Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: xuehua    20/05/2012    2 recensioni
" Ce la faremo anche questa volta, ragazze " disse la mew rosa stringendosi in un abbraccio alle sue compagne. Così come avevano sconfitto Deep Blue, esse sarebbero riuscite a sconfiggere questi tre individui definitivamente, portando a termine ciò che Ryo, Keiichiro e Yuki avevano iniziato con il primo progetto mew. Tutte si resero conto di quanto fossero cresciute e di quanto, dopo essere diventate guerriere mew mew, fossero maturate e di come avessero trovato dentro una forza che nessuna di loro credeva di possedere. Una volta sconfitto questo nemico, una volta tornate a casa, nulla sarebbe più stato come prima proprio perché, ora, avevano raggiunto una diversa consapevolezza.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Arrival of the birds II

Erano le tre di notte, Ichigo si svegliò di soprassalto: era già la quarta sera consecutiva che il solito incubo la tormentava e, forse suggestionata dai nuovi eventi, quella notte le sembrò ancora più orrendo e drammatico. Nei suoi incubi lei e le altre erano come intrappolate in una sorta di filo spinato e, lentamente, vedeva le sue compagne morire, ma talmente lentamente da risultare ancor più straziante. Quella notte anche Ryo era comparso nel suo sogno, perlomeno, ricordava di averlo chiamato disperatamente, in cerca di aiuto. Poi si era svegliata. Non si sentiva più il fruscio degli alberi scossi dal vento e nemmeno il ticchettio della pioggia sulle finestre. Cercò di riaddormentarsi, ma si presentò preso di nuovo lo stesso, straziante, incubo.

Per le sette del mattino un timido sole iniziò a fare capolino su Tokyo, inondandola di luce dopo il temporale estivo del giorno precedente. Ryo e Keiichiro non poterono godersi quel sole, infatti erano rimasti chiusi nel laboratorio tutta la notte e la situazione non sembrava sarebbe cambiata di molto. Yuki spiava il sole filtrare dalle tende da sotto le lenzuola, senza però provare nulla di particolare. Si raggomitolò su se stessa e si domandò per quale motivo fosse ancora lì. Non voleva essere in nessun luogo, ma le era stato pregato di restare. Decise di alzarsi, non doveva lasciare che certi pensieri tornassero a galla nella sua mente. Iniziò a gironzolare per la stanza, c'erano un sacco di cose di Ryo, tantissime fotografie, anche di loro due; ne trovò una che risaliva al suo ultimo compleanno passato insieme a Ryo e Keiichiro, prima della loro partenza per Tokyo. Le ultime ore felici. Ne trovò altre scattate durante questi quattro anni, scatti abbastanza felici, istantanee di serenità. In una di quelle fotografie erano ritratti anche Ichigo e Aoyama insieme, al che si domandò come la mew rosa potesse stare con uno del genere quando un ragazzo come Ryo le moriva dietro. Non poteva non essersi accorta di nulla, di certo ignorava la realtà di fatto deliberatamente, non c'era altra spiegazione. Dall'atteggiamento dei due nella fotografia - un abbraccio innocente - ne dedusse un rapporto ancora adolescenziale se non infantile. Era sicura che Ichigo non avesse bisogno di una persona del genere, così come era sicura che Ryo avesse bisogno di una persona come Ichigo. Ripose la fotografia al suo posto, un po' perplessa riguardo alle scelte di quella ragazza. Trovò alcune lettere accanto che lei stessa gli aveva mandato, di cui una era stata lasciata aperta, l'ultima prima che venisse a Tokyo; decise di lasciarla dov'era, quella mattina era meglio evitare di affrontare certi argomenti, non tanto con Ryo, ma con se stessa. Tra poco le ragazze sarebbero arrivate ad aprire il Café, in occasione di una fiera avevano deciso di rimanere aperti fin dal mattino nonostante fosse domenica. Quando scese, trovò i due ragazzi a fare colazione, erano finalmente usciti da là alla luce del sole.

<< Buongiorno >>, in realtà Yuki notò subito che non si trattava esattamente di un buongiorno, << E' successo qualcosa? >>.

<< Nulla di certo, stiamo studiando alcuni fenomeni un po' anomali che sono accaduti negli ultimi giorni >> rispose Keiichiro, versando a tutti e tre del caffè.

<< Spero nulla di grave >>.

Calò il silenzio, si sentivano solo gli uccellini cinguettare. Keiichiro iniziò a sistemare i tavoli, mentre Yuki attendeva ulteriori spiegazioni. A giudicare dalle espressioni, in realtà già sapevano benissimo qual era il problema, dovevano solo capire come risolverlo. Nonostante tutto, tacevano. Decise di non insistere; poggiò la mano su quella di Ryo, come per fargli capire il suo sostegno, che, comunque, ci sarebbe sempre stata. Lui ricambiò la stretta. Sapeva benissimo che quello non era il momento adatto per parlarne, appena lui e Keiichiro sarebbero stati assolutamente certi delle loro supposizioni, avrebbero avvisato le ragazze, insinuare il panico sarebbe stato controproducente.

Sentirono la porta del Café aprirsi e stranamente era Ichigo: in quattro anni raramente era mai arrivata per prima. Era evidente che il suo sonno non era stato dei migliori, quella notte.

<< Buongiorno! >>, la salutò Keiichiro, << Tutto ok? Sembra che tu abbia dormito poco, o non abbia dormito affatto >>.

<< Effettivamente ho passato una brutta nottata >>. La mew rosa guardò in direzione di Ryo e Yuki e guardò negli occhi del ragazzo: sembravano veramente due scaglie di cielo.

<< Sicura di non voler tornare a casa? >>. Questa domanda da parte di Ryo la stupì per qualche istante.

<< No no, ce la posso fare! >>.

Un quarto d'ora più tardi iniziarono ad arrivare anche Zakuro, Mint, Purin e Retasu. Una volta al completo, alle dieci aprirono il locale e, essendo nelle vicinanze dell'evento, la clientela fu immediatamente numerosa.

Ryo tornò in laboratorio e chiese a Yuki di dargli una mano. Scesero delle scale ed entrarono nella stanza, dove varie apparecchiature registravano variazioni climatiche, scosse insolite di terremoto e altri fenomeni su scala globale.

<< Avete registrato qualche attività insolita? >> domandò Yuki vedendo tutti quei computer al lavoro.

<< In realtà, sì. In realtà dovremmo parlare di una cosa >>.

<< Dimmi pure >>.

<< Hai ancora l'acqua cristallo, vero? >>.

Yuki lo fissò qualche istante, come se cercasse di ricordare, in realtà non ne aveva affatto bisogno. << Sì, certo >>.

<< Ne avrei bisogno, se non ti dispiace >>.

<< A cosa ti serve? >>.

<< Per fare un confronto >>.

Rimasero in silenzio a fissarsi. Yuki salì di nuovo al piano di sopra e tornò poco dopo con una collana a cui era attaccato un ciondolo di vetro contenente un liquido azzurro intenso.

<< Ti ringrazio, te la restituirò il prima possibile >>.

<< Fai pure con comodo >>.

I rumori elettronici e meccanici dei computer occupavano tutto lo spazio, sembrava quasi fisicamente, tanto che, nonostante la grandezza della stanza, sembrava di soffocare. Yuki decise di rompere il silenzio, stanca di quei rumori ripetitivi e vuoti: << C'è per caso un problema con i DNA? >>.

<< In realtà no, quei problemi non sono più sorti >>.

<< Allora di cosa si tratta? >>.

 << Ancora non ne siamo certi, preferisco non parlarne fin quando non ne sarò certo >>.

<< Tu ne sei certo >>.

Ryo le sorrise, le voltò le spalle iniziò a scrivere al computer. Aprì alcuni documenti per farglieli vedere, documenti vecchi di qualche anno.

<< Stiamo registrando le stesse anomalie >>.

<< Ah >>. Yuki guardò gli articoli e le immagini come se fossero dei fantasmi.

<< Appunto >>.

 La ragazza si sedette vicino a Ryo, distolse lo sguardo dallo schermo e cercò di cambiare argomento: << Pensavo che potresti invitare Ichigo a cena, o qualcosa del genere... Sai, quelle cose che fanno i normali ragazzi innamorati >>.

Il biondino sorrise, << Non mi sembrerebbe opportuno e non credo accetterebbe >>.

<< Io credo proprio di sì, ti lancia certi sguardi >>.

<< Faccio fatica a crederci >>.

<< Lo sai benissimo che le cose stanno come ti dico >>.

<< Ad ogni modo non è ancora il momento, ci sono ancora troppe cose da sistemare >>.

<< Ad esempio? >>.

<< Tu, noi, non saprei >>.

<< Allora non c'è nulla da aggiustare, le cose stanno semplicemente facendo il loro corso >>.

<< Sai perché ti ho chiesto di venire qui, dopo la lettera? >>.

<< Perché credi che la mia vita si possa salvare, chiaramente >>.

<< Non solo per quello >>.

<< Anche perché in tal caso non credo >>.

<< Prima di partire sembrava che tu stessi meglio >>.

<< Era la situazione... la quotidianità è un'altra cosa >>.

<< Su questo non intendo obiettare, ad ogni modo non avrei sopportato l'idea di perderti per sempre, nonostante, forse, sia già successo >>.

<< Non mi hai mai persa >>.

Il computer registra un'altra anomalia, Ryo prende nota. << La verità è che ti ho amata nel momento e nel modo sbagliato >>.

<< Non vedo nulla di sbagliato in quello che è successo da cinque anni a questa parte... lo sai bene, la felicità non è qualcosa che accade tutti i giorni. Abbiamo vissuto i nostri momenti felici, le nostre ore felici, le nostre giornate felici. Le cose cambiano, la vita continua e tu non puoi fossilizzarti su questi aspetti, sentirti in colpa a causa mia, mi hai salvata quando era giunto il momento... Quindi credo che, invece, sia tutto accaduto nel momento giusto >>.

<< Comunque lo sai che non ho mai smesso di cercare una soluzione >>.

<< Lo so, lo so Ryo >>.

Ryo la abbracciò. Per qualche istante tutti i suoi rimorsi, sensi di colpa, paure svanirono; sapeva quanto il suo rapporto con Yuki potesse sembrare equivoco, in realtà era un amore totalmente diverso da quello che provava per Ichigo, sarebbe assolutamente impossibile cercare di trovare delle somiglianze. Sapeva che in questi anni era stato anche questo a frenarlo, non era pronto a rinunciare ai suoi sentimenti per Yuki. Quello che provava per la mew rosa era qualcosa di estremamente sincero, puro, semplice, in grado di scaldarlo nei momenti peggiori; quello che lo aveva sempre legato a Yuki era qualcosa di diverso, di morboso, di necessità, dipendenza forse, qualcosa di cui avevano sicuramente bisogno entrambi, sicuramente altrettanto sincero, ma che, a differenza degli amori normali, non completava, anzi, scavava sempre di più una sorta di distanza, come se cercassero di giungere ad una meta irraggiungibile. Era il loro destino: cercarsi senza però riuscire mai ad afferrarsi davvero.

In quel momento scesero Retasu e Purin a portare qualcosa da mangiare; in realtà, non appena le ragazze avevano saputo che Keiichiro e Ryo stavano facendo delle ricerche perché avevano trovato qualcosa di "strano" si erano leggermente preoccupate, ma non tentarono nemmeno di scoprire di cosa si trattasse.

<< Non c'era bisogno di disturbarsi, grazie >>, disse loro Ryo, << Come va di sopra? >>.

<< Tutto bene, c'è molta gente, ma ce la stiamo cavando >>, rispose Retasu arrossendo istantaneamente non appena il ragazzo le rivolse la parola, accadeva sempre così, << Che fai tu invece, quaggiù? >>.

<< Nulla di che, accertamenti >>.

<< Dobbiamo preoccuparci? >> domandò Purin, ormai anche lei era diventata (quasi) un'adulta, ma non aveva mai perso la sua esuberanza.

<< No, direi di no >>.

Retasu e Purin tornarono ad aiutare le altre, anche se non del tutto rasserenate.

Appena uscirono, il computer segnalò una variazione nel campo magnetico terrestre, che pareva come indebolito.

<< Come... Yuki, vai a chiamare Keiichiro >>. La ragazza corse su e tornò un minuto dopo con Keiichiro al suo seguito.

<< Che succede? >> domandò il ragazzo indossando gli occhiali, ormai iniziava a vederci sempre meno.

<< Siamo in età da mutamento di polarità? >>.

<< Teoricamente sì, nonostante questa segnalazione non sia totalmente normale... anche se gli effetti del cambio di polarità del cambio terrestre possono essere svariati >>.

<< Ryou... >>.

<< Cosa succede Yuki? >>.

<< Non credo di sentirmi bene >>.

In quel momento una forte scossa di terremoto fece vibrare pavimenti, muri e apparecchiature per qualche decina di secondi. Non appena terminata la scossa, Keiichiro salì dalle ragazze e, dato che arrivò una seconda scossa, decisero di chiudere il negozio e di uscire anche loro. A intervalli regolari scosse di quindici, venti secondi scuotevano la terra.

<< Cosa succede? >> domandarono quasi all'unisono le cinque ragazze, lo presero come un cattivo presagio.

<< Non lo sappiamo >> rispose Keiichiro, poi la terra smise di tremare.

In quel momento si accorsero che Ryo non c'era, subito pensarono fosse rimasto giù, anche se sembrava abbastanza stupido da parte sua. Andarono a cercarlo e lo trovarono sì in laboratorio, ma disperato, appena vide Keiichiro gli urlò di aiutarlo.

<< Cosa succede? Cos'ha Yuki? >>.

<< E' stata male subito dopo il terremoto, adesso è svenuta, ma prima mi diceva che... aiutami >>.

La fecero sdraiare su una sorta di lettino, in effetti le altre si domandarono la sua funzione, in realtà serviva quando i due passavano le nottate in laboratorio e facevano i turni.

<< Sembra non rispondere... >>. Ryo la scosse per le spalle, come per svegliarla.

<< Dov'è l'acqua di cristallo? >> gli domandò Keiichiro che era impallidito, Yuki era freddissima, sembrava davvero senza vita. Ichigo la fissò e le si raggelò il sangue nelle vene. Sentì una strana sensazione percorrerle il corpo da capo a piedi. Come una sorta di déjà vu. Per un momento si attutirono tutti i suoni, i rumori, le parole, tutto sembrò sparire, fin quando non si sentì nuovamente una scossa di terremoto. Le ragazze decisero di salire a vedere che diamine stesse succedendo: per le strade la gente era nel panico e il cielo era diventato del colore della pece, tagliato in due da una scia bianchissima e luminosa.

I ciondoli delle mew mew iniziarono come a illuminarsi. Cosa stava succedendo? Bastò qualche istante e tutto tornò alla normalità. Le cinque eroine si guardarono, confuse e indecise sul da farsi. In lontananza Ichigo vide Aoyama correre verso di lei, madido di sudore: << Ichigo! Come stai? >>.

<< Tutto okay, anche se non è chiaro cosa diamine sia successo >>.

<< C'è un'enorme fossa in centro >>.

<< Vuota? >>.

<< Sembrerebbe di sì >>.

All'improvviso li raggiunse anche Keiichiro, era estremamente pallido: << Ragazze... dovete raggiungere il luogo dell'impatto... >>, prese un attimo fiato, come se avesse appena fatto una corsa, << ... temiamo non sia nulla di buono >>.

<< Sarà necessario trasformarci? >> domandò Mint, indicando il suo ciondolo.

<< Sì, sembrerebbe che si siano di nuovo attivati i ciondoli >>.

<< Ryo? >> domandò Retasu, si erano quasi dimenticate di quello che stava succedendo poco fa.

<< Adesso dobbiamo risolvere... un problema, nulla di... troppo grave, non per voi >>.

<< Non serve una mano? >> domandò Zakuro notando la profonda preoccupazione negli occhi di Keiichiro.

<< No... andate >>.

Ichigo si rivolse verso Aoyama, gli diede un abbraccio, abbastanza sterile e indiffirente.

<< Ti chiamo appena so qualcosa... >>.

<< Ichigo... >>.

<< Sì? >>.

<< Tutto okay? >>.

La ragazza distolse lo sguardo. Come stava? Come andava? Forse non era tutto okay.

<< Direi di sì >>.

Aoyama le sorrise e la lasciò andare. Ichigo si sentì estremamente sollevata: non riusciva quasi più a sostenere i suoi sguardi, si era come stufata, dei baci, degli abbracci, delle sue parole. Le sembrava tutto incredibilmente vuoto, o, forse, svuotato. Ogni volta che ci rifletteva sentiva il cuore come sgretolarsi: non sapeva se lo stava prendendo in giro, se stava prendendo in giro se stessa, se era un periodo o se era semplicemente l'inizio della fine. Sapeva soltanto che, dopo che era comparsa una nuova possibilità, la possibilità che Ryo non la aspettasse, qualcosa dentro era cambiato e non poteva più fare finta di nulla. Si trasformò dopo quattro anni, era una sensazione strana rientrare nei panni di mew Ichigo, nei panni di un'eroina. Non si sentiva affatto tale, si sentiva più una codarda, incapace di affrontare la vita e le sue possibilità. In quei quattro anni non aveva fatto altro che scegliere la via più semplice, quella che avrebbe fatto meno male agli altri, senza pensare a quanto, alla fine, quella situazione facesse male a lei; c'erano troppi sentimenti in gioco, quelli di Aoyama, di Retasu..., ma anche i suoi.

La situazione in laboratorio sembrava essersi normalizzata, anche se non del tutto. Erano su di un filo che sembrava stesse per rompersi, facendo rovinare tutti a terra.

<< Quante possibilità ci sono che siano loro? >> domandò Ryo, iniettando qualcosa nel braccio di Yuki che giaceva in una sorta di sonno profondo sulla brandina.

<< Possiamo esserne quasi certi... la domanda è: perché sono tornati qui? >>.

<< Non lo so, ma adesso sono gli unici che possono aiutarci qui >>.

<< Sopravviverà? >>.

<< Deve farlo >>.

Le mew mew arrivarono sul luogo dell'impatto: un enorme fossa si era formata, facendo sprofondare l'asfalto e alcuni palazzi, ma sostanzialmente la fossa era vuota, solo resti di abitazioni, strade, oggetti. L'area era stata sgomberata e nessuno era nei paraggi, probabilmente in preda al panico si erano tutti rifugiati da qualche parte.

All'improvviso Yuki si svegliò con un sussulto, come da un incubo e nei suoi occhi ne erano rimasti come impregnati di quelle immagini oniriche spaventose.

<< RYO! SONO QUI, SONO... >>, si guardò attorno, ritrovandosi però nel laboratorio, << Erano qui >>.

Ryo dovette riprendersi dallo spavento prima di riuscire a chiederle a chi si riferisse.

<< Sono tornati dal passato, o dal futuro, non lo so >>, Yuki si alzò di scatto, scese dal lettino e si guardò intorno, << Lui era qui, ne sono certa >>.

<< Yuki... >>.

<< NON DIRMI CHE è MORTO! ERA QUI! >>.

<< Yuki eri in una sorta di coma >>.

<< Non era un'allucinazione, te lo posso giurare, loro sono qui, sono tornati, lo sento >>.

Ryo guardò Keiichiro con sguardo apprensivo, non capiva se interpretare tutto quello con un attacco paranoico o come una conferma.

<< E cosa hai visto? >>.

<< Stava tornando a salvarmi... a salvarci >>.

Le ragazze iniziarono a ispezionare la zona alla ricerca di qualsiasi cosa che potesse spiegare quello che era appena successo, ma nessuna traccia, non c'era nulla di anomalo nei dintorni, solo case o cose distrutte o devastate.

<< Cosa facciamo? Tornia... >>. Purin venne interrotta da un rumore, di passi presumibilmente. Videro quattro persone avvicinarsi, avevano decisamente sembianze umane: niente alieni.

Si avvicinarono abbastanza da distinguerne le figure, i lineamenti, gli abiti: erano decisamente umani, ma sembravano catapultati da un'altra era.

<< Siete delle mew mew? >> la domanda veniva dall'unica ragazza, aveva la voce decisamente dubbiosa, sembrava quasi sorpresa.

<< Sì... e voi chi sareste? Perché siete qui? >> domandò Ichigo, non sapeva per quale motivo, ma aveva una paura terrificante in quel momento, sentiva rimbombarle la testa.

<< Per aiutarvi >>.

  
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