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Autore: Isabriel    20/05/2012    2 recensioni
Fan Fiction sul XIII Apostolo un po' "sopra le righe" scritta da due fans nel tentativo di colmare il vuoto che questa serie ha lasciato con la sua "fine".
E' stata scritta immaginando perchè Claudia abbia chiesto alla sua segretaria di annullare tutti gli
appuntamenti della settimana
Insomma,nessuno di voi moriva dalla voglia di chiedere a Claudia PERCHE'?!
La storia,dopo i primi tre capitoli si evolverà in un modo completamente diverso,buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gabriel:"Si,mi fido...alla fine credo che tutti sappiamo qual è la giusta scelta da fare,e penso tu abbia appena fatto la tua."
Gabriel guarda il dottor Gaslini.
Al buio dello studio del dottore,per via delle persiane semichiuse per evitare l'entrata di troppo caldo,i due avevano ormai raggiunto la giusta
intesa.
Gabriel era fiducioso del fatto che questa volta Gaslini avesse davvero deciso di schierarsi dalla parte giusta.
Forse la setta si stava davvero sgretolando piano piano,Serventi aveva fatto male i conti...o almeno è quello che pensavano Gabriel e tutti gli altri,
ma di Serventi non avevano più avuto alcuna traccia:avevano poche informazioni e quel poco che avevano scoperto non li aveva portati a nessuna
conclusione rilevante.
Gabriel esce dallo studio e si ritrova catapultato direttamente nel giardino dove rimane accecato dai raggi di luce del caldo sole ai quali per il
troppo buio,non era più abituato.

A qualche chilometro di distanza,i raggi del caldo sole che avevano appena causato la perdita momentanea della vista a Gabriel,premevano contro le
finestre di una delle tante case in mattoni che si ripetevano uguali nei vari vialetti.
Solo una di queste case si distingueva dalla massa e richiamava l'attenzione su di se:alcune finestre erano sprangate e il giardino non era di certo
ben curato;erbacce crescevano indisturbate e dell'edera aveva quasi coperto del tutto la facciata.
Di certo la casa non era abitata da molto tempo,ma non era neanche in vendita e questo causava l'indignazione degli abitanti della cittadina che
la consideravano come un pugno nell'occhio.
All'interno della casa,in una delle stanze del secondo piano,una luce tenue baluginava attraverso le tende.
Le pareti erano quasi come foderate da vecchi libri rilegati in pelle e un imponente letto a baldacchino,faceva da padrone nella stanza.
Una donna era appoggiata ad una scrivania traballante situata vicino alla finestra e guardava fuori,sbirciando dietro le tende quella che per lei era
monotona vita delle persone normali.
Ad un tratto,una flebile voce si alzò dal letto a baldacchino.
Serventi:"Ho sete"
La donna si scostò dalla scrivania,abbassò il cappuccio della veste lentamente e uscì dalla stanza,dove si ripresentò pochi secondi dopo con una
caraffa impolverata e un bicchiere su un vassoio.
Si avvicinò al letto,posò il vassoio sul comodino e versò dell'acqua nel bicchiere.
Serventi cercò di alzare il braccio per tenderlo verso la mano di Hester,il vero nome della donna che lo aiutava e che fino ad ora sembrava essergli rimasta
fedele, che gli porgeva il bicchiere,purtroppo però il risultato fu solo un gemito di
dolore.
Le ferite dell'operazione non si erano ancora rimarginate,Esther era alle prime armi e non aveva fatto proprio un ottimo lavoro.
Così lei dovette avvicinare il bicchiere alla bocca di Serventi e dargli da bere...di certo non era quello che lui voleva,infatti,dopo aver bevuto
fece una smorfia di disgusto e si voltò dall'altra parte.
Serventi:"Cosa hai scoperto di nuovo?"
Hester:"come già sapevi,hanno ritrovato le ossa,ma non hanno ancora concluso niente a riguardo.La donna è sempre nascosta,ma prima o poi si tradirà e uscirà
allo scoperto,per questo continuerò a tenere d'occhio la situazione.Clara è scomparsa,stavo seguendo le sue tracce...ma sono sola e non è facile stare
dietro a tutti. In più ora abbiamo un nuovo impiccio,Stefano Munari è tornato e non ho ancora capito quali sono le sue vere intenzioni."
Serventi:"E il dottor Gaslini in questa storia che ruolo ha?"
Hester:"So che Gabriel è andato da lui per chiedergli spiegazioni sulle ossa,non sanno più a cosa aggrapparsi...se dovesse collaborare con loro,cosa
facciamo?"
Serventi:"...lo eliminiamo,non accetterò altri impicci.Devo rimettermi il più in fretta possibile e affrontare Gabriel,e questa volta sarà lo scontro
definitivo!"

**

Il sole filtra soffocante dalle finestre di una Roma in piena estate.
Claudia vaga sconsolata per il nuovo appartamento.
Quella casa sta diventando sempre più piccola, sono giorni che è chiusa dentro quelle quattro mura, segregata e nascosta dal resto del mondo.
Cerca qualcosa per passare il tempo, ma il tempo non ne vuole sapere di scorrere, soprattutto perché non ha un motivo valido, nessuna attesa,
nessuna cosa da fare, nessuno con cui parlare.
Il suo pensiero corre sempre a Gabriel.
Da quando era uscito di casa,ormai da un paio di giorni,non ha mai smesso di pensare a lui e alla notte che hanno passato insieme.
E' stata una svolta? E' stato un errore? Vorrebbe sapere come sta Gabriel, ma quella mattina non ha avuto il coraggio di chiedergli nulla.
All'improvviso un'idea gli balena nella mente.
Una passeggiata, una semplicissima passeggia solo per prendere una boccata d'aria, per uscire qualche minuto dal soffocante appartamento che
si sta trasformando in una prigione.
Veloce corre in camera a cambiarsi. Una sistemata ai capelli, un filo di trucco sugli occhi, infine recupera una borsa dall'attaccapanni vicino alla
porta, la riempie con quelle poche cose che le possono servire, prende le chiavi dalla ciotolina vicino alla porta ed esce.
Un attimo di smarrimento la coglie sull'uscio. Sono quasi due mesi che non esce da sola, non vede l'ora di farlo, ma ha anche un po' di ansia.
Si sente quasi debole, vulnerabile agli occhi del mondo. Sa che è solo una sua impressione, è troppo tempo che è da sola, è ora di riprendersi e di
tornare alla vita. E' ora di riprendersi la vita.
Non prende l'ascensore, gli spazi chiusi le danno ansia. Scende le scale molto lentamente, non ha più dolore, le ferite si sono rimarginate, ma i
gradini sono ancora difficili da fare.
Arriva al portone. E se dovesse venire qualcuno a cercarla?
Claudia: "Al diavolo, non ci torno di sopra…"
Apre il portone ed esce in strada.


L'aria le invade i polmoni. Finalmente un po' di libertà, ne aveva bisogno.
Attraversa la strada e guarda le vetrine. Passeggia per qualche metro, poi si ferma ad un bar. Un bel caffè, quanto le è mancato questo piccolo gesto.
Esce e continua a passeggiare. Vorrebbe una sigaretta, ma si trattiene.
Volta l'angolo e si blocca.
Una ragazza spinge una carrozzina, sta guardano le vetrine di un negozio per bambini.
Quella ragazza è Giulia.
Sono passati mesi da quando ha saputo che avrebbe avuto un figlio da Pietro, quel povero ragazzo ucciso da quel mostro di Serventi.
Ora era li e Claudia si era totalmente dimenticata di lei per tutto questo tempo.
Sembrava felice, anche se Claudia sapeva che non poteva essere così.
Con passo lento le si avvicina.
Claudia: "Giulia…"
La ragazza si volta, quasi stranita, non si aspettava di incontrare nessuno.
Giulia: "Claudia!"
Claudia: "Ciao…"
Giulia un po' intimidita la guarda per qualche istante.
Giulia: "ciao, quanto tempo…"
Claudia: "Mi dispiace di non esserti stata vicina in questo periodo…te lo avevo promesso…"
Giulia: "E' tutto ok, io sto bene, anzi…noi stiamo bene…"
Si volta con un piccolo sorriso sulle labbra a guardare il bimbo che dormiva beato dentro la carrozzina.
Giulia: "Lui è Pietro."
Claudia: "Lo immaginavo. E' bellissimo…"
Una Claudia un po' malinconica guarda il piccolo. Pensa se mai avrà un figlio suo, lo vorrebbe più di ogni altra cosa al mondo.
Ma solo con una persona. E quella persona doveva fare una scelta.
Giulia: "Ma dimmi di te! Sei sparita…"
Claudia: "Una lunga storia, sono stata quasi un mese in ospedale. Mi dispiace dirtelo così, ma stiamo cercando la persona che ha ucciso Pietro.
In realtà Gabriel lo sta cercando, io dovrei starmene fuori…a dire il vero al momento ne sono fuori…"
Giulia: "In ospedale? Ma stai bene ora?…"
Claudia: "Diciamo di si…ma tu che fai? Dove sei ora?"
Giulia: "Io per ora ho lasciato gli studi, voglio seguire Pietro, almeno per i primi anni. Magari in futuro riprenderò. Abito dai miei, fuori Roma.
Oggi sono qui per caso, mio padre aveva delle commissioni da fare e a me mancava questa città…"
Le due rimangono per qualche secondo in silenzio, vorrebbero parlare, ma le parole non escono.
Giulia: "…digli che mi dispiace."
Claudia: "Scusa?…"
Giulia: "Al prof….a Gabriel. Digli che mi dispiace per l'ultima volta che ci siamo visti e per come gli ho risposto."
Claudia: "Tranquilla, non è arrabbiato con te…"
Giulia: "Lo so, ma io mi sento in colpa…ero distrutta, avevo appena scoperto di aspettare un figlio e poco dopo mi ritrovo sola…tu diglielo, mi fa
sentire meglio che sappia questa cosa. Non me la sento ancora di incontrarlo di persona, non riuscirei a parlargli…"
Claudia: "Gli e lo dirò, stai tranquilla."
Giulia fa un piccolo sorriso.
Giulia: "Sediamoci, parliamo un po'! Ho voglia di gelato, ti va?"
Claudia: "Certo!"

**

Gaslini,dopo aver passato un intero pomeriggio seduto alla scrivania del suo ufficio pensando a se avesse davvero preso
la decisione giusta,si era finalmente convinto.
Sosteneva ancora la causa della profezia,ma non sosteneva più le idee di Serventi.
Ora doveva solo trovare Clara,sicuramente anche lei la pensava come lui,si trattava pur sempre del figlio.
Per Gabriel,già prima della sua nascita,avevano progettato parte del suo futuro.
Fino a quel momento,tutto stava andando per il verso giusto,nonostante
Gabriel si rifiutasse di credere a quella profezia della quale ne lui ne gli altri al di fuori del candelaio sapevano qualcosa;e ora di certo
Serventi non avrebbe rovinato il loro piano solo per la sua smania di potere.
Così Gaslini aveva deciso di continuare le sue ricerche,torna a casa sua,dove non tornava più da tempo,perchè era solito passare le sue giornate
in clinica.
Dopo aver rovistato tra i vari libri sistemati minuziosamente sulla libreria,trova proprio quello che gli serviva.
Sembravano semplici quaderni con appunti sconclusionati e formule strane,in realtà erano qualcosa di molto più complicato e importante.
Gaslini raccoglie così tutti i quaderni,esce di casa,sale in macchina e guida verso la congregazione,sperando di trovare Gabriel.

Pochi minuti e Gaslini arriva in congregazione,bussa alla porta dello studio di Gabriel una,due volte...ma non apre nessuno.
Quasi assurdamente aveva pensato di poterlo trovare al suo studio.
*quel ragazzo non è mai fermo,di certo avrei dovuto aspettarmelo che non lo avrei trovato qui..."
Pronto ad uscire dalla congregazione,mentre ne percorreva i corridoi,scorge Isaia mentre discute animatamente con due ragazzi.
Si avvicina,saluta e chiede:"Sto cercando Gabriel,sapete dirmi dove posso trovarlo?"
Isaia:"Di che si tratta?può parlarne anche con me..."
Gaslini lo guarda,poi sposta lo sguardo sui due nuovi ragazzi ed infine torna a guardare Isaia.
Gaslini:"Sono faccende un po' private,non so se mi capisce..."
Isaia:"Capisco.Bene,allora possiamo andare a parlarne nel mio studio...Ragazzi,per oggi abbiamo finito."
Isaia e Gaslini procedono verso lo studio,una volta entrati,Isaia si siede alla sua poltrona e un Gaslini un po' incerto dice:"Penso che anche
Gabriel debba raggiungerci,non dirò niente finché anche lui non sarà qui con noi."
Isaia:"Immaginavo,ora lo chiamo per avvertirlo,non appena sarà qui discuteremo di quello che ha scoperto."

**

Sono quasi le cinque del pomeriggio quando Claudia ritorna a casa.
Si aspetta di uscire a fare un giro di qualche minuto invece era stata fuori ore.
Spera che nessuno sia venuto a cercarla, soprattutto che non sia passato Gabriel.
No, se fosse passato probabilmente lo avrebbe trovato li ad aspettarla, arrabbiato perché era scappata di casa.
Però voleva sentirlo. Voleva dirgli di aver visto Giulia. Voleva dirgli del bambino.
Non riesce a resistere, prende il cellulare dalla borsa e lo chiama.
Dopo una decina di squilli, appena prima di schiacciare il fasto per chiudere la chiamata una voce risponde dall'altro lato del telefono.
Gabriel: "Claudia…stai bene? E' successo qualcosa?"
Claudia: "Gabriel sto bene…ho visto Giulia"
Gabriel: "Cosa?…scusa, come hai visto Giulia?"
Claudia in colpa per essere uscita senza avvisare nessuno confessa tutto.
Claudia: "Non ti arrabbiare, ma…sono uscita. Non ce la facevo più a uscire a restare chiusa qua dentro e…"
Gabriel: "No fermati…cosa hai fatto?…"
Claudia: "Gabriel…io…"
Gabriel: "Tra poco passo da te…"
Gabriel chiude la comunicazione.
Claudia rimane male a questa risposa, si aspettava qualcosa di simile, ma non aveva mai sentito Gabriel arrabbiato veramente con lei.
Venti minuti dopo suona il campanello. Va ad aprire e Gabriel rimane sulla soglia di casa.
Claudia: "Non chiedermi perché l'ho fatto. Non riuscivo più a starmene qui dentro…sai quanto mi costa per me tutto questo…"
Gabriel: "Non ti voglio chiedere nulla, ma potevano vederti…"
Claudia: "Sei arrabbiato come me?"
Gabriel: "si…."
Claudia si volta a guardare un punto fuori dalla finestra del salotto, poi fissa il pavimento.
Gabriel: "Dovrei essere arrabbiato con te, si. Ma non ci riesco…"
Claudia alza lo sguardo sugli occhi azzurri di lui. Quegli occhi che la fanno perdere, che la fanno smarrire, che la fanno sentire bene.
Si sposta di lato per lasciarlo entrare in casa poi chiude la porta.
Gabriel si volta verso di lei e con una mano le accarezza la guancia.
Gabriel: "Non sono arrabbiato…ma non farlo più. Ti prego. Ti giuro che presto tutto questo finirà, ma fino ad allora dobbiamo andarci cauti…"
Claudia: "Ma…io dovrei stare qui? Senza fare nulla?…ti posso aiutare…ti prego dammi qualcosa da fare…"
Gabriel: "Claudia…Claudia…Claudia…"
La guarda negli occhi, con un piccolo sorriso. Gli piace la sua intraprendenza, gli piace come cerca sempre di mettersi in gioco.
Gabriel: "Per ora devi solo riposare…"
Claudia non ribatte, sa che quando Gabriel si fissa su una cosa non è facile fargli cambiare idea e lei non è in vena di discussioni.
Gabriel: "Come sta Giulia?"
Claudia: "Ha detto di dirti che le dispiace…le dispiace per quello che ti ha detto…"
Gabriel: "Le hai detto che…"
Claudia: "Che era tutto ok? si…ma ha detto che si sarebbe sentita più tranquilla se tu avessi saputo questa cosa…non si sente ancora di incontrati
però"
Gabriel: "La capisco…"
Claudia: "Gabriel…."
Un'ombra passa sul volto di Gabriel e Claudia lo abbraccia.
Claudia: "Sai che non è colpa tua…sai che è stato Serventi a uccidere Pietro."
Gabriel: "Ma io non sono riuscito a salvarlo…non ci sono riuscito capisci?"
Claudia lo stringe ancora più forte e gli passa una mano dietro la testa.
Claudia: "Non è colpa tua…"
Gabriel si allontana dall'abbraccio, lascia cadere la borsa vicino al tavolo e si siede.
Claudia: "Era con il bambino…l'ha chiamato Pietro."
Parlando del bambino le torna in mente il pensiero di prima, di un figlio suo. E l'unica persona da cui voleva quel figlio era li con lei in quella
stanza.
Claudia: "Gabriel…dobbiamo parlare"
Gabriel: "…lo so."
Claudia: "L'altra notte…"
Ma le parole si perdono, non sa come continuare la frase. Si sente bloccata.
Gabriel: "Ti amo."
Claudia sta per riprendere a parlare, ma quella due semplici parole la spiazzano. Non risponde, rimane in silenzio.
Claudia: "…ridillo."
Gabriel, guardandola dritta negli occhi: "Ti amo…lo so che devo scegliere e scelgo te…"
Claudia: "Gabriel…"
Gabriel: "Ma non posso mollare ora…dobbiamo concludere questa storia. Se lasciassi ora, se lasciassi la fuori Serventi che vita vivremmo?
Nella paura? Paura che lui ci possa trovare…no, questa storia deve finire prima…"
Gabriel si prende la testa fra le mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia.
Gabriel: "…Ho come l'impressione che tutti sappiano di noi…vado in congregazione e mi sento osservato, vado in biblioteca e mi sento gli occhi
addosso…"
Claudia: "E' solo una tua impressione, è…"
Gabriel: "Mi sento in colpa…"
Claudia non sa cosa rispondere. Sa che è sbagliato quello che hanno fatto, che Gabriel è un prete. Ma vede solo il lato bello, vede solo il loro
amore.
Si avvicina a lui, appoggia le sue mani su quelle di Gabriel e lo bacia sulla testa, poi si inginocchia di fronte a lui e con una mano gli alza il
volto.
Claudia: "Prendi quel mostro…giurami che lo prenderai".
In quello stesso istante il cellulare di Gabriel squilla.
   
 
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