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Autore: Lies_Of_My_Mind    20/05/2012    3 recensioni
Molto probabilmente non tutti ricordano, o meglio, molti preferiscono dimenticare, ma quella sventola dagli occhi azzurri e dall’anima tenace un tempo non era propriamente attratta dagli uomini.
Oh sì, in molti stentarono a crederci, ma per un bel periodo quelle lunghe gambe da infarto erano di proprietà puramente femminile, e la proprietaria non faceva altro che metterlo ben in chiaro.
Sì, Hermione Jane Granger un tempo fu la fidanzata di Persefone McTry.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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There's something in the water... mmh, sorry...

There's something in this Brandy!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kiss me quick now baby I'm still crazy over you

Aaah Aaah Aaah Aaah Aaah Aaah

there's something in the water, something in the water

Aaah Aaah Aaah Aaah Aaah Aaah

there's something in the water that makes me love you like I do

 

 

 

 

Persefone si guardò attorno schifata.

Aveva sempre odiato il suo nome, e lo avrebbe fatto per sempre, ma la cosa che più le faceva ribrezzo erano tutti quegli aborti di soprannomi che la gente cercava di affibbiarle in vani tentativi di simpatizzare con lei.

Persi, Pers, Fony, Sefy e via dicendo, sfiorando quasi il ridicolo.

Ma grazie a Morgana, il suo cognome era stato risparmiato e così, a causa delle sue origini scozzesi, la bella Persefone McTray era conosciuta come Mc o, per i più intimi, Boss.

Famiglia purosangue la sua, fino all’ultima particella e globulo rosso, ma non una famiglia di mangiamorte, piuttosto un tranquillo nucleo familiare.

Spostò i lunghi capelli biondi dalla spalla destra per portarli su quella sinistra come le era usuale fare senza uno scopo preciso.

Le lunghe unghie smaltate di nero opaco facevano sempre il loro effetto suscitando non poco timore nei primini che le intralciavano il passaggio, ma doveva ammettere che anche con alcuni ragazzi del settimo funzionava ancora benissimo come strategia.

Il rossetto bordeaux scuro le delineava perfettamente le labbra carnose e a forma di cuore rendendole sensuali ed accattivanti. 

Era solita portare un trucco abbastanza scuro ed accentuato sugli occhi, infatti, da quando aveva passato due settimane a Siviglia con le cugine di Hermione, punk convinte, si era resa conto, che per il Boss, non era uno stile poi tanto malaccio.

Ricordava ancora perfettamente la reazione di Seamus la prima volta che l’aveva vista con quel nuovo stile.

“Cazzo, Boss, mi inquieti un tantino, per non parlare del fatto che sei ancora più tosta del solito!” 

Camminava veloce, fra i cunicoli bui dei sotterranei, in direzione della tana del lupo e, con gli occhi color del ghiaccio, scrutava le nicchie in penombra sempre in allerta.

Doveva ammettere che un poco la divertiva stare in compagnia delle serpi e che non erano così male se si andava a conoscerle meglio, ma mai lo avrebbe ammesso davanti a loro, neanche sotto tortura.

“Hey, nano, ti spiace dirmi la parola d’ordine?” sempre imporre autorità ai più piccoli, se non glielo si insegna al primo anno quando?

“Nano?! Senti, feccia di una grifondoro, io non…  oh santo Salazar! Mi perdoni signorina McTry!”

“Sì sì come ti pare! Allora?”

“Lupus in fabula”

Lo scansò con gentilezza, autorità non bullismo o cafoneria, e si avvicinò al ritratto di un corvo nero attorniato da decine di serpenti sibilanti.

“Lupus in fabula” esso si aprì docilmente lasciandole libero accesso al mondo della libidine e dell’alchol.

“Buona sera mie serpi!”

“Chi non muore si rivede, a quanto sembra” la risposta fu immediata e venne da dei divanetti in fondo, davanti al camino, i divanetti dedicati ai VIP, ai più "fighi" ed importanti Serpeverde della scuola.

“A quanto sembra, Zabini!” ghignò divertita rendendosi conto che ormai quel copione si ripeteva ogni santissima sera.

Sì, perché da quando quella grandissima testa di melone fritto di Hermione Jane Granger si era riscoperta un’appassionata delle mutande di Draco Lucius Malfoy, o meglio di quello che si vociferava ci fosse dentro, e lui aveva più che ricambiato, lei era incaricata di riportarla a “casa” sana e salva ad un’ora decente tutte le santissime sere.

“Allora, da quanto tempo i piccioncini tubano nel covo d’amore?!” chiese divertita buttandosi letteralmente sul divanetto e lasciando che i suoi adorati pantaloni di pelle di drago nera andassero ad appoggiarsi allo schienale.

Con i tacchi dei tronchetti neri iniziò a picchiettare un abbellimento in mogano, al ritmo di una famosissima canzone babbana.

“Oh da più di due ore direi, ma credo che ne avranno ancora per tanto, se vuoi, bambolina, per passare il tempo li possiamo imitare. Chessò… camera mia magari?” 

Eccolo.

Theodore Nott in tutta la sua magnificenza fece la sua entrata in scena come un dio. 

Si lasciò cadere accanto a lei portando un dito a sfiorarle la guancia bianca.

“Scordatelo Nott, - scostò malamente la mando da sé - io non ci vengo a letto con te!”

Lui la guardò con aria compassionevole mentre si metteva comodo sul divano di velluto. 

“Ah, Blaise, vecchio mio, non ci sono più le ragazze di un tempo!”

Il compare alzò il calice chinando un poco il capo.

“Puoi dirlo forte, amico mio, puoi dirlo forte”

Tipico di Nott, se non ti concedevi a lui, qualsiasi fossero le tue ragioni, se ne veniva fuori facendoti credere che a essere strana eri tu, eri tu che avevi qualche rotellina nel cervello che mal funzionava, e non lui, che voleva saltarti addosso.

Era molto bello, questo bisognava concederglielo, capelli castano chiaro con dei riflessi sul rosso, un poco lunghi e molto spesso spettinati. Occhi verdi da gatto e labbra rosse, sottili ma non troppo.

Senza parlare poi del fisico da urlo che si ritrovava facendo il battitore nella squadra di Quidditch  di Serpeverde.

“Bè, quando cambi idea chiamami, sempre che non sia io ad aver cambiato idea” tirò fuori dalla tasca il porta sigarette in argento prendendone una ed accendendola.

Dopo aver aspirato profondamente espirò tutto il fumo in faccia alla bionda.

“Porco”
“Quando vuoi!” 

Lei lo guardò in cagnesco. Possibile che non potesse parlare assieme a quella serpe senza che l’argomento “sesso” venisse intrapreso?

“Possibile che non posso parlare assieme a te senza che l’argomento “sesso” venga intrapreso?” domandò irritata. 

“Certo che no, tesoro, il sesso centra sempre!”
“Parole sante” Zabini alzò nuovamente il calice ridacchiando in modo molto serpeverde.

La sentirono sbuffare pesantemente mentre si alzava. Con pochi passi si era diretta verso un armadietto in mogano con intarsi in madreperla e maniglie d’ottone, un mobile molto prestigioso.

Lo aprì e ne tirò fuori del Brandy. Ne osservò il colore caramellato pensando a quanto fosse bello e a quanto fosse simile agli occhi di Hermione.

Molto probabilmente non tutti ricordano, o meglio, molti preferiscono dimenticare, ma quella sventola dagli occhi azzurri e dall’anima tenace un tempo non era propriamente attratta dagli uomini.

Oh sì, in molti stentarono a crederci, ma per un bel periodo quelle lunghe gambe da infarto erano di proprietà puramente femminile, e la proprietaria non faceva altro che metterlo ben in chiaro.

Sì, Hermione Jane Granger un tempo fu la fidanzata di Persefone McTry.

Come?!
Sì, per molti questa fu la reazione, ma le chicchere andarono a sfumare lentamente quando la relazione sorpassò i cinque mesi.

Facevano fuoco e fiamme quelle due! Una, mora e dagli occhi color dell’oro, era dedita allo studio ed alle regole, mentre l’altra, bionda e con due occhi azzurri come il cielo, tendeva alla ribellione ed alla regola “se lo penso lo dico”.

La classica coppia: la ragazza perbene con il ragazzaccio sexy e tenebroso.

Ed anche ora, che l’essere etero le aveva sovrastate, Hermione aveva trovato l’amore in una fotocopia al maschile di Persefone.

Furono per molto tempo soggetti dei sogni erotici di quasi tutta la fauna maschile dal quarto al settimo anno, e non furono poche le richieste di “fare una cosa a tre”.

Fece ondeggiare il liquido nel bicchiere per poi tornare a sedersi, ma sul divanetto, dove un tempo vi era stato il suo intero corpicino, era occupato totalmente da Nott, che la guardava strafottente.

“Ti vuoi sedere?!” 

“Oh no, tranquillo!” ghignando pose il suo fondoschiena sul poggia braccio della poltrona di Zabini, guardando il moretto strafottente.

Sentì l’italiano poggiarle un braccio sui fianchi e  sorrise quando vide Nott diventar rosso di rabbia.

“Hey Theo, geloso?”
“E di che Blaise? Quella è lesbica!”

Ma parole peggiori non furono mai pronunciate.

Si girò prendendo con una mano il viso di Zabini e poggiò le labbra sopra le sue, in un bacio casto ma molto sensuale.

L’italiano ghignò apertamente.

“Sì, decisamente e totalmente lesbica!”
“Oh, al diavolo! Solo perché non vi metto la lingua in bocca o perché non apro le gambe al primo vostro schiocco di dita, non vuol dire che io sia lesbica!”
“Oh, oh, nervosette? Che c’è?! Se ti piace di più la Granger non c’è nulla di male! Dopotutto è una sventola pure lei!”
Un ghigno inumano le si dipinse sulle labbra, mentre si rimetteva in piedi e beveva un lungo sorso di liquore.

Gli si avvicinò all’orecchio lasciando che i suoi capelli color del grano andassero a solleticargli le gote.

“Ecco qualcos’altro che io ho avuto il piacere di saggiare mentre tu te ne stavi in bagno a farti le seghe, Nott”

Lo sguardo perso del ragazzo la fece ridacchiare, ma appena si riprese lo vide più sicuro e, aspettandosi una risposta tagliente, si stupì quando invece il ragazzo le rispose tranquillamente:

Lo vide abbassare gli occhi per qualche istante.

“Non è di certo la Granger ciò che desidero” questo gliel’aveva soffiato sulla bocca prima di accarezzarsi le labbra con la lingua inun gesto che, pur essendo difficile da credere, fu molto sensuale, ma assolutamente privo di volgarità.

Le si spalancarono gli occhi, e si mise a fissarlo intensamente prima che il rumore di una porta che si spalancava non la fece rinsavire.

Si rimise in posizione eretta dirigendo lo sguardo verso la stanza che si stava aprendo. Con sguardo corrucciato fissò la bella mora grifondoro uscire seguita da Malfoy che si stava riabottonando la camicia con fare molto tranquillo, come se non si rendesse conto che lo stessero fissando tutti.

“Bene, era ora, dai tesoro ti riporto a casa, Harry era un po’ preoccupato!”

“Buon giorno anche a te McTray!” 

Si girò verso il biondo scocciata

“Che c’è, slavato?”
Un ruggito a stento trattenuto sottolineò il fatto la battuta non era stata gradita.

“Mh, nulla, portati via questo impiastro, mi ha distrutto la lampada!”
“La lampada? Sei così scarso Malfoy? Io riuscivo a farle rompere la testata del letto!”

“Ok, ok, possiamo evitare di esporre a tutto il mondo ciò che faccio quando faccio…”
“Sesso?!” chiesero in coro i due angioletti in biondo.

La mora arrossì vistosamente dando un bacio di sfuggita al suo amante e trascinando via per un braccio la sua ex.

“Ricorda Mc, ha preferito me a te!” 

“Certo, Malferret, peccato che tu sia solo una mia brutta copia con l’uccello!” e con questo il biondo venne spento all’istante.

 

 

 

 

 

 

Lasciamola esprimere:

 

Ok, non so esattamente che cosa sia! Avevo scritto questa specie di aborto di storia pensando di farla divenire una long fic, ma poi è svanito qualsivoglia tipo di ispirazione e questo è ciò che ne rimane. 
Così ho pensato che potesse essere una One-shot carina, uno spezzone di vita quotidiana ad Hogwarts! Magari a qualcuna di voi piace, bah, speriamo!!

Bacioni Lies_Of_My_Mind 

  
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