Chi
la
fa l’aspetti
POV
Hermione (Più o meno)
Le
lezioni del pomeriggio stavano per cominciare e
i corridoi di Hogwarts erano deserti fatta eccezione per i
pochi
ritardatari che si affrettavano per raggiungere le loro aule.
Tra
di loro una ragazza si affannava più di tutte le altre per
arrivare in tempo
essendo poco abituata ad essere in ritardo:
Hermione Granger.
Lei,
la ragazza più diligente di tutta Hogwarts, sempre preparata
e puntuale si
trovava a essere sempre più distratta e in ritardo e la
colpa, ovviamente, non
poteva che essere di un unica persona, o forse in questo caso era
meglio dire
due.
Due
persone che da alcune settimane non facevano altro che pastrugnarsi
senza
ritegno in giro per il castello impedendole di concentrarsi e
costringendola ad
arrivare sempre più tardi a lezione per evitare di assistere
a spettacoli
stomachevoli.
Il
fatto che Ron e Lavanda stessero insieme era noto a tutta Hogwarts; e
come
poteva non essere così dal momento che per Ron-ron e Lav-lav
ogni momento che
non passavano incollati era tempo sprecato.
L’immagine della prima volta che li aveva visti
insieme era ancora ben
stampata nella mente di Hermione e nei momenti meno opportuni le
tornava alla
mente tanto chiara e vivida da sembrare reale.
Eppure
poco prima stava andando tutto così bene tra di loro.
Litigavano di meno da
quando lei era riuscita a trovare il coraggio per invitarlo alla festa
di
Lumacorno e lui aveva accettato.
Probabilmente
farsi trovare avvinghiato a Lavanda in sala comune era il modo migliore
che
quel troglodita aveva trovato per farle sapere che aveva cambiato idea.
Hermione
arrivò alla porta del sotterraneo di Lumacorno proprio nel
momento in cui la
campana smetteva di suonare.
Si
affacciò nella classe pronta a scusarsi per il ritardo, ma
per sua fortuna non
c’era nessuno dietro la scrivania. Ringraziando per la sua
fortuna raggiunse
Harry cercando di non far cadere lo sguardo su una cinguettante Lavanda
che era
seduta all’ultimobanco con il suo fidanzato.
“Ciao”
disse al ragazzo sedendosi di fianco a lui.
“Ciao.”
le rispose il moro “ Se non sbaglio é la terza
volta che arrivi in ritardo
questa settimana.”
Hermione
gli lanciò uno sguardo truce mentre tirava fuori i libri
dallo zaino e
“Spero
di si, ho riletto tutti i libri di pozioni dal primo
all’ultimo anno, anche se
vorrei avuto più tempo per leggere di nuovo quello di
quest’anno. Piuttosto tu
come farai senza l’aiuto del principe?” disse tutto
d’un fiato lanciando uno
sguardo al libro di Harry.
“Non
ricominciare con questa storia..” inizio il ragazzo, ma fu
interrotto da una
voce che veniva dalla porta.
“Buongiorno
a tutti ragazzi!” Lumacorno aveva appena fatto il suo
ingresso nell’aula di
pozioni seguito da un grosso scatolone che volteggiava per aria.
Tutta
la classe si alzò in segno di saluto al professore il quale
fece un gesto con
la mano per invitarli a sedersi.
“E’
il momento di cominciare” iniziò il professore
“siamo già abbastanza in
ritardo. Tirate fuori un rotolo di pergamena e io passerò
per i banchi per
assegnarvi la pozione da preparare”
Tutti
gli studenti si chinarono per prendere i rotoli di pergamena dalle
borse poi
Lumacorno iniziò a passare per i banchi colpendo con la
bacchetta le pergamene
sulle quali comparivano gli ingredienti per le pozioni.
“Allora
ripassiamo le regole” disse Lumacorno mentre finiva il suo
giro “ad ognuno di
voi ho scritto gli ingredienti, il primo passaggio e colore e
consistenza
finale delle pozioni. Avete un ora e mezza di tempo per preparare le
pozioni
poi dovrete identificare la pozione, provarla e preparare un antidoto
e, non
preoccupatevi, io ho gli antidoti giusti in caso servano; tutto
chiaro?”
Un
si unanime si levò dalla classe.
“Bene,
ora che avete tutti la vostra pergamena è il momento di
cominciare” disse il
professore “Buon lavoro!”
Hermione
prese la sua pergamena e ancora prima di finire di leggerla aveva
già capito
che si trattava di una pozione schiarente. Era una pozione abbastanza
semplice,
dovevano esserlo tutte a giudicare dalle facce sollevate della maggior
parte
degli studenti.
Senza
perdere altro tempo la riccia si rimboccò le maniche e si
mise al lavoro.
Dopo
poco più di un’ora la sua pozione era praticamente
pronta. Mancavano solo altri
dieci minuti di cottura a fuoco lento. Si guardò intorno per
vedere a che punto
fossero gli altri. Tutti gli studenti si stavano ancora affaccendando
intorno
ai proprio calderoni sminuzzando e aggiungendo ingredienti, preoccupati
di non
finire in tempo. Solo Lavanda sembrava non preoccuparsi del tempo che
passava.
Si guardava intorno e ogni tanto versava del liquido nel calderone.
“Che
strano”pensò la riccia “non è
mai stata molto brava in pozioni”. Ad un tratto i
loro sguardi si incrociarono e Hermione si voltò imbarazzata
concentrandosi sul
suo tavolo.
Finita
la pozione la imbottigliò e sbirciò la pergamena
di Harry. Non le ci volle
molto a capire che si trattava di una pozione per far crescere le
unghie.
Guardò anche nel suo calderone e con sua grande sorpresa
vide che la pozione
aveva assunto il tipico colore.
“Bene
ragazzi, fermatevi tutti, il tempo a vostra disposizione è
finito” disse
Lumacorno alzandosi in piedi. “Mi sembra che le pozioni siano
venute abbastanza
bene!” aggiunse dando un occhiata ad alcuni calderoni.
“Ora mettete le pozioni
dentro una fiala e fate evanescere il resto, poi..” ma si
interruppe di colpo
guardando il fondo dell’aula “signorina Brown che
sta facendo?”
Hermione,
come tutti gli altri si girò verso l’ultimo banco.
Ron
che si era voltato per prendere una cosa nella cartella si era girato
di scatto
mentre Lavanda era china sul calderone del ragazzo con la bacchetta
sospesa a
mezz’aria.
“Io..io..niente
professore” rispose la bionda avvampando.
“
Non mi sembra il caso che lei cerchi di aiutare il signor Weasley. Il
compito
deve essere svolto senza aiuti.”
“Io
veramente non stavo cercando di aiutarlo” disse la bionda
mentre Ron la
guardava con sguardo interrogativo.
“Su,
non cerchi di giustificarsi, so che per amore si farebbe qualsiasi
cosa” rise
Lumacorno facendo arrossire la coppia.
Hermione
si girò imbronciata tirando fuori la sua bacchetta per far
evanescere la
pozione.
“Però
non posso di certo farvi un trattamento
di favore” riprese il professore “ quindi signorina
Brown si alzi e venga qui”
E nel dire questo posò una mano sul banco di Hermione
attirando la sua
attenzione.
La
riccia alzò lo sguardo verso Lumacorno che la stava
guardando a sua volta.
“Signorina
Granger le dispiace fare a cambio di posto con la signorina
Brown?” chiese il
professore.
“Ma..veramente..”boccheggiò
Hermione quasi contemporaneamente con Lavanda.
“Su
su ragazze, non abbiamo molto tempo per gli antidoti.” Le
esortò il professore.
Hermione
si alzò sconfortata
e iniziò a
raccogliere la sua roba, poi con passo svelto andò verso il
fondo dell’aula
incrociando Lavanda che continuava a guardarsi indietro lanciando
occhiate
preoccupate al suo banco.
Arrivata
all’ultimo banco si mise a sedere al fianco di Ron senza
degnarlo di uno
sguardo e il ragazzo per tutta risposta allontanò il suo
sgabello.
“Presumo
che abbiate tutti imbottigliato la vostra pozione” disse
Lumacorno dopo che le
ragazze si furono sistemate “Ora scrivete quella che pensate
sia la vostra
pozione sul retro della pergamena e consegnatemela.”
Ci
fu un po’ di trambusto, poi quando tutti ebbero consegnato la
loro pergamena il
professore tornò in cattedra per controllare che ci fossero
tutte.
“Bene,
è arrivato il tempo di iniziare, però prima
ognuno scambi la pozione con quella
del compagno di banco.”
“Cosa?”
Lavanda schizzò in piedi gridando e tutti si girarono a
guardarla “Professore,
ma le i non ci aveva detto nulla del genere.”
“Non
l’avevo fatto? Beh devo essermi dimenticato. Comunque
scambiatele così il
compito sarà più difficile. Su,
cominciate!”
Lavanda
guardò il professore, poi si girò verso Hermione
e tornò a sedersi.
“Perfetto”
penso Hermione “ora devo anche provare la pozione che ha
preparato questo
inetto.”
Intanto
Ron aveva avvicinato la sua boccetta al centro del tavolo. Lei la
afferrò e fece
la stessa cosa con la sua.
Alzò
la boccetta all’altezza degli occhi studiandone il contenuto.
Era una pozione
di un rosa pallido, ma non riusciva a capire di cosa si trattava.
“Forza
bevetene un sorso” disse Lumacorno divertito “sono
curioso di vedere gli
effetti.”
La
ragazza diede un ultima occhiata alla boccetta, poi la
avvicinò alla bocca
chiuse gli occhi e bevve.
Posò
la boccetta sul tavolo e aspettò. Si sentiva strana, ma non
le sembrava di aver
subito alcun cambiamento fisico come stava accadendo al resto dei suoi
compagni.
Con
la coda dell’occhio aveva visto che i capelli di Ron che
aveva bevuto la sua
pozione schiarente erano di un giallino tendente all’arancio
mentre le orecchie
di Draco erano diventate enormi e i
capelli di Justin erano cresciuti fino a toccare il pavimento. Lavanda
invece
aveva le unghie lunghe trenta centimetri(Harry doveva aver esagerato
con la
centinodia) e continuava a guardare insistentemente nella loro
direzione.
La
riccia la guardò per un po’, poi senza pensarci si
girò verso Ron per capire
esattamente cosa stesse fissando la bionda.
Il
cuore cominciò a batterle a un ritmo insostenibile, quello
che aveva davanti
era uno spettacolo incantevole. I capelli di Ron erano di uno
stranissimo
colore, ma lei non lo aveva mai trovato così bello. Tutta la
rabbia che aveva
per lui era improvvisamente sparita. Lui si girò e la
beccò a guardarlo, ma a
lei non importava. Era come se non fosse più lei, non
riusciva a distogliere lo
sguardo, non poteva, non voleva.
Allungò
una mano per toccargli i capelli e sembrava la cosa più
normale da fare.
“Lo
sai che sei proprio carino così?” disse estasiata.
Ormai non era più lei.
Ron
arrossì iniziando a balbettare parole senza senso.
Spostò
la mano sulle sue labbra accarezzandole lievemente. Tutto quello che
c’era
intorno non contava, l’unica cosa importante erano le labbra
di Ron.
Hermione
si avvicino lentamente al ragazzo che ormai era color pomodoro, era
sempre più
vicina alle sue labbra. Chiuse gli occhi per assaporare il momento, poi
sentì
un urlo e si trovo stesa a terra.
Aprì
gli occhi. In piedi avanti a lei c’era una Lavanda sconvolta
mentre tutta la
classe le guardava in silenzio.