Jack
Twist mi morse.
Giuro
che in un primo
momento riuscii persino a pensare che forse il mio sangue gli avrebbe
fatto
schifo visto che era appena arrivato e non aveva ancora la brama di
sangue…
beh, neanche io avevo l’avevo mai sperimentata
a dir la verità…
Poi
di colpo anche l’ultima
piccola parte ancora funzionante del mio cervello si spense…
c’è non è che
proprio si spense, solo che fu occupato da altri
pensieri e altre sensazioni:
i
suoi dente affondati nel mio braccio erano, beh… erano.
In
realtà descrivere ciò
che provai mi riesce difficile: era come se ogni minima cellula del mio
corpo
si fosse all’improvviso risvegliata, tutte insieme, dando una
carica di energia
che non aveva mai provato prima; poi, l’energia
diventò piacere.
Lo
stomaco mi si aggrovigliò
e il cuore cominciò a battermi in gola con una
velocità inumana, mentre la mia
mente non riusciva a fare altro che pensare a quanto diavolo fossero
eccitanti
gli occhi chiusi di Jack, le sue guance arrossate e la sua lingua che
carezzava
e solleticava con insistenza la pelle già iper-sensibile del
mio braccio.
Alzai
istintivamente una
mano per accarezzargli i capelli, ma nel momento stesso in cui sfiorai
il suo
viso qualcosa scattò in me ed abbandonai di colpo ogni
delicatezza: afferrai
con forza quegli splendidi fili biondi-rossicci e lo allontanai dal mio
braccio
per poi avvicinare il suo viso al mio collo e questa volta non si
lascio
pregare nemmeno un attimo per mordermi, affondando quei bei dentini
perfetti in
me.
Gemetti
senza quasi
rendermene conto e lo spinsi sotto di me, coprendolo col mio corpo: la
parte
razionale di me sapeva che eravamo nell’infermeria della
scuola e che lui
doveva recuperare le forze, ma quel piccolo pensiero intelligente
andò a farsi
fottere nel momento stesso in cui le mani gentili e pallide di Jack si
infilarono sotto la mia maglietta, carezzandomi il petto e la schiena,
facendomi fremere e gemere ancora, più forte.
Lo
volevo. Lo volevo più di
qualsiasi cosa al mondo: mi poggiai sui gomiti per non pensarmi
completamente
su di lui mentre le sue mani scivolarono fino ai mie pantaloni,
sfiorando e
stuzzicando la mia vita, le mie cosce e, beh… non
solo quelle. Per quanto mi riguardava avevo resistito fin
troppo, poi non dite che lui non se l’era cercata!
***
Quando
mi svegliai ci misi
almeno un minuto buono a capire dov’ero: la luce era soffusa,
delicata come il
lenzuolo che si posava fin troppo leggero sulle mie gambe nude.
Aspettate,
fermi tutti: gambe nude??
Spalancai
gli occhi,
improvvisamente spaventato e mi ritrovai a fissare il mio corpo completamente nudo. Oh. Cavolo.
Il
ricordo della sera(ok,
intendevo mattina) precedente mi assalì facendomi tornare il
batticuore e anche
un sacco di ansia, ma tutto questo fu sostituito da una strana
sensazione di
pace e serenità non appena, voltando il viso, vidi Jack
sdraiato a pancia in
giù accanto a me, con i viso inondato da una massa di
capelli biondo-rossiccio incredibilmente
spettinati e sparanti: era la cosa più bella che avessi mai
visto.
Ed
era mio.
Si,
ora ne avevo la
certezza, Jack Twist era mio e non lo avrei lasciato andar via tanto
facilmente.
“Damien…”
sussurrò
facendomi sorridere maggiormente: stava ancora dormendo e
già pensava a me?
Speriamo solo che non mi stesse insultando nel suo sogno!
Poggiai
un leggero bacio
sulla sua tempia, quindi mi alzai, mi vestii nel buio più
totale e uscii dalla
sua stanza.
Le
gemelle, Stivie Rae,
Zoey, Erik, Neferet, Dragone e Lenobia erano riuniti poco dopo
l’infermeria e
non appena mi videro si precipitarono verso di me, sommergendomi di
domande.
“Sta
meglio…” fu tutto ciò
che dissi io, sbadigliando e dando sfoggio di incredibile
loquacità: non so
nemmeno come facevo ad esserne così sicuro visto che lo
avevo lasciato che
dormiva ma, beh, io ne ero più che sicuro.
Mi
allontanai verso la
mensa desiderando solo mettere qualcosa sotto i denti e cercai di
ignorare i commenti
delle gemelle sui miei occhi arrossati, i capelli spettinati e i
vestiti stropicciati
seguiti dai rimproveri di Stivie Rae e le risatine sceme di tutti,
professori
di tutti.
Entrai
in mensa trovandola
stranamente vuota, ma dando un’occhiata
all’orologio scoprii che l’ora della
colazione era passata da venti minuti, quindi i ragazzi dovevano
già essere in
classe.
Scrollai
le spalle,
stranamente stanco, ma proprio molto stanco, e mi avviai trascinando i
piedi
fino al banco mensa, ma quando il mio sguardo si posò sul
latte che bevo da
quando sono nato provai un improvviso senso di colpa: quante mucche
erano state
riempite di cibi dannosi per dare a me quel latte?
Ok,
fermi tutti: che
cavolo mi prendeva? Non ho mai avuto problemi nemmeno a mangiare la
carne e ora
mi venivano le paturnie per una sola tazza di latte??
“Damien,
stai bene?” mi
chiese Zoey
vedendomi impallidire ed
arretrare e di colpo tutti si fecero seri: ero messo così
male?
“Mi
sento… strano, tutto
qui.” spiegai reprimendo un altro, ennesimo, sbadiglio. Era
persino passata l’ora
di colazione e io avevo il coraggio di avere ancora sonno???? Ok,
iniziavo a
preoccuparmi veramente…
“Sei
sicuro che va tutto
bene? Mangia qualcosa, ti farà sentire meglio.” mi
consigliò Lenobia e io
annuii riavvicinandomi al bancone, ma evitando accuratamente il latte.
“Forse
la perdita di
sangue lo ha indebolito…”
“Damien,
sei vegano?”
domandò di colpo Neferet, facendomi sussultare mentre mi
riempievo la tazza di
cereali di soia.
“No,
perché?”
“Beh,
niente latte,
cereali di soia…”
“L’ho
detto, no, che mi
sento strano?” feci io sarcastico fissandola accigliato e lo
sguardo di tutti
si fissò su di me: avevo appena risposto male a Neferet!
Solo Jack, fino ad
allora, aveva avuto il coraggio di farlo…
Non
so perché ma in quel
momento odiavo intensamente Neferet, come se mi avesse fatto un torto
terribile…
come se mi avesse portato via qualcuno che amavo.
Si,
ok, avevo iniziato a
capire che la nostra Somma Sacerdotessa era una stronza, ma non la
odiavo così intensamente…
anche perché non mi aveva potato via nessuno!
Scossi
la testa e chiusi
gli occhi, quando: “Ragazzi è prestissimo, ecco
perché ho così sonno! Io devo
dormire almeno dieci ore!” La voce di Jack era
incredibilmente stanca e lo
sentii reprimere a fatica una sbadiglio, ma non aprii gli occhi.
“Che
giorno del cavolo, mi
sembra che ci sia qualcosa di strano in me… sarà
meglio che mangio qualcosa…
Damien, mi passi i cereali di soia?”
Oh,
che cavolo, no! ANCHE
lui era stanco, si sentiva strano e voleva i cereali di soia…
“Come
ti senti, Jack?”
chiese sospettosa Neferet, mentre gli altri non spiccicavano parola,
anzi,
avevano trattenuto rumorosamente il fiato.
“Come
se a te fregasse
qualcosa…” sibilò stronzo come tutte le
volte che parlava con lei il mio adorabile ragazzo,
poi lo sentii
sbottare: “Oh, ma che cavolo avete da fissarmi tutti
così? Va bene che sono
spettinato, ma non c’è un cavolo di specchio in
quell’infermeria!”
A
quel punto aprii a mia
volta gli occhi cercando il suo sguardo, ma non appena vidi il suo viso
mi
bloccai, trovandomi anch’io a fissarlo a bocca aperta come
un’idiota.
“Ti
ci metti pure tu? Mi
dite cos’ho??” Sbottò ancora lui,
irritato e per uno strano motivo anch’io mi
scaldai subito: “Che cazzo, non sappiamo se essere
più sconvolti per il fatto
che io e te pensiamo in contemporanea e condividiamo un cervello come
le
gemelle o per il tuo Marchio!” sbottai.
“Cos’ha
il mio Marchio?”
Shaunee
prese a frugare
nervosamente nella sua borsetta firmata da cui non si separava mai fino
a
quando non estrasse un piccolo specchietto ovale, porgendolo poi a Jack.
Lui
si specchiò pochi
secondi, poi, fissandoci sconvolto e impallidendo, riuscì
solo a sussurrare: “Ah,
cavolo!”
La
mezza luna sulla sua
fronte non era più un semplice contorno, ma era completa,
interamente colorata,
proprio come quella di Zoey, solo che non era zaffiro come quella della
nostra
ZY: la parte destra era blu, ma quella sinistra era di uno splendente
rosso
sangue e nel centro i due colori
si
mischiavano, alternandosi ed intrecciandosi proprio come il biondo e il
rossiccio dei suoi capelli.
Sullo
zigomo destro, fino
alla guancia e all’angolo della bocca scendevano complicati
disegni di riccioli,
come nastri, che si annodavano e sembravano splendere, circondati dai
fiocchi
tipici della nostra dea; sul lato sinistro del suo viso, invece, il
Marchio rappresentava
linee dure e rigide che vicino al lobo dell’orecchio
sembravano quasi delle
corna rosso sangue e grandi ali magiche. Quello non aveva a che fare
con la
nostra dea e sembrava più… cattivo.
Niente a che fare con il lato destro.
Come
se non bastasse sotto
i suoi occhi correvano due linee affusolate, sempre scarlatta a
sinistra e
zaffiro a destra, che si incontravano e si intrecciavano sul suo nasino
piccolino, formando una specie di strano nodo che univa le due parti.
“Direi
che abbiamo un
problema.” Commentò Dragone e io ero pienamente
d’accordo con lui, solo che a
quel pensiero se ne univa un altro: “Così
è persino più bello.”
Eccoooomi!!!!!
Spero che vi piaccia
questo nuovo capitolo
anche perché da qui la trama si farà sempre
più fitta. Questo è il vero inizio,
vedetela così.^^ Un grazie speciale Sgiach e Elizabeth
Blackbird, spero che continui
a piacervi la mia ff!!! Grazie anche a chi legge silenziosamente, ma
ricordate
che un commentino è sempre gradito!! Un bacio a tutti,
ciaoo!!