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Autore: HighByTheBeach    21/05/2012    2 recensioni
Pensieri senza senso. Avevo bisogno di buttare fuori ciò che provavo, sperando vanamente che facesse stare meglio, quindi ho scritto questa breve fiction.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Depressione. Cos’è la depressione? In molti ostentano la conoscenza del significato di questo termine, ma la verità è che nessuno può sapere davvero cosa sia, se non la si è provata.
Depressione, bipolarismo… Non ci si può identificare in una di queste “patologie”, no… Non è così semplice.
Da 17 anni provo disagio a passare di fronte agli specchi, o anche solo di fronte ad un vetro. Guardo la mia immagine, e ciò che vedo mi fa schifo. Mi odio, odio il mio corpo, il mio viso, tutto. Penso che, probabilmente, resterò solo.
No, non faccio la vittima, non amo farlo. Non so nemmeno perché sto scrivendo queste righe. Forse è soltanto per sfogarmi, per sfogare la tristezza che mi pervade, ogni volta che penso a come sono fatto.
Sono grasso, lo sono sempre stato. Non mi piace stare tra persone sconosciute, mi guardano. E gli sguardi della gente fanno così male. Camminare tra gli sguardi di scherno della gente è peggio che camminare sui carboni ardenti, il dolore fisico è niente in confronto. Talvolta mi chiedo perché nonostante tutto continui imperterrito a voler vivere.
Suicidio. La risposta lampante ad ogni problema. Se mi togliessi la vita, tutto si risolverebbe. Io non soffrirei più, la mia famiglia e i miei amici dopo un po’ se ne farebbero una ragione, e non ci penseranno più. Il punto è che non ho il coraggio. Non ci riesco, ho paura della morte che tanto agogno. Spesso, quindi, vorrei che fosse un incidente a compiere lo sporco lavoro.
Sono patetico, eh? Decisamente patetico. La cosa peggiore è che la colpa non è di nessuno, se non la mia. Certo, le persone mi fanno pesare il mio aspetto fisico, ma alla fine è colpa mia.
L’uomo è artefice del proprio destino, diceva qualcuno.
E allora io non sono un uomo, perché non sono riuscito a crearmi il destino che avrei voluto.
Cristo, più scrivo e più mi vedo ridicolo. Perché sto scrivendo questo? Non ne ho idea, non riesco a trovarne un motivo. Sono pensieri senza senso, che mi frullano per la testa, e che sto riportando senza dargli una logica, senza dargli una fottutissima logica.
Non sono depresso. O meglio, non lo sono fuori di casa.
Fingo, fingo costantemente. Esco di casa, ed indosso una maschera del cazzo, la maschera del ragazzo simpatico senza problemi. E il bello è che la gente ci crede. Mi fa ribrezzo come la società sia così superficiale, come si soffermi sulla superficie senza scavare, senza davvero tentare di capire cosa provino le persone.
Ma del resto, queste sono righe senza senso.
Ascoltare “fuckin’ perfect” di Pink non aiuta, no.
Spesso mi viene da pensare che le lame possano aiutare. Magari, il dolore fisico può spazzare via il dolore. Magari il sangue, scorrendo, potrebbe lavare via le lacrime. Ma, nemmeno a dirlo, non ho il coraggio nemmeno di quello.
E’ devastante quando, anziché vivere, ti limiti a sopravvivere. Vivi con apatia ogni istante. Senza interesse.
Spero che questo calvario finisca  presto.

 

Ah si, devo dare un finale. Ma del resto, questi sono pensieri senza senso, no?

  
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