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Autore: lady dreamer    22/05/2012    1 recensioni
"Frammenti di morte/ Perché tutto quello/Che ieri era/Domani potrebbe/Non essere più."
Lorenzo è da sempre innamorato di Giulia nonostante siano stati separati per tanti, troppi anni. Il caso la fa tornare nella sua vita.
Alessandra fugge da qualcosa, forse da qualcuno e trova la morte.
A Lorenzo l'ingrato compito di scoprire da chi proprio quando scopre che nella sua stessa vita ci sono misteri irrisolti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiducioso uscì di casa con la vana speranza di incontrare Giulia. Quella giornata non gli aveva portato che brutte notizie. Era stato in questura due volte in una sola mattinata, aveva dovuto provvedere al disordine causato da altri per lui, precisamente da un ladro che gli aveva sottratto il biglietto di Alessandra. L’unica cosa da fare per non pensare a tutti gli avvenimenti allegri che gli avevano ricordato che il buon giorno si vede sempre dal mattino, era incontrare Giulia.
La ragazza lo attendeva al solito bar. Il locale era piccolo ma accogliente e d’estate nello spazio dinanzi all’ingresso vi erano dei tavolini che servivano ad equilibrare la mancanza dell’interno. Era seduta ad un tavolino appartato e consumava già l’ordinazione: una mousse al limone. Lorenzo, appena la vide, dovette frenare l’impulso di correrle incontro e si costrinse a fare un ingresso elegante e distinto.
“È da molto che aspetti?”
“No. Questa volta non sei tu ad essere in difetto. Sono io ad essere arrivata in anticipo.”
“Scusami per stamattina…C’è stato un imprevisto…”
“Lo so.”             
“Lo sai?”
“Sì, me l’hai detto tu nel messaggio…hai già dimenticato?”
“Sì, hai ragione…scusami in questo periodo sono un po’ nervoso…distrarmi mi farà bene…”
“Non preoccuparti, capita a tutti di avere un lapsus a volte.”
 “Poi questa mattina che hai fatto? Scusami ancora ti avrò fatto perdere un sacco di tempo prezioso…”
Giulia ebbe un attimo di indecisione e poi rispose con nervosismo non molto abilmente mascherato “Come mai questa curiosità?”
Lorenzo la guardò stupito,  non si aspettava una reazione del genere…
“Non volevo essere indiscreto…”
“No, scusami tu…ti volevo dire una bugia… sono stata a casa a non far niente…volevo sembrare piena di impegni, invece a parte le ripetizioni faccio ben poco…”
Il ragazzo sorrise e le prese la mano. Cominciava a riconoscere la Giulia di un tempo: la ragazza con un’aria un po’ infantile che finge di essere forte per mascherare le sue debolezze.
“Non hai bisogno di mentirmi…io ti  ho sempre voluto bene per quella che sei…”
La ragazza fece un sospiro di sollievo che se Lorenzo avesse notato avrebbe considerato sospetto.
“Che ne dici di fare una passeggiata?”
“Sono d’accordo.”
I ragazzi pagarono il conto e uscirono dal locale.
“Per il filmino del matrimonio…sai l’ho detto a Paolo e lui mi ha risposto con la sua finezza abituale che queste idee vengono in mente solo a me…che non ho niente da fare…che ha ancora la gamba ingessata e non può mettersi a cercare tutte le stupidaggini che mi saltano in mente anche perché non riesce più a trovare un mazzo di chiavi…”
“Dai, non disturbarti…non importa…”
“Ma per fortuna è intervenuta Noemi che ha ricordato al gentleman che non ho chiesto la luna e dopo aver consigliato al fratello di andare a mettere le mani sotto l’acqua fredda mi ha assicurato che si occuperà lei della ricerca…”
“Ma non dovevi disturbarli…non importa…”
“Ma no, non ti sarai mica fatta intimorire? Ha un caratteraccio ma quando Noemi riporterà alla luce il reperto archeologico dal disordine di Paolo, anche lui si farà due risate con noi. Piuttosto, pensiamo a cosa fare mentre aspettiamo di assistere alla proiezione del filmino…ti va di andare al cinema?”
“Certo, a vedere cosa?”
“Fanno un film di quelli che piacciono a te…si chiama Fiori di serra…pare che sia uscito da poco…”
“Come fai ad essere così sicuro che mi piacerà? È passato molto tempo da quando eravamo in confidenza...”
“Perché, ora non lo siamo più?”
Giulia abbassò gli occhi e gli sussurrò: “Ci sono tante cose che non sai di me.”
Lorenzo si fermò e le accarezzò la guancia destra con il dorso della mano.
“Non pretendo di conoscere tutto il tuo passato, mi interessa solo sapere se ci sarà un posto per me nel tuo futuro.”
La ragazza si irrigidì e spostò lo sguardo in modo da non incrociare quello dell’interlocutore.
“Non voglio metterti in gabbia, lo so che sei uno spirito libero, hai bisogno del tuo spazio per crescere e vivere…io non voglio invadere il tuo territorio e assoggettarti a me, voglio condividere con te un giorno, un anno, un qualsiasi lasso di tempo. Voglio semplicemente avere un senso accanto a te che mi sei apparsa sempre qualcosa di più giusto, di più vero, sai…ti ho sempre giudicata migliore di me…in ogni cosa…e se all’inizio ti volevo solo per una sfida con me stesso, ora mi rendo conto che ti ho sempre amata. Quando mi sorridevi, quando mi cacciavi via, quando volevi parlarmi, quando mi tenevi il broncio, quando mi dicevi che amavi un altro, quando mi sussurravi quelle frasi piene di puntini di sospensione e mi illudevo che il soggetto fossi io, quando capivo che non ero la persona giusta ma non riuscivo a sentirmi sbagliato.”
“Non andare avanti.”
“Non mi ricambi vero? Se è così dimmelo, non continuare a prendermi in giro…”
“Lorenzo, non dire così. Sono io che mi sono illusa di amare altri quando invece i miei pensieri erano indirizzati verso di te…lo sono sempre stati…e lo sono tuttora…ma…”
Lorenzo la guardò con dolcezza e avvicinò il suo capo a quello di Giulia pensando che fosse solo confusa ma che un bacio avrebbe fatto eclissato ogni suo dubbio. Le loro labbra si cercarono e si incontrarono per un istante di oblio. Tutto sembrava aver trovato una soluzione, ma Lorenzo non sapeva che i suoi problemi non avevano certo perso la loro importanza, anzi, avevano trovato un nuovo fratellino. Giulia si divincolò dall’abbraccio del giovane e gli disse: “Sono io ad essere sbagliata…tu non hai fatto niente per meritarti una come me…Perdonami.”
Così dicendo la ragazza lo lasciò da solo in mezzo alla piazza, vuota come la sua vita.
Nella sua mente tante domande, ma sulle sue labbra un solo nome: Giulia.
Non cercò di raggiungerla, sapeva che anche con le migliori argomentazioni lei non lo avrebbe ascoltato. Alzò lo sguardo verso il cielo e si stupì di non trovarlo affollato da nubi minacciose.
“Se fossi in un film si sarebbe messo a piovere. Ma purtroppo questa è la mia vita, non una commedia. Cavolo, non me ne va una giusta.”
Pensò ancora alla ragazza e a quanto aveva aspettato quel momento, a quanti anni addietro risaliva la sua voglia folle di baciarla, di stringerla forte a sé. Aveva vissuto a lungo solo per diventare per Giulia più di un amico, per poter essere la spalla su cui potesse piangere. Lei era il suo sogno più bello e nel momento in cui vide prendere vita quello che avrebbe potuto essere l’inizio di un’esistenza diversa, tutto era andato in fumo. Eppure, ripensandoci, Lorenzo dovette  riconoscere a se stesso che la ragazza non aveva detto di non amarlo, bensì di non poter stare con lui perché non aveva la coscienza a posto…a cosa era dovuta questa giustificazione? Innanzitutto, era davvero una scusa per non ferirlo oppure si trattava di qualcosa da ricercarsi nel passato della ragazza? Lorenzo non sapeva più a cosa pensare…forse si vergognava perchè si manteneva facendo delle ripetizioni, perché non aveva un posto fisso? Certo lui era un architetto e se la passava abbastanza bene da poter mantenere entrambi in modo da condurre un tenore di vita normale, ma davvero Giulia era così limpida come aveva creduto, tanto da farsi uno scrupolo come quello? E se fosse arrivata, pur di sopravvivere, a fare cose disonorevoli come rubare o, addirittura, uccidere? “Ma no…mi sto facendo problemi inutili, Giulia non mi nasconde un bel niente…solo voleva essere gentile perché siamo stati amici per tanto tempo…non volendo che soffrissi si è comportata di conseguenza…e allora a quale scopo, se non per alimentare le mie illusioni, non si è sottratta a quel bacio?” sospirò ed infine sorrise “Se prima di conoscerla mi avessero detto che sarei stato innamorato di lei e che avrei perseverato in quell’amore impossibile per ben sette anni della mia vita, sarei scoppiato in una sonora risata.” Decise, dunque, di vagare per la città senza meta e, seguendo solo il filo dei suoi pensieri, inoltrarsi tra le auto e i palazzi per poi vedere dove sarebbe finito. Dopo aver analizzato ogni frase pronunciata da Giulia e ogni sua risposta, stufo di quelle riflessioni decise che la corsa era finita e che il treno avrebbe dovuto fermarsi per vedere che distanza c’era tra lui e la stazione. Si trovò davanti al cinema, sulla locandina appariva il titolo del film che aveva proposto di vedere insieme a Giulia. Perché non entrare ugualmente? Se ci fosse stata lo avrebbe visto…perché non ingannare la sua razionalità ed andare a vedere quel film da solo, illudendosi di avere a fianco a sé la ragazza? Non gli sarebbe costato niente indugiare nel presupposto sbagliato che lei lo amava per altre due ore. Ci avrebbe guadagnato invece. Cosa? Non lo sapeva ma se da una parte aveva senso lasciar andare l’ennesima opportunità per prendersi in giro, dall’altra quell’ultimo sbandamento era per lui troppo affascinante per essere accantonato senza poi rimpiangere di averlo fatto. Quindi, armatosi dell’autostima necessaria, entrò nel cinema. Il  ragazzo alla biglietteria gli disse che il film era appena iniziato e faceva ancora in tempo ad entrare. Lorenzo, con un sorriso amaro dipinto sul viso, pagò il biglietto e si diresse in sala. C’era molta più gente di quanto si aspettasse. Sbirciò il pezzo di carta che stringeva tra le mani e cercò di individuare il suo posto nella stanza semi-buia. Per fortuna c’erano delle lucine per terra e gli fu abbastanza semplice. Fila “G” ovviamente. “D'altronde” pensò “era destinato che ci venissi con Giulia. Si accomodò sulla poltrona che il caso gli aveva assegnato. Alla sua destra c’erano due ragazzi, due fidanzati, presuppose, che si tenevano mano nella mano, alla sua sinistra c’era un posto vuoto.
Quando il film finì Lorenzo fu l’ultimo ad andarsene. Non aveva fretta di tornare a casa per trovarla vuota. Decise di aspettare che finissero anche i titoli di coda. Dapprima non prestava loro attenzione, infondo erano solo un pretesto. Ma visto che c’era, si chiese “Perché non buttarci un occhio?” alla fine si scoprì interessato. Gli apparve sorprendente la quantità di persone che avevano lavorato alla realizzazione del film. Oltre gli attori e il regista che diventavano famosi c’erano tante altre figure di uguale fascino: lo sceneggiatore, le comparse, i costumisti, gli addetti all’audio e alle luci. E poi si chiedeva chi avesse potuto scrivere quella canzone così bella che faceva da colonna sonora al film…la melodia si proponeva alla sua attenzione continuamente, non era un’accozzaglia di note ma queste formavano un sentiero nascosto nel bosco che portava in un luogo fatato dove nessuno era mai arrivato ma dove sarebbe stato piacevole smarrirsi. I suoi pensieri fluttuavano in un’atmosfera immaginaria e i problemi, ascoltando il motivo ricorrente del brano musicale, si scioglievano senza far rumore come la neve nei paesi di mare. Era talmente rilassante da sembrare che donasse nuova ninfa vitale all’ascoltatore ad ogni nota, ad ogni suono. Si sentiva come risollevato dalle questioni terrene, era come un balsamo per il suo cuore infranto, era come luce dopo una notte di nebbia. E con la melodia si faceva strada la consapevolezza di non poter cambiare quello che era successo nel pomeriggio, ma non era una sensazione spiacevole, al contrario gli metteva tranquillità e poneva un punto d’arrivo al percorso iniziato dopo l’incontro-scontro con Giulia: la vita avrebbe continuato a scorrere anche se la donna che amava lo aveva respinto. A quale prezzo? Lorenzo non volendo rispondere a quella domanda fastidiosamente ricorrente la lasciò inabissarsi con il tema malinconico della composizione che aveva tanto apprezzato durante il film e che ora accompagnava i titoli di coda. Alzò lo sguardo e cercò tra i vari nomi quello del compositore di quella melodia unica che aveva rivoltato, seppur con gentilezza, il suo animo come un calzino. Aveva abbandonato la speranza di soddisfare la propria curiosità quando trovò la risposta al suo quesito: “Musiche di Alessandra di Vincenzo”. Scioccato, Lorenzo uscì dal cinema.


note dell'autrice: mi rendo conto solo adesso di quanto tempo sia passato dall'ultimo aggiornamento, mi scuso con i miei pochi lettori e con il numero ancor più esiguo di chi mi recensisce. ringrazio particolarmente marig 28 libra che c'è sempre ma anche quelli che leggono senza recensire... anche se ricordo loro che un commento è sempre gradito :) alla prossima

  
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