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Autore: Pachiderma Anarchico    21/05/2012    1 recensioni
Stefan e Tayler se ne sono andati con il vampiro Originale Klaus, facendo perdere le loro tracce.
Ma un'altro nemico minaccia il mondo di Elena.
E mentre il soprannaturale si prepara a una guerra senza esclusioni di colpi,
anche il cuore di Elena dovrą decidere da che parte stare.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte vorrei poter collegare la bocca al cuore.

 





Damon non sapeva dove trovare Rosalia, ma nelle prime ore dell'alba il mondo illuminato dal sole era ancora addormentato, me tre quello dell'oscuritą, viveva nella penombra a qualunque ora.
Camminava senza emettere alcun rumore nella foresta, diretto nella radura dove Rosalia li aveva attaccati di persona la prima volta, anche se lei non aveva alzato un dito.
Non c'era neanche un alito di vento, ma l'aria era fresca come la sera precedente.
Arrivato nello spiazzo sgombro di alberi tenne i suoi sensi all'erta, ma non avvertiva neanche uno spostamento d'aria dovuto a creature pił grandi di uno scoiattolo o un uccello.
-Rosalia..-
Incerto chiamó il suo nome, ma non successe niente.
Aprģ ad un tratto le labbra, con il respiro mozzato.
Il fianco gli bruciava quasi come stesse andando a fuoco.
Si alzó la maglietta di scattó.
Il simbolo nero riluceva sul fianco destro, e sembrava muoversi.
Neanche il tempo di guardarlo che un nuovo apice di dolore.
Si inginocchió, serrando le labbra e tenendoselo premuto, ma il dolore non sembrava volesse diminuire.
Uno schiocco di dita.
Il simbolo smise di bruciare all'istante, ma quello schiocco rimbombava nell'aria.
Damon alzó lo sguardo.
RosaSpina stava poggiata a un albero, dritta che mi guardava dall'alto, perfettamente seria.
Con le braccia incrociate, un pantalone di pelle aderente e una maglia che le scopriva i fianchi, sembrava quasi finta.
I capelli castano chiaro disordinati e sparsi sulle spalle selvaggiamente.
La pelle chiara che pareva fragile e delicata.
Il vampiro inspiró.
Damon non era abituato a non difendersi, ma doveva rimanere calmo.
Sorrise mesto.
-Possibile che non ti puoi far vedere senza che non fai male a nessuno?-
RosaSpina sorrise sarcastica.
-Non č nel mio stile- Si staccó dal tronco e noncurante giró intorno al lato destro di Damon, fermandosi dietro- Ma neanche nel tuo.-
Damon aggrottó le sopracciglia, sorridendo.
Cercava di cogliere ma Mutaforma al di dietro, ma avrebbe voluto girarsi e non perderla di vista neanche per un secondo.
Giró appena la testa mordendosi sensualmente un labbro.
Allargó le braccia.
-Mi hai messo in ginocchio senza neanche darmi il tempo di vederti, non posso fare niente, mi dici cosa significa una guerra contro Klaus e perchč?-
-Oh Damon- Con voce innocente Rosalia si avvicinó sfiorandogli la spalla da dietro e sedendosi elegantemente su un tronco di un albero caduto -Ne hai le capacitą, e anche la sfacciataggine- Allungó una gamba mostrando la linea perfetta -Vedi Damon, io voglio eliminare Klaus. Č pericoloso, e forte, e non posso permettere che vaghi sulla terra sottoforma di ibrido. Ma per far questo mi serve il sangue di Elena- Damon serró le labbra alzandosi lentamente -E Elena stessa- Rosalia guardó di sottecchi il vampiro che iniziava a diventare minaccioso -La donna che ha fatto perdere la testa a entrambi i Salvatore, di nuovo- Alzó un sopracciglio sottile sorridendo -E se possibile ancora di pił.-
La donna si alzó sospirando.
-E poi ci siete voi. Ci sei tu.-
Damon alzó lo sguardo, affilando l'espressione degli occhi e del viso.
-Forte, pazzo, impulsivo, potente, bello, persuasivo, distruttivo, affascinante, imprevedibile, passionale, unico.-
Rosalia lo guardava con un sinistro luccichio negli occhi.
Si avvicinó ancheggiando con classe fino a soffiare nell'orecchio del vampiro, che rimase perfettamente immobile, sentendo la tensione crescere.
-Innamorato alla follia della ragazza, umana,  di suo fratello.-
Si allontanó camminando intorno a lui, osservandolo con interesse.
-Eppure tu riusciresti a renderla tua senza sforzo. Potresti prenderla senza lasciarle potere decisionale, ma non lo fai -Socchiuse gli occhi verde chiaro, abbassando la voce- Perchč? Cosa ti lega a lei? Un vampiro del tuo livello..Perchč una semplice umana?-
Un angolo delle sue labbra rosse si sollevarono a mo' di sorriso.
Damon irrigidģ i muscoli, non perdendo di vista neanche un suo movimento, in allerta.
-Klaus non si lascerą uccidere cosģ facilmente- La voce inespressiva del vampiro riecheggió nel silenzio della foresta -Non ti conviene iniziare una guerra contro di lui, per quanto tu sia forte..-
-Ma io non sono forte- Rosalia si intromise nel monologo di Damon, con la continua voce noncurante e innocente- Io sono la pił forte. Klaus non puó niente contro di me. Lui č le due creature della notte in un solo corpo, ma dentro di me ci sono anche i poteri di una strega, una strega Antenata- Inclinó la testa, non staccando gli occhi dal viso del vampiro. 
Damon aggrottó le sopracciglia.
-Se non ti preoccupi per te, cosa ti convince che debba morire?-
Rosalia alzó un dito indicando l'ambiente intorno a se.
-Per tutte le creature del mondo. Per gli umani, le streghe, i vampiri e i licantropi. Klaus li vuole sottomettere tutti e..-
-Anche tu.-
Damon terminó la frase della Mutaforme. Il tono gelido e tagliente non ammetteva repliche. 
Rosalia sorrise appena continuando a trapassarlo con lo sguardo.
-Io voglio proteggervi, e ovviamente voglio qualcosa in cambio, soprattutto quando ci sono creature dotate come te. Ma non esiteró a liberarmi di chiunque mi intralci la strada.-
La donna sorrise amabilmente, ravvivandosi i capelli castano chiaro.
-Inizia col liberarti di me-
Damon piombó in un attimo sulla Mutaforme con uno scatto felino.
Atterró sopra il corpo di Rosalia che cadde a terra.
In meno di un secondo, neanche ebbe toccato terra che ribaltó la situazione.
Tenne Damon bloccato a terra, bloccandoli le braccia sopra la testa e le gambe sotto il suo corpo, ad un tratto diventando pesante quando una roccia.
Il vampiro ringhió sputando in faccia alla Mutaforme che cambió espressione. 
Sembrava che un'antica perfidia si insinuasse nelle sue membra fino a raggiungere gli occhi, diventati rosso scuro.
Aumentó la stretta sul suo collo, emanando scosse elettriche accompagnata da un gemito strozzato di Damon.
La voce malvagia e agghiacciante risuonava chiara e tuonante nelle vibrazioni dell'aria.
-La prossima volta che fai una cosa del genere ti ritroverai fon un paletto conficcato nel cuore e il fuoco a bruciare le tue ossa.-
Inspiró. Gli occhi le ritornarono normali e il corpo ritornó leggero.
Appena Damon avvertģ questo cambiamento scivoló sotto di essa portandosi qualche metro lontano da lei.
Si alzó sulle ginocchia respirando.
Ci vedeva sfocato e aveva il fiatone, come se avesse corso per ore.
Rosalia si alzó e fece un cenno col capo.
Damon si sentģ tirare in piedi e i polsi bloccati.
Si rese conto che due vampire, dalla pelle bronzea e i capelli biondo vivo,  lo tenevano per le braccia.
Ringhiando selvaggiamente strattonó e si dimenó con quanta forza riusciva ad avere in quel momento, ma non aveva mai incontrato vampiri pił fermi.
Sferró un pugno alla bionda dai capelli lisci che si piegó tossendo per meno di un secondo prima di stringere tra la spalla e il collo del vampiro e provocargli un dolore allucinante.
Damon strinse i pugni fino a farsi male, maledicendo Rosalia con lo sguardo acceso e terribilmente vendicativo.
Si bloccó facendosi immobilizzare dalle vampire e scoprģ i canini lucenti e inevitabilmente affilati.
Era affannato, ma non riusciva a capire come poteva essere, non aveva fatto niente di che.
Le braccia erano paralizzate dietro la schiena.
Non fece niente per impedirlo, ma guardó Rosalia, leccandosi i canini.
Quest'ultima gli giró intorno inoltrandosi con un ultimo sguardo nella foresta.
-Ti dimostreró che ti sbagli.-

-Dove siamo diretti?-
Un accenno di sarcasmo era l'unico variazione a colorare il suono piatto della voce del vampiro.
Era da un po' che camminavano nel bosco adiacente alla cittą.
Il terreno era diventato sconosciuto, gli alberi sembravano in qualche modo diversi e un miscuglio di profumi indecifrabili che sembravano provenire da lontano impregnavano l'aria e l'erba circostante.
Il sole si alzava nel cielo grigiastro di prima mattina, ma tra la vegetazione regnava ancora la penombra.
Damon avanzava in mezzo alle due vampire, che non tentennavano neanche un attimo ad allentare la presa sulle sue braccia.
Rosalia camminava davanti, scansando le radici che fuoriuscivano dal terreno e deviando tra i sentieri coperti di verde con facilitą, guardando dinanzi a se, conoscendo molto bene dove andava.
Damon invece era estremamente diffidente.
Guardava con attenzione ogni dettaglio sconosciuto, cercando di non attaccare una delle due Barbiere Bodigards.
Pił andavano avanti, pił la luce diminuiva, fino a piombare nell'oscuritą.
I vampiri vedono bene nel buio, ma non quando sono sotto attacco.
In quelle circostanze ogni cosa puó coglierti di sorpresa senza che te ne accorgessi.
Damon strinse le labbra, facendo scattare gli occhi da un lato all'altro.
-Le tue iridi brillano nell'oscuritą. Lo sapevi?-
Senza preavviso Rosalia pronunció quella semplice frase guardandolo e sposando un dito su dei rampicanti che formavano una fitta tenda di varie tonalitą di verdi in quello che sembrava un vicolo cieco. 
Fece correre attentamente la mano su quella che sembrava una roccia sotto la parete di piante.
Con un suono sordo, la pietra si spostó di lato rivelando un lungo tunnel con una luminosa luce bianca alla fine.
Damon aggrottó le sopracciglia mentre entravano nella galleria.
Una striscia di pietra marrone permetteva di camminare, mentre ai lati si muoveva languida acqua limpida. 
I passi rimbombavano sinistramente e arrivati a metą, si potevano scorgere ciuffi di erba o piccoli gambi di foglie verde vivo che spuntavano dalle pareti.
Rosalia si incamminó nella luce bianca uscendo dal passaggio sotterraneo.
I tre vampiri erano qualche metro pił indietro, e quando le due bionde si mossero Damon rimase fermo.
Le due vampire lo guardarono, all'unisono. 
Damon pensó che davano seriamente i brividi. Sembravano dei robot, facevano tutto senza scomporrņ minimamente.
Scoccando un'occhiata nauseata alle due, andó lentamente avanti, con loro che non lo lasciavano andare.
Quello che si trovó davanti dopo essere stato inondato dalla luce brillante era troppo.
Un'infinita pianura dall'erba verde e curata.
Fiori di ogni genere, grandezza e colore, che emanavano quei singolari profumi che si potevano avvertire gią dal bosco, ma che adesso ti inondavano l'olfatto.
Il cielo, azzurro e sereno, illuminato dal sole caldo e abbagliante. 
Poco lontano la villa pił maestosa e imponente che avesse mai visto occhio umano o vampiro si stagliava alta e radiosa contro il cielo chiaro.
Una grande porta in legno di ciliegio curato con le insenature d'oro, le imposte delle tante finestre eleganti a ogni piano, i balconi spaziosi traboccanti di piante rigogliose e altri che giravano per tutta la casa, e le due enormi terrazze dietro.
Non si riusciva a capire esattamente quanti piani fossero,  ma dovevano essere pił di sei.
Sembrava un mondo, nel mondo.
Rosalia si giró per far cenno a Damon di seguirla, mentre in realtą le vampire lo trascinavano gią verso l'interno della villa.
Appena furono davanti la grande porta, quest'ultima si spalancó da sola velocemente, tanto che la Mutaforme non rallentó il suo passo, ma andó diritta.
Se la casata all'esterno era maestosa, di dentro sembrava un'opera d'arte.
Tutto immacolato, senza un'imperfezione, piante rigogliose dal verde brillante in vasi di cristallo a ogni angolo, specchi dalle cornici in oro e argento elaborate, quadri di ogni dimensione e colori, una scala in marmo bianco immensa al centro, con la ringhiera dorata che la seguiva e in cima due corridoi scoperti ai rispettivi lati che portavano ai piani superiori.
Molte porte di legni pregiati e lucidi e finestre che davano sul paesaggio.
Sembrava una cartolina di raffinatezza.
Rosalia lo condusse attraverso una porta a sinistra, nascosta sotto la scala.
-Ok basta-
Damon si fermó, non intendendo continuare senza capire cosa stava succedendo.
Si rese conto, in pochi attimi, di essere in uno studiolo circolare, dai tagli antichi, librerie in ciliegio, mensole, scrivania con penne e oggettistica di valore, piccoli quadri e una finestra singola con sotto un divanetto.
Rosalia si fece un passo verso Damon, e le vampire lo lasciarono, indietreggiando.
Damon la guardó di sottecchi, diffidente.
-Pensi che ti voglia uccidere-
Disse chiaramente Rosalia, inespressiva, con lo sguardo immobile negli occhi di Damon.
Uno scatto.
Rosalia prese giró il braccio destro di Damon dietro la schiena, che con la stessa velocitą, si liberó afferrando quello sinistro della Mutaforme e bloccandola contro il suo petto.
Rosalia sorrise espirando e liberó un braccio prendendo Damon per il collo spingendolo per immobilizzarlo contro il muro, ma prima che potesse arrivarci Damon aveva invertito la situazione con un movimento impercettibile e l'aveva sbattuta contro una porta.
La guardava con una smorfia di disgusto, senza allentare neanche per un secondo la presa.
Rosalia sorrise compiaciuta, allungó furtivamente una mano verso la maniglia d'ottone, spalancando la porta e facendo cadere Damon a terra.
Lei si era alzata prima di cadere all'indietro.
Damon si mise carponi, sospirando.
La strega si avvicinó alzandogli il viso con due dita sotto il mento, pił delicata di quanto Damon si aspettasse.
-Potrei uccidere una creatura cosģ meravigliosa?-
Sussurró affascinata.
Damon si alzó a velocitą vampiro e ritornó davanti la porta, ma venne fermato dalla Mutaforme che impediva il passaggio, arrivata prima, prevedendo la mossa del vampiro.
-Guardati intorno-
Disse allegra con gli occhi verdi che le brillavano di eccitazione.
Damon sbuffó e si guardó intorno.
Una stanza il doppio dello studio da cui aveva avuto accesso veniva illuminata dalle pareti composte da vetrate trasparenti.
Vetro su vetro, il muro era inesistente, e la luce rischiarava ogni minima cosa.
E di cose, c'č n'erano parecchie.
Piante di ogni genere, dall'odore forte e pungente, o leggero e fine, porta-paletti fissati al muro, dove c'č n'erano posati pił di una cinquantina, di legni e materiali diversi, punte aguzze, normali o arrotondate, bianchi, marroni e neri, lunghi e corti, nodosi o dritti, lavorati e naturali.
Uno spazio era destinato esclusivamente alla verbena e ai suoi usi, con le piante pił grandi che Damon avesse mai visto, paletti imbevuti di verbena estratta naturalmente o modificata, effetti curativi e per difesa, altri oggetti con l'erba presente.
Un settore per i licantropi.
Armi e proiettili d'argento, pugnali, fasi lunari e costellazioni.
Altri per le streghe, con libri, oggetti inidendificabili, pietre e simboli.
Sembrava che l'universo di ogni essere soprannaturale si fosse riunito con quello degli altri in un un'unica stanza.
Rosalia andó al centro della stanza.
-Ci sono anche stanze private per ogni razza.-
Allargó le braccia, indicando quello che la circondava.
Damon rimase a guardare tutto quello che aveva incontrato in lotte e uccisioni per un'eternitą, a portata di mano.
-Cosa fai con tutto questo?-
Damon disse quasi stanco di tutte quelle novitą.
-Perchč non porti Elena e il resto della comitiva qui, e ve lo spiego una volta sola?-
Rosalia si avvicinó a un paletto di  quercia bianca, il legno in grado di uccidere gli Antichi.
-Elena non viene da nessuna parte se non sono sicuro di dove la porto.-
Damon incroció le braccia, fermo e determinato.
Rosalia alzó le braccia in segno di innocenza.
-Io conosco ogni forza e ogni debolezza di ogni razza. Conosco tutte le variazione che possono esistere e il tipo di approccio che adoperano, dunque, conoscendo cosģ bene ogni elemento del soprannaturale, posso allenarle, posso potenziarle.-
Rosalia parló con voce tecnica e pratica, girando lentamente per la stanza e guardando gli oggetti distrattamente.
Diede uno sguardo a Damon, che non sembrava completamente convinto, cosģ si diresse alla porta, fece cenno al vampiro di uscire e lei lo seguģ, chiudendo la porta senza neanche la serratura, semplicemente girando il pomello, eppure Damon era sicuro che non si aprisse tanto facilmente.
Rosalia uscģ dallo studiolo, con le due vampire di seguito e Damon intendo a seguirla.
Arrivata davanti la porta con uno schiocco di dita la spalancó, allungando un braccio, dimostrando a Damon che poteva uscire se voleva.
Damon si avvicinó fermandosi sulla soglia a guardare la pianura verde trapunta di fiori.
Rosalia posó una mano sulla sua spalla, accostandosi pił vicino a lui.
-Ho passato con Klaus metą della mia esistenza, conosco aspetti di lui che neanche i suoi fratelli possono immaginare, e se questo non bastasse, posseggo una cosa che lui brama segretamente da troppo tempo. Con me dalla vostra parte, non potete fallire.-
Damon rimase impassibile.
-Perchč vuoi il nostro aiuto se sei cosģ potente?-
Rosalia alzó un sopracciglio, sorridendo compiaciuta.
-Perchč, anche io ho bisogno di un piccolo aiuto, e cosa c'č di pił potente di un uomo innamorato?-
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-Allenarci?-
Caroline era la pił perplessa nell'elegante primo soggiorno nella villa di Rosalia, Villa Occulta.
Elena era sprofondata nel divano, mentre Bonnie, accanto a lei, aggrottava le sopracciglia ad ogni parola. 
Zara toccava ogni cosa gli capitasse a tiro, sotto lo sguardo seccato delle governanti in raffinate divise.
Alexia era poggiata a un muro, con lo sguardo basso e in silenzio.
Damon era poggiato con i gomiti allo schienale del divano dietro Elena e Alaric rimaneva impassibile su una poltrona dallo schienale particolare.
Rosalia stava seduta in modo signorile su un divano bombato in pelle bianca, guardando distintamente ogni presente.
-Qui ho tutto quello che vi serve.-
Indicó il soggiorno con una mano, riferendosi alla villa.
Caroline guardó prima Elena e poi Bonnie.
La prima sembrava spenta, quasi rassegnata, mentre la seconda estremamente diffidente.
Elena si raddrizzó, poggiando le mani sulle ginocchia.
-Cosa possiedi che vuole anche Klaus?-
Alexia alzó per la prima volta lo sguardo da quasi mezz'ora che erano lģ, Zara si fermó di toccare un singolare bonzai, Alaric, che teneva lo sguardo fisso sulle guardie alla porta, fissó ad un tratto la Mutaforme.
Bonnie a Caroline aguzzarono lo sguardo e Damon si sedette sul bracciolo, sfiorando con una coscia il gomito di Elena.
Rosalia rivolse uno sguardo a tutti, prima di alzarsi e col solito passo leggiadro si avvicinó a una ragazza snella, con un'ordinata coda di cavallo che raccoglieva i chiari capelli biondi, che stava con posa rigida e inespressiva vicino a una porta scura.
Sussurró qualcosa nel suo orecchio e quella si voltó e scomparģ oltre quella porta.
Rosalia si volse verso le cameriere che capirono all'istante e riempirono un bicchiere di cristallo con del liquore giallo chiaro.
Rosalia alzó il bicchiere.
-Qualcuno vuole gradire?-
Le cameriere si affrettarono a riempire altri sette bicchieri.
Alaric si guardó con Damon.
Elena, Bonnie e Caroline si lanciavano sguardi sospetti e Alexia e Zara si guardarono di sfuggita.
-Oh andiamo- Rosalia prese il vassoio con un mano e delicatamente lo porse davanti ad Alaric, che era il pił vicino -Č solo Nettare di Sole- Vide che le l'umana, la strega e la vampira bionda vicino si guardarono ancora pił guardinghe -Non l'avete mai visto, lo so, lo produco io. Ma non l'avete neanche mai provato, perchč altrimenti..- 
Rosalia incitó con lo sguardo Alaric, che lentamente si sporse per prendere un bicchiere.
La donna sorrise appena e continuó vicino a Caroline seduta sulla poltrona vicino il secondo divano rosso.
Caroline prese cauta un bicchiere senza guardare il liquido all'interno.
Bonnie fece cenno di no senza nemmeno darle il tempo di guardarla.
Elena teneva lo sguardo sul pavimento, quando Rodalia le mise il vassoio d'argento davanti il viso scosse appena la testa.
Damon non la fece neanche farla fermare, sorridendo amabilmente e odorando il liquido. Aveva un odore di aroma pungente.
Zara prese un bicchiere guardando di sottecchi la Mutaforme e Alexia rifiutó facendo un gesto con l'indice.
Tutti guardarono Alaric, aspettando che provasse il liquore per primo.
Quest'ultimo guardó Damon, che scosse sorridendo sarcastico la testa, a dispetto.
L'umano sospiró e bevve un sorso.
Si leccó le labbra, annuģ e lo finģ in meno di due secondi.
Damon si rivolse a Zara, che alzó il bicchiere e fece cin-cin col vampiro, quasi in contemporanea.
La vampira, appena il liquido le finģ in gola, strinse appena gli occhi, mentre Damon serró le labbra.
Caroline guardó sorpresa Rosalia, che sorrise tranquillamente.
-Questo č ricavato dai raggi diretti del sole, per i vampiri e altamente nocivo se non ci fossero alcuni trattamenti direttamente dal mio sapere personale.- 
Rosalia si posó il vassoio e proprio in quel momento ritornó la ragazza bionda da quella porta scura, reggendo con entrambe le mani un piccolo scrigno in legno.
Lo portava con rispettata reverenza, e lo tenenva saldamente, non smettendo di guardarlo neanche per un secondo.
Rosalia lo prese dalle sue mani, posandolo sul tavolino.
Lo scrigno aveva, davanti, dei rampicanti che sembravano d'oro, a chiuderlo.
I rampicanti si allungavano fin dall'altro lato, sinistri.
Non c'era serratura, e non sembrava particolarmente prezioso in se.
Rosalia passó un dito noncurante su i rampicanti d'oro, muovendomi sempre pił velocemente, seguendo un tracciato preciso tra tutte quelle intersecazioni, da non riuscire pił a distinguerlo.
Si bloccó e si abbassó soffiando sul punto dove normalmente ci sarebbe stata la serratura, e invece c'era un triangolo nero.
Quando lo fece, sembró che l'aria si raffreddasse e il mondo diventasse silenzioso.
Uno scatto.
Rosalia alzó la parte superiore del piccolo scrigno.
Infiló una mano ed estrasse un ciondolo attaccato a una catenina.
All'inizio sembrava di ferro, poi d'argento, poi di platino.
Il ciondolo era largo 3 cm circa, e lunga 3 e mezzo.
Rappresentava il simbolo del Jing e Jang, bianco e nero, con i puntini dei rispettivi colori nella parte arrotondata.
Era un cerchio, se non fosse stato per quattro punte lunghe che uscivano da dietro, di colore ramato.
Brillava in modo diverso ogni volta che si muoveva, e Elena avrebbe giurato di aver visto il nero e il bianco ondeggiare.
Sembrava un qualcosa di ultraterreno, qualcosa che non apparteneva a questo mondo.
La catenina, sottile e di media lunghezza, emanava un bagliore proprio.
-Questa- Rosalia marcó la parola tenendo pił saldamente il ciondolo, facendolo oscillare lievemente- Č la cosa a cui Klaus non dovrą mai arrivare. Ci sono tre di queste collane, diverse tra loro ma ognuno ha questo simbolo su di essa.-
Bonnie indurģ lo sguardo e disse con poca confidenza -A cosa serve questa collana?-
Rosalia spostó lo sguardo su di lei, fissandola cosģ intensamente che pareva trapassarla.
-Sei una strega- Si avvicinó alla ragazza -Puoi sentire le vibrazioni che provengono da..- Fece dondolare la collana con voce allegra ed enigmatica nello stesso tempo -Equilibrio cosmico- Disse infine, tornando d'un tratto seria.
Bonnie pareva guardare l'oggetto in mano di Rosalia con distaccato rispetto.
-Ed č per questo- Rosalia fece qualche passo verso Elena -Inizierai a portarla tu.-
Elena alzó lo sguardo sul viso della Mutaforme, in piedi in tutta la sua altezza, davanti a lei.
Damon guardó prima l'umana e poi quest'ultima e aprģ bocca per ribattere ma Rosalia alzó una mano -Nessuno penserą che lei, una semplice, impotente, comune umana -Scandģ ogni parola lentamente, alzando chiaramente la voce in direzione di Damon, che la guardó sprezzante -Possa nascondere con s'č una cosa tanto preziosa.-
Caroline posó il bicchiere mezzo pieno sul tavolino in un materiale opaco e indefinito e parló incuriosita -Dove sono le altre due collane?-
Zara si drizzó -Le ha Klaus, vero?- Tutti gli sguardi dei presenti fermati su di lei -Almeno cosģ avevo sentito dire, poco tempo fa.-
-Le ha Klaus? Ma cosa..?-
Alaric sprofondó di nuovo nella poltrona, quasi rassegnato dopo quella affermazione.
-Esatto. Le ha Klaus. E non dovrą mai arrivare a questa, alla terza.-
Rosalia alzó un dito per chiamre una cameriera, tutte giovani e carine, che arrivó all'istante.
Una parola ed era gią scomparsa.
-Cosa succede se si uniscono tutte e tre le collane?-
La voce inespressivamente dura di Bonnie si levó nella stanza.
Rosalia guardó Elena, incitandola ad alzarsi.
Elena si guardó intorno, ma sospirando si alzó dal divano, lasciandosi infilare la collana, che brillava argentea.
-Avrebbe il controllo di ogni forza. L'odio e l'amore, la cattiveria e la bontą, la rabbia e la quiete, la malizia e l'innocenza, l'amicizia la felicitą e il dolore, in poche parole, il bene e il male- La Mutaforme si risedette sulla poltrona in pelle bianca.
-Si nutrono di tutto ció che sta loro intorno, che aleggia nell'aria. I sentimenti forti, positivi o negativi che siano. Ed č per questo che Klaus crea scompiglio e discordie. Vuole che le Cosmic Balance, il Trio della Vita, le tre collane, assorbano solo energia negativa, per liberare il potere contro il prossimo, contro qualsiasi creatura, anche contro di me.-
Rosalia sbattč le ciglia e si guardó le unghie perfette smaltate di rosa chiaro -La licantropa verrą?-
Bonnie aggrottó le sopracciglia -Angie? Verrą?-
-Verrą- Disse secco Damon, alzandosi.
-Cosa sta succedendo? Venire dove? Questa riunione non č finita?-
-Non penserete che vi faccia andare da soli, senza protezione.
Dovete poter affrontare cose sempre pił forti, nemici sempre pił grandi. Qui potete farlo.-
Bonnie fece cenno a Caroline di seguirla nell'ingresso per parlare sul da farsi, seguite da Alaric e Zara.
Alexia si affrettó a raggiungerla silenziosamente, senza guardare nessuno delle persone rimaste.
Rosalia alzó una mano e sorseggió un thč aromatico che una ragazza mora le aveva portato in quel momento.
Damon la seguģ con lo sguardo quando uscģ. O almeno seguģ con lo sguardo il suo sedere, sorridendo con un luccichio furbo negli occhi.
Elena sbuffó e parló stizzita -Dove possiamo parlare noi due?-
Rosalia, senza alzare lo sguardo, indicó la porta a destra, vicino ad Elena, e quella prese Damon per un gomito e lo portó dentro, poi richiuse la porta.
Damon osservava la piccola stanza che dava su cinque porte, tutte chiuse.
Era una specie di secondo ingresso, che dava al resto del piano inferiore, tralasciando la cucina e il soggiorno.
La luce soffusa metteva in risalto il legno scuro e pregiato, due tappeti rosati coprivano il parquet e un comó dello stesso materiale accoglieva un grande specchio al di sopra e cornici piccole e grandi di foto e foto, di ragazze e ragazzi.
Damon si avvicinó, toccando ogni cosa gli suscitasse un vago interesse.
Elena rimase ferma davanti la porta.
-Cosa dovremmo fare?-
Mormoró e si guardó intorno.
-Č l'unica cosa che ci rimane per uccidere Klaus e il resto degli Originali. Non abbiamo molta scelta.-
Elena si sentiva strana, quasi pesante.
La collana riluceva sul suo collo, emanando riflessi ramati e argentati insieme, che si intrecciavano facendo brillare la sua pelle.
Lo toccó con due dita e potč sentire un lieve calore, come se l'energia si muovesse al suo interno.
-Tu lo sai che prima di uccidere Klaus, io voglio salvare Stefan.-
Damon fissó con insistenza il suo riflesso nello specchio.
-Tu lo sai che Stefan non č una vittima. Lui č l'artefice. Ha fatto la sua scelta, andandosene di nuovo. Per quel che mi riguarda ne pagherą le conseguenze, come tutti gli altri.-
Elena ascoltó con nervosismo crescente ogni parola, fino ad avvicinarsi al vampiro con passó veloce e rigido e prendergli il viso tra le mani, costringendolo a guardarla negli occhi.
-Ascoltami bene, Damon. Io non ci credo, non credo a una sola parola di quello che hai detto. Tu vuoi riavere Stefan, lo Stefan di prima, esattamente come lo voglio io, se non di pił. Sconfiggeremo Klaus, riavremo Stefan e ci riprenderemo la nostra libertą, e chiaro?!-
Elena respirava furiosamente, alzando e abbassando a intermittenza il petto.
Damon rimase a guardarla e sorrise.
-Niente č chiaro- Disse inespressivamente. Quelle parola cadderó pesanti su Elena, che inarcó le sopracciglia -Ad esempio, cosa č successo ieri sera?- Continuó Damon, allontanandosi.
Elena abbassó lo sguardo e si massaggió un polso.
-Ti dovevo aiutare, ti volevo aiutare.-
Avrebbe voluto essere pił convincente, ma la voce era pił mesta e molto meno decisa di poco prima.
Damon alzó un angolo delle labbra, incrociando le braccia.
-Quindi non č successo nient'altro?-
Non era accusatorio, o adirato, o disperato, era semplicemente incomprensibilmente inespressivo.
Elena alzó lo sguardo lentamente -Nient'altro-
Damon alzó un sopracciglio nero e aprģ la porta, tornando in salotto.
-Noi ci stiamo.-
Ma Rosalia non c'era.
Una ragazza bionda invece annuii e un'altra fece un cenno di andare nell'ingresso, dove gli altri stavano ancora discutendo.
Bonnie parlava concisamente cercando di non farsi sentire, Caroline cercava di sovrastare la voce dell'amica e Alaric diceva qualche parola solo per calmare le due.
-Damon?-
Alaric si rivolse a lui appena lo vide arrivare, per sapere cosa avesse deciso.
-Io e Elena abbiamo deciso che non c'č altro modo, quindi ora mi andró a cercare una stanza. Con permesso.-
Il vampiro salģ le scale seguito da una ragazza bionda e una rossa, magre e alte quasi allo stesso modo.
Elena rimase a guardare con una punta di fastidio il quadretto che spariva tra i piani superiori.
Bonnie alzó si tiró uno schiaffo a una coscia e salģ, seguita da Caroline, con una ragazza bassa e graziosa appresso, al piano superiore ma dal lato opposto da cui era andato Damon.
Alaric si diresse invece in cucina.
Elena rimase lģ, sola, a pensare che se l'unica cosa rimasta da fare era quella, sarebbe arrivata fino in fondo.
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Elena aprģ gli occhi.
La luce soffusa della camera che aveva scelto il giorno prima lasciava spazio a qualche piccolo raggio di sole riuscito a filtrare tra le tapparelle chiuse.
Sospiró e si alzó in silenzio.
Il pantalone del pigiama sfiorava terra e la maglietta a mezze maniche aderiva alla sua pancia.
Era accaldata.
Si passó una mano dietro il collo e la coda di cavallo arruffata mentre si guardava assonnata allo specchio della raffinata toiletta.
Allungó una mano e aprģ la persiana, illuminando la camera.
Si mise una mano sulla fronte a riparare gli occhi dall'improvvisa luce e guardó nel grande prato curato dietro la villa.
Caroline stava tirando calci e pugni velocemente a una vampira che non conosceva.
Angie era poggiata al tronco di un albero e le guardava.
Elena notó la grandezza della stanza a cui il giorno precedente non aveva fatto caso.
Il letto matrimoniale con la testiera dorata, co motivi floreali di altri tempi.
Una porta difronte dava nella cabina armadio.
La toilette era vicino a un angolo, di color crema. spaziosa e ornata da soli in sporgenza, gli stessi che decoravano i lati dello specchio.
Uno scrittoio chiaro era sotto una grande finestra che illuminava il lato sinistro della stanza, in quel momento chiusa.
Il comó bianco come il letto, affianco, era adorno di disegni dorati, e i pomelli dei cassetti dello stesso colore, si abbinavano al colore della lampada a piede accanto allo scrittoio, al motivo floreale della testiera imbottita del letto,  ai comodini al lati del letto e alle lampade su di essi.
Il vaso di fiori bianco sul comó accoglieva un rigoglioso mazzo di rose bianche, dalle foglie verdi brillanti.
Elena si fece un bagno in quello privato nella sua stanza, con la lunga vasca e i rubinetti dorati, tutto in colore crema.
Si mise un jeans e una maglietta rossa.
Stava uscendo dalla camera quando passó davanti allo specchio.
Lo sguardo, in quei pochi secondi, le cadde sul suo collo.
Si fermó e lentamente si sfioró il lato sinistro.
Era dolorante, come i puntini visibili a distanza quasi calcolata.
I morsi di Stefan quasi scomparivano il giorno dopo, mentre quello di Damon era ben visibile sulla sua pelle.
Si accorse di sorridere mentre sfiorava il punto dove i canini di Damon si erano nutriti della sua essenza, del suo sangue poche ore prima.
Era stato cosģ bello, ma cosģ bello...Che scosse ad un tratto la testa pensando che non doveva lasciarsi andare cosģ facilmente.
Lo aveva fatto perchč teneva a Damon, ma quasi come un fratello.
Era quel quasi che la fregava, ogni volta.
Ogni volta che la guardava, ogni volta che lui le parlava, ogni volta che la sfiorava, ogni volta che si preoccupava per lei, ogni volta che la difendeva, ogni volta che faceva qualsiasi cosa.
Sciolse i capelli coprendo i lati del collo, ma non tentó di nasconderlo in altro modo.
Era vero, su quello che Damon voleva lasciava un segno, perchč l'amore lascia tracce.
Incontró molte ragazze che pulivano la casa, sempre comunque immacolata, e ragazzi in cucina, che armeggiavano con pentole e spezie.
Uscģ sul retro dove Caroline, affannata, non si era fermata un attimo di cercare di colpire quella vampira dinnanzi a lei, bionda e pił alta di Caroline di almeno dodici centimetri
Parava ogni calcio o pugno con facilitą.
Quando vide Elena schivó Caroline che non fece in tempo a raddrizzarsi che cadde a terra.
Si avvicinó e le porse elegantemente la mano.
-Siria, offensiva vampiri.-
Disse formalmente.
Intanto Caroline si alzó subito da terra pulendosi il pantalone della tuta verde e si voltó per parlare con Angie, che non si era mossa dalla sua postazione all'ombra.
Il sole era alto nel cielo e ci dovevano essere circa 20°.
Elena si presentó stringendole cautamente una mano.
-Elena Gilbert-
-Lo so-
La vampira aveva gli occhi verde scuro che brillavano alla luce del sole.
-Hai saltato la colazione, sono le undici- Caroline era elettrizzata, saltellava sul posto e alzava e abbassava la voce come se fosse sulle montagne russe -Dovevi vedere quante cose buone c'erano, le ho apprezzate io, e sono una vampira, figuriamoci un'umana- cercó di tirare un calcio alla caviglia sinistra di Siria, che fece un salto all'ultimo momento, evitandolo.
Caroline sbuffó, ma gli occhi le sorridevano.
Siria sospiró e le fece vedere come doveva fare.
Con un movimento fulmineo fece perdere l'equilibro a Caroline che cadde per la seconda volta in meno di dieci minuti.
Elena si passó una mani tra i capelli e si guardó intorno.
-Dov'é Damon?-
Siria bloccó la spalla destra a Caroline e con la mano libera indicó la campagna dietro il labirinto di siepi curate, le fontane e le panchine in pietra.
Elena fece un cenno a Angie e si diresse in quella direzione.
Il sole inondava ogni cosa, ed Elena si ricordó di iniziare a usare i pinocchietti di jeans.
Era aprile e iniziava a fare caldo.
I fiori sbocciavano e l'aria si colorava di profumi.
Gli uccelli cinguettavano allegri e tutti si riempiva di vita.
Il cielo limpido si congiungeva con la terra all'orizzonte.
Damon era ai piedi di un piccolo pendio, di spalle, stava tagliando la legna con una grossa accetta.
Elena si avvicinó cercando di non scivolare sul terreno.
Si benedģ per aver messo le scarpe da tennis.
La schiena nuda di Demon si abbassava si alzava.
I muscoli delle braccia si contraevano e si rilassavano.
I raggi del sole illuminavano quella creatura tanto bella quanto dannata.
Elena pensava questo mentre si poggió al tronco di un albero affianco, osservandolo.
Damon si fermó e si poggió l'accetta sulla spalla destra, portando il peso del corpo sulla medesima gamba.
Il respiro appena affannato era l'unica cosa che faceva muovere il petto nudo, altrimenti immobile.
I jeans larghi, jeans che Damon non usava spesso, lasciava comunque vedere l'elegante forma delle gambe.
-Ti hanno messo a lavorare?-
Elena sorrise avvicinandosi.
Quando lo fece un piccolo colpo animó la collana lucente.
Non ci fece caso.
Damon sospiró -Gią. Credo che a qualcuno faccia piacere vedermi senza maglietta, dato che qui con uno schiocco puoi avere tutta la legna tagliata che vuoi- Diede uno sguardo alla villa maestosa dietro il grande prato e il pendio che dava inizio alla campagna -Ma io non avevo niente da fare perció..-
-Stefan non ci ha mentito- Elena abbassó lo sguardo. Non amava parlare di Stefan con Damon, non in quel periodo. Nel frattempo il vampiro tirava un altro colpo d'accetta -Rosalia non ha cercato di farci del male, anzi..-
Damon continuó a lavorare -Non cerco di comprendere il modo di pensare di mio fratello.-
-Quello che voglio dire č che.. -Elena si fece qualche passo verso di lui, parlando con pił chiarezza. Due colpi.
-Penso che lui stia rischiando pił di noi. Ha rischiato a dirci quello che sapeva e..-
-Quando incontreró mio fratello glielo chiederó..-
Rispose Damon con tono disinteressato, senza guardarla.
Elena aggrottó le sopracciglia.
-Damon, Klaus vuole me, e Stefan sta cercando di aiutarci.-
-Klaus vuole te, ma non ti avrą- Damon lasció cadere l'accetta e si avvicinó a Elena, trovandosi un centimetro dal suo viso- Ne lui, ne mio fratello.-
Elena rimase a guardarlo negli occhi, impassibile.
-Stefan č l'unico che mi puó avere.-
Sussurró tagliente.
Damon alzó il mento, prese la maglietta su un ramo di un albero e si avvió verso la villa.






EEEEEEEEEEEEIIIIIIIII....Innanzitutto vi dico sempre grazie per l'attesa e chi ancora mi segue :D
Il finale della 3 stagione non mi ha sconvolta, me lo aspettavo, č stata una puntata molto Delena, anche se non č sembrato, e mi ha confermato che lei ama Damon, non Stefan.
Cooooomunque, eccomi qui, con un capitolo abbastanza lungo devo dire.
Da qui in po le cose si fanno SERIE, quindi non perdetevele ;P
Amo tutte le vostre visite, mi riempiono sempre di gioia, ma qualche recensione in pił a volte non guasterebbe, proprio per sapere se sto andando nella direzione giusta, MA...Non vi chiedo di pił.
Baci a tutti :****
PS: Scusate eventuali errori xD






SPOILER
-Oh, tu sei un cattivo, cattivo ragazzo- Disse fintamente sorpresa Zara che fece scivolare una mano sulla maniglia della porta
  
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