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Autore: rememberdecember    20/05/2012    8 recensioni
«Sì, ma non credo che tu sia la persona adatta per insegnarmi la biologia» dissi. Non avrei mai voluto essere scortese, nè tantomeno venire bocciato di nuovo, perciò optai per dire la pura e semplice verità.
Jessie abbassò la testa e sorrise. Ma quello non era uno dei suoi soliti sorrisi, era amaro, affranto, quasi esasperato.
«Un modo per starti vicino dovevo pur trovarlo, no?»

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Louis e una ragazza che crede di conoscere.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stupid biology.

Ormai erano passate due ore da quando avevamo aperto il libro, ma ancora non avevo capito un'acca di biologia. Decisamente era la materia che più odiavo, che non capivo, in cui proprio non riuscivo. E poi, come se non bastasse, l'insegnante di ripetizioni era niente di meno che lei: Jessica Reechmond, studentessa modello, saputella, insopportabile, viziata e follemente invghita di me da non ricordavo nemmeno quanto tempo. Non che fosse una brutta ragazza, anzi, ma era alla patologica ricerca d'attenzioni da parte mia perciò risultava veramente insopportabile.
«E il DNA si trova nel citoplasma... Louis mi stai ascoltando?» squittì irritata, probabilmente dalla mia espressione assente e persa nel vuoto.
Mi riscossi dallo stato di trans in cui ero andato e scattai in posizione eretta sulla sedia.
«Ehm, sì! Certo Jessie... Quando hai tagliato i capelli?» indicai con il mento il suo caschetto biondo ammiccando.
Sapevo che in quel modo non avrei fatto altro che peggiorare la situazione, me decisi che se dovevo NON studiare, tanto valeva non studiare per bene. Due ore di ripetizioni passate ad alternare discorsi sulla formazione della cellula e su quanto Jessie fosse contenta di essere l'orgoglio dei suoi genitori, o di quanto pagasse per farsi i capelli, oppure di quanto ammirasse la mia pazienza nello starla a sentire. Sembrava che ogni parola scritta sul libro le ricordasse un episodio "eccitante" della sua vita, costringendola a raccontarmelo.
Forse sperava soltanto di risultare interessante ai miei occhi e a me sembrava un gesto molto scortese quello di farle notare che in realtà stava solo peggiorando la sua posizione. Sì, perché infondo Jessie sapeva di non piacermi, anzi lo sapevano tutti a scuola, ma non si dava mai pervinta.
«Ieri, li ho tagliati ieri. Ma questo non c'entra niente» sentenziò d'un tratto scuotendo la testa. Il sorriso che aveva tenuto per le ultime due ore, era scomparso dal suo volto e il suo atteggiamento divenne più serio.
Non sapevo da quanto tempo avesse cambiato espressione dato che non la stavo ascoltando quasi per niente né tanto meno mi ero sforzato di guardarla.
«Senti Jessie, io non penso che riuscirò mai a capire qualcosa di questa stupida materia» dissi buttando indietro la schiena.
Annuì convinta e fece penetrare le sue iridi azzurre nelle mie. Non mi aveva mai guardato così demotivatamente male. Di solito i suoi sguardi erano dolci e sognanti, come lo sono quelli di una qualsiasi adolescente innamorata, ma quella volta, i suoi occhi trasudavano tutto tranne che amore. 
«Un'altra bocciatura e dovrai cambiare scuola, lo sai questo?» mi domandò a voce bassa, come se avesse paura di farsi sentire.
Abbassai lo sguardo e feci di sì con la testa.
«Sì, ma non credo che tu sia la persona adatta per insegnarmi la biologia» dissi. Non avrei mai voluto essere scortese, nè tantomeno venire bocciato di nuovo, perciò optai per dire la pura e semplice verità.
Jessie abbassò la testa e sorrise. Ma quello non era uno dei suoi soliti sorrisi, era amaro, affranto, quasi esasperato. 
«Un modo per starti vicino dovevo pur trovarlo, no?» chiese senz'aspettarsi una risposta, perché fece per prendere la borsa e il cappotto, posti entrambi sullo schienale della sedia.
L'aveva ammesso, aveva detto di aver accettato di darmi ripetizioni solo per stare vicino a me. O meglio, si era offerta volontaria per farlo. Non credo si aspettasse che non l'avrei degnata nemmeno di uno sguardo. 
«No dai Jessie, non te la prendere...» cercai di scusarmi per ciò che le avevo detto, ma lei m'interruppe.
«Sai che ti dico Louis? Io la odio biologia. Hai ragione: è una materia stupida e alquanto inutile e tu non la capirai mai. Come non capirai mai che...» lasciò in sospeso la frase e si alzò dalla sedia facendo un gran baccano.
«Che cosa?!» sospirai allargando le braccia, come per dire che ne avevo abbastanza di tutte quelle chiacchiere inutili.
«Che io ci ho provato! Giuro Tomlinson, ci ho provato in tutti i modi. Ho sempre cercato di farmi notare da te e oggi pomeriggio, quando ho capito che non avrei mai suscitato il tuo interesse verso di me, ho cercato di insegnarti almeno qualcosa di biologia. Ma niente! Sei più duro di un muro, non vuoi capire. E se penso che tutto ciò che faccio, lo faccio soprattutto per me stessa...» sospirò mettendosi il cappotto.
«Scusa, cosa ne ricavi tu dal mio andamento scolastico?» sbottai indispettito dal suo tono irritato e scontroso.
«Io ricavo tutto da te, Louis» abbassò la testa in segno di rassegnazione.
Rimasi interdetto, sorpreso e stupito; allargai la bocca senza sapere cosa dire, ma fortunatamente ci pensò Jessie a rompere la tensione, prendendo di nuovo parola.
«Per quanto tu possa essere scorbutico e alle volte ottuso... Io so che sei intelligente, furbo e anche molto dolce. E' parecchio tempo che ti vengo dietro Louis, ormai ti conosco.» fece una pausa, forse per trovare le parole giuste: «Ed è proprio per questo che ogni volta che mi rivolgi la parola mi sento come se fossi su una nuvola. Per questo ogni volta che non ci sei mi manchi. Per questo non voglio che tu venga bocciato: se tu andassi via, chi mi farebbe più sentire come mi sento ogni volta in tua presenza?» sputò tutto d'un fiato e dovette riprendersi appena finì il suo monologo.
Io intanto, ero rimasto lì impalato davanti al tavolo, con la bocca e gli occhi completamente spalancati. Ero confuso, perché stavo guardando una Jessie che non conoscevo, una ragazza che non era  semplicemente pazza di me. Una ragazza che, nonostante risultasse insopportabile e petulante per certi versi, provava dei veri sentimenti. 
«Io sono innamorata di te Louis».
Quella sensazione mi fu completamente nuova in quanto mai nessuna aveva dichiarato il suo amore per me così apertamente. Anzi forse, mai nessuna mi aveva amato a tal punto da esplodere. 
Sì, perché quella di Jessie era una vera e propria esplosione di sentimenti. Era diventata paonazza in volto e ciò stava a significare imbarazzo, ma nonostante questo i suoi occhi trasudavano sincerità mischiata a un pizzico di rabbia e rancore forse. 
Quando una lacrima cominciò a rigarle una guancia rosea, non riuscii più a controllarmi: scattai in avanti verso di lei e le posai un dito sotto l'occhio, asciugando quella goccia salata. Le accarezzai il volto con l'indice e in un gesto totalmente spontaneo e inaspettato Jessie mi abbracciò e ricambiai, stringendola tra le mie braccia. Forse aveva solo bisogno di sfogarsi ed io volevo lasciarla fare. In que momento lei non era più la ragazzina saputella che m'infastidiva nella sua continua ricerca di attenzioni. Lei era la Jessie, che dopo tanto tempo le mie attenzioni le aveva trovate. 
Le baciai i capelli biondi e li accarezzai, fin quando non alzò il capo e puntò le sue iridi glaciali nelle mie. Mi chinai leggermente verso le sue labbra, sporgendomi di poco per eliminare le distanze fra noi.
«Non voglio che tu lo faccia solo per pietà» disse a bassa voce cercando di scansarmi.
Scossi la testa convinto a non lasciarla andare. Non mi faceva pena, anzi il contrario, pensavo a lei come a una ragazza coraggiosa, infondo ci voleva coraggio per confessare tutto ciò che provava. Il mio giudizio su di lei era radicalmente cambiato nel giro di dieci minuti e la cosa mi sembrava inverosimile, ma era così: vero, tutto dannatamente vero. Ero un ottuso e lei lo sapeva, come sapeva che se fossi stato rimandato in biologia mi avrebbero bocciato. 
Posai delicatamente le mie labbra sulle sue umide. Inizialmente Jessie esitò, però dopo mi ritrovai coinvolto in un bacio passionale, ma casto. Delicato e forte allo stesso tempo. Le sue labbra erano morbide e dolci.
Ci staccammo e lei mi osservò attentamente, quasi volesse trovare un segno, un mio piccolo accenno di esitazione. Ma non ce n'erano, ero convinto di ciò che era appena successo, come ero convinto che lo avrei fatto accadere di nuovo.
Note.
Eccomi di nuovo qui! Arrivo al dunque e non mi perdo in chiacchiere aahaha. Quest one shot (totalmente inutile, come la biologia dhdj) era nata come Larry :') ma poi ho pensato che non a tutti piacciono le bromance spinte, perciò ecco qui c: Jessie, oddio io adoro questo nome! E' classico, usatissimo, ma bellissimo! Comunque, spero che vi sia piaciuta questa... cosa. E' inutile, merdosa, insignificante, però okay. Era da tanto che non pubblicavo perciò dovevo farlo(?). Come sempre, vi amo, un bacione a tutti, recensite grazie c:
Con affetto,
Mandy.
  
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