SI TORNA A CASA
(OVVERO: FINE DI UNA STRANA VACANZA)
Miky prese la maglietta con la tigre e
la depositò nel suo borsone, ma mentre lo faceva la sua testa era altrove; la
ragazza ripensava alla sera prima, il bacio, le mani di Mark, le sue labbra sul
suo seno… Dio, Mark sapeva essere così dolce quando voleva! Certo, che fosse
molto passionale, doveva immaginarselo, visto il suo carattere altamente
infiammabile.
Ah… la sua pelle calda, le carezze; un
brivido le percorse la schiena, al solo ripensarci. Se Patty non li avesse
interrotti chissà a che punto sarebbero arrivati; in quel momento, lo ricordava
bene, lei non aveva timori, avrebbe anche fatto l’amore con lui. Quando era con
Mark non aveva paura di nulla.
“Miky, hai preso tutto?” La voce di Amy
la riportò alla realtà; scosse la testa.
“Mi mancano solo le scarpe… Cazzo!”
Esclamò alla fine della risposta, battendosi una mano sulla fronte.
“Cosa c’è?” Le chiese l’amica, con
sguardo preoccupato.
“Ora dovrò ritirare fuori il costume da
bagno!” Rispose sibillina Miky.
“Io non ti capisco.” Amy era
sbalordita, mentre l’altra ragazza sfilava dalla borsa un bikini arancione. “Ma
che cosa stai facendo?” Domandò ancora Amy osservandola andare in bagno per
cambiarsi.
“Credo che debba recuperare qualcosa in
piscina.” Intervenne Patty, che era intenta ad infilare ancora roba in valigia.
“Bah!” Esclamò sconsolata Amy, tornando
ad occuparsi della propria valigia.
“Jenny, voi partite prima?” Chiese poi
Patty all’altra ragazza.
“No, siamo stati fortunati, partiamo
con voi, ci basta cambiare treno a Tokio.” Rispose Jenny.
“Bene, così passiamo un altro po’ di
tempo insieme…”
“Mi assento dieci minuti, ragazze!” Le
interruppe Miky, fiondandosi fuori dalla stanza.
“E’ proprio matta.” Affermò Patty, le
altre due annuirono.
“Hai visto i miei boxer, quelli con gli
orsetti?” Chiese Holly a Tom; i due, circondati dal caos più totale, stavano
facendo le valige.
“No.” Rispose il ragazzo allargando le
braccia. “Prova sotto il letto.” Holly seguì prontamente il consiglio
dell’amico, inginocchiandosi e sollevando le coperte.
“Il cappellino brasileiro te lo porti
via?” Domandò Tom al suo capitano; lui si rialzò dal pavimento, con in mano le
mutande, e lo guardò con espressione seria.
“Buttalo nell’immondizia.” Rispose,
voltandosi verso la sua valigia; Tom osservò il cappello, con i suoi ridicoli
pon pon, e poi lo gettò nel cestino.
“Non è andata bene, ieri sera, eh?” Gli
chiese Tom, con la sua solita discrezione.
“Preferisco non parlarne.” Disse Holly,
senza voltarsi.
“Ok.” Non sarebbe stato da Tom,
insistere nel voler sapere cosa era successo alla festa; il ragazzo preferì
aspettare che fosse l’amico a parlarne.
“Se getti la roba in valigia a quel
modo, poi non la chiuderai mai.” Disse Danny a Mark; lui si voltò di scatto,
per ribattere qualcosa, ma poi vide la valigia del compagno, che pareva fatta
col righello, e non proferì parola. Bussarono alla porta.
“Vado io.” Annunciò Danny,
avvicinandosi alla porta; Mark continuò a preparare i bagagli.
“Miky… WOW!” Esclamò il ragazzo,
trovandosela davanti in costume; Landers, sentendo nominare una certa persona,
si affacciò subito dall’interno della camera.
Miky portava sui fianchi un pareo dai
colori fiammeggianti, per il resto era scoperta, se non si considerava il sopra
di un bikini arancione, che esaltava ancora di più il suo bellissimo seno.
“Che succede Miky?” Le chiese burbero
Mark; lei gli sorrise con dolcezza.
“Sto andando in piscina, vieni con me?”
Rispose la ragazza, guardandolo negl’occhi.
“Adesso? Ma sto facendo la valigia…”
“Dai, facciamo presto. Devo riprendere
una cosa…” Mark alzò gli occhi al cielo, poi si passò una mano sulla fronte.
“I sandali!” Affermarono i due
neo-fidanzati all’unisono; dopo, Miky, rise con tutto lo splendore di cui era
capace, estasiando entrambi i ragazzi.
“Muoviti, mettiti il costume!” Gli
ordinò poi, mentre lui entrava in bagno protestando. “Che cosa devo fare per
vedere quei muscolacci!” Dicendo questo strizzò l’occhio a Danny, che stava già
ridendo.
“Allora, tu e Jenny, non dovrete
partire prima?” Domandò Julian a Philip, che si stava asciugando i capelli,
seduto alla scrivania.
“No, prendiamo il treno notturno a
Tokio e ci svegliamo domattina a Hokkaido…” Rispose il ragazzo.
“Bene, cos’ facciamo il viaggio
insieme, almeno fino a Tokio.” Affermò Ross, chiudendo la sua Luis Vuitton
perfettamente preparata. Philip finì di asciugarsi la testa, staccò la spina e
poi gettò il phon nel suo borsone.
“Sono pronto. Andiamo a sentire se le
ragazze scendono a mangiare con noi?” Chiese all’amico; Julian si voltò verso
di lui sorridendo.
“Sì, andiamo.” Annuì; insieme uscirono
dalla stanza.
Dopo la colazione, ed il fortunoso
recupero dei sandali di Miky, i ragazzi andarono alla stazione e presero il
treno per Tokio; da lì si sarebbero smistati verso le varie parti del Giappone.
Si sistemarono in due scompartimenti
vicini; dopo un’oretta di viaggio il rumore del treno cominciava a diventare
rilassante; Benji, ancora un po’ nero per l’uscita di Patty, si addormentò
guardando il paesaggio correre veloce fuori dal finestrino, anche Amy si
addormentò, sulla spalla di Julian.
Mark e Miky erano seduti di fronte a
Jenny e Philip; la ragazza si appoggiò a lui, che la guardò un po’ imbarazzato,
lei gli sorrise.
“Ti ricordi il nostro viaggio di
ritorno da Okinawa?” Mark annuì, rispondendo a Miky. “Ora posso abbracciarti
senza fare finta di dormire.” Aggiunse furbetta; lui spalancò gli occhi.
“Facevi finta?!” Esclamò scandalizzato
il ragazzo.
“Però tu hai detto che ero bellissima…”
Philip e Jenny assistevano alla scena divertiti; certo che Miky si era data un
bel daffare per conquistare Landers.
“Non avresti dovuto sentire…” Protestò
Mark, incrociando le braccia e mettendole il broncio. “Guarda con che razza di
persona falsa mi sono messo.” Continuò voltando il capo.
“Via! È stato bello quel viaggio,
ammettilo!” Disse lei, strattonandolo delicatamente.
“Eh, come no, bellissimo…” Rispose lui,
continuando a guardare fuori dal finestrino; Miky diede un’altra occhiata al
bel profilo abbronzato del ragazzo, sorridendo.
“Tigre.” Lo chiamò, dopo un po’, con
vocina supplichevole.
“Eh!” Sbottò Mark, senza voltarsi.
“Secondo me, ti è piaciuto, quel
viaggio…” Affermò con cautela la ragazza, osservandolo con la coda dell’occhio.
“No, che non mi è piac…” Cominciò a
dire Mark girandosi, ma si ritrovò davanti lo splendido sorriso di Miky; il
cuore cominciò a battergli a mille, e si rese conto di volerle soccombere. Le
sorrise, prima stentatamente, poi con dolcezza. “Sì, sì, hai ragione tu, è
stato il più bel viaggio che abbia mai fatto.” Ammise poi, passandole un
braccio attorno alle spalle; lei rispose al sorriso, poi lo abbracciò con
impeto. Mark la strinse a se, carezzandole i capelli.
“Così si fa Mark!” Esclamò Philip,
mentre Jenny sorrideva accanto a lui.
“Scusate.” Disse Holly, interrompendo
l’idillio. “Esco un attimo.” Poi si alzò, uscendo dallo scompartimento. Gli
altri ragazzi ammutolirono, guardandosi negl’occhi, imbarazzati dalla loro
felicità di coppia.
Holly uscì nello stretto corridoio del
treno e, con aria assorta, si appoggiò al finestrino, cominciando ad osservare
il paesaggio sfuggente che stavano attraversando: i campi di riso, il cielo
azzurro, le colline.
Sentì dei passi avvicinarsi, si voltò e
vide Patty. Il ragazzo si accorse di essere terribilmente imbarazzato; in fondo
le aveva confessato il suo amore, ed era stato respinto, in più,
nell’occasione, indossava quello stupidissimo costume brasiliano.
Patty, però, gli sorrise, stemperando
un po’ l’atmosfera che si era creata; lui rispose al sorriso, rilassandosi un
pochino.
“Che fai, prendi una boccata d’aria?”
Gli chiese la ragazza.
“Sì.” Rispose Holly.
“Anch’io. Lì dentro…” Indicò il suo
scompartimento. “…è un manicomio.” Rise. “Benji e Amy dormono come sassi, Bruce
chiacchiera in continuazione e Danny fa finta di ascoltarlo…” Rise di nuovo;
era così bella quando rideva, la sua Patty.
“Che si fa adesso?” Le domandò
all’improvviso, interrompendo la sua risata. “Voglio dire, si riprende la vita
di tutti i giorni, oppure…”
“No, cambierà qualcosa.” Rispose la
ragazza, tornando seria e spostando lo sguardo fuori dal finestrino. “Io
parto.” Confessò.
“Parti? E dove vai?” Chiese allarmato
il ragazzo.
“Ho deciso di accettare una proposta
della scuola, farò un soggiorno studio in Francia. Parto tra due settimane
circa.” Spiegò Patty, continuando a guardare fuori.
“E quanto starai via?”
“Quattro mesi.” Holly la fissò stupito;
era un periodo lunghissimo…
“Ma… ma tornerai appena in tempo per
l’ultimo trimestre prima del diploma.” Patty annuì.
“Non vado mica in vacanza, continuerò a
studiare.” Affermò lei; non era quello il problema, era che lei se ne andava.
“Quando lo hai deciso?” Le chiese,
cercando di non farle capire quanto gli dispiaceva.
“Stamattina.” Una decisione molto
repentina; quante cavolo di cose aveva cambiato, quella maledetta festa in maschera?
Holly si girò verso di lei, appoggiando la spalla al finestrino.
“Dimmi che non è colpa mia.” Le disse,
con tono supplichevole.
“No, assolutamente. È per me, solo per
me.” Rispose lei sorridendo e posandosi una mano sul petto.
“Mi mancherai da morire…” Mormorò
tristemente il ragazzo, prendendole la mano.
“Anche tu mi mancherai.” Affermò Patty.
“Mi perdoni se non ti credo?” La
ragazza lo guardò con rammarico e tristezza.
“Devi, Holly, devi…” Gli rispose; lui teneva lo
sguardo basso, poi le lasciò la mano.
“Torno dentro, vorrei dormire un po’.”
Dichiarò staccandosi dal finestrino e rientrando mestamente nello
scompartimento.
Patty tornò a guardare fuori; era
sicura della scelta fatta, era sicura di avere bisogno di tempo per se stessa.
Allora perché quella voglia di piangere?
Il viaggio continuò, allietato dal
divertente racconto del recupero dei sandali di Miky in piscina; ma non per
tutti, il resto del ritorno, fu così sereno.
Holly passò il tempo che lo separava
dall’arrivo guardando fuori, e non vedendo nulla; il ragazzo avrebbe voluto
dormire, ma non ci riuscì. Benji fu svegliato dal fracasso fatto da Bruce, ma
non si fece coinvolgere dalle chiacchiere, restando muto, con le braccia
conserte ed il cappellino calato sugl’occhi. Patty, invece, era immersa nei
suoi pensieri, rimuginava, sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta;
questo non le impedì di provare una fitta la cuore, quando incrociò lo sguardo
triste del portiere, seduto davanti a lei.
Arrivarono a Tokio in serata; la città
era già illuminata, ma i binari non perdevano la loro malinconia. Il treno si
fermò; era il momento dei saluti.
“Danny ti do un passaggio?”
“Sei in macchina Ed?”
“No, sono con lo scooter!” Rispose
orgoglioso il portiere; Danny alzò gli occhi al cielo.
“Che il signore mi protegga!”
“Ciao Ed, ciao Danny.” Li salutarono
gli altri, mentre si allontanavano. “Ci vediamo agli allenamenti, se sopravvivi
Danny.” Aggiunse ironico Landers. “Fanculo Mark!” Gli disse Warner, salutandolo
con l’inconfondibile gesto del dito medio. “Ciao ragazzi.” Salutò invece
Mellow.
“Bene, vi salutiamo anche noi.”
Intervenne Philip. “Il treno notturno per Hokkaido ci aspetta al binario 12.”
“Mi raccomando ragazze, scrivetemi e
telefonatemi. Anche tu Miky.” Le pregò Jenny, che teneva per mano il suo
ragazzo. “Ti ho dato il mio indirizzo ed il numero di telefono, vero?”
L’interpellata annuì.
“Ci vediamo ai nazionali, ragazzi.”
Affermò Callaghan. “Ci saremo.” Promisero gli altri. Philip e Jenny si
allontanarono salutandoli con la mano.
“Noi che facciamo, Jul? Prendiamo un
taxi?” Chiese poi Amy al suo ragazzo; lui annuì, quando i due amici furono
scomparsi tra la gente.
“Voi, ragazzi di Fujisawa?” Domandò
Julian, rivolto a Holly, Tom e gli altri.
“L’autobus parte tra una mezz’ora.”
Rispose Patty.
“Allora restiamo ad aspettare con voi.
Che ne dici Amy?” Ross si voltò verso la sua ragazza, che gli era la fianco.
“Sì, a me va bene.” Annuì lei.
“Beh, noi invece ce ne andiamo…”
Intervenne Landers, afferrando il suo borsone; Miky lo guardò aggrottando le
sopracciglia.
“E se volessi rimanere anch’io?” Gli
chiese la ragazza.
“Per me fai pure, non sei mica la mia
schiava!” Rispose strafottente il ragazzo, osservandola con aria di sfida; poi
girò i tacchi e si avviò verso l’uscita della stazione.
Miky guardò gli amici con un sorriso
rassegnato, loro ricambiarono con comprensione. “Allora ciao, ragazzi.” Li
salutò lei. “Ciao Miky!” Risposero i suoi nuovi amici.
La ragazza prese la sua borsa, lanciò
un ultimo saluto agl’altri, e raggiunse velocemente Mark. Fu a quel punto che i
ragazzi furono testimoni di una scena molto divertente.
Quando Miky fu accanto al ragazzo gli
prese il braccio; Mark si fermò di botto, la osservò, poi sfilò il braccio
della sua presa. Miky glielo afferrò di nuovo, e di nuovo lui si divincolò. I
due discussero per qualche secondo; Miky non perdeva il sorriso. Infine Mark
sbuffò rassegnato, porgendole il braccio, lei lo afferrò, sorridendo
soddisfatta. Uragano Miky vinceva ancora! Gli amici stavano, ormai, ridendo a
crepapelle, mentre i due innamorati si allontanavano.
Amori nuovi, amori consolidati; amori
non consumati e altri mai neanche nati. Amori veri e sentimenti senza una forma
precisa. Amicizie che ci sono e ci saranno sempre; cose che cambiano, e altre
che rimangono sempre uguali. Anche dopo una strana, breve vacanza.
FINE