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Autore: Para_muse    20/05/2012    1 recensioni
Cleo la ragazza che viaggiando per Londra sogna un vita tutta sua con il suo attore preferito. Ma dopo quello strano sogno, si rende conto che realmente, aveva Robert Pattinson davanti a lei...ma molto diverso dal suo sogno...cosa succederà?Riuscirà mai a legarsi a lui dopo gli avvenimenti drammatici che le capiteranno?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo quasi un anno eccomi con l’ultimo capitolo. Si avete sentito bene, ultimo capitolo, epilogo, insomma ultimo capitolo e la storia è completa. Che dirvi, grazie per avermi seguita fin qui, penso di scrivere un seguito, non lo so ancora, ma penso di si. Vediamo se un po’ di tempo, tra l’inglese, la recitazione, la grafica...etc...etc...SCUSATE COME SEMPRE PER GLI ERRORI E PER IL LUNGHISSIMOOOO RITARDO.
Enjoy,


Epilogo ~ Arrivederci
POV Robert

 
Mi ero lasciato andare al sonno, quando sentii qualcosa frusciare contro la mia gamba. Aprii gli occhi delicatamente, perché la luce della camera d’ospedale e luce proveniente dalla finestra, mi diedero parecchio fastidio. Davanti ai miei piedi vidi la coperta del letto scivolata per terra. L’afferrai e mi preoccupai di poggiarla di nuovo addosso a Cleo caduta nel sonno ormai da parecchi giorni. Ma non incontrai nessuno.
Mi spaventai e mi catapultai sul letto, notando che non era nemmeno caduta dall’altro lato del letto. Guardai addirittura sotto il letto, preoccupato, ma mi accorsi solo dopo, che era appoggiata vicino alla finestra, con essa aperta.
Quello che mi si parò davanti era la dea più bella del mondo. Era assolutamente un sogno.
“Sei scioccato vero?”, mormorò con poca voce.
Io non seppi cosa rispondere. Ero in uno stato catatonico, proprio perché dopo giorni e giorni di astinenza dei suoi occhi, delle sue labbra, del suo viso in totale, mi ritrovai a fissarla, e a provare più di diecimila farfalle che volessero uscire dalla mia pancia.
Quasi un conato di vomito stata per perforarmi la valvola dello stomaco, quando la sentii parlare di nuovo.
“Sono qui...è vero”. Solo quando sentii la sua voce, ebbi la forza di parlare, ma io non riuscii a sentire la mia voce, le orecchie mi fischiavano come un treno prima di partire.
“Sei morta vero? Dimmi la verità, sei morta? Mi hai abbandonato!”.
“No, non sono morta, non ti ho abbandonato, sei stato tu a farlo...”, mormorò toccandosi la ferita al collo.
Abbandonò il mio sguardo e si voltò a guardare la panoramica che l’ospedale dava ad un parco li vicino.
L’avevo guardato più volte quel parco dalla finestra, che ormai lo sapevo a memoria. Tutti quei giorni che ero stato li, quando non riuscivo più a versare lacrime per Cleo, mi giravo e le versavo su me stesso, guardando quel prato pieno di fiori primaverili.
Avevo sbagliato, fin dall’inizio. Lo sapevo. Ero così testardo. Perché non me ne ero innamorato prima. Perché ero orgoglioso. Troppo. La fissa dell’attore. Ecco la colpa. Che stupido, si ero uno stupido orgoglioso di fare soldi, di farmi le donne, e si, mi facevo schifo da solo. Come potevo aver abbandonato un fiore così bello. Così fragile. Dovevo proteggerla. Era ormai sola. E quando sarebbe passata l’estate, avrebbe pianto di dolore per l’inverno. Perché tutte le sue amiche non sarebbero restate insieme con lei. Sarebbero morte, proprio come sarebbe morta lei, se non avesse avuto me.
E appunto, adesso c’ero io, e non sarebbe andata da nessuna parte.
“Mi dispiace, non volevo abbandonarti, e nemmeno ti abbandonerò. Cleo...”, mi avvicinai, e le sfiorai il braccio libero dalla stoffa del camice con un dito. Si voltò appena a guardarmi. Aveva le lacrime a gli occhi. “Io non sono morta, ma so che lei invece si...dimmi la verità non nasconderla a me...io sono viva, qui vicino a te, tu che mi hai abbandonata. Ma ora dimmi...dimmi se lei mi ha abbandonata; perché non so veramente cosa fare...”, e si voltò di nuovo a fissare fuori, singhiozzando e versando lacrime che copiose solcavano quelle guance così bianche e fragili. Le sue spalla facevano su e giù, e nemmeno io da uomo stupido ed egoista che sono, non riuscii a fermare le lacrime.
“Si, mi dispiace...”, ma prima che riuscissi a continuare mi fermò un’altra volta.
“Lo sbaglio è stato tuo...ma non te ne faccio una colpa”, mormorò appena.
Mi strinsi nelle spalle, e mi avvicinai ancora un po’, afferrandole il braccio e portandola nel mio petto. Strinse i pugni sulla mia camicia, e pianse ancora.
“Ti amo Cleo, e non ti abbandonerò. Mi disp...”, non mi fece parlare. Mi tappò la bocca e mi abbracciò nuovamente.
Aveva capito e io ne ero felice.
 
POV CLEO
 
“Sei pronta?”, salii sulla macchina del mio ragazzo e mi strinsi a lui. Ero pronta ormai per una nuova vita.
Ero ritornata in Sicilia. Avevo lasciato tutto e tutti li a Londra, per venire a sistemare tutto quello che c’era da fare con la casa di nonna e nonno, mentre invece con la casa di mamma e papà l’avrei lasciata li com’era. Senza venderla. Se avrei cambiato idea, sarei ritornata li.
Perché cambiare idea? Perché stavo partendo con il mio nuovo ragazzo verso la città delle stars. Los Angeles, Hollywood.
Mi avevano ingaggiato per un film dopo aver fatto un provino on-line. E si, mi avevano preso per la protagonista principale. Il nome del film era Cosmopolis. Avevo letto poco e niente dal copione. E sapevo praticamente nulla sugli attori, a parte uno. Mi aveva ferita, frustrata e abbandonata. Solo per un suo errore.
Ci avevo lasciato la pelle, la nonna, e tutto il resto. Ero restata da sola.
Ma non mi lasciai andare a quei pensieri, a quei ricordi. Stavo vivendo una nuova vita. Con il mio grande amore.
“Tesoro, ehi...ci sei?”.
“Si!”, mormorai sorridendogli e voltandomi verso il mio uomo che correva ad una velocità assurda verso l’aeroporto.
“Ti ho già detto stamattina ti amo?”.
“Si, in cucina, e poi in bagno, e anche in camera da letto dei miei!”; mormorai divertita del suo egocentrismo sui ti amo.
“Ora te lo dico in macchina ti amo!”. E si portò la mia mano stretta alle sue, tra le labbra per suggellare il nostro amore eterno.
“Sono felice che tu sia qui, con me!”.
“Anch’io”, mormorò sorridendomi.
 
Dopo lunghissime ore di viaggio, dopo esserci abituati solo con un giorno al fuso orario, ero a Los Angels.
Guidavo la mia macchina sportiva che mi aveva comprato personalmente il mio ragazzo. Il mio Siciliano Poco Capibile. Così ormai lo chiamavo quando mi parlava in un siciliano forzato.
Era la mia nuova vita. Dopo aver abbandonato quella di Londra.
Mi fermai davanti ad un cancello e diedi il mio nome per farmi dare il pass. Ero entrata finalmente nel mio primo set. Quando qualcuno di dietro mi tampono. Uscii fuori nera come una bestia.
“Ma si può sapere dove cavolo stava guardando?”.
Mi accorsi solo dopo che le sua mani furono sulle mie e che le sue labbra mi riempirono la faccia di baci. Era lui.
“Scusami non volevo!”.
Sorrisi divertita. “Fa niente, un altro motivo per comprarmi un’altra macchina.”, mormorai baciandolo sulle labbra. Fu un bacio casto, ma carico di sentimenti.
“Ti ho già detto ti amo?”.
“Ancora? Si, l’hai detto...”.
Pattinson per favore, abbiamo una riunione importantissima, non te la puoi baciare dopo la ragazza, e poi anche lei dovrebbe venire in riunione, o non fai parte del cast?”.
“Uhhh...quindi lavoriamo insieme?”, domandai ironicamente.
“Ma va?Bene,  ora ti sto dicendo ti amo, nel tuo primo set, prima di una riunione...ricordamelo quando te lo chiederò di nuovo, amore!”.
Lo fissai alzando un sopracciglio e mi diede un altro bacio. Lo scansai un po’, ma lui mi venne di nuovo contro per un altro bacio.
“Sicuramente te lo ricorderò; ma Pattinson per favore lascia andare la tua ragazza perché ha una riunione...”.

 
 
 
 
 
 
FINE....(forse)...
 
NOTE AUTRICE:
Bene, eccomi qui. Che ve ne pare? Com’era come finale. Sempre corto come capitolo, però mi piace esprimere tutto in minimi dettagli. >.< Comunque spero vi sia piaciuto il capitolo. Fatemi sapere. Un bacione, alla prossima...forse... con un seugito o una originale ;D O.O xD 
xoxo Gilraen or Para_muse u.u
   
 
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