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Autore: Gea_Kristh    10/12/2006    3 recensioni
Questa breve storia narra di un monologo interiore molto... particolare. Eh sì, perché la sottoscritta, animata da non so quale pazzia ed insanità mentale, si è messa ad immaginarsi come sarebbe potuto essere chiacchierare con la propria Coscienza.
"Che cosa mi manca?" Mi sono chiesta. Ho cercato di capirlo attraverso queste poche righe.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Finalmente, dopo lunga inattività, eccomi ancora qui. Non chiedetemi da dove mi sia uscita questa "cosa", perché sinceramente non ne ho la più pallida idea. L'ho scritta all'una e mezzo di notte, quindi non aspettatevi che sia un capolavoro (anche perché io e i capolavori non viaggiamo sulla stessa linea d'onda).
Bèh, che dire! Vi sarei molto grata se lasciaste una anche microscopica recensione! Mi va bene anche un "datti all'ippica", ma che almeno dimostri che qualcuno è stato tanto caritatevole da volerla leggere.

Un salutone a tutti quelli che passeranno per questa pagina,

Gea Kristh

 

 

- Quanti anni hai? -

Che inizio di conversazione strano, pensai. Non riuscii a mascherare la mia perplessità.

- Non lo sai? -

- Limitati a rispondere. -

Sospirai. Cosa potevo pretendere dalla mia parte razionale?

- Ho quindici anni. -

In quello spazio eravamo in tre. Tutte identiche, se non fosse stato per le espressioni dei nostri volti.

- Come ti senti? -

Era stata l’altra me a parlare, lanciando un’occhiata di rimprovero alla Ragione. Non andavano molto d’accordo quelle due.

- Non lo so, - confessai.

- Spiegati. -

- Mi sento come se non fossi completamente contenta di me. -

La Ragione aggrottò le sopracciglia. Era qualcosa che non riusciva a comprendere.

- Ti penti delle tue azioni? -

La Coscienza sorrideva.

Scossi la testa in segno di diniego.

- Allora temi di non aver fatto tutto ciò che era in tuo potere per essere completa? -

- Non lo so, - era la seconda volta in pochi minuti che lo dicevo.

- Non ti piace come sei? -

Ci pensai su.

- Mi piace ciò che sono. -

- Hai tutto quello che vorresti? -

Ancora una volta mi persi nei meandri della mia mente. Pensai alla mia famiglia, ai miei amici, alla scuola, alla casa. Non trovai pecche.

Eppure scossi la testa.

- Cosa ti manca? -

- Non lo so, - ancora quella frase. Si dice che non c’è due senza tre.

- Chi ti sta accanto ti vuole bene? -

- Sì. -

- Sei soddisfatta dei tuoi risultati? -

- Sì. -

- Ti tieni dentro cose che dovrebbero essere dette? -

- No. -

- Non provi rancore. -

Era un’affermazione. Non replicai.

- Non sei turbata, - continuò.

- Sei sana? -

- Sì. -

- Ma ti manca qualcosa. -

Annuii.

Sembrò pensarci su un attimo.

- Sei innamorata? -

La Ragione sbuffò.

- No. -

- Sei mai stata innamorata? -

- No. -

- Vorresti innamorarti? -

Ci pensai su.

La Ragione mi fissava indignata.

- Forse. -

- Temi che non ci riuscirai. -

Replicare era inutile. Sapevamo entrambe che era così.

- Per questo non ti senti completa? -

La Ragione rispose prima di me.

- L’amore è malattia. Meglio non conoscerlo, quel tuo amico. -

La Coscienza era calma. Replicò.

- Non capiresti nemmeno se cercassi di spiegartelo. Non possiedi né istinto, né cuore. -

- Non litigate, - ero stata io a parlare. Sorrisi loro.

La Coscienza annuì. La Ragione anche.

Non aveva senso.

- Sarà il tempo a decidere. -

- Ora sono più calma. -

   
 
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