Devo dire che ultimamente sono molto ispirata da questo bellissimo
Anime/Manga. Già due One-shot in due giorni!
Devo dire che si è scritta da sola, seguendo non so nemmeno io quali
pensieri.
The right thing
Nel momento stesso in cui apre gli
occhi, Sasuke è colto dalla certezza di aver perso. Naruto ha avuto ragione di
lui, e questa consapevolezza lo spiazza per un momento. È sempre stato certo di
essere il più forte – soprattutto tra loro due – e che quella testa quadra non
avrebbe mai potuto levare davvero la mano su di lui. Ma l’ha fatto. E senza
remore alcuno per di più.
I ricordi sono confusi mentre a fatica
alza il busto; una dolorosa fitta lo percorre per tutto il corpo, sintomo che
deve averle prese di brutto dal biondo. Ha solo qualche flash dei due Chakra
che s’innalzano e si scontrano l’uno contro l’altro, provocando scintille ed
esplosioni. Non ricorda altro, ma dal fatto che si trova mezzo disteso nel
fango può ben immaginare come sia proseguita e poi finita quella battaglia.
Chissà Naruto che danni ha riportato?
È in quel momento che se ne accorge:
Naruto non si trova lì! Non è in quel cratere che entrambi hanno creato con i
loro colpi, mezzo moribondo come lui. Non è lì ma, alzando lo sguardo, Sasuke
scorge la sua figura. È lontano da lui, in mezzo agli altri Ninja che hanno
preso parte alla Guerra. Sembra che stia cercando qualcuno, probabilmente i
suoi compagni e amici per sincerarsi che stiano tutti bene.
Il moro non può non notare come Naruto
abbia gli abiti laceri e il corpo martoriato da ferite anche peggiori delle sue
probabilmente. Ma lui è in piedi. Lui cammina. Lui è riuscito a rialzarsi. E
Sasuke invece? No, lui è ancora nella polvere, con gli occhi aperti su un mondo
sul quale non è riuscito ad ottenere la sua vendetta. Cos’ha concluso alla fine
di tutto? Cos’ha conquistato? Cos’ha capito? Il silenzio che lo circonda sembra
essere una risposta esaustiva.
Concentrato com’è sui suoi pensieri,
non si accorge che qualcuno gli si è avvicinato. Poi una mano si poggia sulla
sua spalla – quella che è rimasta sana! – e il viso sporco e graffiato di
Sakura entra nel suo campo visivo. È ferita anche lei, si trova a pensare
Sasuke, e pesantemente per di più. Eppure è lì, accanto a lui, e ha qualcosa di
veramente incredibile negli occhi. Non parla, non dice nulla la ragazza, rimane
il silenzio e sempre in silenzio gli poggia le mani sul busto, nel punto in cui
una profonda ferita si apre dallo sterno allo stomaco. Sente il Chakra della
rosa fluire dentro di lui e risanare quello squarcio.
“ Mi spiace.” Mormora Sakura togliendo
le mani dal suo busto. “ Avrei voluto fare di più, ma ho le pile un po’
scariche al momento.” E sorride serena e placida; gli occhi verdi sembrano mari
tranquilli, sferzati dolcemente da una leggera brezza marina. Nessun dolore.
Nessun rancore. Nessun odio verso di lui.
E Sasuke si chiede come faccia, come
possa lei guardarlo in quella maniera dopo che lui si è reso carnefice e
condottiero assassino, dopo che ha giurato la distruzione della Foglia. Dopo
che ha trascinato il Mondo nella Guerra, dimentico dell’antico legame che lo
univa ai compagni, pregno solo di odio e di vendetta. E alla fine per cosa? Per
cosa ha fatto quel che ha fatto? Non sente alcun tipo di sollievo. Non si sente
leggero e appagato come aveva immaginato all’inizio. Si sente vuoto, o meglio
svuotato, prosciugato nel più profondo dell’animo.
Sakura si alza con lentezza dovuta
probabilmente alla numerose ferite che la ricoprono e, una volta in piedi,
incrocia le mani dietro la schiena prendendo ad osservare un orizzonte che
forse non vede nemmeno. Una brezza leggera si è alzata facendole danzare i
capelli sporchi sul viso, inframezzandole quello sguardo che tanto ha colpito
Sasuke poco prima. E proprio lui, in questo attimo, si trova a pensare a quando
Sakura sia bella. Con quello sguardo… Con quel sorriso… Con il gesto appena
compiuto. Sakura è bella! Sakura è bella dentro!
Sasuke vorrebbe chiederle davvero
un’infinità di cose, ma preferisce tacere sentendosi indegno di porle le
domande che lo tormentano. Cerca, invece, di rispondersi da solo. E si scopre a
ripercorrere quanto successo nel corso degli anni, da quand’erano ragazzini
appena dodicenni ad oggi che sono giovani adulti. Rivive i giorni noiosi
dell’Accademia e il momento della formazione del Team 7; risente le battute
irriverenti di Naruto, accompagnate sempre da quella sua risata sguainata e da
azioni che di avventato avevano tutto; rivede la forza di Sakura, la sua
capacità di analizzare attentamente qualsiasi situazione, unite al suo
impressionante controllo del Chakra e ad una dolcezza ancora acerba e timida da
mostrare agli altri.
Sono cresciuti tanto, tutti. I
ragazzini che erano hanno lasciato il campo a quei Ninja che probabilmente sono
davvero riusciti a cambiare le sorti del Mondo. Ma è rimasto qualcosa, di quei
dodicenni. Si, Sasuke ne è certo. Lo ha visto nelle azioni di Naruto così come
in quelle di Sakura; nei loro gesti vi è un lascito di quelli che erano, una
piccola eredità che hanno tenuto stretta, e che un giorno sarà tramandata come
merita.
Sakura, il viso ancora rivolto
all’infinito, socchiude lievemente gli occhi e si lascia accarezzare dal vento.
Sente che ciò che ha fatto è stata la cosa giusta, e che conterà qualcosa. Non
le importa avere niente in cambio. Non ha agito per chissà quale tornaconto.
Non è una persona così meschina e calcolatrice. Lo ha fatto perché riteneva che
fosse ciò che andava fatto in quel momento, così come Naruto ha ritenuto giusto
allontanarsi dal compagno ormai a terra, suggerendo un messaggio.
Ricorda che Naruto le ha raccontato un
giorno di aver incontrato suo padre, il Quarto Hokage. E ricorda anche di aver
ascoltato la sua narrazione su quanto successo con Nagato. L’Eredità di Jiraya…
Non sa, Sakura, cosa davvero serva per cambiare quel loro Mondo corrotto così
in profondità. È certa però che colui la cui leggenda ha sentito narrare e di
cui ha letto – quell’Eremita che pare aver dato vita ai nove Cercoteri – non
avesse questi progetti per l’avvenire. Per questo ha provato a dare una
risposta, a trovare quel qualcosa in grado di mutare il Mondo degli Shinobi. E
una volta ancora le intenzioni sue e quelle di Naruto si sono incrociate. Per
questo è qui. Per questo ha risanato almeno un po’ la ferita di Sasuke.
“ Come puoi non portarmi rancore?”
Chiede improvvisamente il moro spezzando quel silenzio quasi arcano ch’è andato
formatosi. E Sakura si volta, lo osserva. E sorridendo ancora più lieve gli
volta le spalle e inizia ad avviarsi.
Non può rispondere a quella domanda, e
silenziosamente chiede scusa a Sasuke. Ma non è vero che lei non porta rancore.
Lei lo porta. Eccome se lo porta. Ma ha deciso d’ingoiare, d’incassare il
colpo, mozzandosi il fiato e sputando sangue. Ha deciso di comportarsi
oppostamente a quello che la rabbia le suggeriva. Che possa bastare per
spezzare quella catena d’odio?
Sasuke la vede raggiungere a fatica il
campo base in lontananza, e vede Ino stringerla a se, preoccupata come non mai
per la sua migliore amica. Poi è il momento di Naruto di abbracciarla, e Sakura
non si oppone alla stretta del giovane, ma anzi ricambia con forza. In seguito
Sasuke non riesce più a capire chi abbraccia chi, chi bacia l’altro e chi
sgrida il terzo. Tutti i suoi vecchi compagni si sono sciolti in un abbraccio collettivo
intriso della gioia di essere ancora tutti vivi e della tristezza per coloro
che non ce l’hanno fatta.
Chiudendo gli occhi e osservando il
cielo Sasuke capisce improvvisamente. Le azioni di Naruto e Sakura, i loro
silenzi… Hanno voluto dirgli qualcosa. Hanno voluto lasciargli un messaggio. E
quei brevi attimi che hanno potuto trascorrere insieme dicono che loro lo
aspetteranno sempre, che le porte della Foglia saranno sempre aperte per
accoglierlo a casa. Ma dicono anche che loro non lo rincorreranno più per il
mondo, ma rimarranno ad aspettare. Anche per sempre. E dicono che, se lui un
giorno tornerà, ci saranno persone diverse ad attenderlo. Ecco, infine, quel
qualcosa di straordinario che si è specchiato negli occhi di Sakura e che lo ha
sorpreso. C’era la serenità di lasciarlo andare, chiaro segnale che l’infantile
possessività che aveva inizialmente spinto la rosa a volerlo riportare a casa
ad ogni costo era scomparsa. Ma, soprattutto, non c’era più l’amore.
La osserva una volta ancora, da lontano.
La vide ridere e sorridere. La vede abbracciare affettuosamente Gaara, certa
che lui non si ritrarrà, e schiaffeggiare giocosamente Naruto. E quel sorriso –
quello che si disegna sulle sue labbra come su quelle di Naruto – è la certezza
che Sakura è andata oltre. Sakura ha, semplicemente, smesso di amare Sasuke.
Perché Sakura è cresciuta, e il suo amore bambino per quel moro tenebroso si è
sciolto come neve al sole.
Sasuke su alza piano, un po’ meno
dolorante di prima. Un’ultima occhiata ai vecchia compagni. Il suo primo vero
sorriso dopo tanto tempo ai suoi compagni di Team e poi si volta dall’altra
parte. Tornerà, forse un giorno, alla Foglia. Ma se lo farà dovrà aver
abbandonato per sempre l’odio, la vendetta e il rancore che ancora gli
soffocano il cuore. Dovrà imparare a vivere come i suoi compagni, che hanno
stretto i denti e accusato i colpi per cambiare le cose.
Una volta li credeva un peso. Oggi ha
molto da imparare da loro.
E mente un timido raggio di sole fa
capolino tra i nuvoloni, Sasuke Uchiha scompare una volta ancora.