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Autore: Holly Rosebane    20/05/2012    7 recensioni
«Harry, guarda un po’ che abbiamo qui!» Esordì Tomlinson, spingendo avanti Melanie.
Questa si bloccò a due centimetri da lui, voltandosi a lanciare un’occhiata maligna al gruppetto di cospiratori alle sue spalle.
Styles alzò lo sguardo, posandolo appena sulla ragazza, per poi tornare alla sangria. Sembrava più infastidito che altro.
«Non ho voglia di firmare autografi, stasera.» Rispose, mandando giù un sorso, ignorando lo stomaco e l’esofago che iniziavano a prendere vita da soli, per quanto bruciassero. Louis rise.
«E chi ha parlato di firme? È qualcosa di molto meglio!»
Melanie gli tese la mano, sorridendo.
«Piacere, mi chiamo Melanie Rider. Sarò la tua ragazza, per questa notte.»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One Night

 



La notte è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.
(A.Tabucchi)
 





«Adesso spiegatemi per quale motivo mi avete trascinato qui, stasera. Perché io non lo capisco.»
Harry Styles si volse verso i suoi quattro amici, fulminandoli uno ad uno con lo sguardo. L’avevano costretto ad uscire, quella sera. Quando lui avrebbe semplicemente preferito restare a casa ad ammazzarsi di birra e film squallidi, nell’apoteosi della sofferenza post-rottura. Sì, perché da quando Caroline Flack l’aveva lasciato, una settimana fa, era diventato un altro.
Prima, aveva passato tre giorni a piangere. Poi, era diventato silenzioso. Infine, era sopraggiunta la rabbia. Rispondeva male a qualunque domanda, restava per ore stravaccato sul divano con le cuffiette al massimo volume e lo sguardo perso nel vuoto. Ai live sembrava sempre giù di tono, si stava riducendo ad uno zombie. E la pazienza dei restanti quattro quinti dei One Direction era venuta meno.
«Perché non ce la facciamo più a vederti in questo stato, Harry!» Esclamò Niall, esasperato. Era stata sua l’idea di portarlo al disco-pub. Per cercare di scuoterlo, di movimentare un po’ la sua giornata.
«Già! Guardati, sembri un condannato a morte! Che fine hanno fatto i tuoi sorrisi, la tua allegria?» Chiese Zayn, dandogli una gomitata affettuosa. Harry gli lanciò un’occhiata colma d’odio. «Come faccio ad essere felice quando mi è crollato il mondo addosso, eh? Rispondi!» Esclamò, riuscendo a sovrastare il chiacchiericcio diffuso e la musica di sottofondo.
Il locale era parecchio affollato, alcuni clienti erano seduti ai tavolini, altri consumavano cocktails e alcolici al banco bar, in piedi o sugli sgabelli. Al centro, c’era una pista da ballo con un deejay, e parecchie persone si scatenavano seguendo il ritmo. Sembravano tutti felici o spensierati. Tranne Harry.
«Adesso calmati, per favore. Cerca di… di distrarti!» Gli suggerì Liam, al limite della sopportazione. Styles scosse i riccioli, sbuffando.
«Sapete che c’è? Mi avete stancato. Vado a prendere da bere, almeno non dovrò ascoltarvi.» Si voltò, scomparendo fra la calca.
Louis si passò una mano sul volto, gli altri ragazzi si guardarono scoraggiati.
«Ok, la tua idea è stata pessima, Nialler.» Disse Zayn, alzando un sopracciglio. Il biondo si strinse nelle spalle, scuotendo la testa.
«Qui ci vuole qualcosa, qualsiasi cosa, per tirarlo su. Deve distrarsi, ma con noi non ci riuscirà mai.» Commentò Liam, agganciando i pollici ai passanti della cintura dei jeans. Dopo alcuni istanti di silenzio, Louis ebbe un lampo d’ispirazione.
«Ora prendo una tipa, la prima che mi capita davanti, e le chiedo di essere la ragazza di Harry. Solo per questa serata. Così vediamo se si riprende o no.» Sentenziò.
 Era un’idea folle, insana, che solo uno come lui avrebbe potuto partorire. Gli altri non fecero in tempo a protestare, che qualcuno andò a sbattere contro Zayn.
«Scusami, non ti ho proprio visto!» Esclamò una ragazza, rendendosi conto di essere incappata in un ostacolo sul percorso. «Non preoccuparti, succede.» Rispose Malik, sorridendole. Nonostante le luci fossero basse e psichedeliche, era abbastanza facile poter riconoscere volti.
Sembrava loro coetanea, non troppo alta, lunghi capelli lisci, castano chiaro; grandi occhi azzurri, bel volto, dall’aria simpatica.
Indossava una semplice canotta bianca e dei jeans, un abbigliamento per niente consono ad una serata di follia. Oltretutto, doveva anche essere di fretta, per non essersi accorta di Zayn. Improvvisamente, la ragazza cambiò espressione.
«Ma io vi conosco! Siete i One Direction! La mia migliore amica è pazza di voi!» Esclamò, incredula. I ragazzi lanciarono un’occhiata sospettosa a Louis. Che si fece avanti.
«Come ti chiami?» Le chiese, sfoderando il suo charme british. Faceva colpo su chiunque non fosse inglese. E dato che si trovavano in America…
«Melanie.» Disse, e lo guardò, confusa.
«Ti va di essere la ragazza di Harry Styles, solo per questa notte?»
Melanie osservò attentamente tutti e quattro i One Direction. Poi, scoppiò a ridere.
«Cos’è, una puntata notturna di Punk’d?» Chiese, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Vedendo che nessuno rideva alla sua battuta, capì che la faccenda dovesse essere seria.
«Perché i One Direction chiederebbero una cosa simile ad una come me?»
Louis sospirò, cercando di trovare le parole adatte per riassumere brevemente la gravità della situazione.
«Ascolta, Harry è appena stato mollato. Sono giorni che praticamente non vive più, e noi vorremmo tirargli su il morale. Ma non ci ascolta. Così, ha bisogno di una scossa, di… qualcosa di nuovo, ecco.» Melanie sembrava ancora incerta sul da farsi. «Ti prego, è veramente importante. Sono disposto a pagarti, se vuoi! Qualsiasi cifra mi sta bene.» Esclamò, portando la mano al portafogli. La ragazza lo bloccò.
«Primo, non sono in vendita. Secondo… vi propongo uno scambio.» Disse, sorridendo. I ragazzi si avvicinarono di più a lei, per sentire ciò che stesse dicendo.
«Io passerò la notte insieme a Styles, e voi con la mia amica laggiù.» Indicò un punto al centro della pista, dove una ragazza tutta curve, minigonna e top super scollato ballava con almeno due ragazzi per volta. Aveva l’aria piuttosto brilla. «Avrei dovuto portarla a casa, ma visto che ci siete voi… allora, accettate?» Propose, guardando i ragazzi. Dissero di sì, senza problemi. Melanie lasciò l’indirizzo di casa della sua amica sull’iPhone di Niall, in modo che avrebbero potuto accompagnarla senza di lei, a fine serata.
«E adesso, torniamo da Harry!» Esultò Louis, e si fecero strada sgomitando fra la calca.
Trovarono il riccio al piano bar, seduto con aria piuttosto abbacchiata. Guardava assente il suo bicchiere di sangria, mandando giù qualche sorso, di tanto in tanto. Metteva una tristezza immane.
«Harry, guarda un po’ che abbiamo qui!» Esordì Tomlinson, spingendo avanti Melanie. Questa si bloccò a due centimetri da lui, voltandosi a lanciare un’occhiata maligna al gruppetto di cospiratori alle sue spalle. Styles alzò lo sguardo, posandolo appena sulla ragazza, per poi tornare alla sangria. Sembrava più infastidito che altro.
«Non ho voglia di firmare autografi, stasera.» Rispose, mandando giù un sorso, ignorando lo stomaco e l’esofago che iniziavano a prendere vita da soli, per quanto bruciassero. Louis rise.
«E chi ha parlato di firme? È qualcosa di molto meglio!»
Melanie gli tese la mano, sorridendo.
«Piacere, mi chiamo Melanie Rider. Sarò la tua ragazza, per questa notte.»
Harry la fissò, come se avesse parlato alieno. Posò il bicchiere sul tavolo e scosse i riccioli.
«Cos’è questa stronzata, Louis? Era per questo che mi avete costretto ad uscire? Per incontrare una groupie?» Sbottò. I ragazzi e Melanie non fecero in tempo a protestare, che lui estrasse il portafogli dalla tasca, iniziando a contare le banconote. «Quanto ti hanno promesso per questa recita, Melanie? Cinquanta, cento sterline? Dai, dimmelo subito. Almeno potrai goderti il resto della serata in pace, e io me ne tornerò a casa.» Le tese due banconote da cinquanta, accennando un sorriso tirato.
Melanie lo fissò, inespressiva. Poi, lo prese per un braccio, ignorando l’occhiata stupita e irritata che il riccio iniziava a imbastire.
«Spiacente, ma le groupies ed io siamo due poli opposti, che non s’incontreranno mai. Non tutto ha un prezzo, Harry Styles. Questa è una delle tante cose che dovresti imparare.» Disse, tirando leggermente per farlo alzare. Fece per protestare, ma la mora lo zittì. «Per stasera, facciamo come dico io. Tanto si tratta solo di qualche ora, poi tornerai al tuo albergo di lusso e potrai dimenticare tutto quanto. Ma adesso, usciamo di qui.»
Lo trascinò fuori, facendosi spazio fra la marea di corpi in movimento, con il calore soffocante e la musica che assordava. L’aria fresca era un sollievo, al confronto. Harry si era lasciato portare, senza reagire più di tanto, ma cercò debolmente di opporsi.
«Senti, non credo che…»
«Conosci, prima di giudicare. E siamo già a due.» Rispose, sorridendogli furbamente. Non rispose, stupito da una personalità così strana come quella. Oltretutto, non gli andava di discutere ancora. Era così stanco.
Melanie lo portò fino in strada, lungo il marciapiede. Poi, infilò l’indice e il pollice in bocca, e fischiò forte. Dopo alcuni secondi, una Twingo si accostò a loro.
Harry non riusciva a credere a quanto avesse appena visto. In quella città bastava fischiare, per far apparire le macchine? Oppure era lei?
«Ciao, Tom. Puoi darci un passaggio?» Chiese, al conducente. Questi rispose affermativamente, e salirono sui posti dietro. Melanie gli disse di andare “alla collinetta”, e Tom partì.
Durante il tragitto, Harry rimase in silenzio, guardando il cielo stellato e il susseguirsi di alberi fuori dal finestrino.
«Siamo di poche parole, eh?» Scherzò la ragazza. Il riccio si voltò a guardarla.
«Non la penseresti così, se fossi in me.» Rispose, cupo.
«Se fossi in te, la pianterei di piangermi addosso.» Disse, e Styles si produsse in una risata sarcastica.
Dopo altri dieci minuti di silenzioso incedere, arrivarono alla “collinetta”. Melanie ringraziò Tom, e prese Harry per mano, portandolo su un piccolo rialzamento del terreno, buio.
Da lì, si poteva vedere tutta la città. Risplendeva di mille luci sfavillanti, promettendo notti folli, momenti indimenticabili, affascinanti serate. Sopra, il cielo scuro e senza nubi era trapunto di stelle, la luna sorgeva piena e alta.
Quel posto rilassava. Sembrava donarti il potere su tutto, il controllo del mondo.
«Sai cosa faccio, quando litigo col mondo?» Chiese la ragazza, tenendo lo sguardo fisso sull’orizzonte. Harry scosse il capo.
«Urlo.»
Si produsse in uno strillo formidabile, a pieni polmoni, liberatorio. Styles la fissò, allibito. Si volse d’istinto, guardandosi attorno per vedere se l’avessero sentita. Dopo poco, Melanie riprese il respiro.
«Inutile, riccio, questo posto è disabitato, nessuno può sentirti.» Ridacchiò, accorgendosi dello scatto di Harry. «Ecco perché lo faccio. Mi aiuta un casino.» Si sedette a gambe incrociate sull’erba.
«Provaci tu, adesso.»
Il riccio infilò le mani in tasca, scuotendo debolmente la testa. Non poteva farlo, era da insani, pazzi. Davanti ad una sconosciuta, poi. No, non se ne parlava.
Anche se aveva una dannatissima voglia di urlare. Da un po’ di tempo, in realtà.
«No, non penso che lo farò.»
«Avanti! Vedrai che starai meglio.» Lo guardò, e gli sorrise. Harry si accorse che forse aveva ragione.
Tanto, nessuno l’avrebbe sentito. Niente avrebbe potuto immortalarlo in una foto, o registrarlo in un video. Era libero. Prese un gran respiro.
Urlò.
Forte, a lungo, sputando fuori tutta la rabbia e la sofferenza che aveva accumulato dopo quella maledetta rottura. Quando sentì la gola bruciare, si fermò.
Guardò Melanie. E scoppiarono entrambi a ridere.
«Come ti senti, adesso?» Gli chiese, mentre lui si sedeva a terra accanto a lei. Sorrise, scuotendo i ricci.
«Svuotato. Ma bene. Avevi ragione.» Le disse, osservandola.
Al chiaro di luna, si accorse che era anche carina. Magari quella folle idea della “ragazza per una notte” avrebbe potuto funzionare. Magari avrebbe potuto dimenticare Caroline per qualche ora.
Melanie gli sorrise, illuminandosi in volto.
«Io ho sempre ragione. E siamo già a tre!» Esclamò, sventolandogli indice, medio e anulare davanti al volto. Harry rise.
«Ti chiami Melanie, giusto…? Parlami un po’ di te. Infondo, ora sei la mia ragazza, e io neanche ti conosco…» le disse, malizioso. La mora gli fece una smorfia.
«Sarebbe una lunga storia…»
«Hai un’intera notte per raccontarmela. E se dovesse piacermi, potrei anche decidere di non dimenticarla.»







Holls' Corner!:

Toh, non riesco a credere di averlo fatto... ho pubblicato una one-shot!
La verità era che quest'idea mi frullava in testa da un po', ma non volevo trasformarla in una long... così, ho optato per il capitolo unico!
Che dire? L'ispirazione l'ho presa da un libro che ho letto ultimamente, "Tutto accadde in una notte" e dalla canzone "One Night" di Jesse McCartney! Beh, spero vi sia piaciuta!
Come avrete potuto notare dal banner, il personaggio di Melanie ha il volto di Hilary Duff! Non so perché, ma appena ho visto quell'immagine, ho pensato "ecco la mia Melanie!", e il resto è stato storia, hahahah! Bene, adesso vi lascio!
Ringrazio già in anticipo tutti quelli che la leggeranno, e fatemi sapere cosa ne pensate, se vi sia piaciuta o meno! Un bacione, alla prossima!

 

   
 
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