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Autore: Luli87    20/05/2012    11 recensioni
Amo le long, non posso farci niente. Qui c'è tutto: un omicido, anche due o tre... poi scene Caskett, scene erotiche, discussioni, sentimenti contrastanti, ansia, paura di morire, coraggio, intelligenza e ironia... Spero come sempre di non deludere nessuno seguendo lo stile del telefilm! Buona lettura!
Genere: Azione, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Capitolo 1
“SPEED DATE”
 
A cavalcioni sopra di lui, si muoveva velocemente, con ritmo deciso e incalzato, gemendo, urlando e sfiorandosi senza sosta. I suoi capelli castani le ricadevano lungo le spalle e il suo sudore faceva risplendere la sua pelle. Le mani di lui le stringevano forte le natiche e la incitavano a non smettere, a non rallentare, per poi spostarsi lungo il suo ventre fin sopra il seno, per stringerlo e torturarlo. Poi eccolo alzarsi e stringersi a lei, nella posizione del loto, baciarle con foga i capezzoli, morderle il collo e gemere con lei, insieme, godendo a pieno l’apice del piacere, l’onda travolgente del fuoco violento che li stava avvolgendo da più di un’ora.
Sfiniti, sudati, stanchi e un po’ acciaccati,  ma soddisfatti ed appagati, caddero infine tra le lenzuola bagnate.
Lui le sorrise e le sfiorò appena la guancia, per poi alzarsi e dirigersi verso il bagno: “Ho bisogno di una doccia.”
Lei annuì e si asciugò la fronte, voltandosi poi dall’altra parte, per cercare i suoi vestiti.
 
“Un tempo si chiamavano appuntamenti al buio quegli incontri occasionali con persone sconosciute. Oggi si chiamano Speed Date, incontri veloci.” Spiegò Esposito. “Davvero non ne hai mai sentito parlare?!”
“Andiamo Javi, non posso credere che hai partecipato ad un evento simile! Proprio tu!!” rispose Ryan, afferrando una ciambella e mordendola affamato.
Era mattina presto e i due detective erano appena arrivati al distretto, con una scatola di ciambelle che avrebbe sfamato tutto il Dodicesimo. Era passato da due giorni il compleanno di Esposito e un suo amico l’aveva convinto ad iscriversi, per la sera precedente, ad uno Speed Date, promettendogli che ne sarebbe uscito soddisfatto.     
“Dicono negli Speed Date possono bastare anche meno di 7 minuti per incontrare la propria anima gemella. Si sa mai, visto che non ha funzionato con le solite tecniche di rimorchio! Tra tutte quelle trenta donne, ci sarà la mia anima gemella no? Almeno per un giorno, non chiedo tanto! E sono sicuro che quella bella cavalla, la numero 5… Sì, lei mi chiamerà! Appena l’organizzatore dell’evento verificherà se abbiamo un match, mi chiamerà. Vedrai.” scherzò Javier.
“Un match?” chiese Beckett, sorprendendoli alle spalle e porgendo loro due caffè bollenti.
“Esposito mi stava raccontando del suo appuntamento al buio di ieri sera.” Spiegò l’irlandese.
“Speed date.” Lo corresse Esposito.
Castle, come sempre al fianco di Beckett, si inserì nel discorso, con l’aria di chi è sempre informato sull’argomento che si sta discutendo: “Si chiama match quando c'è stato un mi piace reciproco sulle schede di valutazione compilate dai partecipanti. A quel punto verranno messi in condizione di poter contattare l'altra persona e proseguire altrove la loro conoscenza.” Detto questo, si voltò verso Esposito e rise di lui: “Sei così disperato da partecipare ad uno Speed Date?”
Kate lo guardò curiosa. “Beckett, tu non hai mai partecipato?” chiese lo scrittore, stupito dall’espressione della donna.
“Lavoro sette giorni su sette, non ho tempo per queste cose. E no, non ho nemmeno idea di cosa siano e di come siano organizzati.”
Castle prese parola, schiarendosi la voce, come un professore davanti ad un’intera classe di studenti ignoranti: “Gli incontri di Speed Dating sono degli eventi organizzati da agenzie specializzate nelle grandi città che presentano spesso sul web le loro iniziative. Lo scopo è quello di conoscere nuove persone attraverso una chiacchierata di durata limitata e predefinita. Lo spirito di queste serate è quello del gioco e del divertimento. Il gioco favorisce veramente la nascita di nuove relazioni. E’ un vero e proprio “social game” ideato per facilitare gli incontri fra single. Passata la moda delle chat, degli incontri sul web, oggi con gli Speed Date si possono finalmente guardare le persone negli occhi affidandosi al proprio istinto, alla chimica del primo incontro, al proprio “sesto senso”, all'affinità di pelle.”
Kate, vedendo con quanta energia Castle stava spiegando ciò, afferrò una ciambella e gliela mise in bocca, e concluse ridendo: “Il mio sesto senso mi ha spinto a farlo. Adesso stai zitto, ok?”
Esposito però continuò: “Le serate e gli eventi basati su questi incontri stanno registrando il tutto esaurito. E’ un fenomeno in crescita che ha convinto le agenzie specializzate a cavalcare l'onda organizzando anche vere e proprie vacanze per single basate sugli Speed Date. Ed è lì che quest’onda mi sta portando: se ieri sera la fortuna non mi ha baciato, proverò anche una vacanza. Ho qualche giorno di ferie ancora da sfruttare!” Morse famelico una ciambella e alzò una mano verso lo scrittore che, capito l’antifona, la alzò a sua volta per battergli un cinque.
Beckett alzò gli occhi al cielo, incredula di ciò che aveva appena sentito. Incredula di dove, alcune mattine, riuscivano ad arrivare le conversazioni dei suoi colleghi e di Castle, il suo partner sul lavoro e nella vita.
Ma questa era la sua famiglia: un po’ di divertimento sul lavoro non può far altro che unire di più, aumentare la complicità, il gioco di squadra.
“Chi pensa che la prima impressione sia quella che conta allora è il partecipante ideale dello Speed Date, a quanto ho capito.” Disse Beckett. “Personalmente, non mi bastano 3-8 minuti per capire se chi ho di fronte è la mia anima gemella.”
Castle inghiottì il resto della ciambella che ancora stava piacevolmente gustando e le si avvicinò: “Io sin dal nostro primo caso insieme già sapevo che eri tu!” le sussurrò.
Kate lo guardò storto: “Due matrimoni passati… e quattro anni per convincermi Castle, non dimenticare.”

Iron Gates uscì dal suo ufficio come una furia quella mattina. Sembrava più arrabbiata del solito.
“Beckett! Omicidio sulla 8th Avenue, in Midtown. Il caso è tuo, fammi vedere quanto vali.” le disse. “E tenetemi informata sulle indagini, chiaro? Voglio sapere ogni vostro spostamento, ogni decisione, ogni cosa. Pretendo rispetto dai miei detective.”
“Sì Signore.” Annuì Beckett.
“Voi due, andate con lei.” Disse riferendosi a Ryan ed Esposito, puntandogli contro il dito. Poi si voltò verso lo scrittore: “Castle, lei faccia come vuole, tanto lo fa sempre, no?” e tornò nel suo ufficio sbattendo la porta.  
Beckett si morse un labbro e guardò Esposito. Questo fece spallucce. Ryan commentò: “Ve la siete cercata ragazzi. Le passerà.”
“Sta’ zitto.” Gli suggerì Esposito. “E’ vero che ci hai salvato la vita, secondo il tuo punto di vista. Però questa storia è chiusa, ok?”
Castle appoggiò una mano sulla spalla di Kate: “Le passerà. Il sindaco mi adora, era l’unico modo per farvi tornare in servizio senza troppe storie. Qualsiasi cosa dica la Gates, tu qui sei la migliore.”
“Ma per molti, come lei, adesso sono tale solo grazie ai tuoi libri, che mi descrivono come una super eroina. Io non sono così, Castle.” Rispose la donna, ancora notevolmente scossa per quanto era accaduto tre mesi prima.
Sfruttando l’amicizia del sindaco, grande amico di Castle, lo scrittore era riuscito a convincere il Primo Cittadino a far revocare il congedo amministrativo che la Gates aveva imposto a Beckett ed Esposito. Per quanto riguarda le dimissioni della detective, la stessa Gates si era sorprendentemente rivelata una donna di cuore, o semplicemente non aveva fatto in tempo a compilare i moduli necessari. Fatto sta, che non risultava da nessuna parte che Beckett avesse dato le dimissioni, per cui la donna era ancora, senza alcun dubbio, una detective del Dodicesimo.
 
L’omicidio era stato compiuto in un motel. Un edificio decisamente squallido, per di più utilizzato da prostitute e viaggiatori di passaggio, in sosta per una notte. La scientifica era già sul posto e, nella camera 143, Lanie stava già esaminando il cadavere.
L’ inaspettato odore di pulito invase le narici della detective Beckett, ancor prima che potesse salutare l’amica.
“Ciao honey” la anticipò Lanie. “Quello che senti è un misto di detersivi che ho trovato in bagno. Qualcuno ha ripulito per bene la scena del crimine, come puoi notare e, soprattutto, sentire.” Disse, tirando un profondo respiro.
La stanza, nonostante il luogo poco raccomandabile, era impeccabile. Tutto in ordine. Il letto senza una piega, cassetti vuoti, salviette pulite, ben piegate e riposte ordinatamente nell’armadio. C’era solo una cosa a rendere quel posto disordinato: un cadavere a terra, a metà tra il bagno e la camera. Uomo bianco, sulla cinquantina. Sul corpo graffi, pochi e lievi ematomi coloravano la sua pelle. Aveva ancora le palpebre alzate e dalla bocca era fuoriuscita della schiuma bianca.
“Che diavolo gli è successo?” chiese Ryan, osservandolo.
“Vedendolo così, suppongo sia stato avvelenato.” Affermò Lanie. “Ma i dettagli dopo l’autopsia, come al solito.”
“Questi segni cosa potrebbero essere?” si chiese Beckett. “Non sembrano dovuti ad una lotta. Sembrano più…”
“Graffi da sesso estremo.” Concluse Castle, leggendole nella mente.
Lanie li guardò scambiarsi un’occhiata di intesa e trattenne una risata.
Nel mentre, li raggiunse Esposito: “L’ha trovato la donna delle pulizie. Pensava di dover sistemare la stanza e invece…” poi si zittì e indicò la vittima, colto alla sprovvista: “Ehi, io lui lo conosco!”

 
   
  
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