tattica li avrebbe portati alla vittoria.

Come sempre alla testa del piccolo plotone c’era l’albino, seguito dal vampiro che aveva permesso di trovare e sterminare alcuni suoi fratelli, entrarono nella radura con velocità fulminea, l’attacco scattò immediatamente, tutti si lanciarono contro, uno di loro riuscì ad attaccarsi al braccio del giovane, ma quello con una velocità sorprendente si liberò dalla presa e fracassò il cranio all’avversario con un solo pugno, come lampi arrivarono gli altri, fu un massacro, usarono i loro poteri o la loro la forza, trucidando tutti quelli che si opponevano senza mostrare fatica e pietà.
L’unica soluzione a quelle disfatta era la ritirata.
Scapparono si divisero per non essere trovati facilmente, fuggirono in una trentina, di un’intera e vasta razza che dominava il più grande continente del mondo conosciuto, in poco tempo solo poche decine di loro erano sopravissuti all’estinzione ormai prossima.

Era nascosto dentro quella sudicia grotta da anni, si era spinto fino al limite del continente dell’Asa, per sfuggire alla sorte, ma alla fine l’avevano raggiunto e braccato, sapeva che erano fuori dalla grotta, lui era l’ultimo rimasto, ne era a conoscenza, il suo istinto glie lo suggeriva, ma erano anche le voci che erano arrivate nei giorni precedenti a dargli la consapevolezza di quello che era successo.
-L’ultimo è qui.- Era la voce di un maschio, immaginava poteva essere il vampiro cacciatore, quello morso da suo fratello di sangue, era più piccolo di lui ed era stato ucciso a sangue freddo da quell'immortale.
-Ottimo lavoro Demetri.
 Santiago, Felix.
 Andata a prenderlo!- Ordinò una voce severa e rigida, che non ammetteva replica.
Li vide entrare, erano i due bevitori di sangue giganteschi, quelli che con una mano schiacciavano la testa di un suo compagno, uno era bianco pallido e dal sorriso da squalo e l’altro aveva la pelle  olivastra, anche se leggermente pallida ed entrambi aveva gli occhi scarlatti, segno della loro immortalità.
Lo presero portandolo fuori di peso, provò a liberarsi anche se sapeva che era inutile, se neanche un esercito dei suoi fratelli li aveva sconfitti cosa poteva lui da solo.
Quando alzò lo sguardo lo vide, il vampiro dai capelli bianchi, lo stesso che aveva decretato lo sterminio della sua specie, lo guardava ghignante, aveva un collana di zanne, simbolo delle numerose vittorie, indossava un mantello con pelle di lupo e con puro odio lo studiava.
-Trasformati.- Lo invitò a diventare ciò che era, per sfida, per ridicolizzarlo.
-TRASFORMATI!- Urlò più forte per farlo obbedire all’ordine, come un’animale sottomesso.
Ma l’orgoglio della sua razza non gli permetteva di farsi deridere dal loro nemico naturale, loro avevano ucciso tutti i suoi fratelli e adesso lo volevano obbligare a morire nella sua forma originale, come una bestia.
-Afton, portami il sacco.-
Un altro vampiro si fece avanti, lo guardava come se sapesse come sarebbe stato il suo futuro, anche se il volto era inespressivo, aprì un sacco, dopo un cenno del loro Signore  versò il contenuto, caddero teste di lupi con gli occhi spalancati e vacui, tutti morti, ventinove teste rotolarono ai suoi piedi, i “fortunati” scappati alla morte erano stati trovati, come già ne era a conoscenza e brutalmente eliminati.
Erano stati tutti massacrati.
La rabbia sfociò incontrollabile e mutò in ciò che era realmente, lui sapeva come erano andate le cose, ma vedere la realtà davanti agli occhi era devastante e incontrollabile.
Era un licantropo o lupo mannaro come veniva anche chiamato, un verace predatore di uomini, l’ultimo della sua specie, era alto, più alto dei due vampiri che lo tenevano, dal lungo pelo nero come la notte, occhi fiammeggianti e lunghe zanne, venne immediatamente bloccato da altri due vampiri.
Il capo si avvicinò gli prese la testa e guardandolo negli occhi parlò –Avrai l’onore di sapere chi ti ha ucciso, ultimo figlio della luna. Il mio nome è… Caius Vulturi.-
Con un movimento secco e deciso staccò la testa del licantropo, estinguendo così la razza che aveva dominato per secoli quel continente  e Caius sorrise nella più completa gioia per la guerra conclusa e vinta, incurante della distruzione causata dalle sue decisioni.


Angolo di SFS
-Asa: Nome antico dell’Asia, dato dai Fenici.
-Pakstan: Nome originale del Pakistan.
-Flagellum Dei: Titolo affibbiato a Attila dai Romani, letteralmente “Flagello di Dio”.

Per chi ha letto fino a qui e ha avuto la pazienza di leggere.
Grazie MILLE.
SFS

 

  
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