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Autore: ExoticS_Dream    21/05/2012    3 recensioni
Bene, ciao a tutti.
Eccomi qui con questa FF, che dopo varie assemblee, riunioni e incontri vari, finalmente ho decico di pubblicarla.
Visto che mi sono "leggermente" fissata con questo gruppo, ho pensato perchè non scriverci su una bella storiella? xD
Spero che vi piaccia, anche se la troverete come un'altra normale storia.
Sogni. Tutti abbiamo de sogni nel proprio cassetto. C'è qualcuno che lo tiene semplicemente chiuso e lo guarda di tanto in tanto. Altri che lo chiudono a chiave dimenticandosene. E altri ancora aprono quel casetto e cercano di realizzare quello al suo interno. Sappiamo bene che non è facile, che ci saranno ostacoli, complicazioni..ma fa parte della vita no?
E se tu, sei proprio una di quelle persone che decide di rendere realtà quel sogno? Saresti disposto a fare tutto pur di avverarlo? E questo comporta la tua felicità? Continueresti lo stesso o ti arrenderesti al primo ostacolo?
Grazie mille, per l'attenzione. Bye a presto ^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1 exo Capitolo 1

Ero in ritardo, come al solito.
Era una delle mie vecchie abitutidi che mi portavo ancora dietro.
Guardai l’orologio sul polso sinistro, le 18.45.
Ero estremamente in ritardo, e dovevo ancora percorrere molta strada.
A contribuire a questa mio “leggero” fuori orario, era il traffico che vi era in quei giorni.
Infatti, le strade erano stracolme di macchine e spesso si vedevano code lunghe qualche metro. Lo stesso era sui marciapiedi per quanto riguardava i pedoni. Bastava che qualche persona si fermava a parlare o solo per cercare qualcosa nella borsa che dietro di lei vi era il caos. Gente che si scontrava, persone che scendevano da marciapiedi continuando il loro cammino senza interruzioni.
Bene, ora immaginate una “astuta” ragazza sempre in ritardo, correre in mezzo a tutto questo.
Uno spasso, no?
- Perché sono sempre in ritardo? – dissi lamentandomi - Avranno, uno scopo ben preciso, questi fottuti orologi! – dissi, dando un'altra occhiata ai numeri neri sul display che portavo al polso.
Le 18.50.
Merda. Come scorre il tempo!
Pensai, maledicendo per l’ennesima volta la mia pigrizia.
Cercai di accelerare il passo della corsa, ma risultava molto difficile con tutta quella folla.
Mi sentivo come un salmone che tentava di salire una cascata controcorrente.
Da quando ero qui, non avevo mai visto la capitale così affollata. Tra cui molti turisti.
Che sia il periondo del turismo, questo?
Ipotizzai, superando un altro gruppo di turisti fermi a fotografare i maestosi edifici della città.
Un po’, mi sembrava di vedere me stessa, tempo fa…
Quando ero all’inizio, ero anche io ero come loro, macchina fotografica in mano e in giro per la città fino la sera.
Pensai con un leggero sorrido sul volto.
Automanticamente, ricordi mi passarono per la mente, ma ero talmente concentrata a non schiantarmi contro le altre persone, che non gli diedi molta attenzione.
Fortunamente quel giorno non era molto afoso, ma vi era un fresco vento che serpeggiava tra le strade della città.
Sentivo il soffice tessuto dei pantaloni della tuta, accerezzarmi le gambe mentre correvo.
Meno male, che mi sono vestita con un abbigliamento comodo.
Pensai, mentre con uno sprint improvviso riuscì ad attraversare la strada prima che il semaforo avrebbe cambiato colore, facendomi perdere tempo per l’attesa del verde.
Tempo troppo prezioso, per me.
Ma ero certa, che la sgridata l’avrei presa in qualunque caso.
Mantenni la velocità dello sprint, volevo arrivare il prima possibile.
- Magari oggi, mi avrebbe risparmiato – sussultai come se fosse veramente una preghiera
Sentivo la borsa di stoffa a tracolla sbattere a un ritmo costante contro la mia coscia destra ad ogni “passo” che facevo, accompagnato dal rumore delle chiavi al suo interno.
Fortunatemente vi erano dei vestiti all’interno della tracolla e riuscivano ad ammortizzare i colpi metallici delle chiavi. Altrimenti stasera avrei trovato delle simpatiche macchie nere sulla pelle.
Il mio respiro si fece più intenso e vedevo i miei lunghi capelli marroni e lisci alzarsi in aria per poi molleggiare sul mio petto.
Continuavo a correre senza fermarmi, e fin’ora sembrava procedere tutto bene; secondo i miei calcoli sarei arrivata a destina tra una ventina di minuti. E forse oggi non avrei assorbito la quotidiana ramanzina. Ma proprio nel momento in cui lo pensai sollevata, mi fermarmi di colpo cercando faticosamente di non cadere in avanti per l’improvvisa frenata e per la velocità con cui correvo.
Avevo appena superato un grande gruppo di giovani, fermo al bordo del marciapiede, quando vidi davanti a me una piccola bambina cadere per terra.
Senza pensarci due volte, mi fermai in modo brusco e barcollando mi avvicinai a lei.
- Ei piccolina, tutto a posto? – chiesi preoccupata una volta raggiunta
Mi inginocchiai e la scocchi leggermente per la spalla destra, poi finalmente, alzò il suo paffuto faccino verso di me con due occhioni neri lucidi.
- Tranquilla, va tutto bene – cercai di rassicurarla per evitare che sarebbe scoppiata a piangere.
Si mise seduta lentamente e insieme al mio aiuto, ma non solo, si alzò con altrettanta calma.
- Ei, è tutto okei, piccola? - disse una voce maschile con un timbro di voce dolce, aiutandomi ad alzarla
Spostai lo sguardo verso la direzione della voce e i miei occhi si scontrarono con due lenti scure, nelle quali potevo chiaramente vedere i miei occhi di un marrone dorato.
Davanti a me, vi era un giovane ragazzo, con capelli di un marrone scuro, scalati e accuratamente piastrati e sistemati sulla fronte, con una piccola frangetta obliqua a destra, che arrivava a pelo della montatura degli occhiali da sole. Quali mi impedivano di vedere gli occhi.
Il viso era magro e leggermente allungato con due sottili labbra e piccole orecchie attaccate alla cute.
Tenere, direi.
Trovai in lui dei tratti famigliari, ma non riuscivo ad associargli un nome.
- E’ lei la madre? –
La sua voce mi fece riprendere dai miei pensieri, e notai che ora mi stava fissando.
Tolsi lo sguardo, leggermente imbarazzata, e ritornai a guardare la bambina, la quale stava fissando ammaliata il ragazzo.
- No, non sono io. Stavo passando di qua e ho visto questa bambina cadere per terra, non molto lontano da me – spiegai mentre continuavo a tenere lo sguardo fisso sulla piccola
- Ah, okei. – mi disse - Allora, che dici, andiamo a trovare la mamma? – continuò chiedendo alla bambina, la quale annuì intimidita.
Prima di alzarmi per poi muoverci alla ricerca della madre le sfregai via la polvere dell’asfalto che avevo precedentemente notato, sul suo delicato vestitino rosa.
- Ecco – dissi una volta finito – Sarebbe stato davvero un peccato che questo grazioso vestitino, si sarebbe sporcato – continuai porgendole un caloroso sorriso.
La bambina sorrise timidamente e guardò verso il basso, giocherellando con le sue manine.
Mi alzai e guardai il ragazzo, il quale scrutava la folla.
Che abbia un appuntamento?
La domanda mi uscì spontanea, e con un velo di amarezza. Come se fossi dispiaciuta dell’ipotetio caso che potesse avere una ragazza.
Ma cosa vado a pensare!
Urlai nella testa, cercando di riprendermi.
Stavo per iniziare a parlare quando, mi accorsi solo in quel istante, della sua magra statura e della sua notevole altezza. Notevole per me, visto che ero a malapena un metro e sessanta.
Dopo essermi autodemolarizzata sulla mia “modesta” statura, mi decisi a parlargli.
- Se deve andare, vada pure, mi assicurerò io che la bambina trovi la sua mamma – gli dissi – ti va bene se resterò con te fino a quando non troviamo la mamma? – domandai alla piccola
Non sapevo quale linguaggio usare per rivolgermi a lui. Dall’apparenza sembrava avere la mia stessa età, ma lì tutti sembravano più giovani rispetto alla loro vera età. Quindi andai sul sicuro, utilizzando un linguaggio formale.
Nel frattempo, la bambina mi porse un sorriso pieno di tenezza, tanto da far invidia ad un orsacchiotto di peluche.
Mi sciolsi, lettermantente, davanti alla dolcezza di quella creatura.
- No tranquilla, non ho nessun impegno. – disse il ragazzo facendomi ricomporre - Aspetterò con voi, che arrivi la mamma, okei? – chiese più alla bambina che a me
Anche in questo caso la piccola fece un dolce sorriso.
Sembrava che non le dispiaceva il fatto di stare con noi mentre avrebbe aspettato sua madre.
- Ora, dove potremo iniziare a cercare la madre? – chiese il ragazzo tra se e se guardandosi intorno
E come se avessimo chiamato esplicitamente l’aiuto della fortuna, quest’ultima ci rispose con un chiaro segno.
Quello che ci serviva, insomma.
Una voce femminile, alquanto preoccupata sovrastava i suoni della città e della folla, ripetendo costantemente un nome.
Mi alzai in punta di piedi e cercai di scorgere la figura femminile che chiamava ad alta voce. Ma non vidi nulla.
- La sentite anche voi? – chiese il ragazzo
- Si, ma non riesco a capire dove sia – dissi rassegnata mentre ritornavo con entrambi i piedi piatti a terra
Poco dopo sentì la bambina prendermi per mano e mi trascinò via con lei, insieme al ragazzo, anche lui afferrato per la mano.
- Ei, ma..- dissi spaesata per l’improvvisa azione della bambina la quale ci portò qualche metro più avanti.
Poi lasciò le nostre mani e andò incontro ad una giovane donna,
probabilmente sua madre, visto che quest’ultima abbracciò la bambina con energia continuandole ad accarezzarle i capelli.
Mi bloccai e non potei fare a meno che tirare un bel sospiro di sollievo.
Era davvero bello, il fatto di esser riusciti a trovare la madre di quella amabile bambina.
Poco dopo la madre ci raggiunse seguita dalla piccola figlia.
Quando giunse davanti a me, mi inchinai e la salutai a dovere, notando il ragazzo fare lo stesso, affianco a me.
Mi rialzai a potei vedere meglio la madre della bambina.
Ora sapevo da chi aveva preso, la bambina, quella innaturale bellezza.
Era una donna molto bella altra poco più di me. Aveva il viso dai lineamenti dolci, ornato da lunghi capelli neri e leggermente mossi che le cadevano davanti.
Gli occhi erano neri come la pece, dove riuscivo a distinguere chiaramente il riflesso dei miei occhi dorati.
Rimasi ammaliata.
- Grazie, ragazzi, grazie infinite, per aver riportato la mia bambina- disse la madre facendo una serie di piccoli inchini mentre io ritonavo in me stessa
- Di niente, si figuri - disse il ragazzo
- In realtà, noi non abbiamo fatto molto. E’ stata la bambina a trovarla e a portarci da lei – aggiunsi timidamente
Non mi sembrava di poter ricere tutti quei ringraziamenti. Alla fine, avevo fatto veramente poco.
- Vi ringrazio ancora, lo stesso, per esservi presi cura di lei per questo breve tempo. Sapete poco più avanti, ho un mio piccolo bar, e ogni tanto lei va fuori a giocare per non annoiarsi a stare sempre chiusa dentro – disse guardando la bambina - Ma oggi quando ho guardato fuori e non c’era, sono corsa fuori a cercarla, lasciando il negozio alle mie assistenti – aggiunse la giovane donna sentendo nella sua voce ancora della preoccupazione
- Bene ora è meglio che ritorni al lavoro, grazie infinite – concluse inchinandosi insime alla bambina
- Di niente – rispondemmo in coro io e il ragazzo inchinandoci a nostra volta
- Saluta, forza – disse la madre incoraggiando sua figlia
- Ciao – disse con un filo di voce nascondendosi leggermente dietro le lunghe e magre gambe della madre.
- Ciao – dissi salutadola a mia volta e muovendo dolcemente la mano
Non sentì nessuna risposta da parte del ragazzo, ma mi era sembrato di vedere con la coda dell’occhio che muovesse la mano per salutarla.
Poco dopo, la madre riprese per mano la figlia e si allontanarono tra la folla. Le seguì con lo sguardo fino a quando persi il contatto visivo.
Poco dopo, mi girai dietro soddisfatta, e solo in quel momento realizzai che ero da sola con il ragazzo, ancora silenziosamente accanto a me. Anche lui con lo sguardo fisso sulla folla.
E ora che faccio?
Mi chiesi imbarazzata.
Ancora una volta mi venne in aiuto la fortuna. O la sfortuna in questo caso?
Cominciai a sentire una serie di urli provenire da lontano. Mi guardai intorno e vidi gruppi di ragazze avvicinarsi velocemente nella mia direzione. Troppo velocemente.
- Emm… - disse il ragazzo
Mi rigirai verso di lui, e lo vidi alquanto agitato…o era una mia impressione?
- Allora…io me ne vado per primo…Ciao – disse il ragazzo diventato improvvisamente di fretta
- Ah, okei, certo. Ehm ciao – dissi inchinandomi poco prima di essere travolta da una mandria di ragazze che urlavano cose indistinguibili. Tanto che, sembrava che parlassero una lingua antica.
Mi alzai scossa dalle urtate con le ragazze e vidi il ragazzo allontanarsi, seguito dalle ragazze.
- Che strano ragazzo…deve essere davvero famoso nella sua scuola per essere seguito così, da tutte queste studentesse - dissi tra me e me guardado la ragazze in divisa scolastica allontanarsi.
Una suoneria di un cellulare di un passante, mi fece ritornare la testa a posto, ricordandomi della mia corsa e del mio impegno.
Guardai spaventata l’ora sull’orologio.
Chiari numeri si fissarono nella mia mente. Le 18.20.
- Aigoo, ora sono in super ritardo. Sono certa che mi ammazzerà appena arrivo – dissi tristemente – e io che speravo di potermi risparmiare la sgridata, almeno per stavolta… Ma se mi presento con questo ritardo colossale, sono sicura che mi sputeranno simpaticamente in un occhio. O peggio, conoscendole…- non colcusi la frase e mi portai una mano alla bocca spaventata dalle conseguenze a cui andavo incontro.
Dovevo assolutamente muovermi!
Mi imposi nella mia mente.
Così, senza divagare, mi girai di scatto e ripresi la mia corsa contro il tempo.

*****
Ciao a tutte/i **
O meglio, Annyoung!
Bene, ecco qui il primo capitolo.
Chiedo anticipatamente scusa se ci sono errori di qualsiasi tipo nella ff. Emh, okei...non voglio stressarvi quindi la finisco qui e lascio a voi :)
Un grazie speciale a Denji Lee per aver recensito nel prologo **
E un grazie anche a chi ha solo letto la storia :)
Spero di sentirci presto!
Bye bye ^^
  
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