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Autore: _MoonShine_    21/05/2012    12 recensioni
Lui voleva solo l'anima di quell'umana, solo quella. Voleva tornare a casa vincitore.
Lui non voleva che accadesse tutto questo. E ora si ritrovava a volere lei, solo lei.
E lei voleva lui. Ma lui era come un inferno, lui era l'inferno.
E l'inferno non era mai stato così attraente.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine, Shade, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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♦ MALEDETTO INCONTRO ♦

Erano le 7.40 del mattino. Fine si era svegliata di soprassalto accorgendosi di essere in ritardo.
Si vestì e si lavò in meno di tre minuti, il suo record era due minuti e trentasette secondi.
Scese di corsa a fare colazione, prese una fetta di pane e marmellata e se la ficcò in bocca mentre con l’atra mano sistemava i libri nella cartella.
-Ciao mamma!- la salutò sulla porta.
Elza la guardò sorridendo.
-Ciao, saluta tua sorella!- le disse, ma ormai era già andata.
Stava correndo a per di fiato, doveva vedersi con Rein alle 7.50 al parco per andare a scuola insieme. È vero che Rein era abituata ai suoi ritardi, ma non era carino farla aspettare sempre.
-Maledizione! Sono in ritardo! Stupida sveglia!- si lamentava. Questa mattina era sicura che la sveglia non avesse suonato, doveva essersi rotta per tutte le volte che la buttava a terra per spegnerla e rigirarsi dall’altro lato.

In una traversa della via che stava percorrendo Fine, Shade stava camminando tranquillamente. Quel mondo proprio non gli piaceva. Era troppo.. troppo felice.
Il giorno prima si era fatto un giro saltando di tetto in tetto o camminando per le vie deserte. Non voleva farsi vedere, era un demone e a quanto pareva gli umani non sapevano nulla di poteri soprannaturali o di essere immortali, e lui non voleva dare loro neanche la soddisfazione di sapere qualcosa.
Nascosto da tutti si era guardato un po’ il posto in cui si trovava. Aveva visto la gente camminare tranquilla per le strade. Molti guidavano degli aggeggi enormi con delle ruote. Aveva intuito sentendo da qualcuno che si chiamassero “auto” o “camion”. Orribili, facevano un fracasso fastidiosissimo. Niente a che vedere con le urla e gli schiamazzi del suo mondo.
Aveva scoperto che per guadagnarsi da vivere, i mortali lavoravano o aprivano negozi dove vendevano qualsiasi tipo di cose.
Ora si trovava in quella via vuota, nessuno in giro, quindi poteva passeggiare tranquillo. Era sovrappensiero, non sentì i passi veloci di qualcuno nella via perpendicolare alla sua.
Arrivò alla fine della vietta trovandosi di fronte a una strada simile a quella appena finita che andava o a destra o a sinistra.
D’un tratto si ritrovò faccia a faccia con una ragazza dalla chioma rosso fuoco. Stava correndo lungo la strada davanti a lui.
Fine si accorse del ragazzo, per poco non gli andava addosso. Lo guardò mentre gli correva di fronte.
Bastò un attimo e i due si guardarono negli occhi. Sembrava che tutto stesse succedendo a rallentatore.
Fine non si fermò continuando a correre, era già in ritardo.
Shade rimase fermo. Fece un passo avanti ritrovandosi nella via dove prima stava correndo la ragazza. La vide molto più avanti che continuava a correre. Era.. l’umana del giorno prima.
La cosa che lo aveva lasciato abbastanza perplesso era che, ora che l’aveva vista più da vicino, avesse sentito qualcosa. Non sapeva descrivere bene quella sensazione. I suoi poteri gli avevano permesso di percepire una specie di campo magnetico, un’energia forte, molto forte.
C’era solo quella ragazzina nei paraggi. Che fosse lei? Che avesse già trovato la sua Anima Speciale?
Sorrise trionfante, forse ci era vicino.

-Scusami!- disse Fine respirando affannosamente per la corsa.
Rein la guardò e sorrise come sempre.
-Stai tranquilla, non sei più in ritardo del solito-
Le due si incamminarono verso scuola, dove arrivate, si dovettero dividere di nuovo per andare ognuna nella propria classe.
La giornata passò abbastanza in fretta, tra ore di matematica, scienze, inglese ed educazione fisica. La preferita di Fine era senz’altro l’ultima. Avevano fatto atletica, e Fine come sempre, era stata la migliore della classe. Nemmeno i maschi le facevano concorrenza.
All’uscita le due sorelle tornarono a casa come sempre insieme. Chiacchierarono del più e del meno, di Bright, dell’ora di educazione fisica e dei loro genitori.
Decisero questa volta di passare per le vie del centro città. Alla destra avevano tanti negozi, alla sinistra la strada.
Arrivate ad un incrocio si fermarono aspettando il semaforo verde per i pedoni.
Sopra di loro, sul tetto di un edificio un ragazzo dai magnetici occhi cobalto le osservava curioso. Doveva capire se quello che aveva sentito prima era solo un’impressione.
Fine rideva allegramente con Rein.
Di fianco a lei passò un bambino con un cappellino giallo in testa. Stava correndo.
-Fermati Ed!-
Le ragazze si voltarono indietro vedendo una donna, evidentemente la mamma, che gli correva dietro spaventata.
Fine si rigirò verso il bambino. Sbiancò. Era in mezzo alla strada, con il rosso!
Una macchina stava andando veloce, il bambino era sbucato all’improvviso, sicuramente non sarebbe riuscito a fermarsi!
Fine non sapeva cosa stesse facendo, si mosse d’impulso. Era fuori di testa?! Una vocina nella sua mente le diceva di non fare niente, poteva rimetterci lei. La ignorò, quel bambino rischiava di essere investito da quella macchina!
Corse più veloce che poté lasciando la cartella dei libri a terra di fianco a Rein.
La sorella sentendo il tonfo di quell’oggetto si girò verso la strada. Una terrore abissale le si formò nel petto.
Vide sua sorella correre in strada verso il bambino. Una macchina li stava per mettere sotto.
Fine si lanciò sul piccoletto rotolando per terra sul ciglio opposto della strada.
L’auto nel tentativo di fermarsi sbandò, uscendo un po’ fuori strada. Il guidatore scese subito correndo dalla ragazza e dal bambino a terra.
Rein fece altrettanto, le veniva quasi da piangere.
-Fine!-
Shade intanto, da sopra il tetto, era rimasto paralizzato. Quella ragazza si era lanciata per salvare quel bambino.
La vide lì a terra abbracciare il piccolo. Possibile che fosse così irresponsabile? Era già la seconda volta che rischiava di rimetterci la pelle, e non se ne preoccupava neanche!
Una ragazza dai capelli azzurri la raggiunse insieme a una donna.
-Fine stai bene?- chiedeva la sorella in preda al panico.
Fine piano piano lasciò la presa sul bambino che si mise seduto guardandola con gli occhi gonfi.
Fine, con l’aiuto di Rein si rialzò  –Sì, sto bene- le sorrise allegramente. Rein sospirò sollevata, che spavento.
-Ed! Ed!- urlò la madre raggiungendo il bambino e abbracciandolo. Poi si voltò verso Fine. La guardò piangendo, come poteva ringraziarla?
-Io.. Grazie, grazie davvero- disse saltandole al collo.
Fine era felice, meno male il bambino non si era fatto nulla.
Dopo aver tranquillizzato la donna e il conducente dell’auto e averli salutati si rincamminarono. La folla di gente che si era raggruppata intorno al luogo dell’incidente si dileguò.
-Fine, non farlo mai più! Mi hai fatto prendere uno spavento!- continuava a ripetere Rein. Ormai erano cinque minuti che diceva la stessa cosa. La stessa identica frase.
Fine sbuffò per l’ennesima volta.
-Ma ti ho detto che sto bene- diceva lei ogni volta scocciata.
Al bivio della fine del parco si salutarono come ogni giorno.
Fine si diresse con calma verso casa sua, questa volta non sarebbe tornata al parco, non ne aveva voglia. Era soddisfatta di aver aiutato un bambino, non le capitava spesso di salvare una vita.
Sorrise a quel pensiero, era proprio un’irresponsabile!
Dei petali di ciliegio iniziarono a volarle intorno all’alzarsi di un tiepido venticello primaverile. Adorava i fiori di ciliegio, ce n’erano tanti in quella via.
Si fermò e guardò in alto, gli alberi, il cielo, le nuvole.
D’un tratto vide solo un’ombra venirle addosso. Tutta la luce del sole venne momentaneamente coperta da quella massa scura che si posizionò proprio di fronte a lei. Quella "cosa" le era passata sopra? La luce tornò permettendole di vedere cosa aveva davanti.
Proprio a due centimetri dalla sua faccia c’era un ragazzo. Un ragazzo davvero bello, due occhi blu magnetici la stavano fissando divertiti e un sorriso sbruffone si dipingeva sul suo volto.
-Ciao-
-Ahh!- Fine fece un balzo indietro spaventata. D-da dove era sbucato quel tipo? Prima non c’era! Forse non se n’era accorta lei, ma come aveva fatto a non vedere che si era avvicinato così tanto?
Arrossì un po’ realizzando che prima c’erano solo tre centimetri che li separavano. Non aveva mai avuto un ragazzo così vicino, troppo vicino.
Lo sconosciuto la guardò annoiato. Che modi, non aveva le corna o i denti aguzzi dei demoni che immaginavano gli umani. Anzi era proprio uguale a loro.
Vide Fine guardarsi in giro. Sicuramente stava cercando di scoprire da dove fosse arrivato. Non lo avrebbe mai capito.
La guardò divertito senza proferire parola.
Fine tornò a guardare verso di lui. La stava fissando. Ma che aveva da ridacchiare? Fine detestava quando la gente si metteva a guardare qualcuno, così senza motivo.
-Beh? Che c’è?- chiese lei irritata dal comportamento di lui.
Niente, nessuna risposta. Lui era sempre lì che la fissava con mezzo sorriso stampato in faccia.
Fine non sapeva cosa fare, chi era? Che voleva? Odiava quando qualcuno la ignorava, perché non rispondeva?
Scocciata decise di lasciarlo perdere. Gonfiò le guance come una bambina e si incamminò superandolo. Che tipo!
-Hai lasciato questo- si sentì dire alle sue spalle.
Si voltò e vide quel ragazzo che la guardava ancora sorridendo con un qualcosa in mano. Ehi ma.. quello era il suo quaderno di scienze! Come.. come diavolo aveva fatto a perderlo?
Guardò la sua cartella, era chiusa. Come era uscito quel quaderno?
Vide il ragazzo voltarsi verso l’oggetto.
-Fine Kusakabe- lesse lui.
Fine lo guardò male. Ma gli affari suoi? Quel ragazzo non le piaceva, odiava gli impiccioni e quel ragazzo sembrava proprio uno di quella specie! E poi.. aveva una strana sensazione. Quella che ti nasce dentro quando sai che qualcosa non quadra. Quando vuoi scappare via, ma c’è quella curiosità che ti trattiene. Beh quella cosa che la tratteneva in questo caso, non era  curiosità, ma bensì un odioso quaderno di scienze.
Si avvicinò a lui velocemente togliendoglielo di mano e guardandolo diffidente.
-Grazie!- disse scocciata.
Abbassò lo sguardo e se lo infilò nella cartella. Quando rialzò la testa davanti a lei non c’era più nessuno. La via di fronte era deserta. Ma che cavolo..?
Fece un giro su sé stessa constatando che non c’era davvero anima viva. Tornò a guardare dove un attimo prima c’era quello strano ragazzo vestito di nero.
Alzò le spalle, quante cose inspiegabili a questo mondo!
Si voltò indietro per tornare verso casa, ritrovandosi davanti lo stesso tipo di prima. Non trattenne un altro urlo spaventato. Ma come diavolo faceva? E chi era?!
-Ma si può sapere che vuoi?!- chiese arrabbiata. Si stava forse prendendo gioco di lei?
-La tua anima- sorrise lui guardandola enigmatico.
Cosa?







Buonasera :D Come va?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Si sono incontrati, si sono incontrati! *-*   *me che danza per la stanza*
Ahaha oggi Fine ha fatto proprio la brava eroina!
Beh ora vado a cenare, aspetto con ansia i vostri commenti, consigli, critiche. E ripeto che vanno benissimo anche torte e pasticcini xD
Un bacione .

  
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