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Autore: Rain e Ren    19/05/2012    3 recensioni
Li scorge infine a pochi metri di distanza da lei – se non fossero così precarie le sue condizioni certamente li avrebbe notati prima! – e qualcosa di scioglie nel suo petto. Sono entrambi seduti a terra, sporchi di fango e sudati come non mai, i vestiti laceri e mezzi bruciati; sono uno davanti all’altro, nella terra, privi ormai del Chakra necessario per poter continuare la loro battaglia. Sono sporchi, stanchi, feriti e provati, ma sono vivi. Avanza verso di loro!
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Toward them

 

 

Sakura corre. Anzi: incespica goffamente in quella terra intrisa di sangue e fango rischiando di rovinare a terra per l’ennesima volta. Le ferite del suo corpo bruciano. I muscoli sono quasi insensibili per la troppa tensione a cui sono costretti. La vista si fa sempre più appannata e la forza inizia a venir meno. Sta male, Sakura, con il corpo portato al limite dalla sua testardaggine e dal suo orgoglio: non ha smesso di lottare per un solo secondo!

È sfuggita alle cure che i Ninja medici volevano prestarle. Hanno detto che è messa male, che quelle ferite potrebbero rivelarsi letali se non acconsentirà a starsene ferma su una barella improvvisata lasciandosi curare. Sakura è scappata alla prima occasione. Non può rimanere ferma in quel campo base che di tale non ha nemmeno il nome. Deve raggiungerli. Deve trovarli.

Respira sempre più a fatica, il dolore che ormai batte peggio di un martello pneumatico. Le hanno detto che la Quarta Grande Guerra Ninja è finita, che potrà tornare a casa a breve, così da aiutare nella ricostruzione avviata in precedenza del suo villaggio. Non ricorda chi le abbia detto queste cose, benché siano passati forse una decina di minuti; forse uno dei Ninja medici che hanno provato a trattenerla. Non ricorda forse perché, mentre quel qualcuno parlava al nulla, intorno a lei le grida festanti e gioiose si levavano sempre più forti. I Ninja esultavano!

Le labbra di Sakura si piegano in un sorriso amaro. Lei non può gioire, non ancora. Deve trovarli. Deve raggiungerli.

Li scorge infine a pochi metri di distanza da lei – se non fossero così precarie le sue condizioni certamente li avrebbe notati prima! – e qualcosa di scioglie nel suo petto. Sono entrambi seduti a terra, sporchi di fango e sudati come non mai, i vestiti laceri e mezzi bruciati; sono uno davanti all’altro, nella terra, privi ormai del Chakra necessario per poter continuare la loro battaglia. Sono sporchi, stanchi, feriti e provati, ma sono vivi.

Un sorriso – il primo vero sorriso dall’inizio della Guerra – le increspa le labbra screpolate e dal gusto ferroso. Si sente cedere, ma pochi passi ancora la separano da loro. Pochi passi e il macigno che sente pesare scomparirà.

Si blocca improvvisamente, Sakura. Due occhi color del cielo a primavera hanno incrociato i suoi facendola fremere. Si, sono i suoi occhi a guardarla. Gli stessi occhi che le hanno dato forza e coraggio, che l’hanno spronata e rassicurata. Sono gli occhi sereni e ridenti di Naruto quelli che la fissano placidi, lasciandole intuire che davvero è tutto finito.

Solleva lo sguardo e un altro paio di occhi incontrano i suoi. Occhi neri, d’antracite pura, seri e imperscrutabili. Ma, dopo tanto tempo, privi di odio e vendetta. Sono occhi che ha amato, quand’era ancora una ragazzina ingenua e sognante. Ora i sogni si sono infranti, e la dura realtà ha preso il posto della fantasia.

È cresciuta, Sakura! È questo l’unico pensiero che sfiora la mente di Sasuke nel momento in cui osserva gli occhi della ragazza. Non è più la bambina petulante e fastidiosa che ricordava, così come Naruto non è più il pagliaccio stupido e irriverente. No, non sono più quelli di una volta, e mai più potranno esserlo. Sono cresciuti. Ora sono un giovane uomo e una giovane donna che hanno combattuto una guerra per qualcosa che ritenevano giusto, per gli ideali in cui hanno sempre creduto.

Sakura sospira e i polmoni vengono percorsi da una dolorosa fitta.

“ Siete vivi…” Sussurra sollevata facendo un passo avanti, e poi uno ancora, e uno ancora. Sente le ginocchia cedere pian piano, lamentandosi dello sforzo immane a cui la giovane le sottopone.

Naruto si alza lentamente, e anche il suo corpo protesta come quello di Sakura. La vede avanzare lenta e incerta sulle gambe, debole e sfibrata come mai prima. Deve aver combattuto senza mai fermarsi, si trova a pensare il biondo. Ha i vestiti laceri, i capelli arruffati e appiccicosi di fango, il corpo martoriato da evidenti ferite e il volto sporco e graffiato. Eppure cammina ancora, Sakura, con una forza che ne Naruto ne Sasuke sanno dire da dove venga.

Avanza verso di loro!

Sakura è ad un passo da Naruto quando le ginocchia cedono con uno schianto e lei scivola a terra. Non la tocca, perché le braccia del biondo l’hanno sorretta una volta ancora, stringendola a se con una dolcezza tale che la ragazza si trova ad arrossire benché il momento non sia proprio consono. Ma non le importa. Si aggrappa con forza – quella che le rimane – alle braccia sicure di Naruto e nasconde il viso nell’incavo tra la spalla e il collo.

Una lacrima, silenziosa e meschina, le riga la guancia lasciandone il segno, creando una striscia pulita sul volto sporco di polvere. Naruto e Sasuke non hanno visto quella lacrima, e Sakura è riconoscente per questo.

“ Siete vivi…” Sussurra nuovamente, il viso premuto sul petto di Naruto che, stremato quanto lei, scivola a terra tenendola stretta a se.

C’è un immenso sollievo dentro di lei, e la voragine che si era aperta nel suo petto si è richiusa improvvisamente. Ed è lì, in quell’attimo, che Sakura realizza per la prima volta cosa davvero abbia generato quel baratro. Non è stata la partenza con annesso tradimento di Sasuke. No. È stata lei e il suo essere sempre così bambina. Lei e il suo egoismo.

 

12 anni, Sakura! Cos’è l’amore a 12 anni? Cosa se non il capriccioso gioco dell’essere grandi? Cosa se non la simulazione dell’essere adulti, che appaiono a quell’età estremamente saggi e perfetti.

 

12 anni, Sakura! 12 anni! Che ne sai davvero della vita e dell’amore a 12 anni? Puoi voler bene ad una persona, provare affetto verso di essa. Ma l’amore è qualcosa di diverso. E che amore mai puoi dare a 12 anni?

 

Acerbo. Infantile. Fasullo. Debole.

Non sapeva nulla dell’amore, Sakura, quando aveva 12 anni. Ma giocare a fare gli adulti faceva sentire così importanti. Solo ora si accorge di quanto quell’amore non fosse amore. Ora che tutto è finito. Ora che Naruto la stringe in mezzo a quella landa desolata, resa sterile da una Guerra di cui ancora non comprende il significato. Ora che, attraverso la spalle del ragazzo biondo, osserva un altro ragazzo, lo stesso che dichiarava d’amare.

“ Perdonami Sasuke. Perdonami Naruto.” Dice a bassa voce, quasi in un sussurro, eppure è certa che entrambi abbiano colto le sue parole. E le hanno comprese.

Sakura socchiude gli occhi, ormai sul punto di arrendersi alla stanchezza e al dolore. Le braccia le ricadono lungo i fianchi e il respiro inizia a farsi più lento. Vuole dormire, Sakura. E quando si sveglierà sarà in grado di affrontare la battaglia più ardua, quella del confronto con Sasuke. Ma non lo teme, quel confronto, perché ormai ha fatto chiarezza nel suo animo, e conosce le risposte alle domande che sa già il ragazzo le rivolgerà.

Ma tutto ciò non conta al momento. Conta solo che ci sia la pace – se mai questa davvero esista! – e che Naruto e Sasuke siano entrambi salvi. E con questo pensiero di abbandona definitivamente alla forza rassicurante di Naruto, che da senza mai chiedere niente in cambio.

Si sente sollevare ma non ha voglia di aprire gli occhi. No, vuole solo dormire.

Solo dormnire…

 

   
 
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