Non si morde mai la mano del padrone
Ami guidava
come una forsennata, voleva tornare alla Casa Bianca e avvisare il Presidente
di quello che stava accadendo in strada.
Perfetto, sono una traditrice! Ma
come si dice “non si morde mai la mano del padrone”, non potevo continuare ad
aiutarle. Ragazze perdonatemi.
Haruka era a
terra ferita, le ferite erano profonde e lentamente il suo colorito stava
diventando pallido, i suoni erano lontani e la stretta di Michiru sulle sue
mani si faceva sempre più debole.
Ecco che succede di nuovo, questa
volta non ci sarà nessuno pronto a proteggermi o a salvarmi com’è successo in
Iraq.
Iraq due anni prima
“Haruka maledizione! Abbandona la
missione! È un ordine!”
“Non posso farlo! Ti coprirò le
spalle come ho sempre fatto!”
“Non essere ottusa, devi andartene!
Me la caverò!”
“Ho detto di no! Puoi mandarmi anche
davanti alla corte marziale, ma per quanto mi riguarda tu vieni prima di questa
dannata guerra e costi quel che costi ti parerò il culo come ho fatto in questi
tre anni!”
“Haruka, sei consapevole che stai
disobbedendo ad un ordine diretto? Che potrei farti congedare senza onori e che
se tu morissi adesso non riceveresti nessun elogio?”
“Me ne rendo conto”
“Bene, allora vedi di puntare quel
tuo fucile contro quei maledetti! Se muori non venire a tormentarmi nei sogni!”
“Signor sì signore!”
Il blitz era partito, Haruka
abbatteva quanti più contrabbandieri possibili fin quando un boato non l’aveva
sbalzata contro un muro che stava crollando su di lei, due forti braccia l’avevano
trascinata fuori da quell’inferno. Un vento leggero le solleticava la pelle e
per un attimo era tornata a vedere, il viso di un uomo poco più che
cinquantenne le copriva la visuale, sentiva le mani dell’uomo tastarle il corpo
per individuare le ferite profonde, poi nuovamente tutt’intorno era diventato
buio.
Si era risvegliata diverse ore dopo,
debole e stanca, era incatenata al muro in una cella lercia e senza finestre.
“Michiru dove sei?”
“Accanto a te, so che non puoi
vedermi ma sono qui” un rumore di catene fece capire ad Haruka che Michiru era
nella sua stessa situazione
“Dove ci troviamo?”
“Sicuramente ci hanno catturato,
perché non hai abbandonato la missione?”
“Non volevo lasciarti morire da sola”
“Stupida in guerra i sentimentalismi
sono fatali”
“Tu perché sei qui?”
“Ti ho vista a terra ricoperta di
sangue e ho abbandonato la missione”
“Stupida in guerra i sentimentalismi
sono fatali” aveva imitato la voce di Michiru scatenandone una breve risata
“Michiru usciremo da qui in un modo o
nell’altro”
L’odore di zolfo aveva riempito le
loro narici, la polvere si era sparsa in ogni anfratto di quella cella
costringendole a trattenere il respiro e chiudere gli occhi.
“Ragazze siamo qui per liberarvi, il
comandante è stato catturato, dobbiamo salvarlo! Un elicottero sarà qui a
breve”
“Haruka
maledizione apri gli occhi, non lasciarmi così! Rei fa qualcosa, portiamola in
ospedale, ormai la missione è fallita e lei sta morendo!”
Ufficio del Presidente
“Maledetto
bastardo!”
“Signorina
Jonson, sono stato in esercito per quasi quarant’anni! Potrei ucciderla
tranquillamente con i lacci delle mie scarpe o in altri modi molto più dolorosi
e agonizzanti, ma la risparmierò! La farò arrestare e le verrà imputata la pena
di morte e in più sarà accusata di aver tramato un colpo di stato!”
“Vecchio
bastardo schifoso!”
Un
proiettile aveva sfiorato l’orecchio del Presidente finendo nella fronte della
signorina Jonson che si era accasciata al suolo.
“Signor
Presidente, io sono Jacob, il capo della Fratellanza Anarchica! Ho complottato
contro di voi per lungo tempo, ma ormai sono vecchio e malato, non voglio più
combattere questa guerra. Tolga dalla circolazione i chip e io mi costituirò”
“So chi
siete, conosco la vostra organizzazione e anche chi ne fa parte, non ho mosso
dito perché aspettavo vi rivelaste spontaneamente e cosi è stato. Guardie
arrestate quest’uomo e uccidete gli agenti Mizuno, Kino, Tenou, Kaioh, Hino e
Meio!”
“La missione For
all the world to see è sospesa! Ripeto la missione For
all the world to see è sospesa! Cancellate ogni traccia di questo
esperimento e qualsiasi copia trovata in giro del chip deve essere distrutta,
in caso di fallimento non voglio prove che riconducano a me!”
Aveva
scaraventato il telefono contro il muro, aveva dedicato anni a quel progetto,
era sicuro di portare un beneficio alla nazione ma sbagliava. L’aveva capito
grazie alle ragazze che si erano battute fino alla fine contro di lui, ma non
era ancora finita, doveva ancora pazientare.
Eravate come delle figlie per me!
Adesso è giunto il momento di dirsi addio!
Centro di New York
Alcuni
giornalisti avevano ricevuto una soffiata su uno scontro a fuoco dove erano
coinvolti alcuni agenti legati al passato del Presidente. Erano accalcati
contro i resti del blindato saltato in aria, tra i resti erano perfettamente
visibili i materiali per un iniezione, fotografie, domande e congetture si
ripetevano all’infinito. Il rumore di alcune sirene in avvicinamento li aveva
distratti dai resti del blindato, speravano di ottenere informazioni utili per
le loro notizie ma l’unica cosa che ricevettero da un uomo alto, dall’aria
minacciosa vestito completamente di nero fu un grugnito stizzito e la non tanta
velata minaccia di arrestarli per ostacolo alle indagini.
Parcheggio Casa Bianca
Ami era
arrivata filata nel parcheggio, doveva trovare velocemente il Presidente prima
che desse l’ordine di ucciderle. Aveva notato l’assenza degli agenti e senza
preoccupazioni si era diretta nell’ufficio trovando il corpo della segretaria e
il Presidente che fissava tranquillamente fuori dalla finestra.
“Agente
Mizuno o dovrei dire Ami? Mi avete tradito!”
“Signor
Presidente io sono tornata indietro, sono qui per…”
“Non
mentirmi Mizuno! Sei stata sotto il mio comando per molto tempo! Conosco bene
il tuo modo di lavorare! Hai fatto saltare il GPS e le comunicazioni dei
blindati per poter distruggere i chip in totale tranquillità! Cosa ti fa
credere che io ti lasci libera dopo aver tentato di mandare a monte il mio
piano?”
“Signore
io…”
“Mi dispiace
Mizuno, sarà arrestata e condannata alla pena di morte!”
Ospedale militare
“Fate
presto! Il blindato che stava guidando è saltato in aria!”
“Ci
occuperemo noi di lei”
Rei
camminava avanti e indietro per la sala d’attesa dell’ospedale, Michiru e
Makoto si stavano facendo sistemare le ferite che avevano riportato ed erano
scosse quanto lei.
Haruka sei il mio agente migliore!
Non morire così! Hai resistito alla guerra in Iraq e alle missioni più
pericolose in cui ti ho mandato! Ti prego non morire!
Il medico le
stava fasciando la gamba e anche se lo fissava il suo sguardo era spento, la
sua mente continuava a riproporle l’immagine di Haruka stesa a terra ricoperta
di sangue mentre rivedeva la stessa scena di due anni prima in Iraq.
Haruka non morire! Non posso stare
senza di te!
Nella stessa
stanza Makoto stava aspettando che Michiru fosse medicata, era nervosa e
delusa, Ami le aveva tradite, sperava con tutta se stessa che stesse bene.
Sapeva cosa era capace di fare il Presidente con i traditori.
Ami maledizione! Non dovevi tradirci
così!
Setsuna era
stata arrestata, il Presidente aveva scoperto che anche lei era coinvolta nel
colpo di stato ed era stata velocemente trasferita nella prigione militare per
essere sottoposta alla pena di morte.
Merda! Sapevo che non dovevo partecipare
a questa missione! Devo trovare il modo per evadere!
Sala operatoria
Haruka era
stata sottoposta con urgenza ad un intervento chirurgico, i medici avevano
estratto dal suo corpo un enorme quantitativo di schegge che minacciavano di
intaccare i suoi organi vitali.
“Dottore la
siamo perdendo!”
“Defibrillatore”
Una serie di
scariche avevano riportato in vita Haruka, il suo cuore aveva ripreso a
battere, ma continuava a non riprendere conoscenza, aveva consumato già quattro
sacchetti di sangue ma il suo colorito era ancora pallido e le sue funzioni
vitali minime.
Solo una notte in osservazione ci
dirà se si salverà
Rei
continuava a camminare avanti e indietro, tutte le volte che entravano degli
agenti temeva che avrebbero arrestato lei e la sua squadra, Michiru e Makoto
erano sedute su una panca posta davanti la sala operatoria; guardavano Rei
agitarsi e preoccuparsi, temeva di perdere il suo agente migliore e temere
l’arresto per tutte loro.
“Michiru c’è
qualcosa che ancora possiamo fare”
“Makoto, Haruka
è in fin di vita, Ami ci ha tradite, tutte noi compreso il capitano Meio siamo
in arresto, non possiamo fare altro”
“Lo so bene,
ma se ci fosse una piccola possibilità di salvezza non la sfrutteresti?”
“Makoto che
hai in mente?”
“Alcuni miei
compagni mi hanno avvertita che il blindato diretto alla prigione conteneva il
capitano Meio, se riusciamo a farla scappare prima che entri in prigione avremo
modo di rimediare all’errore”
“Illuminami”
“Per prima
cosa, l’agente Meio è il capo della CIA era il capo della mia compagnia in
esercito e ha ancora molti sostenitori che farebbero di tutto per aiutarla,
fidati ci sono alcuni che sono a stretto contatto con il Presidente”
“Tu dici di
rapire il Presidente?”
“No dico
solo di nasconderci per un po’ di tempo per trovare il modo di disattivare i
chip”
“Si può
fare! Avverto io Rei, tu fa il tuo lavoro! Ci ritroveremo al molo tra un’ora,
se non ci sarai ne tu ne Setsuna ci costituiremo”
“Va bene!”
Città di New York
Setsuna era
stata prelevata dal suo appartamento e adesso si trovava nel blindato diretto
al penitenziario.
Devo evadere, mi serve un diversivo e
scappare! Non voglio finire i miei giorni in una cella, so come trattano le
ragazze come me la dentro!
Un’auto nera
si stava avvicinando a tutta velocità al blindato, i poliziotti avevano cercato
di richiamare l’attenzione dell’autista folle senza risultato. Si era
avvicinato al finestrino di Setsuna e le aveva mimato un “allontanati dal
finestrino” prima di lanciare una piccola bomba che aveva creato una voragine
nel blindato mandandolo a sbandare.
I poliziotti
erano storditi e il guidatore nell’esplosione è rimasto ucciso.
“Setsuna
muoviti”
“Chi diavolo
sei?”
“Un’amica”
“So già che
mi caccerò nuovamente nei guai ma ormai peggio di così non può andare”
Si era
infilata nell’auto e di volata erano partite per il molo. Durante il tragitto
Setsuna non aveva osato parlare, aveva riconosciuto Makoto ma la vedeva troppo
turbata per parlarle della situazione.
“Devi ancora
fissarmi?”
“Co-cosa?
Non ti sto fissando”
“Si invece,
comunque non importa. Stiamo andando al molo per incontrarci con Rei e Michiru!
Ci nasconderemo per un po’ di tempo per tentare di disattivare il chip”
“Stai
scherzando? Mi hai fatto evadere per diventare una latitante?”
“Esattamente
capitano Meio”
“Soldato
Kino vedo che non è cambiata per nulla dai tempi dell’esercito!”
“No signore”
Molo di New York
“Rei se non
arrivano andiamo a costituirci e togliamo di mezzo Haruka! Non voglio vederla
in galera per colpa nostra”
“Tranquilla
Michiru, nessuna di noi andrà in galera per il momento. Guarda davanti a te”
“È l’auto di
Haruka”
“Esatto, ho
dato le chiavi a Makoto, tanto per ora Haruka non può usarla”
“Questo non
le piacerà per niente Rei”
“Lo so bene”
L’auto si
era fermata davanti a loro con il motore acceso, significava che dovevano
salire anche loro e lasciare quel posto.
“Makoto non
graffiare l’auto”
“Tranquilla
Michiru, prima che Haruka esca dall’ospedale avrò riparato la portiera
danneggiata”
“Makoto
ringrazia solo che siamo in stato d’allarme altrimenti te le darei io stessa!”
“Ragazze per
piacere, adesso andiamo in un luogo sicuro”
“A casa mia,
nessuno sa dove abitiamo”
“Michiru sei
sicura? Se ci seguono arriveranno anche al vostro appartamento”
“Lo so bene,
ma è l’unico posto che nessuno conosce”
Questo è il
decimo capitolo, doveva essere quello conclusivo ma tutta la faccenda ha preso
una piega differente nella mia mente xD perdonatemi ma ci saranno ancora altri
capitoli xD
Ringrazio
come sempre chi recensisce, chi legge in silenzio e chi ha inserito la storia
tra le seguite :3